Anime & Manga > Sword Art Online
Segui la storia  |       
Autore: Danmel_Faust_Machieri    14/01/2017    2 recensioni
Sword Art Online e i Souls Game: questa serie vuole provare a coniugare queste due componenti.
Io e il mio coinquilino abbiamo seguito Sword Art Online affascinati dall'idea su cui è stato costruito: l'essere intrappolati in un gioco. Purtroppo siamo rimasti delusi dalle potenzialità inespresse di questo anime. Essendo anche due Souls Player recentemente ci è venuta un'idea: un mondo simile a quello di SAO con un universo narrativo come un Souls. Ci è sembrato qualcosa di interessante: abbiamo creato i personaggi, studiato le meccaniche di gioco e la lore. Naturalmente ci saranno citazionismi più o meno espliciti e ci auguriamo che possa essere un'idea di vostro gradimento.
Naturalmente ci teniamo alla vostra opinione quindi non fate i timidi e fate sentire la vostra voce :)
Siamo Danmel_Faust_Machieri e Djanni e vi auguriamo buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mentre il tempo all'interno del mausoleo nel deserto sembrava pendere immobile tra le pagine dei libri e la polvere che si alzava da essi, fuori scorreva nello sfavillio delle spade della Prima Linea che combatteva contro il boss del piano 46. Era passato un giorno da quando la gilda Vitriol si era ritrovata nella sede dell'Orchestra; dato che la struttura aveva 12 stanze da letto, di cui una era occupata da Kubasa, i cinque ragazzi avevano deciso di dormire lì la notte; dormire… È un parolone… A dormire furono solo Camilla e Riccardo; gli altri tre, aiutati dalla guida di Kubasa, iniziarono a leggere i libri raccolti in quella immensa biblioteca accorgendosi che raccontavano storie e trattavano argomenti mai uditi o letti fino ad allora: trattati legati a mostri mai visti di grandezze colossali, poesie scritte intorno a panorami dove gli alberi crescevano al contrario e trascrizioni di dialoghi avvenuti tra i fondatori dell'Orchestra. 
Quando Camilla si svegliò, uscì dalla sua stanza e trovò Kubasa a dialogare con Nicolò e Lorenzo mentre Alessandro dormiva con il volto coperto da un libro spalancato.
"Ma non siete andati a riposare?" sbadigliò Camilla portandosi la mano alla bocca.
"Ci siamo persi nei discorsi" ridacchiò Lorenzo guardando l'amica "E c'è anche da dire che il nostro Kubasa si è rivelato particolarmente logorroico" continuò a dire ridendo.
"Scusate se sono stato richiuso qui per più di un anno senza mai poter parlare con anima viva!" rispose il ragazzo senza prendere seriamente le parole del monaco.
"Ma… Come hai fatto a sopravvivere qui per un anno? Io, a parte la solitudine che non mi avrebbe dato troppi problemi ma so che, per alcuni, può essere letale, sarei morto di fame!" osservò Nicolò mentre giocherellava con la Collana dell'Occhio che si era equipaggiato.
"Ah guarda, sul cibo non ho avuto problemi: c'è una stanza adibita a dispensa in cui si trova tanto cibo con cui sarei potuto sopravvivere ancora per qualche mese" rispose Kubasa indicando una porta in fondo alla biblioteca.
"Beh! Ma allora godiamoci una bella colazione no?" propose Lorenzo sfregandosi le mani "Per me un panino col cinghiale e una birra media chiara"
"Il solito…" sbuffò Nicolò ridacchiando. In quello stesso momento una notifica comparve accanto all'icona dei messaggi del bardo e della maga; i due lessero i messaggi, entrambi inviati da Linton ed entrambi contenenti lo stesso messaggio: "Ieri pomeriggio abbiamo sconfitto il boss del quarantaseiesimo piano e, adesso, stiamo iniziando l'esplorazione del quarantasettesimo piano. Scriveteci e fateci sapere"
Camilla fissò Nicolò quando finì di leggere e gli chiese "Cosa abbiamo intenzione di fare?"
