15)Più pesante
del cielo.
Yukari p.o.v.
Ci sono momenti in cui non sai bene cosa fare e questo è
uno di questi.
Lee sta raccogliendo i cocci del bicchiere che ha appena
lasciato cadere, io lo guardo come inebetita, poi mi riscuoto dal mio
coma.
“Non raccoglierli a mani nude, rischi di tagliarti.”
Borbotto e vado a prendere scopa e paletta.
Li raccolgo tutti, mentre lui si affanna a pulire il the
caduto sul pavimento con uno straccio, i capelli che gli coprono il
volto, che
sembra vagamente arrossito.
Quando abbiamo finito ci guardiamo in faccia a disagio,
poi scendiamo tutti e due in cucina, io a buttare i cocci in
pattumiera, lui a
strizzare lo straccio.
“E così ti ho baciato.”
Esordisce in tono
incerto.
“Sì.”
Lui si siede.
“Credo che sia meglio dirti tutta la verità, ormai
la
frittata è fatta.”
Matt arriva in cucina e capisce al volo che non è aria,
guarda sia me che Lee e annuisce.
“Buona fortuna, amico.”
Poi si eclissa e ci lascia di nuovo da soli.
“Che verità devi dirmi?”
Gli chiedo un po’ spaventata, anche se il mio cuore sa
già la risposta, non si
deve essere un genio per intuirla.
“Beh, ecco. Sì, mi sei sempre piaciuta, fin da
quando
eravamo ragazzini.”
“Hai sempre avuto una cotta per me?”
Gli chiedo stupita.
“Sì.”
“Ma tutte le ragazze che hai avuto?
Jennie e Deni?
Eri davvero cotto di Jennie, ti sei lasciato andare
tantissimo dopo che vi siete lasciati.”
“Non nego che mi siano piaciute, ma non erano te.
Sì, mi sono lasciato andare tantissimo dopo Jennie e ho
giurato di non avere storie serie, ma ci sei sempre stata tu in fondo
al mio
cuore. Sembravi così attaccata a Oli che ho pensato che ti
piacesse.”
“Oli è sempre stato solo un amico, il fratello che
non ho mai avuto, quando siamo stati insieme non funzionavamo.
Ma perché non ti sei fatto avanti prima?”
Lui abbassa gli occhi.
“Tu sei così carina, io invece ho la pancia e le
orecchie
a sventola.”
“Che sono bellissime.”
Lui arrossisce di botto e io lo imito, forse ho parlato un
po’troppo, ma chi se
ne importa.
“Ti piacciono davvero?”
“Sì, mi piacciono e non mi importa che tu abbia la
pancia, secondo me sei bellissimo così.”
“Oh.”
Io sospiro.
“Ieri sera ho ricambiato il tuo bacio, ma non so cosa
significhi.”
“Forse che ti piaccio anche io.”
“Forse, ma non lo so.
A me piaceva Vic fino a pochissimo tempo fa e sono
parecchio confusa, non voglio darti false speranze, io ho bisogno di
riflettere.”
Lui annuisce, ma sul suo volto è comparsa
un’espressione di dolore che mi fa
venire le lacrime agli occhi e infatti mi porto una mano ad essi.
“Mi dispiace, Lee. Io non voglio che tu soffra per me,
ecco perché volevo aspettare a parlartene: per chiarirmi le
idee.
Non volevo che tu sentissi la conversazione tra me e
Tamao.”
Lui scuote la testa e se ne va, io lo seguo e vedo che va
nello studio e Matt gli dà una pacca sulla schiena, il
batterista mi guarda e
io cerco di fargli capire di prendersi cura dell’amico.
Infelice come non mai me ne vado dalla casa di Lee e
prendo il pullman che mi porta in centro, da lì vado alla
Drop Dead sperando di
incontrare Oli.
Entro nel negozio e saluto la commessa.
“Ciao, c’è Oli, per caso?”
Le chiedo, lei mi guarda sospettosa.
“Non posso dirle se c’è il signor Sykes,
per via delle
fan, lei potrebbe essere una di loro.”
“Non potresti fare un’eccezione?
Sono amica di Oli, mi chiamo Yukari Yidashi.”
“Non so se sarebbe consigliabile.”
Fortunatamente Oli esce da una porta – che presumibilmente
conduce al
retrobottega – e mi vede.
“Ehi, ciao, Yukari.
