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Autore: myqueasysmile    11/01/2017    1 recensioni
La scuola.
Il canto.
La musica.
La famiglia.
Queste sono le cose più importanti nella vita di Elisa, ragazza diciottenne dal carattere molto introverso e complicato.
Una ragazza che adora il fratello, che spera di conoscere il suo "eroe" e che ancora non ha idea di cosa sia l'amore.
Ma poi arriva lui, completamente inaspettato, che un po' alla volta le stravolge la vita.
Forse riuscirà a farsi avvicinare da lei, lei che tende ad allontanare tutti e starsene per conto suo. O forse no.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Io e Marco eravamo appena atterrati a Milano. Recuperammo le nostre valigie e uscimmo nel parcheggio dell'aeroporto.
Prendemmo un taxi che ci portò al suo appartamento, Marco pagò il tassista e dopo aver preso le valigie mi fece entrare nell'edificio. Prendemmo l'ascensore fino al quinto piano, uscimmo nel pianerottolo e poi mio fratello mi condusse nella sua "casa".

Non era grandissimo, cucina e salotto, bagno e due stanze.
«Ecco! Non è granché, ma mi serviva solo un posto dove stare e qui c'è tutto il necessario» fece lui mostrandomi le stanze.
«Non è male. È carino!» dissi ammirando la città dalla vetrata in salotto.
«Si. Ti va di fare un giro fuori?».
Annuii. Ero eccitata, finalmente ero a Milano!!

Camminammo tra negozi e vetrine, che mano a mano si illuminavano col calare della sera. Alcune fan di Marco lo fermarono per fare qualche foto o un autografo, erano abbastamza gentili fortunatamente.
Non sopportavo quelle che invece gli si buttavano addosso, erano snervanti.

Ad un certo punto facemmo dietro-front e tornammo indietro, era quasi ora di cena.
«Ordiniamo la pizza?» chiese in ascensore.
Io lo guardai e sorrisi battendo le mani «Si!».
Lui ridacchiò scuotendo la testa.

-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-

Il giorno dopo Marco mi portò a visitare la città. Andammo a vedere un mucchio di bei posti, come il duomo e i navigli.

Sfortunatamente non vidi Mika seduto su nessuna panchina. Sapevo che gli piaceva stare lì...

A mezzogiorno mangiammo in un ristorante, poi riprendemmo il nostro giro.
Stavamo passando di fronte a dei negozi quando mi fermai ad ammirare un vestitino bianco che era in vetrina. Era semplice, sotto il seno aveva una fascia di pizzo nera e poi cadeva morbido sui fianchi. Arrivava un po' sopra il ginocchio, non era troppo corto. Era davvero bello! Me lo immaginai addosso in una serata speciale, magari con un paio di converse nere e una borsetta...

«Ti piace?».
Sobbalzai e mi risvegliai da quella specie di bolla in cui ero caduta.
«Oh... scusa» biascicai girandomi a guardare Marco.
«Ti starebbe bene, perché non lo provi?» chiese incoraggiandomi.
«Io... non so...» mormorai indecisa.
«Su dai, entriamo!» disse prendendomi per un braccio e trascinandomi dentro il negozio.
Alzai gli occhi al cielo e lo seguii.
Lui parlò con la commessa, la quale dopo qualche minuto tornò da noi con lo stesso vestito della vetrina in mano.

Mi accompagnò al camerino e me lo porse. Lo indossai e mi guardai allo specchio. Questo si che mi faceva sentire bella. Guardai il cartellino del prezzo e sbiancai. Costava troppo per me. Ma provarlo non costava niente no?
Scostai la tenda ed uscii facendomi vedere da mio fratello.

«Sei bellissima Elisa, guardati, ti sta d'incanto!» disse indicandomi e facendomi girare verso lo specchio. 
«Grazie, ma non posso... costa troppo per me» dissi voltandomi a guardarlo.
«Per me no, pensavo fosse scontato» replicò lui sorridendo.
«No Marco, non puoi» ribattei.
«Invece si, nessuno mi può vietare di spendere i miei soldi per la mia sorellina. È un regalo, te lo meriti» disse avvicinandosi e guardandomi negli occhi. Poi mi posò un bacio sulla fronte.
«Ti voglio bene, sei il miglior fratello del mondo!» dissi abbracciandolo di slancio.

