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Autore: Layla    13/01/2017    1 recensioni
Tamao Ishida è una delle tante schiave senza nome che lavorano come sarte per la yakuza.
La sua vita cambierà il giorno in cui deciderà di scappare e finirà per nascondersi nel pullman dei Pierce The Veil e si unirà a loro. Scoperta dall'Immigrazione verrà sposata da Jaime, per cui ha una cotta, riuscirà a farlo innamorare di lei o il loro rimarrà solo un matrimonio di facciata?
Yukari Yidashi è la merchgirl dei Pierce The Veil cotta di Vic Fuentes, ma non è detto che sia lui l'uomo che davvero ama.
Forse è una persona del suo passato che aveva considerato sempre e solo un amico.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaime Preciado, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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15)Più pesante del cielo.

 
Yukari p.o.v.

 
Ci sono momenti in cui non sai bene cosa fare e questo è uno di questi.
Lee sta raccogliendo i cocci del bicchiere che ha appena lasciato cadere, io lo guardo come inebetita, poi mi riscuoto dal mio coma.
“Non raccoglierli a mani nude, rischi di tagliarti.”
Borbotto e vado a prendere scopa e paletta.
Li raccolgo tutti, mentre lui si affanna a pulire il the caduto sul pavimento con uno straccio, i capelli che gli coprono il volto, che sembra vagamente arrossito.
Quando abbiamo finito ci guardiamo in faccia a disagio, poi scendiamo tutti e due in cucina, io a buttare i cocci in pattumiera, lui a strizzare lo straccio.
“E così ti ho baciato.”
Esordisce  in tono incerto.
“Sì.”
Lui si siede.
“Credo che sia meglio dirti tutta la verità, ormai la frittata è fatta.”
Matt arriva in cucina e capisce al volo che non è aria, guarda sia me che Lee e annuisce.
“Buona fortuna, amico.”
Poi si eclissa e ci lascia di nuovo da soli.
“Che verità devi dirmi?”
Gli chiedo un po’ spaventata, anche se il mio cuore sa già la risposta, non si deve essere un genio per intuirla.
“Beh, ecco. Sì, mi sei sempre piaciuta, fin da quando eravamo ragazzini.”
“Hai sempre avuto una cotta per me?”
Gli chiedo stupita.
“Sì.”
“Ma tutte le ragazze che hai avuto?
Jennie e Deni?
Eri davvero cotto di Jennie, ti sei lasciato andare tantissimo dopo che vi siete lasciati.”
“Non nego che mi siano piaciute, ma non erano te.
Sì, mi sono lasciato andare tantissimo dopo Jennie e ho giurato di non avere storie serie, ma ci sei sempre stata tu in fondo al mio cuore. Sembravi così attaccata a Oli che ho pensato che ti piacesse.”
“Oli è sempre stato solo un amico, il fratello che non ho mai avuto, quando siamo stati insieme non funzionavamo.
Ma perché non ti sei fatto avanti prima?”
Lui abbassa gli occhi.
“Tu sei così carina, io invece ho la pancia e le orecchie a sventola.”
“Che sono bellissime.”
Lui arrossisce di botto e io lo imito, forse ho parlato un po’troppo, ma chi se ne importa.
“Ti piacciono davvero?”
“Sì, mi piacciono e non mi importa che tu abbia la pancia, secondo me sei bellissimo così.”
“Oh.”
Io sospiro.
“Ieri sera ho ricambiato il tuo bacio, ma non so cosa significhi.”
“Forse che ti piaccio anche io.”
“Forse, ma non lo so.
A me piaceva Vic fino a pochissimo tempo fa e sono parecchio confusa, non voglio darti false speranze, io ho bisogno di riflettere.”
Lui annuisce, ma sul suo volto è comparsa un’espressione di dolore che mi fa venire le lacrime agli occhi e infatti mi porto una mano ad essi.
“Mi dispiace, Lee. Io non voglio che tu soffra per me, ecco perché volevo aspettare a parlartene: per chiarirmi le idee.
Non volevo che tu sentissi la conversazione tra me e Tamao.”
Lui scuote la testa e se ne va, io lo seguo e vedo che va nello studio e Matt gli dà una pacca sulla schiena, il batterista mi guarda e io cerco di fargli capire di prendersi cura dell’amico.
Infelice come non mai me ne vado dalla casa di Lee e prendo il pullman che mi porta in centro, da lì vado alla Drop Dead sperando di incontrare Oli.
