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Autore: Lila May    09/01/2017    2 recensioni
Due squadre, Unicorno e Tripla C.
Mark Kruger e Esther Greenland. Una coppia alquanto strana, tuttavia efficace.
5 maschi e 5 femmine completamente opposti, se non quasi. E quindi guerra totale.
Tantissimi punti di vista diversi.
Molti, troppi problemi.
Poi condite il tutto con un po' di amori, cotte, risate, segreti, gelosie e verità scottanti.
Semplicemente un disastro.
---
Storia terminata.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Dylan Keith, Eric/Kazuya, Mark Kruger, Suzette/Rika
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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LUNA PARK (parte due)


- Oh, shit... - Mark deglutì piuttosto rumorosamente, aggrappandosi ad un albero lì vicino con una malcelata disperazione. Le gambe gli tremavano, la voce era quasi del tutto scomparsa.
Montagne russe del diamine. Chiuse gli occhi, stringendoli forte per riprendersi, e quando li riaprì si ritrovò la faccia di Suzette a due passi dalla sua.
Lei gli strappò un bacio, ma non fu piacevole come si era aspettata.
- Tesorino? -
- Yeah...? -
- Sei pallido. -
- Ma cosa dici, sciocchina... - bofonchiò Kruger, staccandosi dall'albero con fare supplichevole. Dannazione, si era ripromesso di farsi coraggio, ma quelle stupide giostre ancora gli incutevano troppo orrore, proprio come quando da piccolo.
Ma che ci poteva fare se tutta quella velocità lo mandava in tilt?
Avrebbe preferito mille volte cavalcare uno stallone impazzito piuttosto che fare su e giù su un carrello sistemato alla bene meglio.
Si passò una mano fra i capelli biondicci, cercando di apparire solo un po' stanco. Chissà che stava facendo Esther. - Perché ora non passiamo a qualcosa di giusto più tranquillo? -
- Tipo... - Suzette se lo avvicinò con rabbia, facendolo arrossire. - ... baciarci? -
- Beh, per quello c'è tempo... oh! Che ne dici della casa dell'orrore...? A questo non puoi dire di no. -
- Perché, non vuoi baciarmi? -
Mark all'inizio oppose un po' di resistenza, cercando di rimandare il momento a più tardi, ma lei lo stava implorando con occhi da cucciola, poverina, così cedette. La strinse forse a sé, poi si perse completamente nella sua bocca, anche se una parte della sua mente ancora pensava a Esther.
Forse le sarebbe piaciuto stare un po' con lui.
Avrebbe trovato un po' di tempo per divertirsi anche con lei, poco ma sicuro.
 
 
Esther, Hellen, Bobby ed Erik avevano deciso di fare gruppo unico, e a differenza della coppietta precedente scelsero di praticare giochi più tranquilli.
Per tutto il tempo che gli altri se la erano spassata, però, la moretta della CCC era rimasta qualche passo più indietro, pensando al suo Mark, la testa bassa e le mani dietro la schiena.
A cosa faceva. Se si divertiva. Se era contento ora che era riuscito ad ottenere l’apprezzamento di Suzette… e lei? Lei era contenta…?
No, lei stava da schifo.  
Si perse a guardare il cielo stellato, nero come l’oscurità più terribile, e le sfuggì un gemito di sconforto. – Mark…- gli sfuggì dalle labbra, e il nome del ragazzo si perse in mezzo al vociferare allegro della gente e la musica troppo alta.
All’improvviso, una mano calda sulla spalla la fece sussultare. Si voltò, e sorrise quando i suoi occhi si posarono su quelli preoccupati della graziosa Hellen. – Sei silenziosa cara… - osservò la rosa, stringendo la bocca. Anche i ragazzi si erano fermati ad aspettarle, ma per privacy avevano preferito tenersi lontani.
- Non ti preoccupare Helly, sto bene, davvero. – le spiegò Esther, stringendole la piccola mano bianca. No, non stava bene affatto, ma non le andava che tutte sapessero del suo malumore. In un modo o nell’altro avrebbe finito per arrivare persino alle orecchie di Mark, ed era quello che voleva evitare. Farlo preoccupare, quando poi la colpa era sua, dannazione. Sua se si era innamorata persa di lui,dei suoi occhi, le sue labbra, il suo essere lo splendido ragazzo che è. Sua. – Sono solo un po’ stanchina, tutto qui. –
- Ah capisco… - Hellen corrucciò le sopracciglia, sospettosa, ma preferì non aggiungere altro. Era chiarissismo che Esther non aveva voglia di parlare.
- Beh… -
Si riscosse dai suoi pensieri, ritornando a guardarla interrogativa.
- Penso che andrò a prendere un po’ d’acqua, sai? Mi è venuta una sete pazzesca! – decise di punto in bianco la mora, lasciandole andare la mano.
Hellen volle accompagnarla, per tenerle un po’di compagnia, ma la ragazza preferì andare da sola, e si allontanò dal gruppo, dicendo che potevano andare avanti senza lei.
 

