Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Lady Five    04/01/2017    5 recensioni
Dopo la fine della brutta faccenda di Noo, l'equipaggio dell'Arcadia, finalmente riunito, riprende la solita vita vagabonda nello spazio. Con qualche piccolo cambiamento.
Ma la “routine”, per quanto piratesca, non si addice proprio ad Harlock e alla sua ciurma. Così, un po' per caso, un po' per scelta, si lasciano trascinare in una nuova avventura, sulle tracce di un antichissimo mistero e di un'oscura profezia. Con esiti assolutamente imprevedibili.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Harlock aveva mentito. L'incontro non era fissato per il giorno dopo, ma soltanto per quattro ore dopo, il che significava che le Mazoniane non erano molto lontane. Stava andando di nascosto, anche se non era nel suo stile, perché non voleva doversi scontrare con Kei, Clarice e chissà chi altri, che avrebbero insistito per accompagnarlo o, peggio, avrebbero cercato di impedirgli di recarsi all'appuntamento.
Aveva avvertito soltanto Yattaran, che stava facendo il primo turno di guardia.
“Se tra poco vedi sul radar un veicolo che si avvicina ad Ades, non ti allarmare: è sicuramente la persona che devo incontrare. Tieni gli occhi aperti e, se fra tre ore non sono di ritorno o non hai mie notizie, venitemi a cercare su Ades. Ma se le Mazoniane attaccano e vedete che non riuscite a contrastarle, disimpegnatevi e andatevene subito, senza preoccuparvi per me. È un ordine.”
Il primo ufficiale si era limitato ad annuire e a lanciargli un'occhiata di disapprovazione. Tanto sapeva che qualsiasi cosa avesse detto o fatto sarebbe stata fatica sprecata. Aveva valutato anche l'idea di seguirlo a distanza, ma era praticamente impossibile che il capitano non se ne accorgesse.
Aveva però notato, con sollievo, che Harlock era armato.
“Sii prudente, capitano” aveva detto semplicemente.

Harlock atterrò con la navetta all'imbocco della grotta, come prima. Ma questa volta buona parte dello spiazzo antistante era occupato da una piccola astronave, una specie di capsula tondeggiante. Non aveva mai visto un mezzo del genere nella flotta mazoniana.
Sono già arrivate, pensò.
In quel momento su un fianco dello strano veicolo si aprì uno sportello, da cui fu calata una specie di passerella mobile. Il capitano vi salì, con i sensi all'erta.
Si trovò in un ampio ambiente, una via di mezzo tra la sala comandi di un'astronave e un salotto. Dalle vetrate si poteva osservare lo squallido paesaggio di Ades. Apparentemente non c'era nessuno, ma l'uomo sapeva che non poteva essere così e continuava a guardarsi intorno, pronto a prevenire qualsiasi mossa avversaria.
“Vieni avanti, Harlock. Ti stavo aspettando.”
Quella voce inconfondibile l'avrebbe riconosciuta tra mille.
Era lei. Era venuta lei in persona!
Una poltrona girevole ruotò verso di lui. Raflesia indossava un'attillata tuta color argento ed era senza casco. Contrariamente al suo solito, a quanto almeno ricordava, aveva i capelli raccolti. Il tempo non aveva minimamente scalfito la sua algida bellezza. Che le Mazoniane avessero davvero scoperto il segreto dell'eterna giovinezza?
Raflesia lo stava fissando con un'espressione indecifrabile. Possibile che fosse venuta da sola? Eppure non sembrava esservi traccia di altre persone a bordo.
“Puoi toglierti il casco, Harlock. Così possiamo parlare meglio” lo invitò.
Il capitano esitò un attimo, poi fece come diceva lei, sempre senza perderla di vista. Osservò che non era (o pareva) armata. E non sembrava disturbata dal fatto che lui invece lo fosse. Appariva rilassata. Troppo rilassata.
