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Autore: SirioR98    08/01/2017    0 recensioni
Qualcuno d’importante ha detto che non ha senso vivere la vita se non si ha modo di raccontarla. O forse non lo ha detto nessuno, e a dire il vero non è un gran che di aforismo. Però penso contenga un fondo di verità: se non la si organizza in maniera logica, la nostra esistenza è solo un susseguirsi di episodi più o meno casuali. O forse la casualità è un qualcosa che, in qualche modo, è già scritta da qualche parte e che demolisce la logica? O ancora, è forse meglio vivere la vita per quello che dà? E se... scusate, sto divagando. Ricominciamo.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 12
La notte è calata, continuo a camminare.
Non posso fidarmi della mia mente, mi direbbe di fare una cosa che non voglio fare. Sarà la notte più lunga della mia vita.
Cammino.
Penso.
Non voglio pensare.
Più penso di non voler pensare, più penso.
E il ciclo ricomincia.
Perché? Perché dev’essere così?
Ci ho provato, lo giuro, ma è più forte di me! Lo so, l’ho promesso a Kyle, ma lui non sa.
Se solo conoscesse mio padre, mi capirebbe...
...e ora vorrei solo che la notte finisse.
Ma starò sveglio a camminare, perché oggi la notte non fa prigionieri.
E ora dove sono finito? Possibile che ogni volta che penso finisco sempre da qualche parte indefinita nel mondo?
Ok, mi devo orientare. Alla mia destra ci sono alberi, alla mia sinistra: alberi. Davanti a me? Alberi. Alle mie spalle? Un coniglio. Due conigli. Ma sono la tenerezza!
“Ma quanto siete teneri! Non sono troppo tenerelli, pa-... pa-pa-para-pa. Ok, mi sento stupido. Ma voi siete la cosa più dolce che abbia mai visto in vita mia!” Mi avvicino per prenderli in braccio, parlando con una voce che sono grato non senta nessuno perché vorrei mantenere un minimo di dignità e questa non mi aiuta. Sono un coniglio e un coniglietto, quello più grande, vedendomi avvicinare, si posiziona davanti a quello più piccolo.
“Scommetto che siete padre e figlio, vero? Perché parlo con dei conigli? È stupido!” Scuoto la testa e continuo a camminare.
Non passano neanche cinque minuti che dai meandri del bosco compaiono un cervo ed un cerbiatto. Sospiro e vado avanti. Ed ecco altre coppie di animali: scoiattolo e scoiattolino; un picchio che porta da mangiare al nido; un riccio con la famiglia di ricciolini. Ho capito: la natura non è matrigna, ma bastarda.
Mi siedo su una roccia, accanto a me vedo una roccia più piccola. Va bene, questa è di sicuro la mia immaginazione: le rocce non sono vive, Greg, non possono figliare.
Mi prendo la testa fra le mani. Quando la rialzo, una marmotta mi sta fissando. Appoggio le braccia sulle ginocchia e la osservo. Iniziamo una gara di sguardi.
“Che c’è? Cosa dovrei fare? Tornare indietro da lui? Non se ne parla! E poi per dirgli cosa? ‘Sai, ho sbagliato a reagire così. La finiamo?’...Nah, non funziona così con me. E’ un tipo così superbo, immaturo, arrogante, egocentrico e a volte sembra di parlare con un muro. Eppure, più descrivo mio padre, più sembra che stia parlando di me... aspetta: l’ho seriamente chiamato ‘mio padre’? No, l’avrò chiamato mio... mio... ma ne sto seriamente parlando con una marmotta? Sono impazzito, è chiaro. O sono in procinto di impazzire. In ogni caso, tu non mi puoi rispondere, quindi perché ti faccio ‘ste domande? Insomma, tu non mi capisci, vero?”
La marmotta arriccia il naso, si mette su due zampe e inclina la testa.
“Sì, sto impazzendo.”
Dopo avermi osservato, la marmotta si gira e va via.