Come mai qui?”
“Volevo vederti, le hai addestrate bene le tue commesse,
signor Sykes.”
Lui ride.
“Qui passano sempre un sacco di fans e non sempre ho
tempo per dedicarmi a loro, quindi le mie commesse non le fanno passare.
Ellie, ti sei comportata benissimo. Yukari è una mia
vecchia amica, un po’polemica.”
“Ehi!”
“È vero! Stavo andando allo Starbucks
all’angolo, mi
accompagni?”
“Va bene. Dopo devo parlarti di una cosa.”
“Va bene.”
Usciamo insieme, lui sorride e sembra di buon umore, spero non mi odi
dopo che
gli avrò detto che ho incasinato il cuore di uno dei suoi
compagni di band. Lui
è dedito in maniera quasi ossessiva ai Bring Me The Horizon,
ma ormai quello
che è fatto è fatto.
Ci avviamo verso la caffetteria, lui si prende un
cappuccino e io faccio lo stesso, anche se non ho molta voglia di bere
qualcosa
che contiene caffè.
Mentre aspettiamo lui mi accenna qualcosa sulla nuova
linea della Drop Dead, non dice mai molto perché gli piace
fare il misterioso e
io ho imparato a non forzarlo.
Quando le nostre ordinazioni sono pronte rientriamo nel
retrobottega del negozio di Oli e saliamo verso gli uffici, andiamo nel
suo e –
dopo esserci seduti – beviamo i cappuccini che sono tornati a
una temperatura
in cu possono essere bevuti da un essere umano senza rischiare di
ustionarsi.
“Allora, cosa ti tormenta?
Dopo ieri sera mi aspettavo che mi tenessi il muso per
almeno una settimana.”
Io sospiro.
“È successo un casino, Oli.”
“Dimmi tutto.”
“Lee ieri sera è arrivato a casa ubriaco, mi ha
detto che gli piacevo e mi ha
baciata, io ho ricambiato.
Poi lui è andato a vomitare e abbiamo dormito insieme.
Non abbiamo fatto sesso, abbassa quel sopracciglio
malizioso, Sykes!
Poi la mattina dopo lui si è alzato prima di me e non
ricordava più nulla di quello che era successo, io non gli
ho detto nulla.”
Lui annuisce.
“Avevo bisogno di tempo per chiarirmi le idee prima di
affrontare l’argomento, perché ho ricambiato il
suo bacio ed ero sobria. Il
problema è che lui mi ha sentito
raccontarlo a Tamao, dopo che sono andata da mia madre.”
“E cosa è successo?”
“Mi ha confessato che è innamorato di me da una
vita e che è stato persino
geloso di te perché pensava che tu mi piacessi”
Lui non mostra di essere sorpreso e la cosa mi insospettisce.
“Tu lo sapevi?”
“Lee da ubriaco parla molto e poi non si ricorda
più un cazzo la mattina dopo.
Una sera che ci siamo ubriacati, un sacco di anni fa, mi ha detto che
era cotto
di te, ma che credeva che tu fossi interessata a me e quindi di
trattarti bene.
E se te lo dice un Lee Malia a pugni chiusi, pronto a
pestarti, non ci provi nemmeno a chiarire l’equivoco. Ha
certe mani che fanno
un male della madonna ed è più forte di me.
Da allora l’ho sempre tenuto d’occhio.
Sì, è stato con altre ragazze, ma quando entravi
tu nella
stanza si illuminava, si capiva che tu eri speciale per lui.
Tu come hai reagito alla sua confessione?”
“Gli ho detto che avevo bisogno di tempo per pensare e
che non volevo farlo soffrire o dargli false speranze, non so cosa
fare, Oli.
Sono confusa.
Vic mi piace ancora, ma ho baciato Lee e la cosa non mi è
dispiaciuta.”
Mi prendo la testa tra le mani, dopo le parole di Oli la
mia disperazione ha raggiunto nuovi livelli, come posso uscire da
questa
situazione senza ferire qualcuno?
“Hai solo bisogno di tempo per pensare e capire chi ti
piace sul serio.”
“Ti pare una cosa facile?”
“Non ho detto che lo sia, ma è l’unica
cosa che puoi
fare, no?”
“E vivere a casa di Lee, intanto?
Non sarebbe doloroso per lui?”
Oli rimane in silenzio.