“Accomodiamoci qui” proseguì la regina. Si alzò e andò a sedersi su una poltrona con un alto schienale e dei braccioli, sicuramente più comoda della precedente, e indicò ad Harlock una poltrona simile di fronte a lei. Tra loro, solo un basso tavolino.
Harlock non era per nulla suo agio, ma non aveva motivi per rifiutare.
“Posso offrirti qualcosa da bere?” chiese, premendo un pulsante, che aprì un armadietto.
Le dita affusolate di Raflesia si strinsero intorno al collo di una bottiglia piena di un liquido violaceo.
“Ti ringrazio, ma preferisco non bere quando sono in servizio.”
La regina di Mazone scoppiò in una risata. Probabilmente si era accorta che Harlock era sulla difensiva e si stava divertendo un mondo.
Prese la bottiglia e ne versò il contenuto in un calice, che si portò alle labbra.
“Capisco. Come vuoi...”
“Dunque sapevi già da tempo che il codice Voynich ce l'avevamo noi?” chiese Harlock senza tanti preamboli.
“Da non molto, per la verità. Sapevamo che ce l'aveva la dottoressa Jones e siamo riusciti a seguire le sue tracce fino a Tortuga. Lì il mio androide non ha potuto agire, probabilmente perché eravate arrivati voi, e quindi è dovuto salire sull'Arcadia. Ha fatto in tempo a comunicarcelo, dopodiché abbiamo perso i contatti... Ti puoi immaginare la mia sorpresa nell'apprendere che la Jones era tua ospite! Dopo tutti questi anni, il destino metteva ancora sul mio cammino il pirata dello spazio!”
Quell'ultima affermazione suonò piuttosto sinistra, ma Harlock non si scompose.
“Più o meno è quello che ho pensato io, quando ho sentito il tuo messaggio olografico!”
“Già, le cose sono andate così e non possiamo farci niente. Ma ora parliamo d'affari: hai portato con te il codice?”
“Certo che no! Davvero credevi che te l'avrei consegnato così, senza nessuna spiegazione da parte tua?”
Raflesia ebbe un moto di stizza.
“Che cosa vuoi, Harlock? Soldi? Sappi che non ho intenzione di trattare con te. I motivi per cui voglio quel manoscritto li ho già spiegati nel mio messaggio!”
“No, tu non hai spiegato un bel niente, in quel messaggio! Facevi solo riferimento a misteriose minacce, senza ulteriori delucidazioni...”
“Temo che dovrai fartelo bastare. Credimi, meno cose conosci, meglio è. Non mi interessa nemmeno sapere perché ora hai tu quel codice...”
“Il codice non è mio. È sempre stato della dottoressa Jones, che l'ha trovato tra le rovine di un antico castello sulla Terra.”
“Beh, di qualunque natura siano i tuoi rapporti con la Jones, dovrai convincerla a restituircelo. Credi che il mio sia un capriccio? Non costringermi a usare la forza, Harlock. Sappi che non ho cattive intenzioni verso di te, malgrado tutto. Sono passati molti anni, la guerra appartiene al passato e la vendetta non mi interessa. Ho ben altre priorità. Tra cui salvaguardare il mio popolo. E per farlo devo rientrare in possesso di quel volume. Se collabori, sarà tutto più semplice. Le nostre strade si divideranno adesso per non rincontrarsi, spero, mai più. Altrimenti non esiterò a ricorrere a qualsiasi mezzo.”
Harlock era stupito. Raflesia sembrava sincera, quando diceva che non aveva intenzione di vendicarsi. Ma con lei non si poteva mai sapere...
“Siete state voi a uccidere il professor Daiba?” chiese a bruciapelo.
“No. Perché avremmo dovuto?”
“Era l'unico in grado di collegare voi e il codice... Stranamente è stato assassinato poco prima di venire a conoscenza della scoperta della Jones... Una curiosa coincidenza, no?”
Raflesia fece spallucce.
“E se anche l'avesse fatto? Non sarebbe cambiato niente per noi, visto che la Terra non ci interessa più da un pezzo.”
“Ma siete state voi a minacciare la dottoressa Jones!”
