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Autore: Mirty_92    25/05/2009    2 recensioni
"Dovevano andare avanti. Sarebbe stata dura ma in fondo loro erano forti ed erano pur sempre loro. Sapevano che quell’ora era stata un’ora rubata ma preziosissima che avrebbero sempre portato nel loro cuore." songfic Sirius/Hermione "ristrutturata" grazie ad un amico.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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un'ora in più

un'ora in più

Alcune precisazioni: Siamo al settimo anno ad Hogwarts, Sirius non è morto cadendo oltre il Velo,
Silente è ancora preside e la guerra contro Voldemort deve ancora essere combattuta.
L’Ordine si sta preparando.
Buona lettura.

Ps: i personaggi non sono miei ma della scrittrice Rowling e questa storia non ha scopo di lucro.


Nonostante le vacanze di Natale che Harry, Ron ed Hermione aveva trascorso nella casa di
Sirius insieme con gli altri membri dell’Ordine della Fenice fossero terminate da soli quattro
giorni, Hermione aveva avuto un permesso speciale di rientro al quartier generale
di Grimmauld Place, perché Sirius aveva chiesto espressamente di poter parlare con lei al preside.
Silente, dopo un attimo di titubanza di fronte all’insolita richiesta del padrino di Harry Potter,
pensò che forse Sirius avesse bisogno di qualcuno di diverso con cui parlare perciò
aveva accordato alla giovane Grifondoro il permesso di trascorrere un paio di ore pomeridiane
con il Malandrino. Hermione ricevette la notizia alle 17.00 quando le lezioni erano terminate ma decise
di non partire fino alle 18.00. A quell ’ora si recò nell’ufficio della McGranitt che le disse
che avrebbe potuto tranquillamente usare la metropolvere passando per il caminetto del suo studio.
“Anche se sinceramente non capisco perché Sirius abbia tutta questa premura di vederti,
signorina Granger” le disse la professoressa con aria perplessa. Hermione arrossì impercettibilmente
e rispose: “ Penso sia in ansia per Harry e credo che preferisca parlare con qualcuno di lui piuttosto
che direttamente a lui. Sa, per evitare di metterlo ancor più sotto pressione. Dopotutto la
finale si sta avvicinando.” “Beh, in fondo lo capisco, lo capisco…” sospirò la McGranitt
“Solo un’ora però signorina Granger, si ricordi, solo un’ora.” “Si, professoressa.” Hermione entrò
nel caminetto e con voce chiara scandì: “Grimmauld Place numero 12” Un vortice di fiamme verde smeraldo
l’avvolse e l’ufficio della McGranitt sparì per lasciare il posto ad una cucina un po’ squallida.
La cucina di casa Black. La porta si aprì all’improvviso e un uomo alto sulla trentina si affacciò
alla soglia. Rimase appoggiato mollemente allo stipite della porta e guardò attentamente verso il
camino dove Hermione si stava ripulendo dalla cenere il mantello da viaggio e la gonna della divisa
e perciò non aveva visto l’uomo. “Non avrei mai pensato di poterti rivedere così presto.
Pensavo che non avresti mai accettato di venire.” le disse Sirius con un mezzo sorriso sulla bocca.
“Ho riflettuto molto se fosse il caso di venire o meno” disse Hermione sempre senza guardare
l’uomo in volto. “Poi ho ceduto. Volevo vederti.” Alzò lo sguardo e vide che Sirius le si era avvicinato.
Ora poteva guardarlo dritto negli occhi scuri. Lui l’attrasse a se e la strinse forte come se non
volesse più lasciarla andare via. Lei se ne stava lì, rannicchiata contro il petto di quell’uomo che
aveva conosciuto tante sofferenze ma che sembrava aver ritrovato l’amore solo con lei al fianco.
“Non lasciarmi ti prego. Ho bisogno di te.” Sussurrò Hermione. “Per fortuna che non sapevi se venire
a trovarmi o no” la prese in giro bonariamente l’uomo. “Stupido, non scherzare!” gli disse Hermione
dandogli un piccolo pugno nello stomaco che l’uomo incassò senza fatica. “Ehi, piano ragazzina!
Non sono fuggito da Azkcaban per farmi maltrattare da una diciassettenne.” “Quasi diciottenne, Sirius.”
Precisò la ragazza. “Ok, te lo concedo.” “Ma perché mi hai fatta chiamare? Non sarà mica successo qualcosa?”
negli occhi di Hermione balenò un lieve scintillio di preoccupazione mentre si stringeva ancora a Sirius.
“Mi mancavi” le sussurrò il Malandrino. Hermione storse un po’ la bocca e si accigliò un secondo.
“Come scusa?” “Dai Herm, non farmelo ripetere. Hai capito benissimo.” Cercò di tagliare corto Sirius
che ora sembrva imbarazzato. “No, no. Ripeti. Dai!” fece Hermione con aria divertita.
“E va bene. Mi mancavi.!” Hermione a quelle parole si staccò dall’abbraccio
dell’uomo e iniziò a canzonarlo andando verso la porta. “Ti mancavo! Sai che detto dall’affascinante
Malandrino di Hogwarts è proprio una cosa buffa?! Per Merlino! Ti ho forse rubato
il cuore mio Malandrino?”e mentre diceva queste parole, ridacchiava mentre si era allontanata
dalla cucina lasciandosi alle spalle un Sirius alquanto stupefatto. “Allora, che aspetti? Non vieni?”
la voce di Hermione lo raggiunse dalle scale che portavano ai piani superiori della casa.
Sirius si riscosse e corse fino al primo piano facendo i gradini a 2 a 2. Sul primo pianerottolo,
si fermò. La porta della sua camera era socchiusa e sul pavimento giaceva abbandonato il mantello
da viaggio di Hermione. Sirius, scosso da un tremito, aprì lentamente la porta e la vide.
La ragazza indossava la divisa con i colori di Grifondoro che erano anche quelli predominanti
nella stanza di Sirius e se ne stava seduta sul letto a baldacchino al centro della stanza con
un’aria seria. Sirius rimase sulla soglia a bocca aperta, lei lo guardò e gli si avvicinò sussurrandogli
con voce calda e suadente all’orecchio: “Sono pronta.” Quelle due semplici parole ebbero un effetto
immediato sull’uomo.