“Vedi quanto regge e se non va, torna dai tuoi.”
“Ottimo suggerimento. Spero di avere le idee chiare prima
delle nostre vacanze
a Brighton o rovinerò tutto a tutti.”
“Te le ricordi ancora?”
Io annuisco.
“Le facciamo ancora, è un rito molto carino da
rispettare,
anche se adesso che sono un uomo sposato non posso più
scoparmi qualcuna nel
bagno di qualche locale.”
“Ci mancherebbe altro, Hannah è davvero una brava
ragazza.”
“Sì, hai ragione, ma stiamo divagando.”
“Uhm, hai ragione.”
Istintivamente estraggo una sigaretta dal pacchetto, ma
Oli appoggia una mano sopra la mia.
“Qui non si fuma.”
“Va bene. Che cazzo faccio?”
“Torni a casa e vedi come va. Poi fai tutti quei ragionamenti
contorti che
fanno le ragazze quando sono nella tua situazione.
Ti dico solo una cosa: se davvero la tua cotta per Vic
fosse stata amore non avresti baciato Lee, ma questa è solo
la mia opinione,
forse le cose sono diverse da come le vedo io.”
“Interessante punto di vista, adesso vado.
Ciao Oli e grazie.”
Esco da retrobottega della Dropdead e alzo gli occhi verso il cielo:
è gravato
di nuvole scure esattamente come la mia vita.
Mi è sempre piaciuta la casa di Lee, così isolata
e
pacifica, ma oggi non sono esattamente felice di tornarci.
Apro il cancello e quasi mi scontro con Matt che sta
uscendo, direi che non è di buon umore, il che non
è incoraggiante.
“Come sta Lee?”
“Male, si sente un idiota per averti baciato e fatto capire i
suoi sentimenti.”
Io sospiro.
“Oh, Lee! Qui l’unica idiota sono io che non ho
fatto
attenzione a chi ascoltava le mie videochiamate!
Non volevo che lo scoprisse così.”
“Ma a te lui piace?”
L’onestà di Matt è quasi brutale.
“Non lo so, sono confusa. Sono scappata in Inghilterra
perché Vic Fuentes mi ha rifiutato, non voglio usare Lee
come chiodo scaccia
chiodo né ferirlo.
Gli voglio bene, Matt, anche se a volte non lo dimostro!”
“Lo sappiamo che gli vuoi bene e che non è facile
per te fare la ragazza dolce.
Adesso vai, lui ti starà
sicuramente aspettando.”
Io annuisco ed entro in casa.
“C’è nessuno?”
Urlo.
“Io.”
Mi risponde una voce dal salotto e trovo Lee stravaccato
sul divano con in mano una lattina di the al limone invece della
consueta
birra.
“Niente birra, oggi?”
“Ha già fatto abbastanza danni.”
Commenta amaro e a me si stinge il cuore. Perché la mia
mia vita è sempre così incasinata?
“Mi dispiace, Lee.”
“Sono io che ho rovinato tutto.”
“No, Lee. Sei stato sincero e lo apprezzo, solo non volevo
che tu venissi a
sapere di … quello che è successo
così.”
“Lo hai già detto.”
Io sospiro.
“Se avessi avuto il tempo di riflettere tu non saresti
soffrendo così!”
Lui mi guarda con uno sguardo indecifrabile, ma che da
tempo so cosa significa, non è convinto che qualcuno farebbe
una certa cosa.
“Oh, sì! L’avrei fatto! Tu puoi non
credermi, ma ti
voglio davvero bene, sei una persona importante nella mia
vita.”
“Sono felice di esserlo, ma sa tanto di
“è meglio se
rimaniamo amici” e…”
“No, Lee. Sono solo confusa.
Senti forse è meglio che me ne vada da qui e torni dai
miei, qui non ti faccio bene.”
Lui si alza in piedi e mi abbraccia stretta, come se temesse che
potessi
svanire nell’aria.
“Io invece non voglio che tu te ne vada.”
Mi lascio andare nel suo abbraccio e lo cingo con le braccia.
“Ti farei solo soffrire.”
“Forse mi piace soffrire.”
“Lee...”
Sento le lacrime salirmi agli occhi.
“Lee, non va bene così.
Non voglio che tu soffra, non te lo meriti.”
“Ti prego, rimani.
Non voglio stare da solo, questa casa è grande abbastanza
per avere ognuno i suoi spazi.