Il bardo era molto serio in volto ed evidentemente concentrato su quella domanda.
"Cioè… Dobbiamo anche raccontargli di questo posto…" continuò la maga e, non appena ebbe finito la frase, i tre ragazzi la fulminarono con lo sguardo "Cosa ho detto?" si spaventò lei.
"Beh… 'Sta notte abbiamo discusso anche di questo…" Iniziò a spiegare Lorenzo "Vedi… Più andiamo avanti in questo gioco più magagne saltano fuori: NPC che svaniscono nel nulla, altri che sono persone reali intrappolati in corpi che non si sono scelti, giocatori che ammazzano gli altri come se niente fosse e realtà celate chissà per quale motivo… Ora come ora dobbiamo agire con grande prudenza… Dobbiamo fare attenzione…"
"Vorresti dire che stai anche dubitando di Linton?!" esclamò infuriata la ragazza.
"Non mettere in bocca a Lore parole che non ha detto" intervenne Nicolò con voce pacata "Ascolta… Linton si sta molto preoccupando negli ultimi tempi… Non è più lucida come un tempo… Penso che possa essere stanca e scaraventarla così, di punto in bianco, in un nuovo problema come può essere questa libreria contenente un sapere antico e un NPC che è in realtà un giocatore potrebbe non farle bene…"
"Ma… E se altri giocatori volessero cooperare con questa covenant? Se altri fossero pronti ad aiutarci?" provò a ribattere Camilla.
"Ho fatto le stesse obiezioni ieri sera" disse una voce inaspettata. I quattro interlocutori si voltarono verso una libreria e videro Alessandro che si rimetteva in piedi accusando un leggero dolore alla schiena; ripose il libro nella biblioteca e continuò "Però, dopo averne parlato un po', sono tornato sui miei passi: è vero, potremmo trovare dei validi alleati ma, allo stesso tempo, potremmo attirare la curiosità di player killer… In questi libri si legge di alcuni strumenti rari e potenti… Immagina cosa sarebbero in grado di fare queste persone per ottenerli…"
Camilla tacque per qualche secondo: probabilmente i ragazzi avevano ragione, c'erano persone crudeli là fuori e, chissà, alcuni potevano anche trovarsi all'interno della prima linea come Feril un tempo… 
"Camilla… Non preoccuparti, quando Linton sarà tornata in sé le racconteremo tutto" sorrise Nicolò poggiandole una mano sulla spalla.
"Ok…" annuì lei ricambiando il sorriso "…ma… Aspetta un attimo! Mi hai chiamato col mio vero nome davanti ad un altro player!" si alterò la ragazza indicando Kubasa.
"A dire il vero, data la sua "natura" anomala, ci siamo permessi questa confidenza" spiegò Lorenzo.
"Uff… sempre con la risposta pronta…" protestò la ragazza "Ehm… Allora mi presento anche io: mi chiamo Camilla, piacere"
"Piacere mio, il mio nome è Michele" sorrise lui stringendo la mano precedentemente allungata dalla ragazza.
"Michele? Che bel nome! Anche mi babbo si chiama così" sorrise la ragazza velando una leggera nostalgia nel ricordare il nome di una persona così importante nella sua vita ma, allora, così lontana.
In quel momento una porta si aprì e da essa comparve uno sbadigliante Riccardo seduto con le gambe incrociate sopra un fluttuante Izanog "Gioooooorno" disse rivolgendosi a tutti mentre si stropicciava gli occhi.
"Da quando in qua ti sei messo a cavalcare tartarughe giganti e fluttuanti?" domandò ironicamente Alessandro celando, dietro la sua ironia, un velo di invidia.
"Ahahah, scie forte" rispose lui scimmiottando Celentano "Comunque è da un po' che la mattina mi avvalgo di questo piccolo comfort"
"Per me è sfruttamento" decretò Nicolò.
"Dovremo chiamare la protezione animali" scherzò Lorenzo; così, accomunati da una risata collettiva, i sei ragazzi e la testuggine si diressero verso la dispensa pronti a mettere qualcosa sotto i denti.