Tornai nel camerino a cambiarmi, poi Marco mi trascinò alla cassa pagando il vestito. Uscii contenta dal negozio col sacchetto in mano.
«Grazie».
«Questo lo metti stasera» disse ammiccando.
«Stasera? Dove andiamo stasera?» chiesi scrutandolo.
«Vedrai!» rispose con aria divertita.

«Eli sei pronta?» mi chiamò qualche ora più tardi mio fratello dal salotto.
«Arrivo!». Mi guardai un'ultima volta allo specchio. Indossavo il famoso vestitino bianco. Mi ero truccata leggermente e avevo sistemato i capelli che ora mi ricadevano morbidi sulle spalle. Al collo avevo la collana con la chitarra che mi aveva regalato Marco e al polso dei braccialetti. Mi infilai le converse nere, la giacca e presi la borsetta. Ero pronta!

«Sei bellissima, dovrò stare attento a chi ti guarda stasera» disse Marco quando gli arrivai davanti.
«Ma smettila!» mormorai imbarazzata mentre mi prendeva sottobraccio e mi portava fuori di casa.

Dopo dieci minuti di macchina entrammo in un parcheggio.
Scendemmo e Marco mi guidò verso un edificio. Entrammo da una porta secondaria dove un uomo ci fermò e dopo aver scambiato qualche parola con mio fratello ci fece passare.

Cercavo di capire dove eravamo, ma era difficile dal momento che stavamo percorrendo un corridoio poco illuminato. Sbucammo in un altro corridoio un po' più grande e illuminato. Mi ci volle qualche secondo per registrare le immagini che stavano vedendo i miei occhi. Poi spalancai la bocca.

«Marco? Siamo ad x-factor?» chiesi con un tono di voce molto strano.
«Sì» rispose semplicemente.
«Perché non me l'hai detto? Potevi avvisarmi prima che mi ritrovassi una gigantografia di Mika davanti agli occhi. Mika, capisci?!?» blaterai fissando quella foto. Dio, quanto era bello!
«Ma aspetta... allora Mika è qui?!?» esclamai esaltata guardandolo. Lui annuì divertito dalla mia reazione, fissando qualcosa alle mie spalle.

«Cosa...?» cominciai girandomi e perdendo un battito. Mika. Era lì. A qualche passo da me. Spalancai gli occhi, poi cercai di riprendermi velocemente.
Lui si avvicinò, senza rendersi conto che mano a mano che avanzava io rischiavo di svenire.

«Ciao Marco!» esclamò il ricciolo fermandosi davanti a noi.
«Ehi, buonasera Mika» rispose dal mio fianco Marco.
Si strinsero la mano, poi Mika guardò me.
«Ciao, sei la sua girlfriend?» chiese in perfetto Mikaliano facendomi un sorriso.
«Ciao. N-no» balbettai arrossendo.

Lui guardò Marco leggermente perplesso.
«È mia sorella. Di solito parla molto, deve essere il fatto di averti così vicino...» gli spiegò divertito.
Mi ridestai. «Stai zitto Marco! Scusa, mi chiamo Elisa».
Lui mi porse la mano e gliela strinsi cercando di non andare in brodo di giuggiole.

«Bello tuo nome, mi piace. So, tu sei mia fan?» chiese con quel suo accento inglese molto figo sorridendomi.
Io arrossii di nuovo. «Sì, you are the best!» dissi.
«Grazie eh!» commentò con ironia mio fratello dal mio fianco prendendosi un'occhiata da me.
«Oh, thank you!» rispose Mika passandosi una mano tra i ricci e regalandomi un sorriso stupendo che mi fece sciogliere il cuore.

«Mika, vacci piano. Questa mi sviene qui» disse mio fratello indicandomi e scatenando una risata da parte del riccio.
«Non è vero!» protestai arrossendo.
«Suoni la... how do you say guitar?» chiese Mika guardandomi e indicando la collana.
«Chitarra» risposi «Si, da sei anni».
«È brava si, ma dovresti sentirla cantare» si intromise Marco.
«Oh, davvero? Canti?» chiese Mika riportando gli occhi su di me.
Marco annuì. «Canterà Happy Ending a scuola come solista col coro».
«Questo potevi anche fare a meno di dirglielo eh?» dissi girandomi e fulminandolo con lo sguardo. Lui rise.
«Really?» chiese allora Mika guardandomi sorpreso.
«Si, non è colpa mia» mormorai imbarazzata.
«Oh, don't worry! Se tu ha la voce di tuo fratelo you can do it!» disse posandomi la mano sulla spalla.

