Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: _ChocolateKookie_    01/01/2017    2 recensioni
Due persone che si detestano, e che si mettono i bastoni fra le ruote possono arrivare ad amarsi?
Lavorano entrambi nella stessa banca, ma un episodio li porterà a farsi la guerra.
Si evitano, ma saranno costretti a lavorare insieme.
****
-"Non avevi una presentazione che doveva iniziare circa...venti minuti fa?" chiede.
+"Cretino" parlai senza il mio volere, mi era uscita spontanea la cosa.
+"Non per farmi i fatti tuoi, ma tu come mai vieni a lavoro a quest'ora? Anche tu sei in ritardo" dico acida.
-"Oh...ho fatto colazione con una cliente e mi sono trattenuto più del previsto"
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Seokjin/ Jin, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 2 CAPITOLO 2

LOVE AT WORK

Un forte mal di testa a causa della sbronza della sera precedente riesce a farmi dischiudere gli occhi e proprio in quel momento mi accorgo che sono di nuovo in ritardo all'appuntamento. Ormai è diventata un'abitudine e questo non va affatto bene. Da quando ho iniziato a fare così? Forse, da quando la mia vita sentimentale è iniziata ad andare un pò in crisi e mi sono ritrovata sola, per la quarta o quinta volta... così senza pensare alle conseguenze ho affogato i miei pensieri nell'alcol. Mi rendo conto che nella mia vita sentimentale tra i due sono sempre io a essere stonata, non appena constato che la relazione inizia a farsi seria lui apre l'argomento 'convivenza' e io dal mio canto capisco che ciò che voglio non è il tizio in questione. Gli unici ad affezionarsi ai miei ex sono sempre i miei famigliari. All'inizio credevo di aver trovato la mia anima gemella, ma poi tutto è cambiato e la voglia di stare con quella persona è diminuita sempre di più. L'ultimo mio ex si chiama Park Jimin, e ormai con questa fanno ben due settimane da quando non l'ho sentito più. 
Non è una delusione essere stata scaricata, anzi provo sollievo. Almeno è finita in questo modo, poteva andare peggio.

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Raggiungo il mio capo Jin nel suo ufficio, sedendomi sulle sue adorate poltroncine nere.
"Hai avuto una sorta di grazia visto che il signor Kim ha accettato le tue scuse" dice.
"Si come no! Solo perchè i due tizi in questione si conoscono e dopo il lavoro si ritrovano insieme nei locali a brindare, e vista la situazione il riccone non ha potuto non perdonarmi; glielo ha chiesto quella faccia strafottente di JungKook" dico sarcastica.
"Che sia così si sapeva, ma grazie a quella faccia strafottente non hai preso una ramanzina. Comunque ti ho convocata qui per parlarti di altro: allora il singor Kim ha insistito per essere seguito da te e da JungKook, e visto che non sa niente e dico niente dei vostri litigi passati non ho la minima intenzione di divulgare il tutto. Quindi, voi due che siete delle persone adulte potete mettere una pietra sopra al vostro passato dopo tutto questo tempo, e lavorare insieme".

"Questa è bella! Come fai a reputare adulto uno del genere non lo so! Ma tornando al discorso, sai benissimo la questione qual'è!"
"Credo sia difficile per entrambi questa situazione Miyon. Ti prego! Fallo per me o per il tuo lavoro" poggio i gomiti sulla scrivania e con i polpastrelli massaggio delicatamente la testa, ancora dolente. Un sospiro esce dalla mia bocca seguito da un 'ci proverò!'. Non andava per niente bene ma questa era la questione.