Non appena ebbero finito di fare colazione Camilla, a nome dell'intera gilda, inviò un messaggio al generale in cui spiegava che non avrebbero preso parte alle attività della prima linea per qualche giorno senza però dare spiegazioni in merito: i ragazzi avevano deciso di passare qualche giorno rimbalzando dai loro vari impieghi a quel luogo sperduto nel deserto. Il problema che però si pose fu un altro: come potevano raggiungere in fretta quel luogo dal portale di teleport che si trovava a circa due giorni di cammino da lì? 
"Ah! Ho io la soluzione" aveva detto Kubasa schizzando via dalla stanza come un fulmine per poi tornarci dopo qualche secondo con un sacco sulle spalle "Potete utilizzare questi!" ed estrasse dal sacco dei crani non più grandi di due pugni avvicinati tra loro di uno strano materiale che ricordava dei cristalli azzurri.
"Che cosa sono queste cose?" domandò Riccardo analizzando uno degli oggetti da varie angolazioni.
"Si chiamano "Crani del Ritorno", hanno lo stesso funzionamento dei Marchi del Ritorno: se ne può portare con sé solo uno e, una volta utilizzato, ti teletrasporta in un posto visitato in precedenza. L'unica differenza è che i Marchi, come voi saprete, vi teletrasportano automaticamente nell'ultima zona sicura visitata; i Crani invece rispondono ad un altro oggetto chiamato "Sigillo di Ossa": quando un Cranio viene utilizzato il giocatore che l'ha utilizzato compare esattamente in mezzo al Sigillo di Ossa a questo legato" cercò di spiegare alla meglio il ragazzo.
"Interessante!" esclamò Lorenzo "E tu hai un Sigillo di Ossa?" domandò poi.
"Sì! Venite che vi faccio vedere!" e così dicendo scortò i ragazzi al centro della biblioteca dove mostrò, sul pavimento, un intricato sigillo del diametro di circa un metro, realizzato con ossa di varia lunghezza, sempre realizzate nello stesso materiale dei Crani, tenute insieme da dei nastri neri.
"Quando utilizzerete un Cranio apparirete esattamente qui"
"Fantastico!" esclamò Nicolò entusiasta "Ma ciò non toglie che noi dovremo raggiungere a piedi il portale di questo piano da qui"
"Provvidenza vuole" iniziò a dire Kubasa "Che io abbia un altro Sigillo di Ossa e i Crani a lui connessi" e digitando alcuni comandi donò a Nicolò gli oggetti.
"I Crani e i Sigilli sono connessi a seconda del loro colore" continuò a spiegare il ragazzo e, infatti, Nicolò, estraendo uno dei Crani per curiosità dall'inventario, si accorse che questi era realizzato sì nello stesso materiale ma era di colore rosso sangue.
"Ogni Sigillo gemerà un Cranio ogni due giorni; fortunatamente ne avete già 10 per ognuno dei due Sigilli, più avanti vi consiglio di accumularne un buon numero"
"Perfetto… Allora…. Agiremo così: io e Camilla torneremo alla sede della gilda e piazzeremo il Sigillo in una delle stanze nel seminterrato; voi tre invece aspetterete qui e continuerete le vostre indagini riguardo l'Orchestra e simili. Una volta piazzato il sigillo inizieremo a fare avanti e indietro da qui. Ok?" propose Riccardo alzandosi dalla sua tartaruga fluttuante.
"Mi sembra una buona idea ma… Non è che potrei venire con voi? Mi sono vagamente annoiato di leggere" disse Alessandro grattandosi il capo.
"Assolutamente no!" urlò Lorenzo.
"Abbiamo bisogno di te!" si accodò Nicolò.
"Ma…" provò a ribattere il barbaro ma il suo commento venne stroncato dagli sguardi assassini del bardo e del monaco.