“Brava! Bravissima! Non solo chiedo un tuo consiglio, ma te ne vai pure via! E vattene, che tanto questo sapete fare voi: andarvene! Oh mio Warlord, sto seriamente andando fuori di testa, mi sto commuovendo per una marmotta... e adesso perché la mia ombra è diventata più grande?!”
Mi giro arrabbiato e... mi ritrovo davanti un enorme muro di peli 3 metri per tre e due in profondità. Artigli? Abbastanza lunghi. Denti? Grondanti di saliva e molto affilati, sì signore. La belva bramisce, la saliva mi arriva in faccia. Mi pulisco e osservo quello che ho sulla mano. Lo analizzo strofinandolo sulle dita.
“Sì, direi proprio che quello che ho davanti è un orso. Orso... orso?!”
Raramente mi metto ad urlare: se vedo un ragno, se vedo tanti ragni, se vedo Kyle nel mio letto, se Kyra mi insegue per menarmi dopo aver defenestrato Kyle per averlo trovato nel mio letto, se vengo defenestrato appresso a Kyle da Kyra, se Yesmallion si presenta senza mutande sopra di me, se respiro, se vivo, se AAAAARGHHH!!!
...Ok, lasciatemi correggere la mia affermazione. Raramente mi metto ad urlare istericamente. Ma questa volta, signori miei, ho fatto volar via uno stormo di cornacchie.
E mentre corro avanti e indietro fra le fresche frasche del bosco che spero non diventi la mia tomba, rimpiango gli abitanti della foresta che ho visto prima.
“MILLE VOLTE LA MARMOTTA!”
Trovo riparo in un cespuglio di rovi.
Meglio i rovi dell’orso, dico sempre io, o almeno, comincerò a dire.
Il mio stomaco inizia a brontolare. E ci credo che ho fame, non metto nulla sotto i denti da stamane. Lo so, lo so, stomaco mio, ti troverò qualcosa da digerire, lo prometto.
Ora però esageri! Più che un brontolio sembra un ringhio... è un ringhio... ora è un ululato. Signore e signori, il mio stomaco è poliglotta!
Seriamente, i casi sono due: o c’è un lupo alle mie spalle o ho una fame da lupi.
Girandomi, vedo che non si tratta di nessuno di questi due casi.
Non c’è un lupo, ma un branco di lupi che hanno una fame da... sì, avete capito.
E prima che gridiate: “SCAPPA GREG!”, tranquilli, sto già scappando.
“Perché i lupi? Non potevano essere quei folletti canterini?! RIVOGLIO LA MARMOTTA!”
Kyle POV
Il fuoco scoppietta mentre Kyra finisce di sistemare le ultime cose in quella tenda improvvisata che è riuscita a costruire. Talmente improvvisata che ha montato su un due stanze con open-space senza chiedere autorizzazione al comune. Tanto domani si smonta tutto.
“Kyra, ma non è che avrai un po’ esagerato?”
Si gira tenendo in mano un cuscino a frange.
“No.”
“Ma era necessario il baldacchino?”
“E allora? Sono sempre una signorina, io!”
“Ma proprio un baldacchino?”
“Senti, se non ti sta bene, puoi anche dormire fuori stanotte.”
“Si può stare all’aria aperta, a guardare le stelle...”
“Certo, perché le stelle da qui si vedono benissimo, peccato che ci sia un tetto di foglie che guarda caso le nasconde alla vista. Kyle, quelle luci che vedi non sono stelle, sono gli occhi degli animali predatori pronti ad azzannarti mentre dormi. Siamo in mezzo a una foresta... e vuoi davvero dormire all’aria aperta? Nah, ci sono zanzare, ragni, insetti vari...”
“Non vedo il problema”
“Con tante zampe, pelosi e rumorosi. E i loro occhi... i loro occhi! Rabbrividisco al pensiero.”
“Hai veramente paura degli insetti? Hanno più paura loro di te che tu di loro. Insomma, dalla loro prospettiva tu sei un gigante pronto a schiacciarli!”