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Da quando avevo messo piede in questa banca tutto filava liscio. Partì tutto dal giorno in cui io e JungKook stavamo tranquillamente bevendo un caffè alle macchinette, insieme ad un altro dipendente, a cui venne la brillante idea di fondare un team con il rispettivo capo. Lì per lì non sembrò scaturire il nostro interesse la cosa, ma il nostro amato collega, se così vogliamo definirlo spifferò a tutta l'azienda l'idea che aveva in mente. I dipendenti dell'edificio a tal proposito erano tutti d'accordo, e fecero partire le scommese su chi avrebbe rivestito tale compito. Fu proprio in quel momento che JungKook iniziò a prendere la cosa sul serio, e forse anche io. Tutto cambiò radicalmente, la mia vita era cambiata. A quel tempo JungKook era appena arrivato e in molti lo avrebbero voluto come capo team: era il più giovane, avevano riposto molta fiducia in lui essendo uscito con pieni voti, si aspettavano risultati ottimi se fosse diventato capo team. Ma decisero che non doveva essere lui il capo team ma io. Credevo fosse giusto, in fondo lui era appena arrivato chi era per rubarmi il posto da capo team? Avevo molta più esperienza nel settore essendo più adulta di lui di ben tre anni e dopo la tanta attesa premiazione il sottoscritto JungKook iniziò a rendere la mia vita un inferno: litigavamo per delle sciocchezze e persino nelle riunioni non eravamo d'accordo su niente, insomma ci odiavamo o meglio lui odiava molto di più me, ma con lo scorrere del tempo anche il mio rancore si faceva sentire. Non avevamo peli sulla lingua e ce ne dicevamo di santa ragione, persino mandarci all'altro paese. A tal punto che gli altri dipendenti decisero di affidare a ognuno un proprio team, le nostre strade si divisero e ci vietarono di lavorare insieme, ma la situazione non cambiò di molto visto che era una continua guerra su chi fosse il migliore.

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"Bene, credo che è arrivato il momento di parlare con JungKook per le questioni serie"
"Non so se te l'ho mai detto, ma sappi che sono fiero di avere una come te" dice sorridente Jin.

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Ormai tutta l'azienda lo sapeva, sapevano che a me e JungKook era stato proposto di lavorare insieme. Lo si poteva capire dagli sguardi, scommetto che avrebbero persino scommesso su di noi, un'altra volta, ma cosa mi importava degli sguardi! Non mi era mai importato di quello che pensavano gli altri.
Non sono ancora riuscita a parlare con JungKook, sto semplicemente aspettando che tutti vadano via, non voglio avere occhi indiscreti puntati addosso.
Decido di uscire da quel buco di stanza che mi ritrovavo come ufficio e percorso il breve corridoio arrivo di fronte al suo ufficio, busso con decisione sulla porta e aspetto una sua risposta. Dall'altra parte non sento nessuno e così decido di entrare. Non appena spalanco la porta noto la figura di JungKook, seduto di fronte alla scrivania con lo sguardo fisso sullo schermo del portatile davanti intento a scrivere qualcosa.
"Potresti anche rispondere JungKook!" entro nella stanza e mi siedo su uno dei divanetti. Il rumore veloce dei tasti del pc quasi mi innervosisce e fa finta persino di non ascoltarmi.
"Sto lavorando non vedi? Quale onore ho per averti nella mia dimora...? Per ringraziarmi?"

"Ringraziarti? E per cosa?" distoglie lo sguardo dal pc per un attimo facendo uno di quei sorrisetti.
"Oh avanti Miyon! Se non fosse stato per me a quest'ora avresti avuto il tuo richiamo"
"Bè, io non te l'ho chiesto di difendermi, tu ti sei messo in mezzo" controbatto.
Chiude di colpo il pc con un gesto secco, quasi nervoso e mi fissa dritto negli occhi. "Tra cinque minuti devo uscire da questo ufficio per un appuntamento, e tu capirai che le donne non posso aspettare, sei venuta per dirmi altro? Altrimenti puoi anche andartene!"
"Lo sai benissimo perchè sono venuta! A riguardo del signor Kim per lavorare insieme"

"Era ovvio che scegliesse noi! E comunque una volta che avrai finito di lavorare al progetto lo vedremo insieme" dice.
"Bene allora faremo così! Prima di procedere dobbiamo mettere delle cose in chiaro. A questo lavoro parteciperemo solo io e te. Ed è assolutamente escluso non andare d'accordo, poi se proprio vorremmo prenderci a parole lo faremo fuori di qui. Voglio ricordarti che stavamo rischiando di uscire fuori dall'azienda per questo, e sinceramente non mi va di buttare all'aria questo lavoro. Quindi è tutto chiaro? Accetti o rifiuti?"
"Bè penso proprio di dover accettare altrimenti il povero signor Kim come farà senza la mia presenza" non volevo rispondere, ma la mia bocca non riusciva a rimanere chiusa. Mi infastidiva il suo modo di vantarsi.
"Credo che la tipa con cui stai uscendo ti ha modificato il cervello, in peggio però!" gli dico, ignorando completamente ciò che avevo detto prima. Alza un sopracciglio guardandomi "Sai, ti tapperei quella bocca con un bacio in modo da farti rimanere in silenzio". Infastidita, mi alzo di scatto dalla sedia.

"Allora divertiti! Io tolgo il disturbo." mi incammino verso l'uscita e non ricevendo una risposta torno nel mio ufficio.
 
    
  
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