"Bene! Allora noi partiamo! Ci vediamo tra qualche giorno!" sentenziò Riccardo e, dopo essersi spartito delle scorte con Camilla uscirono da quel piano interrato per lanciarsi sul mare di sabbia. Quando Lorenzo si accorse che i due si erano allontanati, inveì contro Alessandro "Ma sei veramente grullo! Ti sembra che quei due si fanno un romantico viaggetto in due e tu vuoi fare il terzo in comodo!"
"Ma io non…" provò nuovamente a difendersi il barbaro ma, inutile, a parole non era capace.
"Vabbé dai, il peggio è stato evitato" commentò il monaco sorridente "Bon! Grazie al cielo a scuola non dobbiamo tenere lezioni o simili durante questo periodo e dobbiamo solo sistemare scartoffie"
"Io preferivo tenere lezione" si imbronciò Nicolò.
"Stai buono che sia io che te ogni tanto siamo "invitati" a tenere una qualche lezione anche in questo periodo" sbuffò Alessandro; i due ragazzi infatti erano stati praticamente obbligati da Lesen a tenere lezioni anche in quel periodo dato che gli allenamenti di Alessandro erano fondamentali per i giocatori e le lezioni di Nicolò avevano sempre un seguito assurdo (soprattutto di ragazze).
"HO MIO DIO È VERO!" esclamò Nicolò terrorizzato in volto "IO DOMANI HO UNA LEZIONE MA NON POSSO PRESENTARMI!" e piangendo digitò sul comando dei messaggi per supplicare Lesen di scusarlo.

Giunse il 10 di luglio e, da quasi un settimana, i ragazzi avevano iniziato a teletrasportarsi da un luogo all'altro avvalendosi dei Crani. Però, quel giorno, mentre erano tutti riuniti intorno ad un tavolo della biblioteca nel mausoleo arrivò un messaggio a Nicolò che, subito, lo lesse ad alta voce "Orpheus, abbiamo bisogno della gilda Vitriol, oggi abbiamo localizzato il dungeon in cui presumiamo che si trovi la boss-room di questo piano. Il dungeon è però molto complesso e, ormai, molti giocatori hanno deciso di abbandonare la prima linea: escludendovi non siamo nemmeno una ventina… Per favore aiutateci. Linton"
I ragazzi si scambiarono delle occhiate veloci e, senza dire una parola, concordarono di raggiungere il piano 47 quel giorno stesso.
Erano ormai le 15:00 quando i cinque ragazzi misero piede su quel piano. Grazie alle indicazioni di Linton la gilda era informata che la città dove si sarebbero ritrovati si trovava a due ore a piedi dal portale di teleport e a 45 minuti di carrozza. Subito i ragazzi noleggiarono una carrozza e, mentre Alessandro seguiva il loro itinerario sul Libro di Etnalta, Lorenzo si occupava di domare i cavalli spronati dal canto di Nicolò (Camilla e Riccardo invece dormivano poggiati l'uno all'altro osservati dall'occhio sonnecchiante di Izanog).
Ci vollero esattamente 47 minuti prima che i ragazzi arrivarono al villaggio indicato da Linton: la città di Asildrygg; ma, già da lontano, i ragazzi avevano visto un qualcosa che nessuno avrebbe mai rimosso dalle loro menti: un immenso albero di pietra sorgeva esattamente al centro del villaggio e, con le sue fronde, creava come un immenso ombrello sopra i tetti di tutte le case. Lo stupore aumentò una volta entrati nell'ombra di quell'albero perché solo allora tutti si accorsero che in cielo, non c'erano le fronde dell'albero, ma le radici. Che diavolo era quello?
Alessandro si sporse dal carro e rivolse gli occhi sbarrati al cielo e si limitò ad esclamare stupito "Wow!"
Anche Nicolò e Lorenzo guardavano le radici che si intrecciavano sopra le loro teste e si ricordavano dei versi che qualche giorno prima avevano letto all'interno della biblioteca. Dopo qualche minuto raggiunsero la locanda che si trovava nel centro della città dove Linton li stava aspettando. Varcata la soglia i cinque ragazzi trovarono il generale che li attendeva seduta ad un tavolo.