“Ah, sì, dimenticavo: ci sono anche lupi, orsi, altre creature indefinite e...”
Un brivido mi corre lungo la schiena.
“Sai che c’è freschetto, ora che me lo fai notare? Non è che ci sarebbe un letto per me nel tuo appartamento, cioé, accampamento?”
Ride e scuote la testa.
“Secondo te come se la cava Greg?”
Alzo le spalle.
“Starà bene, figurati. Quello è messo meglio di noi!”
“E perché non li abbiamo visti per tutto il giorno?”
Mi guardo intorno e alzo un sopracciglio.
“Forse perché siamo in un bosco piuttosto grande?”
Si ferma a guardarmi mettendo un braccio sul fianco.
“Abbiamo letteralmente incontrato tutti quelli che sono partiti con noi, più qualche bestia magica di cui non conoscevo neanche l’esistenza, ma di loro nessuna traccia. Mi sto preoccupando.”
Prendo un pezzo del cervo messo a cucinare sul fuoco. Lo addento.
“Secondo me stanno benissimo, guarda!”
Greg ci sfreccia davanti gridando aiuto e invocando il nome di una marmotta.
“Guarda come corre felice e spensierato!”
Dietro di lui corrono un branco di lupi ed un orso.
“E senti come urla dalla gioia! Urlassi così io, al posto suo!”
Kyra osserva la scena a bocca aperta. Li indica.
“Kyle...”
Smetto di mangiare.
“Che c’è? Ho la bocca sporca? Passami qualcosa per pulirmi.”
Mi lancia una padella in testa.
“Ahi! Ti ho chiesto qualcosa con cui pulirmi, non una commozione cerebrale”
Mi indica con più enfasi la direzione in cui è fuggito Greg. Alzo gli occhi al cielo e mi alzo svogliatamente.
“Ma dai! Sempre io lo devo salvare! E che palle!”
Sto per seguirlo, quando mi viene in mente una cosa.
“Ma il padre?”
“Cosa il padre?”
Mi giro per indicarla.
“Nicholas. Non era con lui. Qualcuno deve avvertirlo. TU! Sarai tu ad avvertirlo.”
“Kyle, non ho la minima idea di dove potrebbe essere.”
“Vai a cercarlo. Io di sicuro con quello non ci parlo, mi odia.”
“Non essere così melodrammatico!”
“Che fa, pensi che non riesca a riconoscerlo uno sguardo d’odio, quando mi viene indirizzato? Lascia perdere, meglio che ci vai tu. Io intanto vado a salvare Greg, che fra un po’ ci rimette la pelle. Andiamo!”
Detto questo, mi lancio all’inseguimento della bestia, dei lupi e dell’orso.
Greg POV
Ma chi me l’ha fatto fare?!
Sposto le foglie alla meglio mentre corro, i rami che mi graffiano il viso e le braccia. Sento gli ululati del lupi dietro di me. Giro la testa per vedere a che distanza si trovino.
Mai girarsi quando si corre - dicono sempre - potresti andare a sbattere. O, come nel mio caso, cadere da un dirupo. Non proprio un dirupo, diciamo una frattura abbastanza ampia con un dislivello non da poco.
Riesco a fermarmi appena in tempo, i piedi scivolano per qualche centimetro sulla terra, alzando della polvere.
E ora?
La parte di terra dove sto io finisce a mo’ di precipizio con in fondo, molto in fondo, un fiume. Per saltare, dovrei prendere un minimo di rincorsa. Ecco: dovrei. Allora che sto aspettando? Fra un po’ i lupi mi raggiungeranno.
Arretro di qualche passo e mi preparo psicologicamente al salto. Respiro profondamente una volta, due volte. Inspiro positività, espiro negatività. Va bene, non voglio saltare, non sono sicuro di arrivare dall’altra parte, si tratta dopotutto di un salto da non poco. Insomma, voglio affrontare una probabile morte a mente serena.
