Fanfic su artisti musicali > SHINee
Segui la storia  |       
Autore: Wendy_BluHand    03/01/2017    1 recensioni
Non credeva ai suoi occhi.
Strinse fra le mani quella foto dai colori sgargianti. Lo sfondo di quell'immagine le era familiare, sarebbe stata in grado di riconoscerlo fra mille: erano in casa di Chul Moo. Il ragazzo sulla sinistra era così diverso da quello che vedeva tutti i giorni in libreria. I capelli biondo platino, le braccia piene di bracciali, l'aria di chi si stava divertendo. Il sorriso stampato sulle labbra. Al suo fianco, un Jonghyun dai capelli folti e castani, la pelle più ambrata di ora. Le sembrava quasi di sentire il suo profumo inconfondibile. Sembrava quasi una festa ma ciò che la colpì di più fu il suo sguardo.
Quello sguardo.
Fisso su Kibum che sembrava non essersi accorto di nulla.
Quello sguardo che gli aveva visto già un'altra volta.
**
- C'è qualcosa che voglio o meglio qualcuno. Voglio te, in cambio.- .
Le sue parole arrivarono come uno schiaffo in faccia. Fredde come il vento che si era alzato.
- Come...? - sussurrò la ragazza stordita.
- Voglio che tu venga via con me.- ripetè quello impassibile.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jonghyun, Key, Nuovo Personaggio, Quasi tutti, Taemin
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

35. L'hotel dei Kim - parte II




Jorinde aveva provato molte volte paura. È un emozione che accompagna l'essere umano fin da bambino sotto ogni aspetto e forma. Aveva avuto paura dell'uomo nero quando era piccola, dei mostri, poi aveva avuto paura di restare sola a casa, dell'interrogazione e del compito in classe. Aveva avuto paura di Jonghyun la prima volta che l'aveva visto ma quel tipo di paura che le stava facendo venire la pelle d'oca e rizzare i capelli dietro la nuca, era una paura che che non aveva mai provato prima. Paura di Hye Jin certo, ma anche paura dell'ignoto, di non sapere cosa sarebbe successo, se sarebbe uscita viva da lì. Se si fosse soffermata a pensarci troppo, le sarebbe venuto un attacco di panico probabilmente. Tuttavia non poteva più tirarsi indietro, stava camminando fra i corridoi del lussuoso albergo di Jonghyun e sembrava che tutti stessero trattenendo il respiro. Gettò un'occhiata alle ragazze e a Taemin e si chiese se anche loro provavano la sua stessa sensazione, se anche loro avvertivano quel sottile e piccolo serpentello fatto di brividi e scosse strisciare sotto l'epidermide e viaggiare senza sosta da una parte all'altra lasciando piccoli bozzi al suo passaggio.
Era spaventata e non sapeva che cosa avrebbe fatto ma Jonghyun era più forte di tutto. Il pensiero di Jonghyun era più forte di qualsiasi cosa. La sua immagine, la sua figura che si rifiutava di diventare già ricordo aveva gli occhi penetranti puntati sulla sua schiena. La guardava insistentemente e Jorinde sapeva perchè.
Hye Jin non l'avrebbe passata liscia, non avrebbe più fatto male a nessuno.
L'hotel era deserto, dormivano tutti a quell'ora, e il fatto che quindi tutte le porte delle stanze erano chiuse e ora avevano davanti agli occhi l'unica aperta in tutto l'albergo, era inquietante.


    - Che si fa? - chiese Hyun Soo che non avrebbe mai voluto rivedere Hye Jin e invece era lì, alle due di notte, in un albergo a darle la caccia.
    - Si cerca di non morire - rispose Jorinde.
    - Se non dovessimo farcela...sapranno che almeno ci abbiamo provato - mormorò a voce bassa Su Kyung.


Poi Jorinde ebbe un'idea stravagante, un'idea rischiosa da mettere in atto ma seppe di dover provare.


    - Qualsiasi cosa succederà lì dentro, reggetemi il gioco -
    - Che vuoi fare? - chiese Taemin.
    - Giocarmela in tutti i modi - rispose la rossa.


Il moro la guardò ma sapeva che non era più tempo per le domande, non c'era più tempo per niente. Dovevano fidarsi a scatola chiusa, non avevano altra scelta.
Entrarono nella stanza e non seppero neanche loro come, le loro gambe si erano mosse in automatico. La camera in cui si trovavano era di un bel rosso, con un grande letto a baldacchino e un tappeto persiano alla parete. Uno speziato profumo di incenso investì il gruppetto. Jorinde arricciò il naso sperando che quell'odore nauseabondo non le desse alla testa.


    - Vi aspettavo - disse la suadente voce di Hye Jin dal balcone.


Le ragazze alzarono lo sguardo verso le porte del balcone spalancato e videro Hye Jin al centro, poggiata contro la ringhiera. I capelli scuri erano mossi dal leggero vento della notte, il suo corpo ambrato era avvolto da un vestito liscio di seta che la faceva sembrare ancora di più un serpente.


    - Anzi, ti aspettavo - si corresse la strega.


I suoi occhi indugiarono sui volti delle ragazze che l'accompagnavano, poi su quello di Taemin e infine si fermarono su Jorinde.


    - Non immaginavo che avresti avuto compagnia durante il viaggio - disse Hye Jin - avevo avvertito che ti stavi avvicinando ma non pensavo che il bel Taemin e le altre ragazze sarebbero stati dei tuoi...-


Jorinde si rincuorò un po', la presenza delle altre l'aveva colta di sorpresa, non se l'aspettava ma la rossa le aveva portate con sè proprio per quel motivo.


    - Però non importa. Jorinde perchè sei qui? - chiese con lentezza la strega.
    - Perchè non ho altro luogo dove andare. È l'unico posto in cui ho avvertito il bisogno di recarmi. -
    - Tu vuoi uccidermi - sentenziò la donna rientrando in camera.

Jorinde sentiva il suo sguardo addosso anche se in quel momento non la stava guardando, era una sensazione spiacevole che ti faceva desiderare di dartela a gambe.