"Siete in ritardo di due minuti" disse lei mentre tamburellava con le dita sul tavolo.
"Scusaci generale… Ci siamo distratti ad ammirare la bellezza dell'albero che protegge questa città" spiegò Nicolò mentre lui e gli altri si mettevano a sedere.
"Ah, non disturbatevi, non vi ruberò troppo tempo. Ascoltate: il dungeon in cui si trova la boss-room è l'interno dell'albero di pietra che sorge al centro di questa città, lì si trova anche l'ingresso al dungeon; pensiamo di iniziare le esplorazioni domani mattina alle 9:00" il generale si alzò subito dal tavolo e si diresse verso l'uscita "Spero di vedervi domani mattina" e, detto questo, uscì.
"Ah… Io… Boh…" mugugnò Lorenzo trovando il comportamento del generale particolarmente strano.
"Mmm… Ragazzi, se non vi dispiace, proverei ad andare a parlare con Linton…" disse Nicolò alzandosi dal tavolo.
"Ma cosa credi di risolvere? Ci hai già parlato più volte e ormai il suo atteggiamento non cambia… Rassegnati" sospirò Riccardo come chi fosse stato sconfitto per l'ennesima volta.
"Sai che non è da me tirarmi indietro" sorrise il bardo mentre già usciva dalla porta.

Alle 22:43 Nicolò non era ancora tornato nella locanda e, Alessandro e Lorenzo, lo stavano aspettando in camera.
"Ma dove diavolo si è cacciato?" si chiedeva Lorenzo mentre camminava avanti e indietro per la stanza evidentemente preoccupato. Alessandro non lo degnò di una risposta, era troppo assorto nel contemplare la mappa della città che si era impressa sul Libro di Etnalta. 
"Dubito che sia ancora con Linton… Probabilmente si è rifugiato da qualche parte…" ipotizzò il monaco. IN quello stesso momento lo sguardo del barbaro ricadde su un particolare luogo presente in quella città.
"Forse so dove trovarlo!" esclamò il ragazzo gettandosi fuori dalla porta.
"Ma porca troia!" urlò poi il monaco mentre seguiva l'amico.
I due raggiunsero in fretta l'area dove Alessandro pensava che si potesse trovare Nicolò. Una cancellata nera proteggeva un luogo dietro al quale si trovavano pietre di varie forme.
"Un cimitero?! Sei serio?!" esclamò Lorenzo "Cos'è? Nicolò è diventato un vampiro e non mi ha detto nulla?!"
"Uff… Sai com'è fatto quel pazzo…" si limitò ad osservare Alessandro ridacchiando sotto i baffi. Il ragazzo spalancò il cancello cigolante ed i due entrarono. Al barbaro quei luoghi non erano mai andati particolarmente a genio; anzi, a dire il vero, i cimiteri lo inquietavano sempre. Non aveva ancora sviluppato alcuna forma di dialettica con la morte, probabilmente ciò era dato dalla fortuna di non aver perso ancora nessuno a lui legato: nonni, genitori, parenti o amici: nessuna perdita, nessun lutto, nessun dialogo a tu per tu con la morte. Lorenzo era già diverso: non solo la poesia sepolcrale era una parte fondamentale all'interno della letteratura inglese ma, al tempo stesso, quando era molto piccolo, aveva dovuto imparare a convivere con la perdita di entrambi i genitori in un incidente automobilistico e, da quel momento, era stato cresciuto dai nonni materni; a partire dai 10 anni aveva iniziato ad andare tutte le domeniche al cimitero a parlare con i genitori persi, a dialogare inconsapevolmente con la signora col mantello. Per questo il monaco camminava disinvolto tra le lapidi mentre il barbaro continuava a guardare agitato in tutte le direzioni. Fu lui a sobbalzare quando vide per primo l'ombra del bardo accovacciato davanti ad una lapide.
"Santo cielo Nico! Vuoi farmi morire!?" esclamò poi stringendosi il cuore con la mano destra.
