Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Damnatio_memoriae    08/01/2017    0 recensioni
«Quando il pericolo incombe, gli uomini appartenenti alla stessa tribù o alla stessa famiglia tengono in minimo conto la vita dei propri simili; ma un gruppo che si è consolidato con l'amicizia radicata nell'amore non si scioglie mai ed è invincibile, poiché gli amanti, per paura di apparire meschini agli occhi dei propri amati, e gli amati per lo stesso motivo, affronteranno volentieri il pericolo per soccorrersi a vicenda.» Plutarco, "Vita di Pelopida, 18"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2
 
Il mio pedone
 

 
La prima cosa che le veniva in mente, pensando a Rachele, era che probabilmente tutti i libri che aveva letto l’avevano preparata ad incontrarla. Un po’ meno a capirla. Non era più introversa delle altre ragazze, né più timida, più introspettiva o più silenziosa. Aveva solo imparato a dosare bene le parole e, quando non lo faceva, diventava tagliente.
Era intensa, semplicemente, in qualsiasi cosa facesse. Nessun movimento era superfluo, nessuno sguardo privo di intenzione, nessun comportamento senza significato. Dava importanza ad ogni cosa, perché odiava perdere tempo e lasciare tutto al caso.
A degli occhi un po’ distratti sarebbe sembrata una ragazza tranquilla. Solo lei sapeva quanto si sbagliavano. “Can che abbaia non morde”, avevano detto e lei non aveva replicato solo per vedere cosa sarebbe successo se si fossero avvicinati troppo a quella ragazza.
Sapeva con esattezza quando aveva iniziato a parlarle. Il primo anno delle medie l’aveva trascorso nel corridoio, più che dentro l’aula. Non aveva voglia di studiare, restava a galla con la media che aveva e questo tanto le bastava. In fondo le piaceva quando i professori la sbattevano fuori dalla classe a metà lezione, perché nessuna materia le interessava davvero. Le piaceva un po’ meno quando tornava a casa e doveva far firmare la nota a sua madre. In quel corridoio così asettico, Rebecca era sempre stata sola e forse le piaceva tanto proprio per quello: c’era silenzio e poteva dedicarsi solo a sé stessa e ai suoi libri, che riusciva a finire in una settimana.
Il secondo anno non era stato troppo diverso dal primo, almeno all’inizio. Nel secondo trimestre, però, qualcosa era cambiato. Le sembrava strano che ci fosse qualcuno come lei e forse anche peggio di lei, nella sua stessa condizione, ma di certo mai avrebbe pensato si potesse trattare di una ragazza. Ogni volta che veniva messa in punizione, Rachele era già stata cacciata dalla sua aula prima di lei. Non faceva nulla, se ne stava semplicemente appoggiata al muro con lo sguardo basso, aspettando di essere richiamata.
«Sei nuova?» le aveva chiesto una volta Rebecca e l’altra aveva risposto con un secco “No”.
«Non ti ho mai vista» aveva continuato. Rachele si era limitata a lanciarle uno sguardo torvo e a girarsi dall’altra parte. Quando le chiedeva che cosa avesse fatto, le risposte erano più o meno sempre le stesse: «Ho fatto male a un bambino», «Ho picchiato un compagno», «Ho morso una ragazza». Rebecca pensava ci fosse nascosto un gangster in quel corpo da principessina, ma forse era solo una principessa molto prepotente. In effetti non aveva mai smesso di chiamarla “piccola bulla”.
L’unica volta che l’aveva vista piangere era stata anche la volta in cui aveva capito che loro due non erano fatte per stare da sole. Era andata in bagno e anche lì Rachele era arrivata prima di lei. Inginocchiata vicino al lavandino, con la mano destra si teneva la fronte, mentre la sinistra era sotto il getto d’acqua fredda. Era completamente sfatta. Piangeva e non c’era modo di calmarla. Rebecca le si era avvicinata e le aveva domandato se avesse fatto di nuovo male a qualcuno. L’altra aveva ribattuto che non credeva che il muro sentisse dolore, ma che se voleva poteva chiederglielo. Rebecca le si era seduta di fronte, offrendosi di andare dalla bidella per chiamare sua mamma e suo papà. Per un attimo era parso che Rachele avesse smesso di piangere. Poi le aveva buttato le braccia a collo e aveva continuato a singhiozzare. Non le importava abbracciare una sconosciuta se questo significava impedire di cadere in mille pezzi. Dalla sera prima, Rachele non poteva più dire di avere una mamma.
A differenza sua, Rachele aveva sempre saputo che facoltà avrebbe preso una volta finito il liceo e non si era mai pentita della sua scelta. Come per le superiori, anche all’università erano riuscite a stare insieme senza rinunciare ai loro obiettivi, scegliendo una l’indirizzo filosofico e l’altra quello artistico. Le piaceva la strada che si era scelta e le conoscenze che aveva acquisito. Lentamente aveva iniziato a prendere il giro, nonostante qualche sbandata. Rebecca si stupiva ancora di come la sua amica riuscisse a rimettersi in piedi da sola. Lei, al contrario, faceva semplicemente di tutto per non dover cadere mai, perché non era sicura ce l’avrebbe fatta a ricominciare da zero. Sapeva che era stato difficile per lei quando aveva deciso di partire e che anche il suo andamento scolastico ne aveva risentito. Non era mai riuscita a concentrarsi a dovere se una cosa la turbava. Ma quando era tornata Rachele era ancora lì e davvero poco era cambiato.
Quando giravano insieme, Rebecca sapeva che tutti gli sguardi erano per l’amica. Dopo tanti anni, però, continuava a sembrarle strano che qualcuno riuscisse a vederla in quel modo. Era bella, forse una delle più belle, cosa innegabile, ma per lei sarebbe sempre rimasta una bellezza pura, dolce, angelica. Non vedeva nulla nei suoi atteggiamenti che potesse ricordarle anche solo lontanamente il sesso e probabilmente non sarebbe stata provocante nemmeno se avesse deciso di provarci. In ogni caso la divertiva che i ragazzi la guardassero in quel modo, come se fosse una bambina innocente.
Se solo avessero saputo che Rachele, di innocente, aveva solo il sorriso… 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Damnatio_memoriae