Anime & Manga > Full Metal Alchemist
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Autore: YatoChan    04/01/2017    1 recensioni
Tantaradan!
Fic in sospeso da quasi due anni, ok non so fare le addizioni... In ogni caso: ogni volta che cerco di scrivere la trama mi esce qualcosa al limite del drammatico, AH! E' così stressante! Ok ok ,no. La trama! Troppi punti esclamativi, devo diminuirli ( +se lo appunta+).
Sono presenti praticamente tutti i personaggi di FMA Brotherhood proiettati in un'ambientazione futuristica collocata 200 anni dopo la fine del manga! Più precisamente in una accademia gestita dal Padre stesso e dagli homunculus. Ovviamente gli insegnanti saranno dei sadici assurdi( mai quanto i nostri prof, eh!) Non è AU perché è semplicemente un futuro molto improbabile;)
NON mancheranno scene fluff e compagnia bella, perché in realtà sono una tenerona e mi piacciono da morire!
Ah e c'è anche un nuovo personaggio tutto scemo! Volete entrare si o no?
Ps: Recensite che altrimenti vado in paranoia ;)
Genere: Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Greed, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Edward/Winry, Roy/Riza
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il bus ora procedeva tranquillamente sulla strada, ogni tanto prendeva qualche buca o inchiodava in piena corsa, ma non era niente rispetto a poche ore prima.

Alphose però non aveva abbandonato il borsone, ne aveva perso di vista il ragazzo dalla pelle ambrata che a sua volta lo fissava di tanto in tanto per poi tornare a guardare il finestrino.

Quasi tutti si erano ripresi e alcuni avevano già iniziato a deridere gli altri che non erano riusciti a mantenere la calma nei momenti critici. Il loro capo era un certo Barry the Chopper: un ragazzo grassoccio che aveva preso a squarciare con il fidato coltellino a serramanico i sedili del bus. Quella poca imbottitura che c'era era ormai sul pavimento del veicolo.

“ Hey, Barry guarda qui! Questo è sicuramente di Ishval!” gli fece presente un ragazzo mingherlino indicando il ragazzo con il giubbino arancione. Alphose si voltò a guardarli incuriosito dalla reazione del Ishvalah.

Il gruppetto di bulletti lo accerchiò e Barry prese a tagliuzzare il sedile su cui era seduto il giovane con la cicatrice.

“ Di' amico quanti anni hai?” Non ricevendo risposta il bullo si avvicinò ulteriormente agitando il coltellino davanti a se “Ca-pi-sci la mia lin-gua?” Poi si voltò verso i nuovi tirapiedi “Ragazzi questo è scemo” provocando una risata di gruppo.

Sempre agitando la lama si avvicinò sino a quando fu a un palmo dal suo naso “ hai paura, eh? Che ne dici se ti faccio a fette?”

Una mano contro la sua faccia e una spinta verso il finestrino opposto: ecco cosa percepì Barry prima di risvegliarsi nell'infermiera dormitorio maschile.

 

“Dov'è quel maledetto bastardo?!” fu la prima cosa che disse appena aprì gli occhi, ma un'altra mano, sempre spingendo contro la sua faccia ,lo ributtò sul cuscino provocandogli una fitta di dolore sul retro del capo.

Vide il dottore allontanarsi e scorse, con la nebbia negli occhi, dei capelli rosso scuro caratteristici del popolo Cretese. Per Barry era impensabile che uno che proveniva da Ishval fosse riuscito ad iscriversi a quella prestigiosa scuola, ma addirittura assumere un medico cretese?! Che orrore! Appena riuscì a rimettersi in piedi corse verso la segreteria per farsi dire, oltre al numero della propria stanza, l'ubicazione del ragazzo con la cicatrice.

“ Dimmi dov'è!” urlò sbattendo più volte i palmi sulla scrivania bianco latte.

“Mi dica...” gli rispose la segretaria dai capelli biondi,senza distogliere lo sguardo dal computer, mentre un cucciolo di cane prese ad abbaiargli contro non troppo convinto.

“te l'ho già detto, ma sei sorda?! L'Ishvalah, dov'é?” urlò nuovamente

“ Gliel'ho appena chiesto... Impara un minimo di buone maniere e forse quel giorno ti risponderò” disse placidamente la segretaria fissandolo dritto negli occhi. Barry indietreggiò, colpito da quel atteggiamento, decise di voler vedere la reazione della giovane donna di fronte ad un'arma vera e propria. Estrasse allora il coltellino e...

Il suo fidato compagno era scomparso!

“Dov'è il mio coltello?” la donna non sembrò sorpresa, doveva essere stata lei per questo non era intimorita, sapeva che non aveva armi con cui minacciarla. Barry suppose non ci fosse altra spiegazione.

“Dimmi dov'è!” ordinò nuovamente sbattendo i palmi sulla scrivania bianco latte. La ragazza volse nuovamente lo sguardo allo schermo del computer:

“ Mi dica...”

 

 

 

Alphose, oramai, aveva classificato quella giornata come una delle peggiori della sua vita.

Suo padre arrabbiatissimo per la sua partenza, l'autista impazzito, suo fratello che dopo mesi che non si vedevano lo aveva praticamente ignorato per tutto il tempo, il sorteggio per le camere...

Indovinate un po' con chi era capitato? Semplice, con l'unico ragazzo che non aveva smesso di fissarlo neanche per un secondo dalla fermata al dormitorio femminile. Lo stesso che lo stava fissando proprio in quel momento. Alphose decise alla fine di prendere coraggio e di chiederglielo, sperando che la sua reazione non fosse più cruenta di quella che aveva avuto nei confronti di quel Barry qualcosa.

“La vuoi smettere amico? Sei inquietante!” ok, forse avrebbe dovuto usare parole diverse...

“ Stai sopra o sotto?” rispose il ragazzo facendo impallidire Al, il quale si sentì sollevato all'indicare del Ishvalah dei letti a castello.

“Sto sotto” il ragazzo acconsentì con un gesto del capo per poi salire sul letto superiore.

“C-come ti chiami?” il suo nuovo compagno di stanza non rispose immediatamente e Alphose ipotizzò si fosse addormentato a causa della stanchezza accumulata, che in effetti si stava presentando tutta in una volta anche per lui stesso.

“Ho rinunciato al mio nome tempo fa, chiamami come vuoi.”

Alphose rimase spiazzato da quella non – risposta, ma volle continuare ad informarsi su di lui, avrebbe dovuto comunque passarci un anno.

“Quanti anni hai, se posso chiedere?” provò quindi il giovane Erlic

“diciannove”

“Addirittura?”

“Fai troppe domande, sono stanco e voglio dormire” Al saltò sul posto intimorito e dopo essersi infilato il pigiama balbettò un

“certo!” per poi infilarsi sotto le coperte e spegnere la luce.

Passarono pochi minuti prima che Al avesse qualcos'altro da chiedere al giovane uomo:

“Uhm...”

“Che c'è adesso?”

“Perché ti sei iscritto qui?” era una domanda strana, Al lo sapeva, ma voleva capire l'obbiettivo che aveva spinto l'Ishvalah in una terra con cui era stato in guerra solo quattro anni prima.

“Mio fratello, ha fatto la stessa scuola”

Gli occhi di Alphose si illuminarono pur essendo immerso nel buio.

“Anche io! Wow fantastico, abbiamo qualcosa in comune!”

“Dormi”

“Giusto scusami”

 

  
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