Spogliati, guardami, dimmi come mai e come fai, a non pensare…

Sirius la prese dolcemente per la vita e l’adagiò sul suo letto mentre lei cominciava
ad allentare la cravatta della divisa.

Stringimi, accarezzami, posa le tue mani su di me, so riconoscerle…

L’uomo le prese le mani e gliele mise sotto la sua camicia semiaperta,
facendole posare così il palmo sul suo petto nudo.

E dammi solo un’ora, un’ora in più come quando c’eri solo tu…

Gli indumenti di entrambi cominciarono ad ammucchiarsi a terra alla rinfusa fino a quando rimasero solo
loro due sdraiati sulle coperte di seta color rosso porpora.

Tu che sei sempre stata mia, un’idea che non va via…

Erano solo loro due e nessun altro, finalmente uniti nonostante il grande divario d’età.
Lui era padrone su di lei ma allo stesso tempo era dolce. Le stava vicino, molto vicino.
Lei per il suo primo amore aveva scelto lui. Lui non aveva mai avanzato proposte riguardo all’argomento,
non aveva mai forzato i tempi data la giovane età di lei, ma da un anno all’altro l’aveva vista crescere,
cambiare da tredicenne intelligente e coraggiosa che l’aveva salvato dai dissennatori a diciassettenne
molto più matura e brillante di tante donne adulte ed ora lei era lì con lui tra le sue braccia muscolose.
Completamente sua.

E respirare il tuo profumo amaro come noi, amore che non sai, me lo regalerai un’ultima volta,
prima che svanisca…


Sirius affondò il viso tra il collo e la clavicola di Hermione, tra i capelli ricci di lei lasciando
per un attimo che il suo corpo possente aderisse completamente a quello della ragazza. Inspirò a fondo
il profumo dei suoi boccoli castani. Un profumo secco ma aggraziato proprio come poteva apparire il loro
amore agli occhi di un estraneo. Impensabile e nascosto, che poteva suscitare scandalo.
Eppure Sirius sapeva che l’avrebbe avuta ancora un’ultima volta prima dell’inizio della guerra
contro Voldemort.
I due si amarono come non avevano mai amato prima. Finalmente completi l’uno nelle braccia dell’altra.
Sirius, nonostante avesse avuto molte esperienze da giovane, non aveva mai provato delle emozioni così
forti come quelle che aveva provato stando con Hermione. La ragazza, d’altra parte, era profumata del
suo primo amore. Era come una rosa appena sbocciata tra le forti braccia di un uomo che l’amava davvero.
Esausti i due amanti si ritrovarono abbracciati a scambiarsi dolci tenerezze dopo un momento
che di certo non avrebbero mai dimenticato perché era diventato un pezzo della loro storia scritta
a pelle dalle loro emozioni così intense e coinvolgenti che avevano provato nella loro unione.