Nel bel mezzo del mio training autogeno, sento urlarmi alle spalle: “Ma ti pare il momento di fare meditazione? Salta, idiota!”. Detto questo, mi sento afferrare la mano e tirare in avanti. Sottolineo, che in tutto questo ho gli occhi chiusi.
Atterro di faccia, ma almeno atterro tutto d’un pezzo. Alzo la testa e vedo... Kyle? Ovviamente c’è lui dietro a tutto questo. Alzo il dito accusatore.
“Kyle. Mai. Interrompere. Una concentrazione.” Alza un sopracciglio.
“Non tranquillo, non è stato nulla di che, ti ho solo salvato la vita... di nuovo. Come sempre.”
Mi alzo cercando di pulirmi come posso.
“Come sempre? Sono io che ti salvo la vita, ragazzino!” Mi zittisce con un gesto della mano.
“Io salvo la vita a te, tu salvi la vita a me. Do ut des, Greg.”
“Ora non inventarti parole!” Si preme la base del naso.
“Nonostante ti conosca, la tua ignoranza non smette di stupirmi.”
I lupi raggiungono il limite del dirupo e si fermano. Li guardo ridendo.
“Allora non sapete saltare, vero stronzi?!”
Kyle mi dà una scoppola e mi tira per la maglietta.
“Sta zitto e scappiamo!”
“Suvvia, i lupi non saltano bene in lungo, si sa.”
Mi giro, un lupo è proprio dietro di noi. Con una mano, Kyle mi afferra per il colletto e mi trascina via.
“I lupi non saltano in ALTO, saltano benissimo in LUNGO!”
Riprendiamo a correre come non ci fosse un domani.
“Giuro che se ne usciamo vivi, ti uccido con le mie mani!” Mi urla il ragazzino.
“RIVOGLIO LA MARMOTTA!” urlo, cercando di concentrarmi su pensieri felici.
Cerchiamo di depistare i lupi, ma sono troppo veloci.
E proprio mentre nasce in noi il timore di non farcela: punto morto. Una rupe ci sbarra la strada, troppo ripida e alta per essere scalata.
Se prima ne avevamo il dubbio, ora ne abbiamo la certezza.
I lupi si fermano con noi, accerchiandoci.
Appoggio le spalle al muro osservandoli.
“Kyle...” non parla, guarda le belve.
Lo stringo a me, quasi a stritolarlo, come se stringerlo a me, aumentasse il mio coraggio (ma quando mai...avevo solo paura di morire)
“Non voglio morire...NONVOGLIOMORIRENONVOGLIOMORIRENONV-“
Mi arriva uno schiaffo, più forte delle altre volte, a mio parere.
“Non farti prendere dal panico, Greg! Rimani concentrato e PENSA!”
Lo lascio andare e torno a fissare i lupi.
“Lo sapevo che non dovevo accettare! La situazione si è rivelata più grande di noi! Mi dispiace, Kyle...”
Sgrana gli occhi e si gira verso di me!
“Cos’è che hai detto?!”
“M-mi dispiace?” Chiude gli occhi e scuote la testa. Mi si avvicina.
“No, no! Prima.”
“La situazione è più grande-“
Mi prende la testa con entrambe le mani e mi stampa un bacio in fronte.
“Non avrei mai pensato di dirlo: Gregory, sei un genio!”
Rimango di stucco. Non posso fare altro che guardarlo mentre si gira di scatto verso i lupi sbattendo i piedi, allargando le mani ed urlando a squarciagola.
“Kyle, che stai-?”
“Fai come me, fidati!”
Alzo le spalle e lo seguo, tanto ormai...
Kyra POV
Il bosco è tutto uguale. Vedo un albero che di sicuro ho già visto tre alberi fa! Mi sono persa, lo sapevo. Chissà se Kyle sta bene... e se ha trovato quel deficiente! Mannaggia a lui e ai suoi problemi padre-figlio! A proposito di padre, ma si può sapere dove s’è accampato questo?!
