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Autore: Lady Samhain    03/01/2017    1 recensioni
Il seguito della storia che tutti vorremmo vedere: la vita di Credence insieme a Newt Scamander e Tina Goldstein alla scoperta del mondo magico, il mondo a cui realmente appartiene.
Genere: Fluff, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Credence Barebone, Newt Scamander, Porpentina 'Tina' Goldstein
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La strada di casa'
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I wanna know, can you show me
I wanna know about these
strangers like me
Tell me more, please show me
Something's familiar about these strangers like me


(Strangers Like Me – Phil Collins Tarzan OST)


La prima volta che Credence entrò nella casa che avrebbe condiviso con Newt e Tina fu uno dei momenti più felici della sua vita.

Era una villetta a due piani, con le stanze da letto al piano di sopra ed una cucina, un soggiorno ed un salottino al piano di sotto.

L'arredamento era in gran parte di legno e dava alla casa un'aria di calore e di accoglienza.

Tutte le cose di Credence erano in una valigia, che lui portò al piano di sopra nella sua nuova stanza.

Ogni cosa gli sembrava meravigliosa.

Il suo nuovo armadio, il suo nuovo letto, il caminetto giù in cucina, i muri in pietra grigia del focolare, i davanzali in granito.

Sì: quella era veramente casa.

Era casa di Newt quando non era in giro per il mondo alla ricerca di animali magici, e da quel momento sarebbe stata per molto tempo casa di Credence e Tina.

La strega aveva chiesto in tutti i modi possibili di essere trasferita a lavorare come Auror in Gran Bretagna.

Prima era arrivata una possibilità di "collaborazione internazionale" per quattro mesi, poi il trasferimento definitivo.

Viaggiare ogni giorno dal Surrey a Londra, al Ministero della Magia, non era un problema per lei da quando era stata brevettata la metropolvere.

***

Credence aveva iniziato a studiare.

Si sentiva ancora molto a disagio nei contatti con altre persone, per cui aveva preferito i corsi di recupero per corrispondenza piuttosto che iscriversi a scuola.

E comunque, cosiderato che la sua istruzione magica sarebbe dovuta partire da zero, sarebbe stato imbarazzante se si fosse dovuto sedere tra i banchi di scuola con degli undicenni.

Preferiva coltivare amicizie più sporadiche con ragazzi della sua età del quartiere. Era una cosa insolita che stesse ancora studiando alla sua età, ma nessuno sembrava farci troppo caso, anzi a volte lo aiutavano con alcuni incantesimi.

Credence imparava in fretta e questo lo aiutava parecchio, perchè nessuno poteva permettersi di prenderlo in giro se riusciva a padroneggiare incantesimi nuovi dopo solo pochi tentativi.

La magia era qualcosa di meravigliosamente naturale.

Più il tempo passava più lui la sentiva dentro di sé come un flusso di energia. Non era più una massa amorfa e pericolosa che sbatteva a casaccio. Era parte di lui, una parte meravigliosa.

A volte si divertiva a dare forma all'acqua o alla neve d'inverno, a spazzare le foglie cadute oppure a creare scie di luce, e lo faceva per il solo gusto di farlo.

Newt e Tina glielo ripetevano spesso: lui aveva un talento straordinario. Era la magia eccezionale che aveva dentro che aveva creato un obscurus straordinariamente potente ma che lo aveva anche salvato.

Tina lo chiamava "il nostro miracolo" ed in quel "nostro" Credence percepiva una sfumatura di tenerezza che gli faceva provare un calore indefinibile.

Lo faceva sentire amato, voluto, protetto. Parte di una vera famiglia.

E poi, oltre a studiare per la scuola, aveva iniziato a studiare le creature magiche con Newt.

Le prime volte che Credence era sceso nella valigia era tanto intimorito che stava attaccato alle costole di Newt. Aveva ricordi confusi di tutto ciò che il magizoologo gli aveva detto mentre lui era allo stato di obscurus, ma vederlo di persona era tutta un'altra cosa!

Newt lo aveva fatto cominciare con cose semplici come dare da mangiare agli animali più piccoli, ma man mano che Cedence prendeva confidenza lo aveva portato ad avvicinarsi a creature sempre più grandi e complesse.

Credence era davvero affascinato dalle creature volanti, non era un sentimento indotto, come aveva creduto Newt.

Era capace di stare per ore a fissare i piccoli di occamy che imparavano a volare, oppure le creaure opalescenti che fluttuavano nelle loro bolle d'acqua.

Questo amore si manifestava anche nel rapporto del ragazzo con il suo gufo.

Il cesto che faceva da nido era stato sistemato fin dal primo giorno in camera di Credence, perchè oggettivamente lui era quello che passava più tempo in casa e che poteva badare meglio ai pulcini.