Il ragazzo si voltò tranquillamente dopo aver riconosciuto la voce dell'amico "Ehi!" li salutò poi sorridente.
"Allora? Come mai sei rimasto fuori così a lungo?" domandò Lorenzo affiancandosi a lui.
"Beh… Ho finito di parlare con Linton tardi e poi sono passato davanti a quel cancello… Allora mi sono detto che non sarebbe stata una brutta idea fermarsi un po' qui"
Il monaco osservò il bardo: anche lui aveva sopportato la perdita di un parente, certo non era un genitore, ma un nonno; avevano parlato a lungo di quell'argomento nel corso delle loro chiacchierate estive e Nicolò si era sempre "rimproverato" di non essere riuscito a versare una lacrima al suo funerale, aveva 14 anni all'epoca e non aveva pianto. Quel pianto che non aveva trovato voce in lui lo aveva soffocato a lungo. Poi c'era anche una nuova componente nella dialettica che Nicolò aveva instaurato con la morte, quella componente si chiamava Teresa. Una presenza viva e morta alla stesso tempo, un amore che era in potenza entrambe le cose, contemporaneamente; era sempre lì, davanti a lui quando le parlava; non pietra, non parola ma un corpo fermo attorno al colpo del quale la morte teneva tesa la falce. Forse era per quello che Nicolò utilizzava una falce per combattere, forse anche in quel momento dialogava con la signora incappucciata.
"Allora… Chi era?" domandò Lorenzo.
"Tale Yerul Fitis… Probabilmente un nome casuale messo su una lapide…" ghignò acido il bardo rialzandosi "Dai… è meglio andare" così dicendo il bardo e il monaco tornarono sui loro passi accorgendosi poi che il barbaro era rimasto fermo.
"Ehi! Ale? Che guardi?" domandò Lorenzo voltandosi.
"Guardate quella tomba imponente" disse lui indicando una lapide molto più grande delle altre che rappresentava un cavaliere in una splendida armatura poggiato ad un'ascia bipenne. Mentre la guardavano si accorsero tutti che davanti ad essa c'era qualcuno, un NPC probabilmente.
I tre si avvicinarono e subito riconobbero Cadil "Oh mio Dio che sorpresa!" esclamò Alessandro "Vado a parlargli subito!"
Non appena il ragazzo si trovò a qualche passo dall'NPC davanti al ragazzo comparve un messaggio "Duello iniziato. Gabél VS Cadil. Regole del duello: 1 VS 1; duello all'ultimo sangue".
In quello stesso istante Cadil tirò un fendente orizzontale con cui avrebbe sicuramente colpito il ragazzo se lui non avesse effettuato un rapido salto all'indietro. 
Cosa diavolo era preso a Cadli? Perché stava attaccando con quella foga feroce Alessandro? Era un NPC di cui si fidavano, che li aveva aiutati e allora perché quella follia improvvisa? Perché quel cambio di atteggiamento?
"Ma che cazzo!?" esclamò il barbaro iniziando a difendersi dai ripetuti attacchi che l'NPC conduceva col suo spadone.
"Ale probabilmente è impazzito!" urlò Nicolò preoccupato "I suoi attacchi non hanno un senso, attacca a casaccio!"
"Ale non ti resta che eliminarlo!" urlò Lorenzo preoccupato "È un duello all'ultimo sangue, vuol dire che uno di voi deve morire per concluderlo!" 
Lorenzo e Nicolò osservavano i due barbari combattere tra loro ed erano particolarmente disturbati dato che non potevano essere d'aiuto in alcun modo: non si trovavano all'interno del duello e quindi non potevano danneggiare Cadil dato che si trovavano in un'area sicura; probabilmente tutto quello era stato studiato volontariamente per rendere quello scontro un 1 VS 1 reale ed effettivo con chi aveva intrapreso la quest-line di Cadil.