Entro nel negozio e saluto la commessa.
“Ciao, c’è Oli, per caso?”
Le chiedo, lei mi guarda sospettosa.
“Non posso dirle se c’è il signor Sykes, per via delle fan, lei potrebbe essere una di loro.”
“Non potresti fare un’eccezione?
Sono amica di Oli, mi chiamo Yukari Yidashi.”
“Non so se sarebbe consigliabile.”
Fortunatamente Oli esce da una porta – che presumibilmente conduce al retrobottega – e mi vede.
“Ehi, ciao, Yukari.
Come mai qui?”
“Volevo vederti, le hai addestrate bene le tue commesse, signor Sykes.”
Lui ride.
“Qui passano sempre un sacco di fans e non sempre ho tempo per dedicarmi a loro, quindi le mie commesse non le fanno passare.
Ellie, ti sei comportata benissimo. Yukari è una mia vecchia amica, un po’polemica.”
“Ehi!”
“È vero! Stavo andando allo Starbucks all’angolo, mi accompagni?”
“Va bene. Dopo devo parlarti di una cosa.”
“Va bene.”
Usciamo insieme, lui sorride e sembra di buon umore, spero non mi odi dopo che gli avrò detto che ho incasinato il cuore di uno dei suoi compagni di band. Lui è dedito in maniera quasi ossessiva ai Bring Me The Horizon, ma ormai quello che è fatto è fatto.
Ci avviamo verso la caffetteria, lui si prende un cappuccino e io faccio lo stesso, anche se non ho molta voglia di bere qualcosa che contiene caffè.
Mentre aspettiamo lui mi accenna qualcosa sulla nuova linea della Drop Dead, non dice mai molto perché gli piace fare il misterioso e io ho imparato a non forzarlo.
Quando le nostre ordinazioni sono pronte rientriamo nel retrobottega del negozio di Oli e saliamo verso gli uffici, andiamo nel suo e – dopo esserci seduti – beviamo i cappuccini che sono tornati a una temperatura in cu possono essere bevuti da un essere umano senza rischiare di ustionarsi.
“Allora, cosa ti tormenta?
Dopo ieri sera mi aspettavo che mi tenessi il muso per almeno una settimana.”
Io sospiro.
“È successo un casino, Oli.”
“Dimmi tutto.”
“Lee ieri sera è arrivato a casa ubriaco, mi ha detto che gli piacevo e mi ha baciata, io ho ricambiato.
Poi lui è andato a vomitare e abbiamo dormito insieme.
Non abbiamo fatto sesso, abbassa quel sopracciglio malizioso, Sykes!
Poi la mattina dopo lui si è alzato prima di me e non ricordava più nulla di quello che era successo, io non gli ho detto nulla.”
Lui annuisce.
“Avevo bisogno di tempo per chiarirmi le idee prima di affrontare l’argomento, perché ho ricambiato il suo bacio ed ero sobria.  Il problema è che lui mi ha sentito raccontarlo a Tamao, dopo che sono andata da mia madre.”
“E cosa è successo?”
“Mi ha confessato che è innamorato di me da una vita e che è stato persino geloso di te perché pensava che tu mi piacessi”
Lui non mostra di essere sorpreso e la cosa mi insospettisce.
“Tu lo sapevi?”
“Lee da ubriaco parla molto e poi non si ricorda più un cazzo la mattina dopo. Una sera che ci siamo ubriacati, un sacco di anni fa, mi ha detto che era cotto di te, ma che credeva che tu fossi interessata a me e quindi di trattarti bene.
E se te lo dice un Lee Malia a pugni chiusi, pronto a pestarti, non ci provi nemmeno a chiarire l’equivoco. Ha certe mani che fanno un male della madonna ed è più forte di me.
Da allora l’ho sempre tenuto d’occhio.
Sì, è stato con altre ragazze, ma quando entravi tu nella stanza si illuminava, si capiva che tu eri speciale per lui.
Tu come hai reagito alla sua confessione?”
“Gli ho detto che avevo bisogno di tempo per pensare e che non volevo farlo soffrire o dargli false speranze, non so cosa fare, Oli.
Sono confusa.
Vic mi piace ancora, ma ho baciato Lee e la cosa non mi è dispiaciuta.”