Camminò in mezzo a completi estranei per minuti che le parvero anni, ma di Mark nessuna traccia. Non sapeva dove si potesse essere cacciato, davvero… verso quale giostra lo aveva potuto portare Suzette? Sperava tanto avesse evitato le montagne russe, visto che ne aveva il terrore.
Si fermò tra la corrente interminabile di persone, sorseggiò un po’ d’acqua dalla bottiglietta e poi riprese la marcia, levandosi sulle punte tutte le volte che scorgeva una testa bionda in lontananza.
- Ma dove cacchio sei sparito? -
 
 
Lo trovò all’uscita di una casa stregata, nascosto dietro alcuni alberi che facevano da boschetto lì vicino. Era con Suzette, purtroppo, riusciva a scorgere le loro teste vicine ma da quella lontananza le era difficile stabilire che cosa stessero combinando. Così si avvicinò silenziosa, nascondendosi dietro i tronchi.
Fu rapida e silenziosa come una gatta, ma il suo cuore galoppava impazzito, e le sembrò quasi impossibile che non glielo sentissero.
Era fortissimo, dannazione. Come la gelosia che pian piano le stava sbocciando dentro il petto, velenosa e maledetta. Tuttavia si fece forza e la ignorò, prestando attenzione ai piccioncini.
- Sei bellissima. –
La voce di Mark, sensuale, roca per l’emozione, ruppe quel breve silenzio, facendole sobbalzare i sensi. Quel tono cauto, che riserbava dei complimenti stupendi a quell’oca, si sprecava per farla sentire meravigliosa.
E a lei mai nulla. Strinse la corteccia, livida di gelosia.
Non era giusto. Lei lo amava. Lei lo voleva… ora, a baciarla e stringerla sussurrandole parole uniche. Non era giusto tutto quello.
Osservò Sue arrossire e baciarlo sulla guancia, divertita, tuttavia questa non fece nemmeno in tempo a ritrarsi che il biondo le investì le labbra in un appassionante bacio sulla bocca, facendo schioccare le loro labbra in un suono intimo e segreto.
Un altro schiocco, poi un gemito da parte di lei.
Le pupille di Esther si rimpicciolirono per la sorpresa.
Il suo cuore smise di battere, il suo respiro si bloccò bruscamente.
Tutto si fermò, ma il sangue le vorticò in testa, facendola diventare rossa di rabbia. Sentì il bisogno di urlare a squarciagola, correre verso di loro, prendere l’azzurra per i capelli e gettarla per terra, tirare uno schiaffo sonoro a Mark, quello schiocco, che aveva preferito la Capitana a lei, e mandarlo a fanculo, dichiararsi e poi dirgli che lo odiava, perché l’aveva distrutta.
Distrutta.
Mark…
Baciava Suzette, la divorava di baci, e lei non si ritraeva per nulla al mondo…
“Stanno insieme”, realizzò con debolezza. Si vedeva dalla sicurezza con cui si stringevano, dai baci decisi, i sorrisi innamorati e il distacco affettuoso, prima di riprendere ad amoreggiare.
Stavano insieme da qualche giorno…
E lui non glielo aveva detto. Nonostante fosse la sua migliore amica, nonostante lo avesse aiutato…
Niente. Le aveva mentito, tenendole nascosto il suo fidanzamento.
Stupido.
Si sentì ferita, ogni bacio che si scambiavano le arrivava alle spalle come una pugnalata mortale. E si sentì morire, letteralmente.
Collassare, le ginocchia le tremarono, voleva stendersi a terra e piangere, ma rimase lì, rossa di gelosia, dietro quell’albero a fissare con occhi pieni di lacrime il ragazzo che le aveva rubato il cuore perso nelle attenzioni di un’altra.
Quando l’immagine dei due che si scambiano effusioni divenne sfocata per via delle lacrime si allontanò correndo. Non le importò dei passi rumorosi sull’erba, non le importò se avevano visto, se si erano staccati.
Non le fregava niente di nessuno.
Voleva solo tornare a casa.
Andare via da quel paese.
E rinchiudere i suoi sentimenti in una cassaforte impenetrabile, che poi avrebbe gettato nell’oceano più profondo di tutti: il passato.



  
 
Nda
So guys? Ve lo aspettavate?
DITEMI CHE VI HO SORPRESA.
Mi è piaciuto un sacco scrivere questa parte, voi non potete immaginare. E’ come se mi fossi tolta un peso enorme dalla schiena. Aspettavo da una vita di arrivare a questo punto della storia, e vi assicuro che manca poco alla fine, anche perché non credo che andrò oltre i 41-42 capitoli…
Scusate se non ho parlato di Hellen e Bobby, ho ancora in mente qualcosa per loro, ma voglio farlo venire fuori con un flashback da parte di lei – o lui – vedremo nel prossimo chappy.
Due novità: innanzitutto volevo fare dei ringraziamenti al mio ragazzo, che mi ha spronata a continuare questa long. Mi ha dato uno sprint enorme che da sola non avrei trovato, e ora sono determinata a finirla! Quindi grazie E <3.
Le mie giornate sono impegnative, vero, ma ogni sera dedicherò qualche ora a questa storia, cosicché non dovrà passare un altro anno incompleta.
Secondo, non l’ho ancora messo, ma mi è stato fatto un edit da una mia cara persona, e probabilmente lo aggiungerò a storia finita, in tutti i chap. E’ davvero bello, speriamo vi piacerà.
Vi invito a lasciare un commento per farmi sapere, ci terrei molto!
Grazie a tutti!
 
Lila
   
 
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