Si guardò il polso per qualche secondo, la fronte corrugata.
«Oh, fuck it!» sbottò all'improvviso portandosi una mano sugli occhi.
«Sono le sette e mezza» dissi dando un'occhiata al Kukulakuku.
Lui tolse la mano dagli occhi e mi guardò «Grazie! Io non riesce a leggere l'orologio».
«Sì, lo so. Però con Yasmine ne hai fatto uno bellissimo!» dissi mostrandoglielo.
Lui sorrise «So, tu sai tutto di me!».
Io risi «Non proprio tutto tutto».

«Venite con me!» disse all'improvviso con un'espressione da bambino. Che bello che era!
Io e Marco lo seguimmo faticando a stargli dietro finché non arrivammo in una stanza piena di gente.
«Ehila Marco!» gridò Morgan con un bicchiere di vino in mano facendogli un cenno.
«Morgan!» lo salutò mio fratello quando l'altro fu davanti a noi.
«E questa bella ragazza?» chiese dopo qualche secondo guardandomi da capo a piedi.
Marco mi circondò le spalle col braccio. «Mia sorella, giù le mani bello!» disse facendo ridere sia Morgan che Mika.
«Oh, peccato! Te lo rubo qualche minuto bella, tu goditi quel fighetto inglese» esclamò prendendo Marco e trascinandolo da qualche parte.

«Cosa ha detto? Io non ha capito...» mi chiese Mika qualche secondo dopo.
Lo guardai «Ehm, he said that he takes away my brother, so I can stay with this... I don't know how to say "fighetto"... maybe a really beautiful and good guy?».
Lui rise «Me? I'm not that».
Io lo guardai «Yes, you are».
«Nah. Ma possiamo parlare italiano? Io deve imparare...».
«Ok. Ma tu sei già bravo lo stesso» risposi con una scrollata di spalle.

«Tu non sapevi che io era qui? Prima ti ho visto sorpresa» chiese sorridendo.
«È colpa di Marco, lui non mi ha detto che venivamo qui. Ho visto la tua foto e ho capito...» spiegai guardando in su. Era abbastanza alto.
«Oh, e sei felice di essere qua?».
Annuii e sorrisi «Sono sei anni che aspetto di incontrarti!».
«Davero? Oh my God, come here!» disse stringendomi in un abbraccio. Io arrossii e lo strinsi inspirando il suo profumo.
«Later possiamo fare una foto, se tu vuole» disse sciogliendo l'abbraccio.

«Ah bè, non c'è bisogno che tu glielo chieda Mika!» gli rispose Marco affiancandoci e baciandomi la guancia.
«Vieni Eli, ti faccio conoscere qualcuno. Mika vieni con noi?».
«Oh, yes. Volete wine?» chiese prendendo un calice da un vassoio appoggiato sul tavolo lì vicino. Marco ne prese altri due e uno lo porse a me.
Poi ci dirigemmo verso un angolo della stanza.

«Marcooo!» esclamò una figura conosciuta.
«Ciao Ale!» lo salutò mio fratello ridendo.
«Ehi Mika, un'altra conquista?» chiese poi al riccio indicandomi.
«Si, lei è la mia girlfriend staserra» rispose cingendomi la vita col braccio.
«È Elisa, la mia sorellina, che a quanto pare stasera si prende tutte le attenzioni» spiegò lo scemo bevendo dal calice.
«Ma smettila, sei tu quello famoso!» ribattei assaggiando il vino. Molto buono.

Parlammo ancora per un bel po' e mi fecero conoscere il resto dei giudici e lo staff finché non fu quasi ora della messa in onda.
Io e Marco li seguimmo nel backstage. Ci sedemmo su dei divani dove avremmo potuto seguire tutto dagli schermi, poi salutammo i giudici.
«In bocca al lupo Mika!» esclamai prima che uscissero.
Lui si girò e mi sorrise «Crepi!».

  
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