Mi prendo la testa tra le mani, dopo le parole di Oli la mia disperazione ha raggiunto nuovi livelli, come posso uscire da questa situazione senza ferire qualcuno?
“Hai solo bisogno di tempo per pensare e capire chi ti piace sul serio.”
“Ti pare una cosa facile?”
“Non ho detto che lo sia, ma è l’unica cosa che puoi fare, no?”
“E vivere a casa di Lee, intanto?
Non sarebbe doloroso per lui?”
Oli rimane in silenzio.
“Vedi quanto regge e se non va, torna dai tuoi.”
“Ottimo suggerimento. Spero di avere le idee chiare prima delle nostre vacanze a Brighton o rovinerò tutto a tutti.”
“Te le ricordi ancora?”
Io annuisco.
“Le facciamo ancora, è un rito molto carino da rispettare, anche se adesso che sono un uomo sposato non posso più scoparmi qualcuna nel bagno di qualche locale.”
“Ci mancherebbe altro, Hannah è davvero una brava ragazza.”
“Sì, hai ragione, ma stiamo divagando.”
“Uhm, hai ragione.”
Istintivamente estraggo una sigaretta dal pacchetto, ma Oli appoggia una mano sopra la mia.
“Qui non si fuma.”
“Va bene. Che cazzo faccio?”
“Torni a casa e vedi come va. Poi fai tutti quei ragionamenti contorti che fanno le ragazze quando sono nella tua situazione.
Ti dico solo una cosa: se davvero la tua cotta per Vic fosse stata amore non avresti baciato Lee, ma questa è solo la mia opinione, forse le cose sono diverse da come le vedo io.”
“Interessante punto di vista, adesso vado.
Ciao Oli e grazie.”
Esco da retrobottega della Dropdead e alzo gli occhi verso il cielo: è gravato di nuvole scure esattamente come la mia vita.

 
Mi è sempre piaciuta la casa di Lee, così isolata e pacifica, ma oggi non sono esattamente felice di tornarci.
Apro il cancello e quasi mi scontro con Matt che sta uscendo, direi che non è di buon umore, il che non è incoraggiante.
“Come sta Lee?”
“Male, si sente un idiota per averti baciato e fatto capire i suoi sentimenti.”
Io sospiro.
“Oh, Lee! Qui l’unica idiota sono io che non ho fatto attenzione a chi ascoltava le mie videochiamate!
Non volevo che lo scoprisse così.”
“Ma a te lui piace?”
L’onestà di Matt è quasi brutale.
“Non lo so, sono confusa. Sono scappata in Inghilterra perché Vic Fuentes mi ha rifiutato, non voglio usare Lee come chiodo scaccia chiodo né ferirlo.
Gli voglio bene, Matt, anche se a volte non lo dimostro!”
“Lo sappiamo che gli vuoi bene e che non è facile per te fare la ragazza dolce. Adesso vai, lui ti starà
sicuramente aspettando.”
Io annuisco ed entro in casa.
“C’è nessuno?”
Urlo.
“Io.”
Mi risponde una voce dal salotto e trovo Lee stravaccato sul divano con in mano una lattina di the al limone invece della consueta birra.
“Niente birra, oggi?”
“Ha già fatto abbastanza danni.”
Commenta amaro e a me si stinge il cuore. Perché la mia mia vita è sempre così incasinata?
“Mi dispiace, Lee.”
“Sono io che ho rovinato tutto.”
“No, Lee. Sei stato sincero e lo apprezzo, solo non volevo che tu venissi a sapere di … quello che è successo così.”
“Lo hai già detto.”
Io sospiro.
“Se avessi avuto il tempo di riflettere tu non saresti soffrendo così!”
Lui mi guarda con uno sguardo indecifrabile, ma che da tempo so cosa significa, non è convinto che qualcuno farebbe una certa cosa.
“Oh, sì! L’avrei fatto! Tu puoi non credermi, ma ti voglio davvero bene, sei una persona importante nella mia vita.”
“Sono felice di esserlo, ma sa tanto di “è meglio se rimaniamo amici” e…”
“No, Lee. Sono solo confusa.
Senti forse è meglio che me ne vada da qui e torni dai miei, qui non ti faccio bene.”
Lui si alza in piedi e mi abbraccia stretta, come se temesse che potessi svanire nell’aria.
“Io invece non voglio che tu te ne vada.”
Mi lascio andare nel suo abbraccio e lo cingo con le braccia.