    - Si - fu la risposta secca della rossa.

Hye Jin sorrise mentre passava le sue lunghe dita sui portaincenso di metallo che si accendevano di colpo, da soli.
Taemin guardava Jorinde preoccupato.

    - Sei arrabbiata, ferita e triste. È per questo che desideri la mia morte. Ti ho portato via Jonghyun e vuoi che io muoia ora. -
    - Si, lo voglio - sibilò Jorinde incantata dai suoi gesti.
    - E' una storia vecchia questa - mormorò Hye Jin alzando lo sguardo su Taemin - Amore e coraggio...tradimento e dolore, passione e vendetta - e spostò i suoi occhi su Jorinde.
    - Si potrebbero scrivere mille libri con questi temi e tutti con personaggi e trame diverse - riprese la strega - tuttavia c'è un quesito alla base di tutto ed è il seguente: ne vale davvero la pena? -
    - Se è a me che lo stai chiedendo allora risparmia il fiato perchè è una domanda del tutto inutile - replicò la rossa aggressiva.
    - Ora che sei annebbiata dal dolore, vorrai dire. Jorinde, perchè vendicare un uomo che non ti ha mai amato davvero? Perchè gettare la tua vita alle ortiche per chi non se lo meritava quando era in vita e non se lo merita ora che è morto? -
    - Tu non conoscevi davvero Jonghyun, lui mi amava -
    - E' qui che ti sbagli. Conosco Jonghyun da molto più tempo di te e non era il tipo di uomo che una sognatrice come te pensa che fosse. Taemin lo sa meglio di me. -
    - Mente, Didi. Jonghyun è uno dei miei migliori amici e lo stesso ragazzo che hai visto tu era quello che ho sempre conosciuto io! - esclamò il moro.
    - Colui che muore appare sempre migliore ai nostri occhi, le sue qualità diventano più numerose e limpide una volta che non c'è più. Quando io ho conosciuto Jonghyun era borioso e sfacciato, giocava a fare il re fra i principi e diciamoci anche che poteva permetterselo. È sempre stato molto bello e dotato di grande fascino. Ha sempre giocato con i sentimenti delle persone anche quando il suo cuore apparteneva ancora ad altri. Ha sempre sfogato le sue voglie con chi voleva lui utilizzando il corpo degli altri come contenitori. Sai quante ragazze come te ha messo nel sacco al palazzo di Chul Moo? Sai quante hanno portato i segni delle sue voglie sfrenate anche per soltanto una notte? Sai quante si sono aggrappate alla sua schiena e ai suoi fianchi credendosi eterne sotto la luna? Potrei stare qui ad elencarle ma secondo me Taemin ricorda tutti i loro nomi e i loro cuori spezzati...d'altronde era un vizio non estraneo neanche a lui - sibilò Hye Jin squadrando la ragazza per carpire la sua reazione.
    - Non è come dice Jorinde...- provò a dire Taemin.
    - Vuoi davvero negare la verità? - lo incalzò la strega.
    - No, sarò sincero. Ha avuto un sacco di avventure Jonghyun al palazzo ma era per lui un periodo difficile, di cambiamento, e non era peggiore di nessuno lì dentro ma sicuramente migliore di lei. Jonghyun amava Kibum e questo lo sai già, gli è sempre stato fedele. Jonghyun è sempre stato sincero e non ha mai voluto ferire nessuno intenzionalmente...tanto meno te. Ti ha detto che ti amava ed era la verità - spiegò Taemin rivolto a Jorinde.
    - Verità. Ma per favore, aveva bisogno di te così come aveva bisogno delle ragazze che ti hanno accompagnata qui oggi. Il suo grande amore era Kibum. Ha sfruttato ognuna di voi come meglio poteva e quando ha capito che non gli eravate utili vi ha rottamato. È questo l'uomo per cui sei qui oggi? Un bugiardo, malizioso, sfruttatore, borioso ragazzo? -

Jorinde sentì il sangue ribollirle nelle vene ma prima che potesse aprire bocca, qualcun altro lo fece per lei.


    - Zitta. Sta' zitta - disse Hyun Soo furente.


L'attenzione della strega si concentrò sulla ragazza.


    - Non so cos'è successo in questi anni in cui sono stata addormentata, non conosco i dettagli ma una cosa la so. Conoscevo Jonghyun, era una persona amabile. È vero, aveva dei difetti! Faceva sgolare Odette che desiderava soltanto che si riprendesse dalla rottura con Kibum, era testardo e non aveva un temperamento facile. Ma andiamo, chi è che può dire con assoluta certezza di avere un carattere semplice? Nessuno. Quello che questa donna, questa strega, questa persona sta descrivendo è il dipinto di un uomo mortale, comune, con i suoi pregi e i suoi difetti...non sta parlando di un mostro che vuole che tu, Jorinde, veda. -
    - Hai ragione Hyun Soo ma non c'è peggior mostro dell'uomo. Gli uomini sono inetti, sono malvagi, sono superficiali. Jonghyun non ha mai amato Jorinde, come non ha mai amato nessuna delle ragazze alle tue spalle. Aveva bisogno di loro e le ha sfruttate, cercava soltanto quella giusta che le permettesse di ritornare da Kibum. Se non fosse stato così vigliacco da togliersi la vita, sarebbe tornato dal suo grande amore e tanti saluti al piccolo pettirosso del Niedersachsen - replicò con cattiveria Hye Jin.
    - Vigliacco? Non è stata la vigliaccheria a portare il pugnale a conficcarsi nel suo torace - ribattè accaldata Jorinde.
    - Ah no? Tu come lo chiami? -
    - Coraggio, amore, dedizione. Scegli pure il tuo. -

Hye Jin rise divertita lasciandosi cadere sul divanetto lì di fianco.