I colpi infuriavano, i due spadoni cozzavano tra loro anche se Alessandro non sembrava avere reali intenzioni di eliminare l'NPC, infondo si era quasi affezionato a lui ed ucciderlo… Non gli sembrava corretto. Ma poi ragionò e capì che quelli erano solo dati, non c'era una vita alle sue spalle. Non era un NPC come Kubasa; Cadil aveva dialoghi fissi, non variabili, era una semplice guida, una semplice creazione di dati. Fu allora che il ragazzo iniziò a rispondere agli attacchi: parò un fendente verticale dall'alto con lo spadone, poi lo fece ruotare colpendo l'avversario con un fendente in pieno petto. Cadil venne sbalzato all'indietro e, in quel momento, Alessandro affondò un colpo proprio in mezzo al busto. Lo scontro ebbe la durata di qualche minuto, finché l'NPC non cadde in ginocchio ridotto ad 1/10 dei suoi HP. Alessandro gli si affiancò, stava per tirare il fendente mortale quando l'NPC iniziò a dire "Gabél… Grazie… Sono felice che sia tu ad mettere fine a questa mia vita… Scusa se ti ho attaccato… Non ero in me… Ascolta… Cadmo… La mia famiglia… Non riesco a sopportare la verità… Quella non era sua... Uccidimi ora… Per favore…" Alessandro e gli altri seguivano le parole dell'NPC sorpresi, curiosi e quasi commossi, intristiti per il dover dire addio ad un NPC che li aveva aiutati così tanto.
Alessandro guardò i due amici che annuirono lentamente, sollevò lo spadone e fece calare a 0 gli HP di Cadil. Lui cadde dicendo "Grazi… Gabél…" 
Sopra il cadavere comparve l'icona di un oggetto che subito Alessandro raccolse: si trattava del set-armatura indossata da Cadil chiamata "Armatura Dente di Arconte" il ragazzo si fermò a leggere la descrizione del set.
"Set ereditato da Cadil, l'ultimo discendente di Cadmo.
Si dice che questa armatura sia stata ideata dall'inventore di corte Cadmo in tempi antichi. Il materiale di cui è fatta questa armatura è stato ottenuto dai denti di un Arconte, come altre invenzioni di Cadmo. L'armatura offre grandi difese fisiche e una difesa quasi perfetta dai danni di fuoco"
"Arconte? Che diavolo di cosa è?" domandò Lorenzo.
"Non ne ho idea… Però ora sappiamo di cosa erano fatti i Golem al piano 33" osservò Nicolò meditando sulle parole appena ascoltate.
"Ehi guardate là!" disse Alessandro indicando una fossa nel terreno; i tre ragazzi le si avvicinarono e videro una lapide con sopra scritto "Qui giace Cadil, ultimo discendente di Cadmo".
"Deve averla realizzata sapendo che sarebbe morto oggi…" disse il barbaro con una leggera tristezza nel tono di voce.
"Beh! Allora diamogli una sepoltura no?" propose il bardo poggiando la mano sulla spalla dell'amico. Lui annuì e, dopo che i tre ebbero deposto il corpo nel fondo della fossa, videro una pala su un mucchio di terra lì accanto (probabilmente la pala utilizzata da Cadil per realizzare la buca) e, con essa, sotterrarono il cadavere.
Alessandro, dopo aver appiattito la terra andò a vedere il grande monumento funebre che stava osservando Cadil prima di attaccarlo e lesse "Amon, prode guerriero che offrì la sua ascia a protezione del paese e del re".
"E adesso questo qui chi è?" domandò Lorenzo rileggendo più volte il nome Amon.
"A me Amon fa venire in mente solo una carta di Yugioh" rise Nicolò poi si fermò e aggiunse "Dai, è meglio tornare a casa, è stata una notte intensa e domani non ci aspetta solo un dungeon di tutto rispetto ma anche una simpatica conversazione su quello che è appena accaduto"
E così fecero i tre ragazzi dopo che Alessandro si fu equipaggiata indosso tutta l'armatura appartenuta a Cadil in modo da poter sempre avere con sé il ricordo di quell'NPC.

Causa esame prossima pubblicazione sabato 21 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sword Art Online / Vai alla pagina dell'autore: Danmel_Faust_Machieri