Ti prego.”
“Va bene, rimango.”
Lui mi lascia andare e torna al suo the, io vado a prendere una birra e
mi
siedo accanto a lui.
“Come è andata la giornata con Matt?”
“Mi ha stracciato due volte quando abbiamo giocato, ma
abbiamo scritto qualcosa.
Mi ha detto che adesso andava da Chloe.”
“Com’è? Una brava ragazza?
Si sono messi insieme dopo che me ne sono andata e non so
come sia.”
“È a posto e non opprime Matt il che forse
è la cosa
migliore, lo sai che ci tiene alla sua libertà.”
“Già.”
Ma intanto penso che tutti attorno a me stanno mettendo
la testa a posto tranne me, Oli è sposato, Jordan pure e
anche Jaime. Io invece
sono bloccata in una situazione che sa di adolescenza lontano un
miglio, una
persona matura avrebbe già risolto tutto. O almeno questo
è quello che mi dice
la testa, il cuore parla un’altra lingua: mi dice di andarci
cauta, che Lee non
merita di soffrire a causa mia né con la tortura
dell’attesa né fingendo un amore
che non provo.
D’improvviso l’arioso salotto di villa Malia mi
sembra
stretto e mi alzo di scatto, esco nel cortile posteriore e mi siedo su
una delle
sdraio vicino alla piscina. Recupero un posacenere e mi accendo una
sigaretta,
nervosa come non mai.
Perché combino sempre pasticci e per di più non
badando a
cosa davvero piccole?
Se mi fossi trattenuta con Vic non sarei in questo
casino, se avessi chiuso a chiave la porta mentre parlavo con Tamao Lee
non
starebbe soffrendo.
Che poi Lee mi piace?
Qualcosa nel mio cuore mi dice di sì, ma non sono del
tutto convinta, ho paura che il mio cuore lo dica solo per fare chiodo
scaccia
chiodo con Vic e non posso permettermi che accada con lui.
Ci tengo davvero a Lee, è uno dei miei migliori amici,
non voglio che stia male per me.
Sospiro infelice, dopo aver inalato un po’ di fumo, da
qualsiasi parte la si guardi la situazione non è delle
migliori. Rischio di perdere
uno dei miei migliori amici se non sto attenta a come mi comporto.
Ottimo, Yukari!
Mi prendo la testa tra le mani e mi dico che dovrei
andarmene da questa villa, ma ho appena promesso a Lee che non
l‘avrei fatto.
I ricordi della sera prima tornano a farsi vivi, ho
baciato Lee e mi è piaciuto, ma anche il bacio con Vic non
è stato male. Forse
è meglio smettere di fare paragoni, rischio di impazzire, e
una Yukari pazza
non serve a nessuno.
Continuo a fumare fino a che la sigaretta non è ridotta a
un mozzicone e poi rientro dentro, Lee è ancora sul divano e
non commenta la
mia fuga. È sempre stato un ragazzo intelligente, a
differenza mia che sono
abbastanza impulsiva
“Cosa mangiamo?”
Chiedo per smorzare la tensione.
“Non lo so, a me va bene qualsiasi cosa.”
“Ok.”
Vado in cucina e controllo negli armadietti e trovo della pasta,
controllo la
quantità e noto con piacere che basta per due.
“Va bene se ti cucino della pasta?”
“Benissimo.”
Torno in cucina e metto una pentola d’acqua sul gas e
controllo un’ultima volta la quantità di pasta,
nel frigo trovo un vasetto di
sugo di pomodoro che mi sembra abbastanza commestibile e ne verso un
po’ in un
pentolino. Metto anche quello sul gas e aspetto, una volta che
l’acqua inizia a
bollire verso la pasta e controllo che ore siano.
Torno in salotto e apparecchio il grande tavolo, tra poco
si mangerà, cucinare è il minimo che io possa
fare per lui: mi ospita in casa,
nonostante non gli faccia bene, e non si lamenta nemmeno. È
un sant’uomo e non
credo di meritarmi un tale trattamento.
Non mi sono mai sentita peggio in vita mia, priva dei
miei soliti punti di riferimento.
Torno in cucina e controllo la cottura della pasta
immersa in una nebbia di pensieri negativi, arrabbiata con me stessa
per i miei
comportamenti ambigui.
Dico di volere il bene di Lee, ma gli faccio del male
rimanendo qui, legata alla sua promessa.