    - Senti un po', io ne ho altri da suggerirti: paura, viltà, sofferenza. Scegli fra questi piuttosto. Vedi tesoro, a Jonghyun è mancato il coraggio di fare una scelta, è mancato il coraggio di dirti in faccia la verità! Non ha avuto il fegato di sbatterti in faccia quanto in realtà fosse menefreghista, quanto poco gli importasse di te e che sarebbe ritornato da Kibum a gambe levate non appena tu avresti fatto il tuo dovere - replicò con un terribile sussurro la strega.
    - E' impossibile quello che dici! É vero che Jorinde si sarebbe dovuta innamorare di Jonghyun per spezzare la maledizione ma lui avrebbe dovuto ricambiare altrimenti non avrebbe funzionato! - esclamò Valery indignata.
    - E infatti non ha funzionato! Jonghyun ha preferito ammazzarsi piuttosto che affrontare la situazione -
    - Lascia perdere Valery, lei non può capire - mormorò Jorinde con un sorrisetto.
    - Cosa? Tutte quelle baggianate sul vero amore che io non conosco? Oh quanto ti sbagli! - ribattè Hye Jin.
    - Oh no, non quello! Non puoi capire perchè non sai - disse la rossa semplicemente.
    - Non so cosa? -

Hye Jin scrutava Jorinde che ostentava sicurezza. Cosa stava macchinando quella smorfiosa?

    - Che hai perso - rispose Jorinde con un'alzata di spalle.
    - Che accidenti stai blaterando? Il dolore ti ha mandato in pappa il cervello?! -
    - No, assolutamente! Sto solo dicendo che hai perso perchè Jonghyun non è morto - affermò con totale certezza.

Taemin e le ragazze dovettero fare appello a tutta la loro forza di volontà per controllare le loro espressioni davanti a quelle parole. “Reggetemi il gioco” aveva detto Jorinde ma nessuno immaginava fosse una cosa del genere.
Hye Jin scoprì i denti candidi in un sorriso.

    - Vuoi prendermi in giro? - chiese alzandosi in piedi e iniziando a camminare intorno a loro come un leone con la preda.

Stavano rischiando ma Jorinde non aveva pensato a niente di meglio. Doveva bluffare.

    - No, è la verità. -
    - Non mi piace quando gli altri si credono più furbi di me. Stai mentendo ragazza. -
    - Che c'è, hai paura? Non ti sto mentendo e se tu non provassi così tanto terrore, ti accorgeresti che sto dicendo il vero. Jonghyun non è morto, era tutta una messa in scena, è quello che ti abbiamo fatto credere! -
    - Bugiarda! -
    - Oh no, ti sta dicendo la verità! È stato Jonghyun a risvegliarci! Non credevamo ai nostri occhi neanche noi eppure eccoci qua! - disse Su Kyung con un sorriso.

Un baluginio sinistro attraversò gli occhi di Hye Jin mentre la sua aria da trionfo cominciava a vacillare.

    - Vedi, io so che lui mi ama perchè è stato proprio lui a ripetermelo prima che venissi qui - disse Jorinde.
    - Smettetela di fingere. Avete parlato di lui al passato, Jonghyun è morto, state soltanto cercando di confondermi! - strillò la strega.
    - Soltanto perchè non volevamo scoprire subito la nostra carta...siamo previdenti - ribattè Taemin con un sorriso sornione - è finita, Hye Jin. Non potrai più manipolarmi, non potrai più fare del male a nessuno. -

Hye Jin indietreggiò di qualche passo ma poi si arrestò.

    - Se davvero lui è vivo perchè non è qui con voi a combattere contro di me? Mi teme così tanto da nascondersi dietro di voi? Oppure è già all'altro mondo e voi state inventando un mucchio di frottole?! - disse recuperando un po' di colore in volto.
    - Paura di te? Non credo ne abbia mai avuta. Arriverà, sta arrivando - rispose Jorinde a testa alta.

Taemin si chiese come diavolo facesse a mentire così bene. Vero era che aveva fregato tutti in libreria e nessuno, a parte Kibum, era venuto a conoscenza della cosa se non dopo molto tempo. Tuttavia, aveva capito perfettamente cosa stava cercando di fare Jorinde. Era un piano furbo ma pericoloso. Voleva spaventare Hye Jin, confonderla e indebolirla in modo da avere vita più facile nel momento in cui avrebbe tentato di ucciderla ma se la strega scopriva la realtà erano belli che morti. Il problema ora era cosa avrebbero risposto alla strega nel momento in cui Jonghyun non si sarebbe presentato, cosa sicura al cento per cento.

    - Sta arrivando? Bene vuol dire che resteremo qui ad aspettare Jonghyun, uccidervi tutti insieme sarà più d'effetto - disse con una smorfia la donna - nel frattempo potremo parlare dell'incendio che adesso sta divampando al palazzo di Chul Moo! Non avete notato quei caldi bagliori in lontananza? - chiese subito dopo indicando fuori dal balcone.

Jorinde girò il collo così velocemente che quasi non le cadde la testa a terra.
Non l'avevano notato, non se n'erano accorti. Subito pensò a Yoora e il suo primo pensiero fu quello di correre da lei ma sapeva di non potersi muovere.

    - Sei stata tu! Come, come hai potuto?! - ringhiò la rossa fuori di sé.

Hye Jin aveva recuperato la sua aria vittoriosa. Aveva mandato lì i suoi serpenti di fuoco qualche ora prima e a causa della visita di quei seccatori, se n'era quasi dimenticata.

    - Ti piace? È una cosa che ho pensato su due piedi! Non era premeditato! - replicò divertita Hye Jin.

Erano tutti pietrificati dall'orrore mentre quella terribile creatura sembrava entusiasta della cosa.

    - Tu sei un mostro! Aspetta e - gridò Jorinde ma fu interrotta dalla donna.
    - E cosa? Voi e Jonghyun mi darete una lezione? A proposito dov'è? È in ritardo per il tè - la schernì Hye Jin.

    - Proprio dietro di te - sussurrò la voce di chi mai nessuno di loro avrebbe pensato di risentire più.


    - Jonghyun! - urlò Hyun Soo portandosi le mani alla bocca.

Taemin non credeva ai suoi occhi.
Sulla soglia della camera stava Jonghyun, vivo e vegeto.

