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Autore: Occhi sognatori    06/01/2017    1 recensioni
Dal testo:
"Mentre giorno per giorno vedo crescere tuo figlio, scoprire cose nuove, camminare verso un futuro già scritto.
I suoi occhi chiari traspariscono, è possibile leggervi ogni riga, ogni parola di quello che sarà il suo triste domani accompagnato da innumerevoli lacrime."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Lily Evans, Petunia Dursley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Petunia Evans in Dursley stava togliendo gli ultimi soprammobili dalle mensole del salotto quando una lettera sbiadita catturò la sua attenzione.

Con cautela l'aprì ed iniziò a leggerla mentre i ricordi affioravano di nuovo nella sua mente.

 

La primavera era arrivata, dolce e soave.

Un venticello fresco al profumo di pesca attraversava la città.

Erano le diciotto e dieci, tuttavia il sole splendeva ancora nel cielo ambrato.

In un giardinetto vicino alla casa numero 4 di Privet Drive, un bambino di appena cinque anni correva spensierato tra le margherite.

Una risata felice uscì dalle sue labbra, mentre apriva le braccia ed inspirava il dolce profumo.

Si accovacciò sull'erba verde smeraldo e con dolcezza strappò una margherita alla terra.

La portò vicino al nasino, che sorreggeva un paio di occhiali rotondi, ed annusò profondamente il fiore.

Da lontano, la figura di una donna alta e snella, osservava a braccia conserte l'innocenza del bambino.

Emise un sospiro.

Lo odiava, doveva odiarlo, eppure era così dolce, così piccolo e delicato, così innocente...così trasparente.

Lo vide poi alzare i bellissimi occhi al cielo e con un balzo, alzarsi in piedi e donare all'aria la margherita.

Questa, sospinta dal vento, rimase sospesa per un po' di tempo, per poi scendere ed adagiarsi sul sedile nero dell'altalena.

Il piccolo tornò seduto ad ammirare i restanti fiori.

Aveva una passione per quelle piante.

Spesso prendeva, dalla libreria del salotto, enciclopedie sui fiori, controllando furtivamente che nessuno lo vedesse o lo venisse a sapere.

Ma lei lo sapeva.

Faceva solamente finta di ignorare quel piccolo passatempo del nipote.

Puntò anch'ella gli occhi verso il cielo, perdendosi nell'immenso di quello sfondo arancione.

 

 

Cara sorella,

Hai mai pensato a quanto i tuoi capelli assomigliano al cielo durante il tramonto?

Io sì.

Proprio adesso.

Sono qui, a braccia conserte, mentre mio figlio a casa gioca con suo padre, ad osservare tuo figlio.

Quel figlio che hai protetto ed amato.

Quel figlio così bello e simile a te.

Quel figlio che non potrai mai veder crescere.

Sai, lasciavo che una frangetta colorasse la sua fronte, ma dato che il piccolo ha dei capelli, a mia detta, indomabili, gliel'ho tagliata, lasciando visibile quella cicatrice a forma di saetta, ancora rossa e lucida, ben più simile ad una maledizione.

Mi dispiace, ma non riesco a guardarlo negli occhi per molto.

In quegli occhi così limpidi e raggianti, uguali ai tuoi, così trasparenti, si cela un destino ingiusto, colmo di sofferenza e dolore.

Non permetterò che frequenti quella tua scuola per persone spostate, non gli permetterò di andare incontro alla morte, incontro al suo grigio destino.

Non permetterò al fato di togliermi l'unico ricordo della mia famiglia.

Non permetterò a quegli occhi verdi di spegnersi una seconda volta.

No, non lo permetterò.

E' così triste.

Giorno per giorno, vedo il mio adorato pargolo crescere, scoprire cose nuove, camminare verso un futuro limpido e libero da ogni avversità.

Quei suoi occhietti scuri non lasciano intravedere nessuna possibilità del domani.

Mi chiedo cosa farà.

Forse l'avvocato; o forse l'imprenditore; forse semplicemente prenderà il posto di mio marito nell'azienda dei trapani.

Mentre, giorno per giorno vedo crescere tuo figlio, scoprire cose nuove, camminare verso un futuro già scritto.

I suoi occhi chiari traspariscono, è possibile leggervi ogni riga, ogni parola di quello che sarà il suo triste domani accompagnato da innumerevoli lacrime.

Com'è crudele la vita.