Scolo la pasta e ne metto un po’ nel mio piatto e un
po’
nel suo, poi verso il sugo e poi la porto in tavola.
“Lee, è pronto.”
“Arrivo.”
Si alza dal divano e lascia perdere il programma che stava guardando.
“Sembra buona.”
“Lo spero.”
Rimango ancora in silenzio.
“Lee, continuo a pensarci e mi dico che non va bene che
io rimanga.”
“Yukari, ti prego, ne abbiamo già parlato. Non te
ne andare, non voglio.”
“Lo so che non vuoi, ma penso di non farti bene.”
“Starei peggio se tu te ne andassi, finirei per darmi la
colpa per averti
perso.”
“Non mi perderesti se me ne dovessi andare.”
“Lo sai anche tu che non è vero.”
“Forse è stato uno sbaglio venire qui.”
Lui appoggia la forchetta che si stava portando alla bocca su piatto.
“Cosa vuoi dire?”
“Sono venuta qui per dimenticare Vic, ma forse sarebbe stato
meglio se fossi
andata al mio appartamento di San Diego a leccarmi le ferite senza
coinvolgere
nessuno.”
“Non hai sbagliato! Accidenti, a cosa servono gli amici
sennò?”
“Ti ho costretto ad ammettere i tuoi sentimenti per
me.”
“Ed è un bene! Non pensare che siano
così deboli da
svanire se non espressi.
Prima o poi l’avrei fatto, indipendentemente da quello
che è successo ieri sera, l’alcool ha solo
accelerato e cose.”
Io sospiro.
“Va bene, Lee.
Solo che mi sento come se ti facessi del male e odio
questo sentimento.”
“Ci tieni a me?”
“Ovvio che sì.”
Lui annuisce e un piccolo sorriso sul suo volto paffuto.
Non so bene come interpretarlo e forse è meglio
così,
dopotutto.
Finiamo di mangiare e poi io lavo i piatti, so che di
solito viene una donna delle pulizie e Lee non si occupa di queste
faccende, ma
io mi sento in dovere di farlo come forma di gratitudine.
Mi sta ospitando qui senza chiedermi nulla e
probabilmente soffrendo, questo pensiero continua a ripresentarsi alla
mia
mente e inizio a credere che non mi faccia bene.
In ogni caso suona il telefono e Lee risponde, parla
brevemente con qualcuno e chiude la chiamata.
“Oli, ci invita a casa sua a vedere un film.
È solo una scusa per mostrarci la sua nuova
megatv.”
Io scoppio a ridere.
“Sì, film! Come se ci credessi! La
verità è che vuole
giocare con voi e io rimarrò con Hannah e le altre ragazze
dei Bring Me The
Horizon.”
“Non ti si può nascondere nulla.”
“Vi conosco da troppo tempo, vado a prepararmi.”
Salgo in camera mia e metto un paio di jeans strappati, una maglia
della Drod
Dead nera con scritto Dead in bianco e una felpa. Borsa e anfibi e sono
pronta
a uscire con Lee che sembra di buon umore, in macchina chiacchiera
tutto il
tempo di argomenti leggeri.
Arriviamo alla villa di Oli e noto che ci sono le
macchine di tutti i componenti, Lee parcheggia e poi scendiamo, Hannah
ci
aspetta al cancello con aria contrita.
“Era solo una messa in scena…”
“Oli vuole giocare con i suoi amici un qualche nuovo
gioco fighissimo su una mega tv?”
Lei spalanca gli occhi e mi guarda come se fossi una strega.
“Come fai a saperlo?”
“Li conosco da più tempo di te.”
Entriamo in casa e subito Lee va dai ragazzi lasciandomi
in compagnia di Hannah, Chloe ed Emma.
Mi guardano tutte con una certa curiosità e rimpiango
all’istante di essere venuta, di sicuro tutte e tre vogliono
farmi un
approfondito interrogatorio sul mio rapporto con Lee e io non sono
pronta.
Chi diavolo mi salva da questa situazione?
All’improvviso l’idea di venire a casa di Oli non
mi
sembra più tanto innocente come mi sembrava a casa di Lee.
Indosso il mio miglior sorriso di circostanza e spero che
vada tutto bene.
Non possono mangiarmi, no?
Angolo di Layla.
Ringrazio Nico_Ackerman per la recensione :)