“Ti farei solo soffrire.”
“Forse mi piace soffrire.”
“Lee...”
Sento le lacrime salirmi agli occhi.
“Lee, non va bene così.
Non voglio che tu soffra, non te lo meriti.”
“Ti prego, rimani.
Non voglio stare da solo, questa casa è grande abbastanza per avere ognuno i suoi spazi.
Ti prego.”
“Va bene, rimango.”
Lui mi lascia andare e torna al suo the, io vado a prendere una birra e mi siedo accanto a lui.
“Come è andata la giornata con Matt?”
“Mi ha stracciato due volte quando abbiamo giocato, ma abbiamo scritto qualcosa.
Mi ha detto che adesso andava da Chloe.”
“Com’è? Una brava ragazza?
Si sono messi insieme dopo che me ne sono andata e non so come sia.”
“È a posto e non opprime Matt il che forse è la cosa migliore, lo sai che ci tiene alla sua libertà.”
“Già.”
Ma intanto penso che tutti attorno a me stanno mettendo la testa a posto tranne me, Oli è sposato, Jordan pure e anche Jaime. Io invece sono bloccata in una situazione che sa di adolescenza lontano un miglio, una persona matura avrebbe già risolto tutto. O almeno questo è quello che mi dice la testa, il cuore parla un’altra lingua: mi dice di andarci cauta, che Lee non merita di soffrire a causa mia né con la tortura dell’attesa né fingendo un amore che non provo.
D’improvviso l’arioso salotto di villa Malia mi sembra stretto e mi alzo di scatto, esco nel cortile posteriore e mi siedo su una delle sdraio vicino alla piscina. Recupero un posacenere e mi accendo una sigaretta, nervosa come non mai.
Perché combino sempre pasticci e per di più non badando a cosa davvero piccole?
Se mi fossi trattenuta con Vic non sarei in questo casino, se avessi chiuso a chiave la porta mentre parlavo con Tamao Lee non starebbe soffrendo.
Che poi Lee mi piace?
Qualcosa nel mio cuore mi dice di sì, ma non sono del tutto convinta, ho paura che il mio cuore lo dica solo per fare chiodo scaccia chiodo con Vic e non posso permettermi che accada con lui.
Ci tengo davvero a Lee, è uno dei miei migliori amici, non voglio che stia male per me.
Sospiro infelice, dopo aver inalato un po’ di fumo, da qualsiasi parte la si guardi la situazione non è delle migliori. Rischio di perdere uno dei miei migliori amici se non sto attenta a come mi comporto.
Ottimo, Yukari!
Mi prendo la testa tra le mani e mi dico che dovrei andarmene da questa villa, ma ho appena promesso a Lee che non l‘avrei fatto.
I ricordi della sera prima tornano a farsi vivi, ho baciato Lee e mi è piaciuto, ma anche il bacio con Vic non è stato male. Forse è meglio smettere di fare paragoni, rischio di impazzire, e una Yukari pazza non serve a nessuno.
Continuo a fumare fino a che la sigaretta non è ridotta a un mozzicone e poi rientro dentro, Lee è ancora sul divano e non commenta la mia fuga. È sempre stato un ragazzo intelligente, a differenza mia che sono abbastanza impulsiva
“Cosa mangiamo?”
Chiedo per smorzare la tensione.
“Non lo so, a me va bene qualsiasi cosa.”
“Ok.”
Vado in cucina e controllo negli armadietti e trovo della pasta, controllo la quantità e noto con piacere che basta per due.
“Va bene se ti cucino della pasta?”
“Benissimo.”
Torno in cucina e metto una pentola d’acqua sul gas e controllo un’ultima volta la quantità di pasta, nel frigo trovo un vasetto di sugo di pomodoro che mi sembra abbastanza commestibile e ne verso un po’ in un pentolino. Metto anche quello sul gas e aspetto, una volta che l’acqua inizia a bollire verso la pasta e controllo che ore siano.
Torno in salotto e apparecchio il grande tavolo, tra poco si mangerà, cucinare è il minimo che io possa fare per lui: mi ospita in casa, nonostante non gli faccia bene, e non si lamenta nemmeno. È un sant’uomo e non credo di meritarmi un tale trattamento.
Non mi sono mai sentita peggio in vita mia, priva dei miei soliti punti di riferimento.
Torno in cucina e controllo la cottura della pasta immersa in una nebbia di pensieri negativi, arrabbiata con me stessa per i miei comportamenti ambigui.
