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Autore: cin75    14/01/2017    10 recensioni
Come il legame dei due fratelli riesca ad andare anche oltre l'incoscienza. La forza del sentimento fraterno che li lega riesce a raggiungerli anche quando non possono comunicare.
Genere: Avventura, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Dean aprì lentamente gli occhi e già quella poca luce che riuscì ad intravvedere gli fece male tanto da farglieli richiudere , mugugnando appena.
Ci provò di nuovo e questa volta sembrò andare meglio. Per un attimo restò a fissare il soffitto imbiancato. A godere dell’odore di pulito. Del silenzio e la calma che non erano affatto fastidiosi.

Un attimo!, pensò, soffitto imbiancato? Niente puzza di sangue?Niente lamenti o dolore?Niente buio? Niente Vuoto?

Voleva dire che non era morto. Che era ancora vivo!!
Guardò ancora.
Guardò lentamente in giro fin quando i suoi occhi non si posarono su un ragazzo di quasi due metri che dormiva su una sedia su cui perfino un bambino sarebbe stato stretto.
Il suo sguardo non andò oltre. Era salvo e sapeva di star guardando la persona a cui avrebbe dovuto dire grazie. Ancora!
 
Sam aveva gli occhi chiusi che ogni tanto stringeva come se stesse sognando o solo sopportando un qualche dolore dovuto a quella posizione assurda. Il viso appena coperto da un sottile velo di barba. Addosso ancora i vestiti da federale.
In quel preciso momento , un’infermiera entrò nella stanza e si accorse che Dean era sveglio. Stava per dire qualcosa quando Dean alzò una mano in segno di tacere.
L’infermiera che per un attimo restò perplessa, capì, quando il cacciatore fece spostare la sua attenzione al ragazzo che dormiva accanto al suo letto.
Sorrise dolcemente e si avvicinò senza fare rumore al letto del suo assistito.

Dean seguì i suoi movimenti e quando la ragazza gli fu vicino , controllò i suoi parametri da ogni macchinario.
“Andiamo bene! Andiamo più che bene!” asserì sorridendo soddisfatta tenendo un tono di voce basso.
Dean l’assecondò con un sorriso appena accennato e poi indicando il fratello si ritrovò a chiedere: “Scommetto…. che non ha messo piede fuori….. di qui, vero?!”
“Piede, mano, braccia, testa. Incollato a quella sedia da quando sei arrivato. O meglio da quando ti ci ha portato qui!” rispose lei.
“Quanto…”
“Solo qualche giorno, tranquillo. Ma sono stati davvero duri e tu te la sei vista brutta. E per lui è stato lo stesso!” confessò abbassando di un po’ la voce, come se stesse rivelando un segreto. “So che oltre ad essere colleghi, siete anche fratelli. E che una stupida scommessa vi ha portato ad affrontare questo caso separatamente.”
“Wow!! Il moccioso ha vuotato il sacco!” sbottò anche se silenziosamente Dean.
“Ho parlato con lui per un po’ , ma giusto per tenerlo fuori dalla stanza quando i dottori ti dovevano visitare. E sai cosa penso?!”
“Cosa?!” chiese curioso.
“Che fate delle scommesse del cavolo e dovreste smetterla!” sembrò quasi rimproverarlo. “I colleghe , soprattutto se fratelli, devono guardarsi le spalle. Sempre!!” asserì convinta e con un certo tono severo.
“Ci crederesti che è la prima scommessa del genere?!”
“Sul serio?!” fece lei poco convinta.
“Scommetti?!” la provocò Dean.
“Ok! Ho capito chi è l’irresponsabile tra i due!” convenne la ragazza con aria sarcastica.
 
“Ci può scommettere che è lui.”
 
La ragazza spostò immediatamente lo sguardo su Sam che si era appena risvegliato da quel suo sonno decisamente poco comodo e rinvigorente e si alzava per avvicinarsi al letto del fratello.
Aprì la bocca per controbattere ma Dean la precedette.
“Mi dispiace tesoro…vizio di famiglia!”
“Già. Lo vedo!” fece lei con aria di disapprovazione. “Vado a chiamare il dott. Norton.” e andò via.
 
Sam sovrastava, per forza di cose, Dean. I due fratelli per un attimo restarono in silenzio a fissarsi.
 
Sei vivo…..   Grazie a te, Sammy.
Ce l’hai fatta…..   Grazie a te, Sammy!
Non provare mai più a farmi una cosa simile….  Puoi scommetterci, Sammy!!
 
Questo fu quello che vorticò entusiasta nelle loro menti. Ma in effetti nessuno dei due proferì parola in quel momento fatto di soli sguardi.
Tipico dei Winchester!!! Perché usare le parole quando ci si può solo guardare?!
 
 

Qualche giorno dopo, con un tesserino federale e la giustificazione che gli agenti feriti ma fuori pericolo dovevano rientrare alla sede principale, Sam riuscì a far dimettere Dean.  Anche grazie all’aiuto del dottore che aveva intuito che i due non erano propriamente dei federali, ma a dirla tutta non gli importava, dato che avevano comunque salvato delle vite umane rischiando drasticamente la loro.
 
