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Autore: Zapt    09/01/2017    1 recensioni
Come reagirei se venissi catapultato in una realtà parallela, dove tutto segue le regole dei romanzi fantasy?
Ho provato ad immaginare diverse vicende che vedono il me fantasy come protagonista, dando vita anche a situazioni a sfondo comico di confronto fra il mondo reale e il mondo fantasy.
Tutto questo riempendo volutamente la storia di cliché tipici del genere, traendo comicità da quanto prevedibili siano gli avvenimenti che capitano.
Trattenni a stento le risate.
Ero tentato di dire qualcosa come "Figghiu de Calogero sugnu", ma poi sarei stato preso per pazzo.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero talmente perso nei miei pensieri che non notai il continuo cambio di atteggiamento della ragazza.
Avevo di meglio da pensare in quei momenti.
Sul viso di nonna c'era ancora un sorriso, era davvero così raro vedere sua nipote discutere con qualcuno?
Non potevo permettermi di perdere troppo tempo in quelle faccende, infatti cambiai subito discorso passando ad un registro più serio.

« Potrei sembrare pazzo ma.. come scriveresti "Casa"? »

Mi guardò in maniera strana per un attimo.
In effetti sentire un ventenne chiedere come si scrivesse una parola di uso così comune e così facile poteva sembrare strano ed io ne ero consapevole.
Sapeva però che avevo perso la memoria, quindi in ogni caso non si sarebbe fatta troppe domande.

« Guarda.. così »

Passò il dito sul tavolo, privo di qualsivoglia colorante o pittura.
Mi alzai dal letto per vedere la parola scritta sul tavolo.
Faceva davvero strano camminare su quelle gambe, portavano un peso non troppo diverso ma davano comunque una sensazione diversa.
Su quest'ultimo fu scritta la parola casa in elfico, apparendo totalmente illeggibile.
La scriveva con naturalezza, era chiaro che per lei fosse normale collegare quei simboli alla parola casa.
Evitai di farmi domande su come fosse riuscita a generare una scritta verde che emanava luce propria.
Era di sicuro qualche potere degli elfi.
Il perchè dovessi muovere un personaggio privo di potere magico mi sfuggì, credo fosse semplice sfortuna.
Però ero un figo, il che compensava l'esser senza ulteriori vantaggi.
Non fui troppo sorpreso nello scoprire che effettivamente stavo parlando elfico nonostante in realtà stessi pensando ed emettendo suoni nella mia lingua madre, l'italiano.
Sarà una di quelle meccaniche da giochi fatti male, dove personaggi di etnie totalmente differenti interagiscono fra di loro senza doversi fare problemi con la lingua.

« Temi di esserti dimenticato come si legge e scrive? »

Disse lei in tono scherzoso, aggiustandosi gli occhiali.
Era un enorme problema, e con enorme intendo davvero enorme.
Per quanto noi tutti diamo per scontato l'esser capaci di leggere e scrivere in quanto fondamentale nella vita di tutti i giorni, in quel caso non sarei stato in grado di leggere nemmeno un'insegna di un negozio.
In qualche maniera me la sarei cavata, ad esempio trovando una persona disposta a leggere ed a scrivere al posto mio nei casi di necessità.
Esclusi la possibilità di imparare la lingua locale; non sapevo quanto tempo sarei stato in quel mondo e non avrei di sicuro avuto il tempo di imparare una nuova lingua.
Per giunta, probabilmente erano finiti i giorni di vita da liceale, l'istruzione in mondi simili era riservata solo a poche persone, la maggior parte del popolo si occupava di mansioni umili per il bene della collettività, molte di queste non richiedevano altro che conoscenza artigianale tramandata da padre in figlio.
Insomma, dovevo sbrigarmi a guarire da quella febbre.
Iniziavo ad avere dubbi sul fatto che effettivamente fosse febbre; Elysiel non aveva idea di cosa fosse quando l'avevo nominata.
Wow, mi ero davvero ricordato quel nome.
O aveva un nome differente oppure c'era stato qualche errore nella traduzione in elfico.
Smisi di riflettere perchè mi dispiaceva lasciare nonna sulle spine .

« Proprio così.. sarà un problema.  »

Mentii, non avevo mai imparato a leggere un alfabeto così strano.
Pensai che ogni razza avesse la propria lingua ma che per qualche strano motivo fossi in grado di parlarci indistintamente.
Sarebbe stato molto comodo per il commercio, ma piuttosto inutile considerando quanto i contratti scritti siano fondamentali in accordi commerciali.
Lei parve davvero preoccupata in quel momento.
Probabilmente leggere e scrivere veniva dato per scontato anche in un mondo simile.
Forse lo insegnavano i genitori o c'erano delle scuole gratuite nei villaggi per insegnare ai bambini a leggere ed a scrivere.
Con buone probabilità quando le dissi di aver perso la memoria aveva pensato ad una perdita parziale, cioè solo di alcune informazioni. In quel momento avevo dimostrato di non sapere davvero nulla di quel mondo.
Stavo iniziando a valutare di rivelare la verità, avevo un po' paura della reazione che avrebbe potuto avere.
Non si sa mai come possa reagire gente con convizionzioni assurde che riguardano anche il divino 

« Ragazzo mio.. come pensi di andare là fuori senza nemmeno saper leggere un cartello dei prezzi di un negozio?  »

Ah, la valuta locale, vero.
Me ne stavo quasi dimenticando.
Sì, la situazione era piuttosto grave, non era così bello come pensavo essere catapultati in un mondo completamente nuovo.
Le civiltà si sono evolute in modo molto differente, sviluppando a loro volta usi e consuetudini diversi.
Per fortuna leggendo spesso storie fantasy non ero completamente spaesato.
Mi sedetti sul letto, mi girava ancora un po' la testa.