Mentre io sono qui, felice a vivere la mia vita, con un marito delizioso e un figlio tanto amato, tu sei lassù, persa nei meandri del tramonto insieme a tuo marito, con un figlio piccolo lasciato al suo tragico avvenire.

Potevamo riallacciare i rapporti, ero disposta a farlo, ma tu te ne sei andata.

E' vero, siamo gli opposti, lo siamo sempre state: tu bella ed amata da tutti, io una normale ragazza che sparlava degli altri pur di ricevere attenzioni, tu speciale, io normale, mio figlio con due genitori alle spalle, tuo figlio orfano, io felice, tu morta.

Te ne sei andata troppo presto.

Tuo figlio ha bisogno di te.

Il mondo ha bisogno di te.

Io ho bisogno di te.

Lo sai, sai che non parlerò mai di te e tuo marito a vostro figlio, perché mi provocherebbe un dolore immenso.

E poi io, una normale donna di Privet Drive, non potrei spiegargli ciò che avete fatto per lui, ciò che eravate, ciò che è successo quella notte quando io e la mia famiglia eravamo a fare “Dolcetto o Scherzetto”, ciò che è il vostro mondo.

Ma troverà persone disposte a farlo, ne sono sicura.

Non obbedirò al preside della tua scuola.

Lo farò vivere ignaro dalla magia, perché sono certa che questa lo porterebbe dritto dal tuo assassino.

Vedo tuo figlio che si alza dal prato e corre verso di me con un fiore in mano.

Ha un sorriso splendente che gli contorna le labbra.

E' bello vederlo felice, spero che rida, che si goda questi aneddoti finché gli è concesso farlo.

Mi prende le gambe stringendomi in un abbraccio.

Io rimango impassibile.

"Zia" mormora con la sua vocetta infantile "guarda questo bellissimo fiore bianco! Ha attirato subito la mia attenzione, era come se mi chiamasse!"

Mi porge il fiore ed io lo prendo con mani tremanti.

I suoi occhi trasparenti mi guardano pieni di gioia.

"Zia, che fiore è quello? Non l'ho mai visto."

Io sorrido appena, lasciando che le mie emozioni trasparissero.

"E' un giglio Harry, un bellissimo giglio."

Rispondo con voce tremante a causa della commozione.

Ed è lì che ho capito che tu te ne sei andata per sempre, che non saresti più tornata, ma che saresti stata sempre qua con noi, pronta a proteggere ancora una volta tuo figlio.

 

Petunia piegò la lettera e la rimise nella busta color crema.

Si guardò attorno.

Le stanze della sua casa erano vuote e la voce di suo marito che la chiamava arrivò dritta alle sue orecchie.

Dovevano andare via.

Dal dietro sentì dei passi raggiungerla, si voltò credendo che fosse suo figlio, ma invece i suoi occhi si scontrarono con un paio verdi che non erano più splendenti come una volta.

 

Cara sorella,

Mi dispiace.

Non ho mantenuto la promessa.

Non ho potuto impedirlo, l'ho lasciato andare nel suo mondo, nel vostro mondo, ed adesso eccolo qui, mentre va incontro al suo destino.

Sono certa che ce la farà, perché lui è forte, come te.

Mi rammarica molto, ma non ho saputo proteggerlo.

Lui sta andando a morire per salvarci tutti, ed io sto scappando come una codarda.

Vorrei chiedergli scusa, abbracciarlo, ma le uniche parole che escono dalla mia bocca sono queste:

"Non solo tu hai perso una madre quella notte a Godric's Hollow, io ho perso una sorella."

Lo guardo per l'ultima volta negli occhi, come per fargli capire che io ho sempre comunque voluto il suo bene.

Mi volto e lo lascio al suo destino scritto in quegli occhi trasparenti.

A quel suo destino ingiusto.

Ma la vita non è giusta, si sa, tu più di me.

Proteggilo ancora una volta, stagli vicino.

Ti voglio bene Lily,

la tua sorellona Petunia Evans

in Dursley.

 

 

Angolo autore:
Ebbene si, dopo aver letto tutti i libri, visto tutti i film, ed aver collezionato ogni possibile souvenir del nostro maghetto, mi sono decisa a scrivere questa fanfiction.
Spero sia stata di vostro gradimento, se vi va, lasciate una recensione, mi farebbe molto piacere.
Detto questo io vi saluto.
Baci,
Occhi Sognatori.

 
   
 
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