I due andarono direttamente al bunker dove, il mattino dopo, vennero raggiunti finalmente da Castiel che come prima cosa si assicurò di rimettere a posto completamente quello che era rimasto da aggiustare nel fisico di Dean. Anche se si premunì di avvertirlo che almeno per un po’ sarebbe stato comunque debole.
Dean abbozzò lo stesso un “Grazie , amico!” e lo rassicurò che in quei giorni di riposo se la sarebbe goduta a vedere Sam in versione Cenerentola.
“Sul serio?” aveva replicato il minore.
“Cavolo, se sono serio!! Una scommessa è una scommessa. E io l’ho vinta. Li ho trovati per primo quei ragazzi!” asserì deciso e orgoglioso.
“Già! e ti sei fatto quasi ammazzare!”
“Beh! la scommessa era su chi li avesse trovati per primo, non chi si sarebbe fatto accoppare per primo. Quindi Samerentola, zitto e lucida l’argenteria!!” lo provocò il maggiore, bevendo un altro sorso di birra , mentre si risistemava sul suo letto.
 
Quello che invece, Sam sperava non dovesse accadere, accadde quella sera stessa.
Andò verso la camera di suo fratello per dirgli che sarebbe uscito per andare a prendere qualche pizza o altre cose del genere e quando entrò nella stanza del maggiore lo trovò seduto sul bordo del letto. Pensieroso. Decisamente assorto.
“Ehi Dean!!? Tutto bene?!” domandò preoccupato.
Dean alzò lo sguardo verso di lui. Sembrava volesse dire tanto riuscendo solo a dire niente. Le sue labbra si muovevano nel vano tentativo di dare una spiegazione a quel suo stato d’animo.
Guardò per un attimo la foto di sua madre appoggiata alla piccola lampada da scrivania e poi senza distogliere lo sguardo da quell’immagina cara, quasi sussurrò:
“Ti ho sentito!”
Sam strinse gli occhi , perplesso da quello che aveva appena detto, no, sussurrato il fratello.
“Sì..ti ho chiesto se …se stai bene!!” replicò il più giovane.
“Ti ho sentito!” ripetè Dean. “In ospedale.” disse ancora e solo in quel momento alzò il viso per guardarlo di nuovo. “Quando ero privo di conoscenza!” e inspirò affondo quando vide il volto sul minore palesarsi un espressione mista a sorpresa e panico.
“Come…tu….hai….mi hai…sentito?!” fece quasi spaventato.
 
Quello che aveva detto. Il modo, le parole, il cuore che c’aveva messo.
Non c’era niente di male, questo Sam lo sapeva, ma si sentiva lo stesso terribilmente scoperto e imbarazzato.
Loro erano abituati a parlarsi a cuore aperto, ma sorte voleva che questa cosa accadesse sistematicamente quando erano con un piede nella fossa. Poi , la crisi passava e loro si costringevano a buttarsi tutto alle spalle.
Troppi sentimenti. Troppe emozioni. Troppo cuore esposto a quella vita assurda.
Una vita che doveva essere vissuta con più forza e freddezza.
 
“Dean, io ero….e tu..tu stavi …insomma….quello che ho detto, io…io…volevo….”
“Grazie!” fece , fermandolo Dean.
“Cosa?!” sibilò sbalordito e colpito da quel ringraziamento inatteso. Almeno in quel momento.
“Grazie per avermi parlato. Per non esserti arreso. Per non avermi abbandonato.”
“Non lo avrei mai fatto. Non un'altra volta!” sussurrò ancora in colpa.
“Sam, non era questo che intendevo e non mi riferivo a qualcosa del nostro passato!” sembrò volerlo rassicurare il maggiore. “Molti avrebbero fatto affidamento solo alle cure mediche, tu…tu, invece, mi hai assillato. Letteralmente. Mi hai costretto a non mollare, a non lasciarmi andare a quello che mi stava accadendo.”
“E lo farei altre mille volte ancora!” ci tenne a precisare con fermezza il più giovane.
“Eravamo nella merda, Sammy, e tu mi hai convinto ad essere ancora quello che resta dopo!”
 
E a quell’affermazione Sam strabuzzò letteralmente gli occhi.
Era vero! Era tutto vero!
Dean lo aveva sentito. Il fratello aveva sentito ogni sua singola parola che faceva parte di quegli incoraggiamenti a resistere e a combattere.
Deglutì a vuoto. Sorpreso. Sconvolto. Commosso.
 
Gli occhi dei due fratelli si legarono in un tacito sguardo di complicità e amore fraterno.
“E lo sarai ancora?”
“Lo sarò sempre!”
Un sorriso. Timido. Complice. Rivelatore.
“Ok!” sussurrò a stento Sam.
“Ok!” gli fece eco Dean nel suo stesso stato d’animo.
 
Il minore fece per uscire dalla stanza del fratello, poi si girò di nuovo e gli sorrise ormai tranquillo.
“Comunque , ero venuto qui per dirti che esco per prendere qualcosa da mangiare, Jerk!”
“Non dimenticare la mia torta, Bitch!”








N.d.A.: E Dean è andato!!!
In settimana , appena possibile, arriverà il momento di Sammy!!!

Baci baci|||
   
 
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