“Le abbiamo mandato un messaggio ingiungendole di consegnarci il codice, sì, dopo che avevamo perquisito casa sua... Ma lei non si è spaventata abbastanza... Comunque, non le avremmo mai fatto del male...”
“Sì, certo, come no! Pensi che me la beva?”
“Non siamo state noi a uccidere Daiba, ti ripeto. È molto più probabile che siano stati gli altri. E questo dovrebbe metterti in allarme...”
Harlock la interruppe, spazientito.
“Basta fare la misteriosa, Raflesia, con la scusa di proteggerci! Sappiamo badare a noi stessi. Chi sarebbero questi altri? E perché vogliono il codice?”
La regina si alzò di scatto.
“Guarda che non hai il diritto di sapere tutto! Se ti dico...”
Anche Harlock si alzò, fronteggiandola. Non erano più stati così vicini, dai tempi del loro duello.
“Sì, invece, se c'è di mezzo la pelle mia e del mio equipaggio! Chi mi garantisce che, una volta che ti avrò consegnato il volume, questi non cercheranno di ammazzarci lo stesso? Sempre che prima non lo faccia tu, beninteso...”
Raflesia sbuffò spazientita.
“Sei sempre stato dannatamente testardo, Harlock, e vedo che non sei cambiato affatto... Cerchiamo di recuperare la calma. Avanti, che cosa vuoi per darmi il codice?”
Aveva detto che non avrebbe trattato... è troppo arrendevole... o sta architettando qualcosa o quel codice è davvero troppo importante per lei... ma perché?
Harlock si risedette. Si ricordò della richiesta di Clarice.
“Voglio sapere tutto. Clar... cioè, la professoressa Jones è una studiosa molto interessata ai misteri del Voynich, su cui gli esperti terrestri hanno indagato per secoli senza venire a capo di nulla. Per lei sarebbe un bel colpo scoprirli tutti in una volta sola... gioverebbe molto alla sua carriera, capisci?”
Non era quello il vero motivo, ma riteneva fosse l'unico che Raflesia avrebbe capito.
La regina di Mazone socchiuse gli occhi, fissandolo con curiosità.
“Quali sono i tuoi legami con quella donna, Harlock? Perché ti dai tanto da fare per lei?”
Lui rispose in modo evasivo. Non voleva dare troppe armi in mano a una persona di cui continuava a non fidarsi fino in fondo.
“È una vecchia amica. Mi ha... aiutato quando ero molto giovane e sono in debito con lei.”
Raflesia scosse la testa con un sorriso ironico e bevve l'ultimo sorso dal suo bicchiere.
“Voi terrestri siete degli inguaribili sentimentali. È questo che vi metterà sempre nei guai.”
“Non tergiversare, Raflesia. I tuoi giudizi sui terrestri li conosco già e non mi interessano affatto. Questa è la mia condizione.”
“E tu? Tu che cosa vuoi, Harlock?”
“Io voglio sapere chi sono e che cosa vogliono questi fantomatici personaggi di cui continui a vaneggiare... Magari potremmo, per questa volta... allearci, combattere dalla stessa parte...”
La donna proruppe in una risata sarcastica.
“Tu e io... alleati? Il grande Mazone e un pugno di pirati cenciosi dovrebbero combattere insieme? Sei proprio pazzo, Harlock! Non abbiamo nessun bisogno di voi!”
Il capitano sapeva che per prudenza avrebbe dovuto tacere... fino a quel momento Raflesia non si era mostrata apertamente ostile e non era il caso di provocarla... ma di fronte a quell'offesa non seppe trattenersi.
“Ti ricordo, regina, che quel pugno di pirati cenciosi ha cacciato il grande Mazone dalla Terra... nel caso te ne fossi dimenticata...”
Gli occhi di Raflesia mandarono un lampo di puro odio e il capitano istintivamente portò una mano al fianco, sfiorando la pistola. Ma si mantenne freddo.
“... comunque, se non vuoi il nostro appoggio, per me non c'è problema. Ma esigo di sapere che cosa ci minaccia. Anche noi abbiamo il diritto di difenderci.”