    - Non è possibile... - sussurrò Valery.

Han Sul e Su Kyung erano sbigottite mentre Jorinde avvertì le gambe diventare molli. Jonghyun era vivo, vivo davvero. Era davanti a loro.

    - Sapevo che non mi avresti lasciato... - mormorò la rossa con voce roca.

Jonghyun le regalò il più bel sorriso di sempre.
In quel momento si accorsero che era solo, gli altri non l'avevano accompagnato.


    - Hyung...sei solo? Gli altri? - chiese Taemin confuso.
    - Volevano venire con me ma ho preferito che andassero al palazzo di Chul Moo per dare una mano con l'incendio! E poi il problema principale sono io, quindi è giusto che sia venuto qui da solo - rispose Jonghyun tranquillamente.


Poi si voltò verso Hye Jin che si era visibilmente allontanata da loro. Il viso scuro contratto in una smorfia.

    - Non è possibile! Tu sei morto, ti ho visto morire davanti ai miei occhi, non puoi essere qui ora! - strillò fuori di sé.
    - Fa piacere anche a me rivederti Hye Jin! - la schernì il ragazzo.
    - Non può essere vero! Deve esserci un errore! -
    - Si, il tuo! Ci hai sottovalutati, hai pensato di poterci vincere con le tue arti ma non c'è arte che tenga di fronte al forte sentimento che unisce noi tutti. Hai perso, rassegnati. -

Hye Jin sorrise.

    - Io non perdo mai Jjong, dovresti saperlo - disse con voce melliflua.
    - Sai già che hai perso, stai solo fingendo. Non avevi messo in conto che Jorinde mi ama e che io amo lei. L'incantesimo si è spezzato, fine dei giochi. -
    - Non è finita finchè non lo ordino io e io posso farvi fare quello che voglio. -
    - No, non puoi perchè tu non sei mai stata in grado di capirci o magari non lo sei più. Il problema è che tu non sai amare. Ciò che c'è fra me e Jorinde mi ha tratto in salvo, l'affetto dei miei amici mi ha aiutato a resistere a te e alla tua maledizione ma tu non riesci a comprendere perchè non sai cosa voglia dire. Hai perso dall'inizio perchè hai sottovalutato i sentimenti umani non riuscendo a capire quanto profondi possano essere - replicò Jonghyun freddo.
    - No, tu non puoi sfuggirmi. Tu, che hai i suoi occhi, non puoi vincere. Tu mi appartieni, sei mio di diritto - disse con voce mortifera Hye Jin.
    - Non lo sono mai stato - ribattè con pacatezza il biondo fissando con sguardo glaciale la donna.
    - Tu...non...devi...NON GUARDARMI CON I SUOI MALEDETTISSIMI OCCHI - gridò la strega con voce scossa mentre indietreggiava addossandosi alla parete come si sentisse attaccata da una forza invisibile.
    - Non so di chi tu stia parlando ma è evidente che stai delirando. Non puoi combatterci Hye Jin - disse Jonghyun con naturalezza.
    - Stai zitto! - esclamò con forza la strega.
    - E' stata lei a impedirmi di morire adesso. È stata Jorinde a farmi capire che non sei invincibile perchè, semplicemente, io ho quello che tu non potrai più avere - continuò a dire il ragazzo afferrando delicatamente il polso di Jorinde.


Hye Jin aveva smesso di guardarlo in faccia. Aveva la testa abbassata e i lunghi capelli neri ricadevano lisci ai lati. Non disse nulla ma le pareti iniziarono a tremare, il letto presente nella stanza a traballare, i mobili si scuotevano con tanta forza da spostarsi, gli oggetti presenti su di essi iniziarono a cadere con fracasso.

    - Jonghyun...- mormorò la rossa con apprensione.

Il ragazzo le accarezzò il dorso della mano con il dito per cercare di tranquillizzarla.
Han Sul si strinse a Su Kyung e Hyun Soo si avvicinò a Taemin e Valery.


    - Il tuo errore è stato incontrare me...il destino ha scelto per te la via del dolore nel momento in cui ha deciso di fare incrociare le nostre vite - sibilò Hye Jin con una voce capace di far rizzare i capelli in testa a chiunque l'avesse udita.


Sollevò il capo da chinato che era e Han Sul lanciò un urlo non appena vide la trasformazione sul suo volto. Era scavata, gli zigomi in rilievo la facevano somigliare a un cobra, la pelle sembrava tirata al massimo e gli occhi sporgenti si stavano tingendo completamente di nero, un nero intenso che copriva la pupilla e la sclera*. Era come guardare in due enormi buchi neri.


    - Credo che a te sia andata peggio, sai? Devo aver risvegliato spiacevoli ricordi in te... - replicò Jonghyun mantenendo una calma innaturale.


Le porte del balcone iniziarono a sbattere con violenza, così tanto che comparvero delle crepe sui muri.


    - Chiuderai il becco quando ti avrò strappato gli occhi con le mani e il sangue ti sarà arrivato alla gola - ringhiò Hye Jin mentre le lampadine del grande lampadario sopra di loro scoppiavano una dopo l'altra.
    - Come desideri ma sono io quello che vuoi, lascia stare gli altri. -
    - Moriranno Jonghyun e tu li vedrai morire - sussurrò con un sorriso dalle labbra livide Hye Jin.
    - Non hai ucciso me, non ucciderai loro. -


Lo specchio appeso al muro cadde a terra e si frantumò.

    - OSI SFIDARMI?! - urlò Hye Jin sempre con una voce innaturale e profonda come gli abissi.

In quell'istante il pavimento iniziò a tremare e le mattonelle si ricoprirono di acqua mentre dai muri una ripugnante melma scura scendeva velocemente.