Saran 10 minuti che cerco!
Urlo di frustrazione.
“Ma chi me l’ha fatto fare?!”
Una luce mi si para davanti. Socchiudo gli occhi per mettere a fuoco la figura dietro la luce.
“Ah, sei tu... che ci fai qui?” la figura abbassa la torcia, rivelando di essere niente di meno che Nicholas. Sospiro sollevata.
“Stavo cercando te. Non c’è tempo di spiegare, dobbiamo andare, Greg è in pericolo.” Lo prendo per la manica, ma lui con uno strattone scivola dalla mia presa.
“Non vado da nessuna parte finché non mi dici che succede.”
“Greg è in pericolo, dovrebbe bastarti come motivazione!” Gli faccio segno con la testa di andare.
“E questo l’ho capito. Spiega il resto.” Mi lascio scappare un grugnito.
“Insomma... ci è spuntato davanti mentre scappava... e lupi... poi gli orsi... boh! Ma se lui era con te, si può sapere perché stava scappando?” Scrolla le spalle.
“Nulla di che, gli sono venuti i cinque minuti...”
Lo guardo scettica.
“Cinque min-... che hai fatto?”
Si indica.
“Io? Non ho fatto nulla, e che dovevo fare?”
Incrocio le braccia.
“Parla.”
Esita un momento.
“Mi potrebbero essere scappati dei commenti poco delicati... su di voi.”
“Poco delicati, eh?”
“E va bene! Ho parlato male di voi, ma che importanza ha?”
Non posso credere alle mie orecchie.
“Che importanza ha? Non posso credere che tu sia così ottuso da non capirlo. Te lo spiego in termini semplici: al contrario tuo, noi ci siamo stati per lui. Anche se lo conosciamo da poco più di un mese, siamo stati i primi amici che ha avuto dopo anni. C’eravamo quando è arrivato in quest’accademia; c’eravamo quando è scoppiata la cucina, ma quella è un’altra storia; e c’eravamo quando stava attraversando una crisi a causa tua! E lui c’è stato anche per noi! Noi tutti, te compreso! Ti avrebbe potuto lasciare a morire in quella grotta, ma non l’ha fatto! Sei così ottuso che non ti accorgi neanche di quello che accade davanti a te! Ora svegliati e, per una volta smettila di essere così egoista! Non si tratta di te, si tratta di lui! Ha bisogno del tuo aiuto! L’aiuto di suo padre!”
“... per lui non lo sono!”
“E allora diventalo! Andiamo.”
Non gli lascio il tempo di lamentarsi, lo trascino a forza verso la direzione da cui sono arrivata. I conti li faremo dopo.
Greg POV
Dopo tre ore di urla e schiamazzi, i lupi si sono spaventati e se ne sono andati. O, ipotesi più probabile, si sono stancati di noi e se ne sono andati. L’importante è che non siano più un nostro problema.
Mi accascio a terra sfregandomi la gola.
“Finalmente, non ho più voce...”
Kyle mi si siede accanto.
“È perché urli di gola e non di petto.”
“C’è anche un modo specifico per urlare?”
Annuisce.
“Sì. E tu lo fai male. Guarda il lato positivo: il tuo urlo di gola li ha mandati via. Adesso possiamo riposarci, ci rimetteremo in cammino domani.”
“Dobbiamo tornare adesso! Chissà come stanno tua sorella e mio p-, cioè, il vecchio...e poi, piuttosto che urlare come due pazzi, non avresti potuto farli alla brace quei lupi, eh? Come mai non hai usato il tuo potere?”
China la testa.
“Non è così semplice... ancora non mi sono ripreso del tutto. Sì, a volte riesco ad usarlo, ma per affrontare un branco di lupi con il potere ho bisogno di molta forza. Non solo fisica, anche mentale.”
“Ad ogni modo, è ora di andare, prima di cacciarci in qualche altro animale.” Mi alzo per iniziare ad incamminarmi. Mi sento afferrare per una gamba.
