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Autore: Boringgirl    08/01/2017    1 recensioni
Vika é braccata. Corre a perdifiato nel bosco ma la ferita sul fianco le impedisce di correre come vorrebbe. Chi può averla tradita rivelando la sua posizione e aiutando i cacciatori nella caccia? Un nome e un viso invadono la sua mente, sarà veramente lui il traditore?
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

Capitolo 5

“Ehi Nic, eccoci…piaciuto lo spettacolo?” dissi avvicinandomi al ragazzo che mi fissava stralunato, “non avresti dovuto ucciderlo? Da quanto avevo capito la pena per chi entrava nel vostro territorio era la morte” sussurrò fissando il nostro nuovo compagno. “Beh diciamo che non è colpa sua se è entrato nel nostro territorio…” dissi prendendogli dalle mani la fialetta con al suo interno l’anima che avevamo recuperato. Me la misi davanti agli occhi e scrutai il fumo presente al suo interno: era grigiastro e sembrava del tutto innocuo.

“Nic, dobbiamo muoverci, non ho idea di quanto possa resistere fuori da un corpo” dissi e cominciai ad incamminarmi nel bosco, diretta al Pick up, “di questo tizio che ce ne facciamo? Non dirmi che viene con noi eh! Ne basta uno di lupo, e poi neanche lo conosci non possiamo fidarci di lui” sbraitò Nic parandomisi davanti. “Ehi tizio! Guarda che se c’è uno che deve portare rispetto qui sei tu, si da il caso che tu sia un semplice umano mentre noi due, siamo ad un livello superiore” intervenne Simon irato dal comportamento di Nic.

“Ragazzi, calmiamoci okay?” dissi, mettendomi tra i due che sembravano già in procinto di iniziare una scazottata. “Si Nic, il tizio verrà con noi, essendo scappato dal suo territorio dovrà parlare con il nostro Fenrir per vedere come risolvere la questione, e l’unica che può portarcelo in questo momento sono io, quindi vedete di andare d’accordo per un paio di ore oppure non parlatevi per il resto del tempo che resteremo insieme” dissi mettendo fino ad ogni possibile replica da parte dei due, e ricominciai ad incamminarmi verso la fine del bosco.

“Mi dispiace Simon, ma prima di portarti dal nostro Sköll dobbiamo fare una cosa che non può aspettare, visto che c’è in gioco una vita umana” chiarii con il lupo mentre ci stavamo dirigendo all’ospedale. Il ragazzo  non sapeva della mia doppia natura ne di quella di Nicholas e questo doveva restare un segreto. Non erano molti i lupi del mio branco che lo sapevano ed era molto meglio così.

 

Arrivammo in pochissimo tempo all’ospedale e ci dirigemmo alla svelta verso la stanza della signora Collins. Lasciammo Simon fuori dalla stanza. Quando entrai mi stupii di quanto la donna sembrasse morta.

“Che cavolo…brucia” esclamò Nic appoggiando la fialetta su un tavolino di legno, “l’anima avverte che è presente un corpo libero e smania per uscire” dissi avvicinandomi alla fiala, “svelto, chiudi tutte le finestre e abbassa le tapparelle” ordinai a Nic, “quando aprirò la fiala l’anima dovrebbe volare direttamente dentro al corpo, dobbiamo però evitare di avere qualsiasi tipo di contatto con essa”. Aprii la fiala e lentamente fuoriuscii l’anima, che, al posto di disperdersi nella stanza come della normale aria, restò compatta e cominciò a spostarsi, sempre in maniera unita, verso il letto sul quale vi era disteso il corpo. Quando si ritrovò in prossimità di esso cominciò a cambiare colore, passando da un grigio a un rosa pallido, fino a quando alla fine entrò nel corpo della donna attraverso le narici.

Gli unici testimoni di questo strano avvenimento eravamo io e Nick, che in silenzio, con la bocca spalancata e un espressione sbigottita sui visto avevamo assistito ad un evento raro, se non unico nel suo genere. Non avevo mai sentito, durante tutto il mio addestramento di Aingeal, parlare di un caso del genere, certo c’erano un sacco di altre storie strane, ma mai una cosa così. Per quanto riguarda Nick, non sapevo se conosceva o era stato partecipe di altri eventi simili, ma dalla sua faccia sbigottita ne dubitavo fortemente. Eravamo restati in disparte, davanti alla porta, per evitare intromissioni, ma più l’anima si riavvicinava al suo corpo e più noi ci avvicinavamo al tutto, per trovarci alla fine a fianco della donna, in attesa di qualche segnale di vita.   

“Perché non succede niente? Sembra più morta di prima.”

“Come faccio a saperlo, ti pare che io abbia già assistito ad una cosa del genere?” sbottai in agitazione, avevo le mani che tremavano, stava passando troppo tempo. Cominciai a scuotere leggermente la donna, cercando di svegliarla mentre Nick alzava le tapparelle, facendo entrare nuova luce nella stanza. Stavo iniziando a preoccuparmi seriamente, doveva succedere qualcosa! Non era possibile che dopo un ricongiungimento di un anima, essa morisse, era una cosa impossibile. Avevo appena finito di fare questi pensieri, quando all’improvviso la donna cominciò a tremare violentemente ed ad avere degli spasmi. Cercammo di tenerla ferma, ma si dimenava e cercava di lottare contro la nostra presa, fino a quando non aprii gli occhi.