    - Vuoi far crollare l'intero hotel? Fai pure ma non sarai niente di meno di una bambina che fa i capricci perchè non sa accettare la sconfitta. L'amore di Jorinde si è propagato come un veleno dentro di te e come un infuso benefico dentro di me. Fare così tanto rumore non farà altro che portarti alla fossa. Arrenditi adesso - disse Jonghyun convinto delle sue parole.
    - Stolto, non ci sarà vita dopo una maledizione come la mia! Morrai infine - gridò la strega.
    - Stai mentendo. Non hai più carte da giocare! -

Alle sue parole la melma che aveva ormai raggiunto il pavimento, creò un vortice al centro della stanza. I ragazzi furono svelti a spostarsi ma non Valery che inciampò e cadde a terra con uno strillo mentre il vortice cercava di trascinarla verso il basso ma Taemin fu rapido e l'afferrò per le braccia.

    - Aspetta, ti tiro fuori di qui! - esclamò tirandola per le braccia.

Hyun Soo invece afferrò una grossa scheggia di vetro da terra e si gettò su Hye Jin colpendola nell'occhio destro nel tentativo di indebolire i suoi poteri visivi.
La strega urlò dal dolore mentre la ragazza veniva sbalzata via contro lo stipite della porta.
Dall'occhio nero di Hye Jin scorreva un inquietante sangue scuro.


    - Jonghyun non puoi sfuggirmi, ovunque tu andrai, io ti troverò e sarai mio. Il tuo destino è segnato - disse la strega.
    - Ti ucciderò a mani nude se oserai toccarlo! - ringhiò Jorinde.
    - Non sarai tu a decidere cosa ne sarà di me. Hai perso, forse per la prima volta in tutta la vita. Il mio cuore appartiene a qualcun altro, è il momento che te ne faccia una ragione - sussurrò Jonghyun.
    - Hye Jin non perde mai. Non vuoi arrenderti a me? Bene, allora perirai per primo. Forse la mia fine è vicina come dici ma tu verrai via con me. Muori Jonghyun e tu piccola stupida ragazzina lo guarderai morire insieme ai tuoi idioti compagni di giochi! - gridò Hye Jin e scattò in avanti velocemente mentre la sua persona sprigionava tutt'intorno forze raccapriccianti. Invisibili sensazioni di malessere, paura, sofferenza inumana, cattiveria.

Jonghyun non ebbe il tempo di pensare a niente perchè successe tutto in un attimo. Hye Jin si arrestò di colpo a qualche centimetro dalla sua faccia e fra di loro, compressa, stava Jorinde. I suoi capelli rossi gli solleticavano il mento. Il biondo aveva sentito Taemin e le ragazze urlare e prima che avesse realizzato ciò che davvero era accaduto, la rossa si era frapposta fra loro. Jonghyun disperato abbracciò la ragazza da dietro e si allontanò di qualche passo, spaventato dal fatto che la rossa avrebbe potuto commettere qualche follia. Tuttavia con sua enorme sorpresa, Jorinde era sana e integra mentre Hye Jin era immobile con il pugnale del padre di Kibum conficcato nel petto, all'altezza del cuore. La rossa aveva solo un taglio sul palmo della mano ma per il resto non aveva riportato altre ferite.
Tutti trattenevano il respiro increduli. Jorinde, non appena aveva visto Hye Jin scagliarsi contro Jonghyun, aveva velocemente sfilato il pugnale dal fodero tagliandosi anche il palmo della mano per la fretta e si era frapposta fra i due colpendo a morte la donna.
La strega abbassò gli occhi sull'elsa che spuntava fuori dal suo petto.

    - Che cosa...che cosa hai fatto? - sussurrò cadendo in ginocchio.

Lei, Hye Jin, una strega brillante, messa al tappeto da una ragazza comune.
Perfino lei era incredula mentre spostava gli occhi da Jorinde a Jonghyun e poi li riabbassava sul petto ferito. Respirava a fatica mentre avvertiva i suoi poteri disperdersi.

    - Te l'avevo detto che se l'avessi toccato ti avrei ucciso - disse la rossa con voce bassa.
    - Questo...questo non è reale. Non è possibile... tu non puoi averlo fatto - bofonchiò Hye Jin confusa.
    - Io non ho fatto proprio niente. Il legame che mi unisce a Jonghyun ha fatto tutto, quello è soltanto un pugnale. Vedi, Jonghyun ha ragione, tu non sai amare ed è per questo che non ti sei accorta che fra me e lui c'era davvero qualcosa di importante, hai preso sottogamba tutta questa storia dei sentimenti. Ti eri fatta un'idea sbagliata di Jonghyun. Non è il tipo di uomo che tu credevi fosse ma è il tipo di uomo che è e che io amo con i suoi pregi e difetti. Si, io amo Jonghyun più della mia vita stessa ed ero pronta a tutto per lui anche dopo averlo visto morire. E poi hai fatto un altro errore: hai pensato che Jonghyun si fosse tolto la vita per vigliaccheria ma è stato l'amore a muoverlo. Vedi, lui non è in grado di uccidere nessuno tanto meno me che ama. Ha preferito uccidere se stesso per liberare me e gli altri dal peso della maledizione. Hai sbagliato tutto Hye Jin, è finita - disse Jorinde guardando la strega senza timore.
    - La maledizione si è spezzata nel momento in cui Jorinde non si è arresa davanti a quello che è successo, nel momento in cui il suo amore è andato oltre tutto e tutti. Hai perso ancora prima che te ne accorgessi - aggiunse Jonghyun.

Hye Jin, in ginocchio, ascoltava quelle parole in modo meccanico e a poco a poco sembrava assottigliarsi e prosciugarsi.
Il suo occhio sinistro tornò lentamente al suo stato originario, il nero lasciò il posto al bianco e alla pupilla con la sua iride mentre l'occhio ferito da Hyun Soo non subì cambiamenti.
Guardava entrambi rintronata, confusa.
Abbassò gli occhi sul pugnale infilzato nel suo cuore e con mano tremante sembrava quasi volesse sfiorarne l'elsa ma poi non lo fece e rialzò gli occhi su Jorinde.


    - Allora eri davvero tu... - sussurrò come in trance.