“E se rifiutassi? In fondo, potrei farti benissimo catturare dai miei soldati e ricattare il tuo equipaggio: la tua vita per il codice. Lo sai che ne sarei capace... e non credo proprio che i tuoi uomini ritengano una vecchia pergamena più importante di te!”
“Sì, ma vedi, purtroppo solo io so dove si trova. Dopo che era stato rubata, ho dovuto metterla in un posto sicuro...”
“Oh, ma che peccato! Così sarò costretta a farti parlare... con i miei metodi, naturalmente...”
Harlock decise di cambiare strategia... in effetti come bluff non era granché... e non aveva dubbi che Raflesia e le sue accolite avrebbero tratto estremo piacere nel torturarlo per bene. No, bisognava puntare su qualcos'altro... il suo fascino malandrino, per esempio... Raflesia era pur sempre una femmina, possibile che solo su di lei non avesse alcun effetto?
Le sorrise sornione.
“Raflesia, ma perché devi sempre essere così violenta? In fondo che cosa ti sto chiedendo? Solo di condividere delle informazioni...”
Lei si alzò di nuovo di scatto, furiosa.
“Ma davvero credi, Harlock, che, dopo aver custodito i nostri segreti per secoli, io venga a spiattellarli a te e alla prima venuta? Per la carriera accademica della tua amica? Sei decisamente fuori strada! Non se ne parla! Questo incontro finisce qui. Mi costringi ad agire in un modo che avrei tanto preferito evitare... ma non mi lasci scelta... Mi basta distruggere l'Arcadia, e con essa il codice! Noi abbiamo le altre copie, e ci importa solo che non cadano nelle mani sbagliate!”
Harlock avrebbe tanto voluto ribadire che contro l'Arcadia avrebbe perso anche questa volta, ma per il momento tenne per sé quella constatazione.
“Non puoi sapere se il codice sia davvero sull'Arcadia... potrei averlo nascosto altrove...”
Lo sguardo di Raflesia lasciò trapelare una lieve incertezza. Fu un attimo, ma Harlock lo colse.
“Ce l'hai una scelta, invece... - continuò - Non conviene a nessuno ingaggiare una nuova guerra, con tutto quello che comporta in termini di perdite di vite, per una vecchia pergamena, come la chiami tu. In realtà, non ti ho proprio detto la verità, prima, a proposito di Clarice...”
“Ah, mi sembrava! Vuota il sacco una volta per tutte, Harlock, il mio tempo è piuttosto prezioso!”
“La dottoressa Jones sa che, senza la possibilità di esaminare il reperto originale, le sue relazioni non valgono nulla davanti ad altri studiosi. Nonostante ciò, è disposta a consegnarvelo. A lei non importa nulla della sua carriera, vuole solo sapere la verità...”
Raflesia era chiaramente perplessa.
“Perché, Harlock?”
“Per semplice sete di conoscenza, Raflesia. La dannazione dell'umanità fin dalla sua comparsa sulla Terra... e anche ciò che più la avvicina al divino. Almeno questo riesci a capirlo?”
La donna sembrò colpita.
“No... non molto. Come faccio a fidarmi?”
“Se tu la conoscessi, non avresti dubbi sulla sua onestà. Sulla mia - aggiunse ironico - non dovresti averne più da tempo...”
Raflesia gli volse le spalle per alcuni minuti. Sembrava osservare l'aspro paesaggio del pianeta, ma probabilmente stava riflettendo.
Harlock era nervoso. Sapeva che tutta quella storia era un azzardo. In pratica, aveva proposto a Raflesia di incontrare Clarice. Lui aveva capito che la sua amica era disposta a tutto pur di saziare quella famosa sete di conoscenza, ma aveva lui il diritto di esporla così a un potenziale pericolo, mortale per di più? Ovviamente, poi, lui l'avrebbe accompagnata. Immaginava già le scenate di Kei...
C'era un solo modo per aggirare l'ostacolo.
