Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: OneShotMaker    05/01/2017    1 recensioni
Le nostre strade si dividono.
Per ora, ma non per sempre.
Come due metà di un ponte da ricongiungere.
Come le foglie spezzate che ci divertivamo a raccogliere per strada per rimetterle insieme con la colla.
Per noi due non sarà così facile, immagino. Ma io proverei.
E tu?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Amore mio,
ti chiedo scusa. A te, e alla tua mano, fredda, che stamattina – come tutte le mattine – si è affannata a cercarmi nell’altra metà del letto, certa di trovare quel calore che desiderava e che ora non avrà.
Non è stato facile andarmene, vorrei che tu lo sapessi. Ma allo stesso tempo non era giusto rimanere, perché avrebbe significato andare contro la mia natura.
E tradirti – tradirmi – all’infinito.
E poi voglio che tu sappia che con tutto questo non c’entra l’amore. E che se potessi tornare indietro, con te, rifarei tutto.
Dall’inizio.
Eravamo due ragazzini quando ci siamo conosciuti, che avevano bisogno dell’avventura come dell’aria che respiravano; ci divertivamo, con il solo potere della fantasia, ad essere soldati onnipotenti, pirati di mari lontani, guerrieri di buone cause, servi ribelli di un castello infestato, o ancora, nemici di re spietati.
Ti ricordi quel grande pero di tuo nonno, quello con i rami cosi alti che sembravano pungere il cielo? Fu lì che le nostre labbra si incontrarono per la prima volta, un bacio leggero che rimase sospeso nella brezza incantata di quel bosco che sembrava uscito dalle favole, con tutti i suoi giganti alberi invecchiati dall’autunno e le foglie ingiallite che scivolavano sulla terra come pattini, e poi, in un vortice allegro, si sollevavano nell’aria.
Ne abbiamo passate tante, io e te, proprio come quel vecchio pero.
Giorni, mesi, e poi anni.
Finché un giorno, per caso, sono entrato in un bar ed ho visto i suoi occhi.
E mi sono sentito diverso. Ho avvampato, come se improvvisamente avessi un tremendo caldo.
All’inizio, non lo credevo possibile.
“E’ l’alcool”, mi dicevo. Non potevo, non riuscivo a trovare un’altra spiegazione a quel desiderio improvviso, a quella frenesia.
Attrazione fatale.
Allora ho voluto verificare, e sono tornato e ritornato a quello stesso bar, a quella stessa ora, ed incrociato quegli stessi occhi. Nei quali vedevo riflessi i miei. Ed a quel punto ho capito perché mi attiravano così tanto: c’erano in loro i miei dubbi, le mie domande.
La mia paura. E quella voglia, impetuosa, di lasciarsi andare.
Abbiamo fatto l’amore, tante volte, quelle necessarie per capire che non mi potevo più fermare, né nascondere. Soprattutto da te.
Se sei stata tanto coraggiosa da arrivare fino a questo punto, ti dico grazie. E di nuovo scusa. Scusa, perché mi sembra di sentire già i pezzi rotti del tuo cuore, di sentirlo mentre ti batte forte nel petto, di avvertire le tue lacrime sul viso come fossero le mie.
So di averti distrutta. So che non starai capendo nulla, e queste parole devono sembrarti frutto di un lungo, terribile incubo. Lo stesso che io ho vissuto, prima di scriverti questa lettera, chiedendomi fino all’ultimo se non fosse meglio sparire senza lasciare traccia, piuttosto che offrirti una realtà che in questo momento può sembrarti solo crudele. Ma la verità, si sa, è la via più dolorosa, però anche la più breve per guarire.
Ora non posso vederti, ma solo immaginare cos’hai dentro. Rabbia, delusione, e voglia di spaccarmi la faccia. E alla fine, solo alla fine, la tua mente impazzirà per capire chi sia questa persona, che volto abbia, che cosa avrà che tu non hai.
E quindi, cosa è che manca a te.
E poi penserai a tanti nomi.
Carla, come quella tua amica modella che ti fa tanta rabbia perché vorresti essere come lei.
Francesca, che ha i capelli lunghi e ricci che tu hai sempre sognato.
Anna, che non si trucca mai ma per te è perfetta anche così, maledizione.
O ancora Alessandra, la tua migliore amica, che con quella sesta fa girare la testa a tutti i ‘pischelli’, come li chiami sempre tu.
E poi Sara, Marta, Irene, Vittoria, Elisa, Luna, Giulia, Chanel… Proveresti e riproveresti.
Ma non indovineresti mai.
Perché il suo nome è Tommaso.
Ed io, Ignazio Reale, sono gay.
E se non fosse stato per lui, forse, non l’avrei mai saputo. Non avrei saputo che, in me, convivevano due esseri opposti, ed uno dei due – quello che ho appena scoperto – ha completamente stravolto l’altro, fino ad affermarsi come una sorta di entità assoluta, che non ha senso odiare, rifiutare, perché sarebbe come odiare me stesso. E mentire a te.
Ora che ho avuto il coraggio di dirti tutto - e tu di leggere – ti chiedo l’impossibile: di perdonarmi per essere stato capace di parlare solo guardando un foglio e non i tuoi occhi. Belli, verdi, sinceri, e grandi come il bene che ti voglio e che sempre ti vorrò.
Non ti chiedo di capire, né di essere felice per me. Ti darò tutto il tempo di prenderti tempo, per capire questo è l’atto d’amore più immenso che potessi fare per te. E per me. L’amore è il sentimento che muove il mondo, ed arriverà il giorno in cui donerai il tuo alla persona giusta. Ed io, se me lo permetterai, sarò fiero di esserci quando questo accadrà.
Le nostre strade si dividono.
Per ora, ma non per sempre.
Come due metà di un ponte da ricongiungere.
Come le foglie spezzate che ci divertivamo a raccogliere per strada per rimetterle insieme con la colla.
Per noi due non sarà così facile, immagino. Ma io proverei.
E tu?