Dico di volere il bene di Lee, ma gli faccio del male rimanendo qui, legata alla sua promessa.
Scolo la pasta e ne metto un po’ nel mio piatto e un po’ nel suo, poi verso il sugo e poi la porto in tavola.
“Lee, è pronto.”
“Arrivo.”
Si alza dal divano e lascia perdere il programma che stava guardando.
“Sembra buona.”
“Lo spero.”
Rimango ancora in silenzio.
“Lee, continuo a pensarci e mi dico che non va bene che io rimanga.”
“Yukari, ti prego, ne abbiamo già parlato. Non te ne andare, non voglio.”
“Lo so che non vuoi, ma penso di non farti bene.”
“Starei peggio se tu te ne andassi, finirei per darmi la colpa per averti perso.”
“Non mi perderesti se me ne dovessi andare.”
“Lo sai anche tu che non è vero.”
“Forse è stato uno sbaglio venire qui.”
Lui appoggia la forchetta che si stava portando alla bocca su piatto.
“Cosa vuoi dire?”
“Sono venuta qui per dimenticare Vic, ma forse sarebbe stato meglio se fossi andata al mio appartamento di San Diego a leccarmi le ferite senza coinvolgere nessuno.”
“Non hai sbagliato! Accidenti, a cosa servono gli amici sennò?”
“Ti ho costretto ad ammettere i tuoi sentimenti per me.”
“Ed è un bene! Non pensare che siano così deboli da svanire se non espressi.
Prima o poi l’avrei fatto, indipendentemente da quello che è successo ieri sera, l’alcool ha solo accelerato e cose.”
Io sospiro.
“Va bene, Lee.
Solo che mi sento come se ti facessi del male e odio questo sentimento.”
“Ci tieni a me?”
“Ovvio che sì.”
Lui annuisce e un piccolo sorriso sul suo volto paffuto.
Non so bene come interpretarlo e forse è meglio così, dopotutto.
Finiamo di mangiare e poi io lavo i piatti, so che di solito viene una donna delle pulizie e Lee non si occupa di queste faccende, ma io mi sento in dovere di farlo come forma di gratitudine.
Mi sta ospitando qui senza chiedermi nulla e probabilmente soffrendo, questo pensiero continua a ripresentarsi alla mia mente e inizio a credere che non mi faccia bene.
In ogni caso suona il telefono e Lee risponde, parla brevemente con qualcuno e chiude la chiamata.
“Oli, ci invita a casa sua a vedere un film.
È solo una scusa per mostrarci la sua nuova megatv.”
Io scoppio a ridere.
“Sì, film! Come se ci credessi! La verità è che vuole giocare con voi e io rimarrò con Hannah e le altre ragazze dei Bring Me The Horizon.”
“Non ti si può nascondere nulla.”
“Vi conosco da troppo tempo, vado a prepararmi.”
Salgo in camera mia e metto un paio di jeans strappati, una maglia della Drod Dead nera con scritto Dead in bianco e una felpa. Borsa e anfibi e sono pronta a uscire con Lee che sembra di buon umore, in macchina chiacchiera tutto il tempo di argomenti leggeri.
Arriviamo alla villa di Oli e noto che ci sono le macchine di tutti i componenti, Lee parcheggia e poi scendiamo, Hannah ci aspetta al cancello con aria contrita.
“Era solo una messa in scena…”
“Oli vuole giocare con i suoi amici un qualche nuovo gioco fighissimo su una mega tv?”
Lei spalanca gli occhi e mi guarda come se fossi una strega.
“Come fai a saperlo?”
“Li conosco da più tempo di te.”
Entriamo in casa e subito Lee va dai ragazzi lasciandomi in compagnia di Hannah, Chloe ed Emma.
Mi guardano tutte con una certa curiosità e rimpiango all’istante di essere venuta, di sicuro tutte e tre vogliono farmi un approfondito interrogatorio sul mio rapporto con Lee e io non sono pronta.
Chi diavolo mi salva da questa situazione?
All’improvviso l’idea di venire a casa di Oli non mi sembra più tanto innocente come mi sembrava a casa di Lee.
Indosso il mio miglior sorriso di circostanza e spero che vada tutto bene.
Non possono mangiarmi, no?

Angolo di Layla.

Ringrazio Nico_Ackerman per la recensione :)

   
 
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