In quel momento Raflesia si volse di nuovo verso di lui.
“E sia. Incontrerò questa Jones e poi valuterò che cosa fare. Non l'avrai vinta tanto facilmente.”
“Bene! Non te ne pentirai. Ma sarai tu a venire sull'Arcadia.”
“Cosa?!?”
La regina mazoniana questa volta era davvero scandalizzata, la proposta l'aveva talmente presa in contropiede che non riusciva quasi a parlare.
“Puoi portare le tue guardie del corpo, se lo ritieni necessario” continuò Harlock in tono conciliante, facendola infuriare ancora di più.
“Ma come puoi pensare che accetti una simile proposta? Io sono la regina di Mazone! Non posso rischiare la mia incolumità! E il tuo equipaggio mi detesta, non vedrà l'ora di farmi fuori...”
“Mi 'spiace deluderti, ma ai miei uomini di te non importa proprio nulla - mentì - ... E comunque nessuno ti torcerà un capello, senza un mio ordine. Ordine che sai benissimo non darò, se non si renderà necessario.”
In realtà, Kei ti caverebbe volentieri gli occhi... ma è meglio che tu non lo sappia.
Si avvicinò ancora di più a lei.
“Lo so che muori dalla curiosità di vedere finalmente l'Arcadia, di scoprire i suoi segreti” le sussurrò all'orecchio.
La regina alzò le spalle.
“Se ti riferisci al misterioso quarantaduesimo membro del tuo equipaggio, ti puoi risparmiare il disturbo, so già tutto” 1 commentò ironica.
Harlock sussultò appena. Come aveva fatto a scoprirlo? O stava bluffando?
“Ma davvero? - contrattaccò - E chi sarebbe?”
Raflesia si girò appena e gli lanciò uno sguardo fugace, in cui però Harlock lesse un lampo di trionfo.
“Il vostro computer centrale. Si comporta quasi come un essere senziente.”
Accidenti, lo sapeva davvero! Ma sicuramente le mancava un dettaglio. Doveva puntare su quello, se non voleva perdere terreno in quella trattativa.
“Ah, certo. Ma non sai tutto... non sai chi è veramente...” insinuò.
Raflesia si scostò bruscamente e tornò a sedersi. Harlock si rese conto di aver colto nel segno. Era molto vicino alla vittoria. Si sedette anche lui.
“Me lo sono domandato spesso, in questi anni. Che cosa avete fatto, dopo che avete... rinunciato alla Terra?”
Raflesia lo guardò un po' sorpresa.
“Che t'importa? Ce la siamo cavata” rispose con una punta di stanchezza nella voce.
“Avete raggiunto un altro pianeta, lo avete colonizzato, oppure...?”
“Non devi saperlo! Nessuno deve saperlo!”
“Scusa, era semplice curiosità... Vedi, conviene anche a te salire sull'Arcadia piuttosto che il contrario... Se dovessimo venire nella tua nuova patria o sulla tua ammiraglia, qualcosa finirebbe per trapelare... Così invece nessuno verrebbe a sapere nulla...”
“Che c'entra? Potremmo anche incontrarci qui, in territorio... diciamo neutro” obiettò Raflesia.
“Sì, potrebbe essere un'alternativa ragionevole.”
Ma Harlock percepiva che la donna era troppo ingolosita dalla prospettiva di vedere finalmente da vicino l'astronave che l'aveva tenuta in scacco tanto tempo.
“Faremo così - sospirò Raflesia - Mi consulterò con i miei consiglieri e ti farò sapere. Se andrà male, ti ho già detto qual è l'alternativa...”
Harlock non seppe trattenere un sorrisetto soddisfatto.
“Bene. Credo che accetterò quel liquore adesso...”

 


 

 

1 Sono quasi sicura che Raflesia avesse scoperto questo segreto (tant'è che Namino ha il compito di distruggere il computer centrale), ma non ricordo l'episodio. Se qualcuno volesse venirmi in aiuto... gliene sarei grata!

  
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