 

Viva, era viva. Per quanto riguarda invece il settore mentale, non ero del tutto sicura che fosse sana. Ci stava guardando come se fossimo dei mostri e soprattutto come se gli avessimo fatto del male. “Si calmi signora, non vogliamo farle del male, siamo qui per aiutarla” provò a chetarla Nick, con voce calma e dolce, ma lei al posto di ascoltarlo cominciò a dibattersi ancora più forte. Dovevamo riuscire a calmarla e a spiegargli perché si trovava in ospedale, ovviamente raccontandogli una qualche cavolata, visto che non potevamo sbandierare ai quattro venti quello che era successo e lei di sicuro non ricordava niente come tutte le altre vittime che avevo salvato.

“Voi, dovete lasciarmi stare, siete solo dei mostri, solo dei mostri…” urlava, dimenandosi e cercando di liberarsi. Ci guardammo per un istante negli occhi, mostri? Non era possibile che sapesse…

 

Tutto ad un tratto la porta si spalancò ed in fretta e furia ci trovammo circondati da infermiere e medici che presero i nostri posti nel cercare di calmare la donna. “Come è possibile che si sia svegliata? Quando l’ho visitata si trovava sotto stato vegetativo e nessuna tecnica che ho usato l’ha risvegliata, quindi come è possibile che ora si sia risvegliata?” ci chiese un medico che era rimasto sulla porta, sbalordito dalla scena a cui aveva assistito. “Non ne abbiamo idea, siamo entrati e dopo pochi minuti ha aperto gli occhi e ha cominciato a urlare” sorrisi al medico, “beh, ora vedremo di capire cosa le è successo, e meno male che il vostro amico qui fuori ha sentito le urla…” borbottò il medico avvicinandosi alla paziente.

“Andiamo? Non possiamo restare qui…” sibilò Nicholas lanciandomi un chiaro sguardo di impazienza, annuii e uscimmo dalla porta quando la sua voce disperata della signora Collins mi blocco; “mi aveva avvertito, mi aveva avvertito che sarebbero arrivati e che mi avrebbero fatto del male. Lui, il ragazzo con Iona tatuato su un braccio, il diavolo mi disse…sta vendendo a prenderti.”

 

****

La notte era scesa da parecchio tempo. In lontananza sentivo gli ululati di alcuni lupi. Lupi veri, non licantropi. C’è n’erano parecchi nella nostra regione e fin da piccola ascoltare i loro ululati mi rilassava. Non erano tanto diversi dai nostri, ma quella piccola differenza, io l’avvertivo e cercavo di captarla concentrandomi e ascoltando anche tutta la notte se necessario.

Questa notte però era differente. I loro canti non mi aiutavano a rilassarmi, anzi mi ricordavano chi avrei già dovuto dimenticare da un pezzo. Sentivo il vociare di Simon e di Vic in salotto e avvertii l’arrivo dell’auto di Fia. Mi alzai e rientrai dalla finestra della mia stanza.

Fia era lo Sköll del branco, ovvero la seconda in comando se mio zio, che era Fenrir de branco, non era presente, come appunto in questo caso. Mentre Vic era l’Hati. Era colui che si occupava della protezione del Fenrir.

“Salve ragazzi” disse Fia abbracciando Vic, facendo un cenno a me ed andando a stringere la mano a Simon che era seduto composto sul divano. Lo guardai stringere la mano a Fia leggermente intimorito e non potei fare a meno di fare un sorrisetto. Solitamente i licantropi, sia uomini che donne, avevano un fisico abbastanza imponente, erano molti alti e con un fisico ben piazzato. Ero cresciuta in un branco di licantropi, quindi ero abituata a vedere donne alte e grosse come normali uomini, ma Fia era molto più grande di un uomo normale. Era molto alta e questo creava spesso soggezione soprattutto negli uomini che erano più bassi di lei. Anche il carattere non aiutava, era molto scontrosa e non accettava che si disubbidisse agli ordini. Per questo io e Fia non andavamo molto d’accordo, io avevo la predisposizione ad ignorare ogni tipo di ordine e fregarmene mentre Fia era la persona più ligia alle regole che io abbia mai conosciuto. Ovviamente nel mio caso, cercavo di disubbidire solo agli ordini che non prevedevano una punizione mortale, anche se la tentazione a volte mi prendeva. Un'altra cosa che mi rendeva molto differente, non solo da Fia ma da tutte le donne licantropo, era la mia struttura fisica. Non ero bassa, ma raggiungevo a malapena il 1.70, mentre le altre donne arrivavano tranquillamente al 1,80,  e non ero molto muscolosa. Purtroppo gli allenamenti da Aingeal a cui mi avevano sottoposto non mi avevano irrobustito, anche se sapevo difendermi niente male grazie alle lezioni di corpo a corpo che avevo seguito. Ovviamente tutto questo cambiava del tutto una volta che mi trasformavo. Ero forte, ero la femmina più forte del branco e anche tra i maschi mi difendevo bene, se era difficile tenermi testa in un combattimento dal lato fisico era impossibile dal lato mentale. Ero un Freki, un cacciatore nato, avevo un senso molto più sviluppato del combattimento e strategico molto più evoluto degli altri. Riesco a prevedere come un attacco, quindi ad anticiparlo e uccidere se dovesse essere il caso. Potevo vantarmi di essere il Freki più temuto di tutto il Canada.