« In qualche maniera farò.. potresti per favore dirmi che tipi di monete ci sono? »

Domandò, cercando di reperire rapidamente informazioni.
L'anziana signora si preoccupava ad ogni mia domanda sempre di più.
Stava davvero iniziando a credere che l'unica cosa che mi ricordassi era il mio nome.
Sospirò, sedendosi sulla solita sedia vicino alla balaustra in legno.

«  Monete d'oro, monete d'argento e monete di rame. Cento monete di rame fanno una moneta d'argento, cento monete d'argento fanno una moneta d'oro.  »

Ah, classico, lineare, pensavo peggio.
Credo di aver giocato a qualche videogioco con valute simili.
Mi sarei abituato in poco tempo.

« Capisco. Dove vengono esposti i prezzi della merce e il suo andamento di mercato? »

Chiesi andando ancora più nello specifico.
Ero un aspirante ragioniere nella vita reale, l'economia era uno dei miei campi preferiti.
Lei però si tirò su gli occhiali con un gesto dell'indice, ridacchiando a bassa voce.

« Giovanotto, stai andando troppo nello specifico. Dovresti rivolgerti ai commercianti locali per avere informazioni così settoriali. »

Fossimo stati in un gioco mi sarebbe apparsa la quest "Trova informazioni sulla borsa locale", ma essendo che quella non era che una realtà alternativa non apparve nulla di simile.
Nella mia testa però me lo immaginai e sorrisi, era divertente pensare a tutto quello come una grande messa in scena.
Ero debole e bla bla, lo sapevo benissimo, ma sentivo la necessità di impugnare una spada.
Non avevo intenzione di combattere, ma dovevo vedere quanto quel corpo fosse abituato a certi movimenti delle spalle necessari per caricare un fendente.
Mi alzai dal letto una seconda volta, sgranchendomi le spalle con movimenti lenti e circolari.
Ero ancora senza maglia, nonostante non facesse freddo avrei preferito mettermi qualcosa addosso.

« Potrei avere.. una maglia qualsiasi? E anche qualcosa da mangiare, prometto di ripagare tutti i debiti quando ne avrò la possibilità.  »

Odiavo indebitarmi.
Era come un enorme orologio mentale che ticchettava ogni secondo, ricordandomi che avevo ancora qualcosa da concludere, avevo dei soldi non miei in tasca e dei vestiti non ancora pagati addosso.
In quel caso non avrei potuto fare altrimenti, per investire bisogna sempre avere un patrimonio di partenza da impiegare.
Un brivido mi percorse la schiena, ricordandomi che avrei fatto meglio a stare a letto.
Ignorai quel messaggio del corpo, nonna si era già alzata e poggiando una mano sul mio braccio mi disse:

« Una nonna non farebbe mai indebitare suo nipote con lei.. niente debiti in famiglia. »

Era molto più bassa di me, in effetti la media dell'altezza da quel poco che avevo visto era piuttosto bassa in famiglia.
Ad occhio e croce in quel corpo ero alto più di un metro e ottanta , parendo quasi un gigante in confronto a loro.
Avrebbe probabilmente voluto mettermi la mano sulla spalla, ma con la schiena curva non poteva fare sforzi.
Sorrisi a quella risposta. Mi trattava davvero come un familiare.
Mi sentivo un po' in colpa, mi sembrava di approfittare della gentilezza di quella donna fantastica.
Con la coda dell'occhio vidi qualcosa scendere le scale.
Forse erano degli spiriti che vivevano in quella casa, non mi sarei stupito più di nulla.
Poco dopo anche nonna scese le scale, tornando poco dopo con una maglia di tela che sembrava fatta su misura per me.
Forse aveva preso le misure quando stavo dormendo, oppure per caso aveva una maglia.

« Grazie mille! »

Esclamai, indossandola.
Confermai la scioltezza delle spalle di quel corpo, era sicuramente abituato a fare esercizio fisico.
Anche le braccia erano più possenti rispetto alle mie, dovevo farci l'abitudine.
Non ero abituato a tessuto così ruvido a diretto contatto con la pelle.
Per i pantaloni ci avevo già fatto l'abitudine, non restava che farcela anche con la maglia.
Nell'altra mano aveva portato un asciugamano, non avevo idea di dove mi sarei potuto lavare in un'epoca simile.
   
 
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