Jonghyun prese la mano di Jorinde senza dire niente e la strinse forte.
Hye Jin si guardava intorno confusa. Aveva perso. Erano riusciti davvero a spezzare la maledizione, Hye Jin lo avvertiva ora nelle ossa deboli, nel sangue, lo avvertiva in quel cuore raggrinzito che soffriva trafitto dal pugnale.
Riconobbe ciò che pensava di aver dimenticato. Rivide in quelle due mani congiunte ciò che credeva non avrebbe più rivisto.
Era finita, finita per davvero questa volta.
Sarebbe scomparsa per sempre, andata via. Sperava soltanto di rivedere lui, per l'ultima volta.
La strega guardò Jonghyun intensamente e un velo le passò davanti agli occhi mentre alzando una mano nella sua direzione pronunciava per l'ultima volta il suo nome.

    - Phil...- disse e fu come se un impercettibile alito di vento si fosse alzato.

Poi davanti allo sguardo strabiliato dei presenti, Hye Jin chiuse gli occhi e divenne nient'altro che polvere. L'elsa ricadde a terra con un tintinnio, tuttavia senza lama. Il silenzio regnava nella stanza mentre la temibile Hye Jin andava via per sempre.

    - E' morta sul serio... - mormorò Valery attonita.
    - Ce l'avete fatta! Hye Jin è morta! - esclamò Taemin sfoderando un sorriso.

Jorinde si voltò verso Jonghyun per festeggiare con lui ma il ragazzo diede in un urlo e si accasciò sulle ginocchia.

    - JONGHYUN! - gridò Jorinde spaventata - che cos'hai? Stai male? -

In un attimo tutti gli furono attorno preoccupati ma il ragazzo non rispose. Stringeva la mano di Jorinde così tanto da farle male ma nessuno poteva capire cosa stava succedendo in quel momento.
Il suo cuore aveva fatto una capriola. Lo sentiva battere con forza, con vigore dentro la sua cassa toracica. Era stato così improvviso da fare male. Era come ritornare a nascere, come se una mano gli avesse stretto il cuore.
I ragazzi stavano per disperarsi ma poi un avvenimento spettacolare si svolse sotto i loro occhi. I capelli di Jonghyun da argentati che erano cominciarono a scurirsi fino ad assumere un colorito castano scuro mentre la sua pelle recuperava qualche tono e il suo volto rinvigoriva come se una nuova energia si sprigionasse dentro di lui. Jonghyun respirava velocemente, il suo petto si alzava e si abbassava con forza.
Il ragazzo prese poi la mano di Jorinde e la posò all'altezza del cuore.

    - Batte per te. Batte grazie a te, solo per te - disse prima che un nuovo grande sorriso gli si dipingesse sulle labbra.

Jorinde avrebbe voluto gridare e piangere per la gioia ma riuscì soltanto a sorridergli di rimando e a saltargli al collo per stringerlo forte a sé.
Jonghyun fece fatica a staccarla da sé e quando ci riuscì le rubò un bacio senza riuscire a trattenersi.



Quando uscirono fuori dall'hotel, il sole era appena sorto e sotto la luce rosea-dorata dell'alba si accorsero che le rose nere che avevano indicato loro la via per trovare Hye Jin, si erano ora colorate di rosso, rosa, bianco e oro.
Hyun Soo camminava a cuor leggero costeggiando la scia di fiori e si stava chinando per raccoglierne uno quando i suoi occhi individuarono in lontananza un gruppetto di persone familiari. All'inizio non voleva crederci, si alzò in piedi, con le gambe che le tremavano e fissò quei ragazzi che si avvicinavano sempre di più. La gola le divenne secca e gli occhi lucidi quando fra tutti quei volti di amici, riconobbe il suo. Il cuore batteva forte quando ad ogni passo che lui faceva, Hyun Soo ricostruiva la sua figura. L'altezza, i capelli scuri, gli occhi grandi, le labbra piccole, le mani affusolate: tutto coincideva con il ragazzo dei suoi ricordi.
Le labbra tremavano mentre cercava di pronunciare il suo nome. Quelle cinque lettere che non pronunciava da tre anni.
Anche lui faticava a credere che quella bella ragazza dai capelli scuri fosse proprio lei ma quando i loro sguardi s'incrociarono, capirono di essersi ritrovati. In quell'istante si dimenticarono di tutto e tutti. Hyun Soo iniziò a correre nella sua direzione e Minho fece altrettanto. La ragazza in lacrime si gettò fra le braccia del Choi e fu come se non fossero mai stati lontani. Le loro labbra secche e tormentate per l'emozione trovarono ristoro fra i tanti baci che si scambiarono stretti l'uno all'altra.
Jinki, Kibum, Odette e Jae Hyun dopo l'incredulità iniziale, furono ancora più sbalorditi non appena posarono gli occhi su Jonghyun. Fu come incontrare una persona che non si vedeva da tempo. Bastò guardarlo per capire che Hye Jin era morta, che avevano vinto.


    - Jonghyun... - mormorò Jinki esterrefatto.
    - Santo Cielo! - esclamò Odette prima di scoppiare in singhiozzi e abbracciare forte Jonghyun che le accarezzava la schiena cercando di tranquillizzarla.
    - Il palazzo di Chul Moo? - chiese ai ragazzi da sopra la spalla della cameriera.
    - Nessun morto o ferito per fortuna. L'incendio è stato domato e a un certo punto le fiamme si sono spente da sole, infatti non riuscivamo a capire perchè ma ora credo di saperlo - rispose Jinki.
    - Beh si, Hye Jin è morta quindi credo che nel momento stesso in cui è deceduta, i suoi incantesimi sono svaniti - replicò Jonghyun.
    - E' davvero morta?! - esclamò Kibum incredulo - Adesso vogliamo sapere tutto! -
    - Davanti a una tazza di tè, ci diremo tutto quello che dobbiamo! - ribattè Jonghyun gioviale.


Mentre s'incamminavano verso la villa sventrata, la Rosa Blu non gli era apparsa mai più bella di così.