Quindi capivo come si sentiva Simon in presenza di Fia, versione umana. Era esattamente come si sentivano le mie prede, quando le braccavo.  

“Allora, Fia, come ti ho detto per telefono, questo è Simon. Ci siamo incontrati nel bosco nei pressi di Black Diamond dove mi ha spiegato il motivo della sua incursione nel nostro territorio” dissi dopo un attimo di silenzio, mentre Simon annuiva lentamente. Gli raccontai del nostro piccolo scontro, tralasciando il motivo per il quale mi trovassi nel bosco con un poliziotto sicura che Fia avesse capito che erano questioni che riguardavano la mia seconda identità. Ero rimasta stupita dal fatto che Simon non avesse chiesto niente, mi era parso un tipo di natura curiosa, quindi mi sarei aspettata un paio di domande, anche dopo la situazione in cui ci siamo trovati all’ospedale. Invece niente. Ero molto turbata dopo quello che era successo, e le ultime parole della donna avevano scatenato dentro di me emozioni contrastanti, il mio spirito di lupo mi spingeva a indagare. Ero talmente agitata che dopo avermi accompagnato a casa Nick aveva chiamato Vic per tenermi d’occhio, non ascoltai cosa si dissero ma immaginai fosse qualcosa del genere, visto che dopo il loro breve colloquio, Vic non mi mollò per un secondo.

 

“Quindi sei stato attaccato da dei cacciatori e probabilmente da un licantropo traditore, eh?” sospiro Fia, “avremmo dovuto aspettarcelo che qualcuno alla fine avesse tradito… non possiamo farti tornare al tuo branco, è troppo pericoloso, ma parlerò con il tuo capobranco e lo avvertirò del pericolo che corre. Vic tu chiama le sentinelle di turno sta sera e accertati che sappiano del pericolo che corrono mentre io mi metterò in contatto con il nostro Fenrir, per avvertirlo. Vika tu ti occuperai di preparare una stanza per Simon, che resterà qui con te e tuo fratello che dovrebbe tornare a breve. Potrai restare qui fino a quando non sistemeremo questa faccenda, se per te va bene” abbaiò ordini per poi rivolgersi a Simon che si affrettò ad annuire.  

 

“Wow, così quella è lo Sköll del vostro branco? ” disse Simon seguendomi per i corridori labirintici della casa. “Abbastanza impressionante vero? Ma, silenzio, ti ricordo che…” e gli feci segno le orecchie, un licantropo sente molto meglio di un umano medio e io non volevo che Fia provasse a staccarmi un braccio la prossima volta che mi avrebbe avuto a portata di mano. Ridacchiò e continuammo fino alla sua stanza. “E così hai un fratello…un altro licantropo immagino, ed è per caso il nuovo Fenrir?”mi chiese mentre appoggiavo degli asciugamani puliti sul letto. “Più di uno, per l’esattezza quattro fratelli, tutti maschi e tutti più grandi di me. Quello che sta tornado a casa, è il terzo e non è un Fenrir. È un normalissimo lupo e d’è l’unico che fa  parte del branco di mio zio, altri due invece fanno parte dello stesso branco mentre quello più piccolo, togliendo me, fa parte di ancora un altro branco.” Era molto complicato da spiegare ma anche se eravamo molto distanti tra di noi, eravamo molto uniti. “Ecco spiegato il motivo per cui il branco di Alberta è così in buoni rapporti con tutti, avete al famiglia dispersa ovunque che vi aiuta” disse sorridendo divertito, risposi con un sorriso.

 

Di sotto sentimmo che Vic aveva finito di chiamare le nostre sentinelle e ora stava chiamando la pizza d’asporto mentre Fia stava finendo. Scendemmo e ci sedemmo a chiacchierare con Vic.

 

“Il fenrir è stato avvertito, e ha detto che puoi restare quanto vuoi e che tornerà dopodomani. Passate una buona serata e…credo non ci sia bisogno di puntualizzare ancora che non dovete uscire” fece una pausa e poi continuò guardando me “nessuno deve uscire per i boschi in questi giorni, a parte chi di dovere, e soprattutto non questa notte” disse Fia, ammonendomi ancora con lo sguardo prima di uscire dalla casa. Se Simon non avesse capito della mia particolare predisposizione nel mettermi nei guai, beh grazie a questo miracoloso intervento di Fia l’aveva sicuramente capito.

Entrambi gli uomini seduti di fianco a me, scoppiarono a ridere mentre io borbottando andai ad aprire la porta al fattorino che era appena arrivato con sei fumanti pizze.

 

 

 

   
 
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