Tuo, (amico, ex, o quello che vorrai)
Igna




***

“Abbiamo fatto l’amore, tante volte, quelle necessarie per capire che non mi potevo più fermare, né nascondere.”
Ricordo che quando arrivai a questo punto feci una lunghissima, dolorosa pausa.
Una pausa durata cinque anni.
Volevo stare sola, avevo un forte bisogno di riflettere. Su chi ero, chi era lui. E dopo cinque anni, ancora non l’ho capito. Immagino neanche lui.
La persona che mi aveva scritto era la stessa che conoscevo, ma allo stesso tempo non lo era. ‘Si può avere per cosi tanto tempo qualcuno accanto e non capirne – e carpirne – i sentimenti?’, mi sono chiesta tante volte. Tante quante quelle in cui avrei voluto chiederlo a lui. E in una lettera piena di segni, non uno che rispondesse a questa, la domanda delle domande.
E allora me la sono data io una risposta. Che è possibile, è possibile non accorgersi dei sentimenti altrui. Per il semplice fatto che, con il tempo, impariamo (sbagliando) a dare le cose per scontate, senza eccezioni, né sorprese. E poi arrivano lettere come quella, e ti senti mancare la terra sotto i piedi, perché nei tuoi piani non erano previsti altri piani. Se non i tuoi.
Non mi assumo le responsabilità della sua scelta, questo è ovvio. Ma prendo atto delle mie, che mi hanno portata a rimanere sola con i miei punti interrogativi, piuttosto che cercare di risolverli. E pian piano, pianissimo, ho preso la decisione che il mio cuore anelava, lottando contro l’orgoglio e la delusione che ogni volta mi facevano tornare al punto di partenza. Play, pausa, play, pausa.
Play.



