CAPITOLO XIII
- Scelta coraggiosa, la vostra – disse Sparrow, seduto sulla solita
sedia nella sua cabina.
- La nonna di mia madre diceva che non si deve aver paura dei morti,
ma dei vivi. Quindi – dissi, sedendomi di fronte a lui – voi siete più
coraggioso di me.
Non disse niente, limitandosi a guardarmi. Il gatto bianco,
zampettando sul tavolo, venne verso di me, accovacciandosi accanto alla
mia mano. Gli accarezzai la testa, in attesa della risposta di
Sparrow.Lui fece un mezzo sorrisetto, poi disse:
- Domani avremo occasione di dimostrarlo.
- Cosa volete dire?
- Un manipolo di uomini verrà con voi. Non possiamo permettere di
lasciarvi andare da sole.
Non risposi, cercando di non dimostrare il mio disappunto.
Probabilmente aveva capito che in quel modo speravo di fuggire. Avrei
dovuto aspettarmelo.
- Bene.Se è questo che volevate dirmi, ora posso
andare.
Mi alzai e lo stesso fece lui.
- Venite – disse stendendo un braccio verso la finestra a vetri. Mi
avvicinai e guardai fuori. Le foglie degli alberi più vicini erano
leggermente illuminate dalla luce delle torce a bordo. Non si
distingueva il punto preciso dove erano celate le grotte.
- Cosa credete che possa essere? – mi chiese. Era in piedi dietro di
me.
- Non ne ho idea, ma la storia degli spiriti – mi voltai per vedere
che mi stava osservando da vicino – è…assurda.
- Comunque voi capite che non possiamo mandarvi lì da sole, spiriti o
non spiriti. – disse, avvicinandosi ancora.
- Credevo che i vostri uomini non volessero andarci. – dissi io, con
leggerezza.
- Faranno quello che dico io. – disse abbassando la voce e sollevando
una mano.- E’ un problema per voi? – disse quasi sussurrando,
sfiorandomi con le dita i capelli che mi ricadevano sulla
guancia.
Dissi un secco no, e mi allontanai dalla
finestra.
- Avete paura di me? – chiese senza muoversi.
- Dovrei? – dissi, continuando a guardarlo negli
occhi.
Si avvicinò di nuovo.
- Allora forse non gradite la mia compagnia? – chiese ancora senza
rispondere.
- Che importanza ha per voi? Credevo che aveste già una compagnia –
dissi io con tono un po’ acido.
- Vi riferite a Mary, vero? All’atteggiamento in cui la vedeste
l’altra sera.
- Qualunque cosa stesse facendo qui, non…
- Non faceva niente – tagliò corto lui. Sembrava
sincero.
- In ogni modo – ripresi io –
non è affare che mi riguardi.
- Allora perché la avete tirata in ballo?
Ecco,c’era riuscito. Non sapevo cosa rispondergli. Però era vero.
Per quale cavolo di motivo avevo tirato in ballo lei? Cosa diamine me
ne importava? Optai per una ritirata silenziosa, rotta da un
lapidario:
- Sono stanca. Buonanotte.
Mi diressi verso la porta, e mentre stavo per aprirla lui mi si parò
davanti, poggiando una mano contro di essa. Tirai un sospiro più lungo,
poi dissi,cercando di restare calma:
- Ma insomma cosa volete da me ??
Per tutta risposta si allungò in avanti, portando il viso vicino al mio. Io mi scostai in tempo. Ma perché diavolo ci avevo messo tanto a reagire??
Essendomi allontanata, il suo viso era fermo nel vuoto, chino di
lato. Dopo essermi ripresa, feci il giro e afferrai la maniglia della
porta accorgendomi che lui la manteneva ancora. Lo guardai e lui con
gesto riluttante, si spostò per farmi uscire.
Salii sul ponte con la testa ancora a ciò che era appena successo.
Andai dritta filata dalle mie amiche, che mi aspettavamo
lì.
- Cavolo,lo sapevo! – disse Rowena, quando raccontai loro della
decisione di Sparrow.
- Ma sei stata quasi un’ora lì dentro! – fece Miranda – Ti ha detto
solo questo?
- Be’ no… - iniziai io. Non sapevo se fosse una buona idea
raccontargli il resto. Chissà come avrebbero potuto reagire. Ma i loro
sguardi insistenti mi costrinsero a parlare e gli raccontai tutto.Per
un attimo nessuna di loro disse niente, ma continuarono a guardarmi
come se avessi fatto qualcosa di male.
- Ma cosa volete da me ?!
- Non ci dovevi andare – disse Virginia a bassa
voce
Sospirai.Che altro avrei potuto fare?Anche Rowena sembrava aver
qualcosa da dire ma non fece in tempo ad aprir bocca, che
vedemmo Sparrow uscire dal boccaporto e dirigersi verso gli
altri.
- Mi servono quattro volontari per domani – disse con il solito tono
pacato.
- Per andare nelle grotte assieme a loro? – chiese Wolfe, indicando
nella nostra direzione.
Ad un cenno affermativo del capitano, riprese:
- Verrò io.
- Anch’io – fece Mary, guardando verso di noi con aria di
sfida.
- Contate su di me – disse ancora Rackham, osservandoci di
sottecchi.
- Poi? – domandò Sparrow.
Nessuno rispose.
- Deciderò io.
Il suo sguardo vagò intorno, passando in rassegna gli uomini come se
studiasse le loro capacità o forse il loro sangue freddo. Infine si
fermò su Occleve.Questi,dopo essersi velocemente guardato dietro per
assicurarsi che ce l’avesse proprio con lui, irruppe in un
corrucciato:
- Ma perché sempre io ?!
Tuttavia non protestò oltre. Prima di voltarsi Sparrow
aggiunse:
- Duncan,tu verrai con noi fino all’ingresso. Le tue gambe sono
veloci, se dovesse succedere qualcosa, correrai di nuovo qui ad
avvertire gli altri.
Duncan fece un cenno di assenso con la testa.Poi Sparrow si ritirò nuovamente e passando accanto a noi, mi fece l’occhiolino.Dopodiché le mie amiche sembrarono aver ritrovato la parola, perché non mi lasciarono in pace, finché non giurai loro di essere prudente e di non fidarmi di lui.Le loro prediche unite agli ululati sospiranti mi accompagnarono ancora per un po’, fin quando , esasperata, non le convinsi ad iniziare i turni.