“Greg, sono veramente stanco, non ho le forze per camminare ancora... ti prego, riposiamoci un po’...”
Ci guardiamo in silenzio. Sta utilizzando di nuovo gli occhi da cucciolo.
“Kyle... non è che hai paura del buio?”
Mi lascia subito andare.
“Io? Paura del buio? Ma che dici... non ho paura del buio! È solo che mi inquieta la foresta quando è poco illuminata. Ed è proprio per non imbatterci in altri animali che vorrei rimanere dove siamo!”
Lo tiro su a forza.
“Kyle, ce ne dobbiamo andare! I lupi potrebbero tornare da un momento all’altro, non siamo al sicuro qui. Forza.”
Ci muoviamo verso una direzione non meglio definita sperando che sia quella giusta. Kyle è veramente stanco, inciampa un paio di volte e stenta nel camminare.
Ma c’è tensione nell’aria, quindi non ci fermiamo.
Ad ogni rumore sospetto, ci giriamo in sincrono.
Dopo circa un’ora di cammino, Kyle mi ferma.
“Greg, non siamo soli.”
Ci guardiamo intorno, cercando un minimo accenno dei lupi.
Un rumore fra gli alberi, ed esce un gufo. Kyle sussulta, io rido.
“Avevi ragione, non eravamo soli! Calmati ed andiamo avanti. Ci siamo quasi, me lo sento.”
“Greg, penso che stiamo sbagliando strada, forse stiamo pure girando intorno!”
“Dai Kyle, non puoi mollare proprio ora! Sai cosa? Ti porto in braccio.”
Mi avvicino, lui si allontana.
“Ce la faccio, ce la faccio! Non ti azzardare a provarci!”
Ancora rumore fra gli alberi. Un ringhio. Kyle si immobilizza.
“Greg, dimmi che sei stato tu. Perché quello di sicuro non era un gufo!”
Un paio di occhi ci osservano, due bagliori fra il verde scuro, quasi nero, di un cespuglio a non più di un passo dal ragazzo.
Senza pensarci due volte, prendo Kyle per il braccio e lo tiro via, per poi rimettermi a correre, senza lasciarlo.
Non diciamo niente, continuiamo a correre sentendo dei passi dietro di noi. Non ci voltiamo, sappiamo benissimo cosa ci insegue.
E proprio perché la fortuna ci vuole bene, andiamo a finire dritti dritti sul ciglio di un baratro. Non ci vorremmo girare, ma avete presente quella sensazione provata quando ti senti inseguito e devi per forza girarti a vedere chi o cosa ti insegue? Ecco: io e Kyle in questo preciso momento. Voltandoci speriamo di essere scappati da uno scoiattolo o al massimo da una marmotta. Ma si tratta solo di una vana speranza, perchè davanti a noi, famelici, ringhianti e con occhi luminosi come stelle in quell’oscurità proiettata dalla foresta, si para un branco di una decina di lupi neri. Vedendoli di fronte a noi, non posso che ricordare una storia che mi raccontava quella vecchia signora del black dog, il cane del demonio. Da piccolo, mi paralizzavo dalla paura ogni volta che me la raccontava. Ora, i miei incubi sembrano essersi proiettati nella realtà. Il black dog è davanti a me e non è solo. A malincuore, rimpiango ancora una volta la marmotta, e mi chiedo cosa ci faccia qui e perché debba accadere tutto a me... ma soprattutto, perchè c’è un baratro ogni volta che corro per salvarmi la vita? Dove si trova questo bosco? Su uno scoglio?!
“È la fine...È LA FINE!” urla Kyle, preso dal panico.
“Sono sopravvissuto ad un pazzo maniaco che cercava di far rivivere uno stregone potentissimo usandomi come cavia e a svariati incendi quasi tutti provocati da me e adesso morirò su uno sputo di scoglio sbranato dai lupi! Con te, poi!” Lo guardo, ma non lo ascolto per due motivi: il primo, sono troppo terrorizzato per poter dire o fare qualcosa, seconda cosa...è Kyle, avesse mai detto o fatto qualcosa di sensato quella testa pazza...