***

- Tom che piani abbiamo per stasera? –
- E lo chiedi a me?! Per una volta potresti anche organizzare qualcosa tu eh.- Mi guarda con aria offesa e mettendomi il broncio. Sospiro.
Tutti gli anni la stessa storia. A Natale, cena con i parenti. E a Capodanno, dopo una serie di proposte strampalate del mio compagno ed una mia valanga di “no pensiamo a qualcos’altro”, finiamo sul divano, con il solito film strappalacrime ed un pacco di popcorn che Tommaso ha sempre cura di spargere sul divano.
E chi pulisce? Io! Ovvio.
E vabbè.
Mentre vado in cucina a controllare le patatine fritte, – si, ci diamo dentro con il cibo spazzatura, lo ammetto – lo seguo con la coda dell’occhio mentre, armato di carta e penna, scrive qualcosa alla velocità della luce. Sicuramente la lista secolare di film che “non ti puoi perdere amore, hanno fatto la storia del cinema, tipo Titanic, che figura ci fai con la gente se non lo conosci?!? E’ TREMENDO, T-R-E-M-E-N-DO!!”
A volte è un po’ rompipalle, ma lo amo lo stesso. Soprattutto quando fa quell’espressione concentrata, come se stesse decidendo cosa mangiare tra la carbonara e la salsiccia. E per lui è DAVVERO difficile, credetemi.
Sto per abbozzare un sorriso, ma poi la puzza di bruciato mi costringe a voltarmi.
Merda.
Le patatine.
Le ho carbonizzate. E ora chi lo sente a Tommaso?
Butto in fretta le povere decapitate nel secchio, e apro la finestra per far uscire l’odoraccio. In due secondi afferro cinque o sei patate e comincio a sbucciarle come un matto.
- Amoreeee ma che è st’odore? Hai bruciato le patatine per caso? –
- EH? Nonononono. Si sono solo un po’ attaccate alla padella! – E poi, per risultare più convincente, apro la porta e gli dico “Tranquillo”, con la voce più controllata che mi esce al momento. Lui mi guarda con fare sospettoso, ma poi sembra convincersi.
- Vieni qua dai, dammi un bacio. -
Fiuuu. Menomale.
Come un robot corro da lui, più affabile che mai, e gli stampo un bacio sulla guancia.
Quando sono sul punto di tornare in cucina, il campanello squilla.
- Amore vai tu? -
- Ma quanto sei pigro? –
- Eddai. –
Il campanello squilla di nuovo.
Tommaso mi fa il labbruccio.
- Va bene, va bene. Però la prossima volta tocca a te eh! - lo ammonisco io.
Ma lui già mi ignora, affaccendato com’è con la sua lista cinematografica.
“Che palle!”, borbotto a denti stretti, mentre, gettando con stizza lo straccio sul divano, corro ad aprire.
E rimango pietrificato alla porta.
- Monica?
- Ciao..-
- Che.. C-come hai avuto.. Come hai avuto l’indirizzo? – balbetto io, quasi senza parole.
- La lettera. Ehm.. Li c’era scritto tutto, anche il tuo numero, in caso.. -
- In caso avessi voluto cercarmi, certo. -
- Esatto. – Fa una pausa. Si schiarisce la voce, evidentemente in imbarazzo. Poi fa un lungo respiro, come a farsi coraggio. Cerca qualcosa nella tasca, me lo mostra, con le mani che le tremano.
E’ una foglia, spezzata a metà.
- L’ho colta venendo qui, ed ho pensato: ‘chissà che non abbia voglia di ripararla. Con la colla, come quando eravamo piccoli..’ –
La guardo, con gli occhi gonfi di lacrime.
- Ancora te lo ricordi? –
- Anche questo era scritto nella lettera. – E scoppia a ridere, io dietro di lei, ebbro di felicità.
- Igna ma che.. Ehi bellezza buonasera!! E quella foglia? – esclama Tommaso, piombandomi alle spalle con fare allegro.
Io e Monica ci scambiamo uno sguardo complice, e senza farlo apposta diciamo in coro: - E’ una lunga storia! –
- Bhè e non vuoi mica raccontarmela qui, sulla porta, e con questo freddo poi! Dai entra! Chiunque tu sia, stasera sei nostra invitata!! – esclama con decisione Tommaso.
- Oh no, io non.. Non voglio disturbare, ero venuta solo per.. Salutare un vecchio amico. – Monica mi guarda con un affetto che temevo non avrebbe più provato per me.
- Salutare?! Scherzi per caso? Non passerai Capodanno migliore di questo, puoi scommetterci – annuncia sicuro Tommaso, prendendola per un braccio. Monica tenta di ritrarsi, ma l’entusiasmo di Tommy la coinvolge, e mentre entra mi guarda come a scusarsi, però anche che sollevata che fosse arrivato lui a prendere in mano la situazione. E per metterla a suo agio, mentre Tom le presenta con minuzia di dettagli la cena cerco il suo sguardo, e con dolcezza le sussurro un “Benvenuta a casa”.
Lei non dice nulla. Mi guarda e sorride, ed io so per certo che questo si, sarà davvero il Capodanno migliore della mia vita.




Ciaooooo!! Se siete arrivati a leggere queste righe è perchè avete letto tutta la mia storia, perciò..Grazie mille :):) L'atmosfera natalizia mi ha sempre ispirato delle storie, e questa in particolare è nata per caso, in una sera come tante in cui non riuscivo a chiudere occhio ed ho 'sognato ad occhi aperti' questa one shot :'D Il giorno dopo l'ho trascritta subito aggioungendo solo pochi dettagli, ed in pochi giorni l'ho terminata.. Recensite, qualunque sia la vostra opinione! Io sarò qui per qualunque chiarimento che vorrete chiedermi o critica costruttiva che vorrete farmi! Baci :*
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: OneShotMaker