**


Se gli altri avevano il cuore più leggero, a Jinki sembrava di avere un mattone. Aveva chiamato in clinica per informarsi se c'erano state anomalie nel comportamento di Jiwon e a una risposta negativa, aveva iniziato a incupirsi così si era recato in quel luogo che amava e odiava allo stesso tempo. L'infermiera gli fece strada verso la stanza di Jiwon anche se avrebbe potuto andarci da solo per quante volte era stato lì.
La donna si affacciò nella stanza dalla porta aperta e bussando delicatamente disse: - Jiwon-ah, guarda chi è venuto a trovarti. -
La ragazza stava curando delle piccole piante in vasi di terracotta e quando si sentì chiamare si voltò.

    - C'è Jinki! - esclamò l'infermiera entusiasta invitando il ragazzo ad entrare e allontanandosi poi velocemente.

Bea guardava Jinki incuriosita e davanti a quello sguardo un po' smarrito, il bruno desiderò sprofondare.
Perchè con Jiwon non aveva funzionato?

    - Ciao - sussurrò con malinconia.

Jiwon sorrise debolmente.

    - Vieni spesso qui? Sei un amico? - chiese congiungendo le mani in grembo.
    - Diciamo di si. Passiamo del tempo insieme - rispose Jinki che l'unica cosa che avrebbe voluto fare era piangere.
    - Davvero? E cosa facciamo? -
    - Beh, la maggior parte delle volte mi racconti delle storie che scrivi tu su uno dei tuoi diari. -
    - E ti piacciono? -
    - Si, sono tutte molto belle. -
    - Raccontami la tua preferita! - esclamò Jiwon emozionata mentre tornava a curarsi delle piante.

Jinki rimase per un attimo interdetto e combattendo contro il groppo in gola che cresceva sempre di più, acconsentì.

    - C'è questa storia che parla di una ragazza, una bella ragazza. Una principessa. Ti somiglia un po' sai...anzi, ti somiglia un sacco. Ha i capelli lucenti come i tuoi e gli occhi vivaci, occhi che hanno sempre voglia di vedere posti nuovi - cominciò a raccontare Jinki senza smettere di guardarla un secondo.
    - Come si chiama la principessa? - chiese ancora Jiwon senza alzare la testa dalle piante.
    - Bea, si chiama Bea - rispose lui - la principessa Bea abitava in un sontuoso palazzo ma nel suo mondo era sempre notte, non era mai possibile scorgere il sole o il cielo azzurro. La principessa ne aveva sentito parlare e voleva tanto vedere la luce del sole. Voleva partire e lasciare che i suoi occhi vedessero quella parte di mondo ma la principessa Bea non poteva perchè era prigioniera nel castello. -
    - E poi? -
    - Poi un giorno passò di lì un pittore, un giovane pittore. La principessa lo scorse dal suo balcone e gli chiese chi fosse. Quando apprese chi egli fosse, gli chiese se avesse mai visto il sole. Il giovane rispose di si e allora la principessa Bea gli chiese di dipingere per lei il sole e il pittore lo fece. -
    - Come si chiamava il pittore? - chiese Jiwon interrompendolo.
    - Jinki - fu la risposta.
    - E com'era Jinki? - chiese ancora lei - descrivilo! Non riesco a immaginarmelo! -
    - Beh, la principessa Bea lo descrive molto bene. -
    - E come? Descrive i suoi occhi? -
    - Si, dice che i suoi occhi sono piccoli e sottili - rispose Jinki ricordandosi di quante volte aveva letto quella storia scritta da Jiwon.
    - E le sue labbra? -
    - Dice che le sue labbra sono carnose e che formano il sorriso più bello del creato. -
    - E dice qualcosa sulla sua voce? -

Jinki guardò Jiwon perplesso da tutte quelle dettagliate domande, tuttavia rispose: - Si, dice che la sua voce è come una tazza di cioccolato caldo d'inverno. -
Il ragazzo si aspettava un'altra domanda ma invece Jiwon tacque e smise anche di armeggiare vicino alle piante. Lo guardò per un attimo tanto che Jinki pensò non si sentisse molto bene.

    - E lei dice anche che Jinki ha dei bellissimi capelli folti in cui le piace affondare le mani e io non la biasimo anche se adesso ce li hai così corti - sussurrò mentre la sua voce s'incrinava verso la fine.

Jinki credette di non aver sentito bene o di essere in un sogno ma poi Jiwon disse: - Non so cos'ho fatto di buono per riaverti indietro ma ti giuro che non permetterò mai più a nessuno di allontanarmi da te! -
Il castano scattò in piedi.

    - Jiwon! Sei davvero tu? La mia Jiwon! - esclamò mentre una patina lucida annebbiava la sua vista.
    - Quando stamattina mi sono svegliata ho chiesto all'infermiera di te e lei ne era molto meravigliata, voleva correre a chiamarti ma io le ho chiesto di non farlo! Scusami se ti ho fatto preoccupare ma volevo che fossi tu il primo a vedermi, volevo che fossi tu il primo ad accorgertene! Ho creduto di morire per la gioia sapendo dall'infermiera che tu avevi chiamato e ho pregato perchè ti recassi qui oggi! Poi ho letto tutte quelle storie che ho scritto e parlano di te, c'eri solo tu nella mia testa!- esclamò la ragazza fra i singhiozzi.

Contrariamente a quanto era successo a Hyun Soo che non ricordava di essere stata addormentata, Jiwon aveva avuto la percezione che qualcosa era andata storta al suo risveglio quella mattina, che Hye Jin le aveva fatto del male ed era quello il motivo per cui si trovava in quel luogo ma a Jinki in quel momento non importava. Afferrò Jiwon e la baciò con così tanto trasporto da strapparle il fiato bevendo alcune delle sue lacrime.


    - Ti amo... - mormorò Jinki.
    - Ti amo anch'io... - mormorò Jiwon.




**



Jonghyun fu ben lieto di rivedere Jiwon e Hyun Soo e soprattutto di rivedere Jinki e Minho felici. Ebbe l'idea di organizzare una piccola festa per celebrare l'inizio di una nuova vita a uno degli hotel di Jonghyun, in cui lui, Jorinde, Odette e Jae Hyun alloggiavano mentre la villa veniva ricostruita. Se è vero che iniziare una nuova vita comporta felicità e benessere, è anche vero che comporta mutamenti. Fu quella sera stessa che Kibum e Taemin comunicarono a tutti la loro partenza. Non potevano più aspettare, era il momento di andare via. Forse un lungo viaggio avrebbe potuto sanare i cuori spezzati.