I suoni, in ogni caso, mi arrivano ovattati. Pensa Greg, pensa. Cosa fare? Mi guardo alle spalle, poi di nuovo davanti a me. Non rimane altro che...
Mi sento scuotere. Abbasso gli occhi su Kyle, la sua bocca si muove, ma non capisco cosa dica. Concentrati!
“...saltare! Greg, dobbiamo saltare!”
Dobbiamo saltare.
“Kyle... ma tu non soffrivi di vertigini?”
“Seriamente?! O moriamo combattendo o tentiamo la fortuna saltando. Chi se ne frega delle vertigini!” Mi spinge verso il bordo. Guardiamo sotto. È alto. E sotto ci sono spuntoni.
“Sai Greg, ci ho ripensato. Magari è meglio non saltare.” Annuisco. Mi sorprende che in tutto questo i lupi non abbiano ancora attaccat-
Ed ecco un lupo che mi viene addosso. Ma non mi posso stare zitto? No, mi puzza proprio la vita.
Il tutto va a rallentatore, o così sembra a me. Il lupo si alza sulle zampe posteriori e spicca un balzo, le fauci spalancate con le zanne grondanti di saliva. Qualcosa mi spinge di lato. Giro la testa in tempo per vedere Kyle, le braccia ancora allungate verso di me, che viene investito dal lupo. Rotolano per il restante terreno. Il lupo e Kyle cadono dal baratro.
“KYLE!”
Mi rialzo di scatto, mi precipito verso il bordo. Ed è là, aggrappato ad una roccia. Gli allungo la mano, ma non lo raggiungo.
“Dammi la mano!”
Cerca di raggiungermi, ma è troppo in basso. Sta per guardare giù.
“Kyle, no! Guardami, ragazzino, guarda me. Non guardare giù, ok?” E il genio cosa fa? Guarda giù lo stesso.
“Greg, tirami su.” Lo dice con una calma impossibile per la sua situazione. Il viso impassibile.
“Va bene, ma devi cercare di raggiungere la mia mano.” Mi protendo di più. Non si muove.
“Kyle, muoviti!” Nulla, guarda di fronte a sé e non dice nulla.
Cerco di spingermi più che posso così da raggiungerlo, ma non ci arrivo. Provo a sporgermi di più, ecco, va già un po’ meglio. Un po’ di più...ancora un po’...ancora un pochino...le mia dita sfiorano la sua mano, che per lo sforzo è sudata e quindi scivola. Alla fine lo afferro, ma non riesco a tirarlo su: mi sono sporto troppo dal precipizio. Se lo tiro su finisce che cadiamo insieme. Tento di farlo appendere a una roccia più sopra.
“Kyle, devi fare un altro piccolo sforzo. Lo vedi quello spuntone? Se ti aggrappi a me, ti aiuto ad arrivarci.”
Mi fissa e basta. È paralizzato dalla paura.
“Ascoltami e tutto andrà bene!” Detto questo lo tiro verso di me, con tutto lo sforzo che mi rimane in corpo, lo porto ad appendersi allo spuntone, ma nel farlo scivolo e sto per cadere a faccia in giù verso quelle rocce aguzze e acuminate.
Addio mondo, è stato bello calpestarti per la mia breve esistenza.
Mentre scivolo verso il mio triste destino, mi passano davanti tante immagini...di nuovo: Kyle, Kyra, Bakax, Yesmallion e...mio padre. Perché proprio lui? Lui. Quello che non avrei mai e poi mai chiamato padre. Ma quest’ultima immagine mi urla qualcosa che non capisco.
“Greg! Cosa fai?”
La mia caduta viene frenata, mi sento tirare per le gambe... sarà il sangue che mi va al cervello. Colpisco la parete rocciosa con la testa e svengo...
 
  
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