Non so se mai tornerò nel fandon ma spero che questo missing moment scritto in mezz’ora vi faccia un po’ di tenerezza.
Buon anno e che il Dio delle ship sia con voi!
Amber
MATTINA
Luce.
È la prima cosa che registra Charles appena riprende coscienza di se.
Il raggio mattutino che gli sta colpendo il viso è fastidioso e lo fa strisciare all’indietro, cercando di ripararsi da esso con un gemito e sperando così di tornare nel mondo dei sogni prima di subito. Le coperte sono così calde e il cuscino così morbido che no, non vuole proprio pensare di dover mettere in moto il cervello per iniziare la sua quotidiana giornata di professore.
La seconda cosa che registra e che comprende, è che non può allontanarsi dal sole che fa capolino dalle tende lasciate imprudentemente aperte perché è impossibilitato nel muoversi e no, non sono le gambe il problema: appoggiato contro la sua schiena c’è un torace e intorno al suo fianco un braccio, la proprie falangi incastrate con altre non sue.
Sfrega il viso sul cuscino mormorando disappunto e di sicuro ha fatto troppo rumore –cosa che non voleva fare assolutamente- perché il braccio sul suo fianco si muove stringendolo, un naso si va a incastrare dietro al suo orecchio e un sospiro assonnato gli solletica il collo, il rumore di un sorriso sulla pelle.
Vorrebbe girarsi e guardarlo, parlargli magari, ma non lo fa. Torna a chiudere gli occhi e stringe in una morsa decisa le dita intrecciate alle sue che corrispondono, un pollice e creare pigri cerchi sul suo dorso
-Luce- borbotta –Tende-
L’ultima cosa che sente prima di cadere addormentato sono gli anelli metallici delle tende che vengono tirati, docili al potere del loro padrone.
Finalmente, buio.