    - Per dove? - chiese Odette stupita.
    - Non abbiamo una meta precisa ma pensiamo che cambiare aria non potrà farci che bene - rispose Kibum.


Jorinde non spiccicò parola per il resto della sera, trascorse tutta la notte a pensare e solo il mattino della partenza dei due amici le si sciolse la lingua.
Con occhi tristi osservava Kibum caricare le valigie in macchina.

    - Kibum, posso parlarti? - chiese quando gli fu abbastanza vicino.
    - Tutto d'un tratto mi chiedi il permesso? Di solito non stai mai zitta! - replicò lui divertito.
    - Senti, so che per te dev'essere stato davvero difficile e so che il motivo per cui hai deciso di partire riguarda anche me e Jonghyun. Appunto per questo, io volevo dirti che mi dispiace per quello che è successo e che ti ringrazio davvero tantissimo per avermi aiutata e protetta nonostante tu eri a conoscenza di tutto fin dall'inizio e - ma il suo lungo discorso fu interrotto da un inaspettato bacio a stampo da parte di Kibum che afferratole il mento con due dita, le aveva lasciato un piccolo bacio sulle labbra.

Jorinde lo guardò stupita, sbattendo le lunghe ciglia confusa.

    - Chiudi il becco Didi! Non voglio sentire un'altra parola. Non hai niente per cui scusarti e niente per cui ringraziarmi. Va bene cosi - disse e l'abbracciò brevemente.

Taemin, che aveva assistito alla scena da una certa distanza, si avvicinò solo quando Kibum la sciolse dall'abbraccio e andò a salutare gli altri.

    - Beh Didi, ci vediamo presto allora. Mi raccomando, aiuta Jinki con la libreria, credo sarà a corto di due dipendenti per un po' e se Jonghyun ti fa arrabbiare picchialo con tutte le tue forze e se non basta, chiamaci che veniamo a picchiarlo noi! - disse con un sorriso sornione.

Jorinde rise di cuore alle sue parole. Sapeva quanto era costata quella storia a Taemin, quasi quanto era costata a Kibum e da una parte la rossa era felice che i due avevano deciso di partire per un lungo viaggio, ne avevano davvero bisogno.

    - Magari chiama me, noi tre saremo nello stesso luogo ma almeno il cellulare di una donna è più affidabile di quello di un uomo! - esclamò ad un tratto Yoora che si era avvicinata di soppiatto.

Jorinde la guardò a bocca aperta.

    - Parti anche tu? - chiese mettendo subito dopo il broncio.
    - Si, ci pensavo da quando ieri sera mi hai detto che Taemin e Kibum sarebbero partiti e niente, ho deciso di fare questa follia! Sono confinata da così tanto tempo al palazzo di Chul Moo che sento il bisogno di vedere il mondo e sgranchirmi un po' le gambe! - rispose con sincerità.
    - Mi mancherai un sacco ma in fondo ti capisco. Sono arrivata in questo posto con il tuo stesso pensiero - mormorò Jorinde di rimando.
    - I viaggi possono cambiare un sacco di cose, chissà. Spero almeno che io non venga coinvolta in nessuna maledizione! - sghignazzò Yoora.

Le due amiche risero e poi si abbracciarono.
Si diedero l'abbraccio più lungo di sempre prima che l'amica salisse in macchina con gli altri due.

    - Scriveteci! - gridò la rossa salutando con la mano l'auto che partiva.
    - Lo faremo! - strillò Yoora di rimando affacciandosi al finestrino.

Jorinde rimase ferma, immobile sul ciglio della strada insieme a Odette, Jae Hyun, Jinki, Jiwon, Minho, Hyun Soo e si sentì a casa.
Si sentiva finalmente felice, sentiva che le cose da quel momento in poi sarebbero state diverse e mentre avvertiva le braccia di Jonghyun cingerla da dietro capì che in fondo andava bene così.







      * Angolo di Natsumi213 *


Salve a tutti e buon anno nuovo! ^^
Bene, a quanto pare questa piccola storia è effettivamente giunta a termine. Di fatto ho intenzione di pubblicare un ultimo capitolo che più che un capitolo vero e proprio sarà una sorta di “epilogo” se vogliamo definirlo così.
Tutto è bene quel che finisce bene, si dice, e con questa storia ho cercato di fare proprio questo. Minho, Jinki, Hyun Soo e Bea si sono finalmente ritrovati. Jonghyun e Jorinde sono pronti a vivere la loro storia d'amore. Kibum, Taemin e Yoora decidono di andare via e di allontanarsi dalla Rosa Blu per un po' per sanare la mente e lo spirito. ^^
Ora, ci sono tante cose che vorrei dire su questa storia, di cui vorrei parlare, anzi scrivere ma mi trattengo fino al prossimo e davvero ultimissimo mini-capitolo, pertanto mi limiterò come sempre a ringraziare tutti voi. ^^
Grazie a bummie_claaa96, lagartischa e annaminho4429 per aver recensito lo scorso capitolo, grazie a Blakneco per aver recensito il capitolo 33! Grazie di cuore! <3 <3 <3
Grazie a tutti coloro che hanno inserito la storia fra le seguite, le preferite e le ricordate! Grazie a chi ha anche soltanto letto! Grazie mille! <3
Un grazie specialissimissimo (?) a Ninechka che è il mio supporto da sempre! <3 thank you! <3
P.s. La *sclera nonostante il nome strano, non è niente di meno che la parte bianca dell'occhio per chi si stesse chiedendo, come me fino a qualche ora fa, che diavolo fosse! XD
A presto allora, con il piccolo epilogo e con i miei ringraziamenti finali! ^^
Kisses! :*

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > SHINee / Vai alla pagina dell'autore: Wendy_BluHand