Fermati, baciami, dimmi dove sei e se ce la fai, vuota il tuo cuore…

Sirius la teneva dolcemente tra le sue braccia e gambe e giocava con i suoi riccioli
castani appoggiati al suo petto. Hermione se ne stava in silenzio beandosi di
quell’esperienza nuova che mai avrebbe creduto potesse essere così meravigliosa.
Sirius le alzò il mento per guardarla negli occhi.

Gli occhi tuoi parlano e dicono anche quello che non vuoi…

Gli occhi castani di lei brillavano d’amore e desiderio per lui.
Sirius glielo scorgeva nello scintillio di quelle iridi ambrate. Eppure c’era dell’altro.
Paura, inquietudine, forse un velo di tristezza. Si, tristezza perché la sua Hermione
non avrebbe potuto passare la notte con lui e lei lo sapeva benissimo. Era stata solo una magnifica
ora ma ora lei doveva ritornare a scuola, a Hogwarts dove le giornate sarebbero trascorse senza di lui. Se devi andare vai, era solo un’ora, un’ora in più, come quando c’eri solo tu…

Lei sempre con lo sguardo velato di tristezza, lo baciò dolcemente e si allontanò da lui per rivestirsi.
Lui la guardava come se lei fosse un angelo. Lui cercava di imprimersi nella memoria ogni
suo singolo gesto. La guardò infilarsi la biancheria che lui poco tempo prima aveva provato piacere
a sfilare dal suo corpo snello che si era mostrato con tutte quelle forme morbide alle quali la divisa
scolastica non rendeva giustizia. La guardò indossare la gonna abbottonarsi la camicia lasciando forse
volutamente aperto un bottone di troppo che andò a scoprire l’orlo del reggiseno. La guardò mentre con un
pizzico di malizia gli fece l’occhiolino andando verso la porta.

Tu che sei sempre stata mia, un’idea che non va via e respirare il tuo profumo
amaro come noi, amore che non sai, me lo regalerai un’ultima volta prima che svanisca…


In quel momento lui realizzò che Hermione stava davvero per andare e che d’ora
in avanti l’avrebbe sentita solo per lettera. Allora si alzò di scatto dal letto e indossò
veloce il suo paio di jeans senza nemmeno infilarsi i boxer. Corse sul pianerottolo e guardò nelle scale.
Hermione era già al paino terra dove guardandosi allo specchio appeso alla parete, cercava di mettersi
in ordine i capelli e di sistemarsi il collo della camicetta. “Hermione!” la chiamò. La giovane donna si voltò
e gli regalò un sorriso bellissimo. Ora nei suoi occhi non c’era più traccia di tristezza. Dovevano andare avanti.
Sarebbe stata dura ma in fondo loro erano forti ed erano pur sempre loro. Sapevano che quell’ora era stata
un’ora rubata ma preziosissima che avrebbero sempre portato nel loro cuore.

Spegnerò la luce e sarò capace d’inventarmi un’altra verità, una nuova vita
che questa è già finita, ma dammi solo un’ora, un’ora in più.


Sirius rimase un attimo a fissarla prima di ricambiare il sorriso. Poi spense con un soffio
la fiamma della candela che illuminava la scala e fece appena in tempo a cogliere lo svolazzo
del mantello di Hermione che si dirigeva in cucina che ebbe solo il tempo
di sussurrare: “Grazie,Hermione.” Ora avrebbe continuato a vivere la sua vita sulla base di quello che era
ormai il ricordo di un’ora prima e sarebbe andato avanti fino alla prossima volta in cui l’avrebbe potuta
riavere sua, come sarebbe sempre stata da quel giorno. Perché finalmente Sirius aveva capito cosa volesse dire
amare profondamente una persona e essere amati a sua volta.

È la mia prima fanfiction, non sarà perfetta però si può sempre migliorare. Aspetto consigli e recensioni.
Grazie a tutti!

Mirty_92
  
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