Su consiglio di Newt aveva aspettato a trovare un nome al suo, e poi ne aveva scelto uno da un testo di storia della magia.

Lo aveva chiamato Aidan perchè voleva dire fiamma, ed il pulcino cominciava a manifestare un piumaggio da adulto che tendeva al rosso ramato.

Credence lo nutriva ogni volta che pigolava, anche se spesso accadeva nel bel mezzo della notte.

Faceva scivolare minuscole quantità di carne tritata nel beccuccio aperto e poi tornava a dormire.

I pulcini stavano ancora insieme nel loro "nido", per cui spesso Credence si prendeva cura anche di Eglantine al posto di Tina.

Quando furono più cresciuti e non ebbero più bisogno di mangiare ogni poche ore, i due uccellini furono spostati nel salotto di casa, in un angolo vicino al caminetto su cui Newt aveva collocato apposta una trave ed il cesto.

Le prime prove di volo furono disastrose: i pulcini avevano l'istinto di volare, avevano il piumaggio adatto, ma la loro esperienza era tutta da costruire.

Finì che Newt e Credence dovettero mettere una pila di cuscini sotto il nido per evitare che i tentativi dei due temerari finissero molto male.

Ovviamente, dopo essere caduti dal nido, cominciavano a pigolare disperati e si rannicchivano a formare una palla di piume, finchè qualcuno, di solito Credence, non li raccoglieva, li consolava e li rimetteva al loro posto.

Al ragazzo non dispiaceva quel compito, anzi era intenerito da come i due si fidavano di lui.

Ogni volta che entrava nella stanza, se erano svegli, lo salutavano con versi entusiasti e agitandosi, finchè lui non lasciava tutto e si metteva a giocare un pò con loro.

Decisamente quella nuova vita gli piaceva.

A volte aveva paura che fosse solo un sogno da cui prima o poi si sarebbe svegliato, ma poi Tina lo abbracciava, Newt gli sorrideva orgoglioso per come aveva gestito qualcosa di difficile, ed allora tornava tutto perfetto.

***

I momenti che Credence preferiva erano le sere d'inverno.

Quando Tina era libera dall'ufficio e poteva cucinare qualcosa di speciale, e quando Newt era a casa tra un viaggio e l'altro, allora erano tutti e tre insieme e si creava un'armonia magica.

Il salotto era rischiarato dalla luce del camino mentre fuori c'era il silenzio ovattato di una nevicata, e Credence si sentiva perfettamente al sicuro da tutto.

Gli bastavano una fetta di dolce preparata da Tina, la storia di qualche avventura narrata da Newt davavanti al fuoco con le immagini che prendevano vita tra le fiamme e Credence si sentiva perfettamnte felice, così commosso che a volte doveva nascondere in fretta il fatto che aveva gli occhi lucidi.

Gli veniva spontaneo pensare a loro tre come ad una famiglia.

Sapeva bene che Newt e Tina non erano solo coinquilini, e la cosa in un certo senso lo rassicurava.

Una sera li vide seduti vicino al caminetto che parlavano con le teste vicine, e allora preferì andare in camera sua e lasciarli un pò da soli.

Non si sentiva escluso. Era felice per loro.

***

Qualche tempo dopo Newt gli chiese di scendere ad aiutarlo con alcune creature, cosa che si rivelò ben presto essere una scusa.

-Credence, avrei bisogno del tuo aiuto-

-Va bene. Per cosa?-

-Io... ecco, io... io voglio chiedere a Tina di sposarmi-

Credence se lo aspettava. Erano settimane che aspettava che succedesse.

-Ma è meraviglioso! Ed io che devo fare?-

-Devi dirmi se secondo te lei accetterebbe. Cioè, io lo so che non sono il partito ideale, che sono spesso lontano da casa e che mi nascondo in una valigia piuttosto che affrontare il mondo reale, però la amo. Come faccio?-

Credence era intenerito da quella dimostrazione di fragilità. Era bello vedere che non era solo lui a non essere perfetto, ed era un sollievo scoprire di poter essere amati nonostate le imperfezioni, anzi imperfezioni comprese.

-Potresti provare con una danza di corteggiamento ed un pò di muschio-

Tentò di sdrammatizzare.

Scoppiarono a ridere entrambi all'idea di corteggiare Tina come se fosse una femmina di Erumpent.

-No, seriamente, Newt. Io ti suggerisco di uscire dalla valigia e di dire a lei queste cose. Comunque non preoccuparti: ho il sospetto che lei aspetti solo la tua proposta-

Difatti qualche giorno dopo Newt e Tina erano usciti per una passeggiata ed erano tornati lei con un anello di fidanzamento alla mano sinistra e lui con il più meraviglioso, lunatico sorriso che avesse mai avuto.




  
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