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Autore: xhimmelx    15/01/2017    2 recensioni
Khloe ci prova a combattere contro i fantasmi del passato, ma sa che provare non basta. E allora si lascia sconfiggere da questi, più meschini e prepotenti di lei, cadendo quasi ogni notte in un abisso di rancore.
Cameron, invece, si ritiene più forte di tutti quei pensieri che le riempiono la testa ed è con sicurezza che le promette di aiutarla.
Una sicurezza che Khloe sembra odiare ma a cui, in fondo, è costretta ad aggrapparsi.
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FF SU CAMERON DALLAS.
ATTENZIONE: IL RATING DELLA STORIA POTREBBE CAMBIARE.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cameron Dallas, Nash Grier, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 17.


 
 
 
Guido con la mia auto fino al Griffith Park, lasciandomi alle spalle Cameron ed accelerando con il solo desiderio di arrivare il prima possibile. Non mi importa quanto ci metterò, né se ormai è troppo buio per inoltrarmi in mezzo agli alberi, voglio solo arrivare lì e sentirmi meglio.
Ho una forte sensazione di ansia che mi attanaglia il petto e che mi fa preoccupare ogni secondo sempre di più, per cui, non appena parcheggio, mi affretto a scendere dall’auto e a respirare quanta più aria fresca possibile. Dopodiché, senza il bisogno di pensarci due volte, comincio a correre. Seguo il mio solito percorso e corro, corro talmente veloce da rimanere ben presto senza fiato. Tuttavia non mi fermo neanche per una breve pausa, mentre continuo a sforzare le mie gambe fino ad arrivare alla meta. Non appena mi guardo intorno, dall’alto di questa collinetta oramai desolata, vedo un’infinità di alberi e luci sotto di me. Solo a questo punto decido di riprendere fiato, poggiando le mani sulle gambe fin troppo indolenzite ed inalando più aria possibile.
C’è qualcosa di strano in me: nonostante i minuti passino inesorabili, la stanchezza non sembra abbandonarmi e, al contrario, comincio a sudare freddo e tremare leggermente. Lo vedo nelle mie mani, fin troppo sudice ed in continuo movimento. Me le porto quindi davanti agli occhi ma, in questo modo, non faccio altro che allarmarmi ulteriormente. Tutto questo è come un déjà-vu, so cosa sta per succedere. Il fiato si fa sempre più corto e mi sembra quasi di star per soffocare, un fastidioso formicolio mi investe le mani e lo stomaco ed io non riesco a trovare alcuna via di uscita da questa situazione di momentaneo panico. Voglio solo che finisca, ma tale desiderio cresce in me insieme alla sempre maggiore paura di perdere il controllo.
Non mi resta far altro che stendermi a peso morto sul terreno polveroso di questa collinetta e, con braccia e gambe spalancate, chiudere gli occhi per un tempo indeterminato. È come se la mia anima si stesse distaccando totalmente dalla realtà, come se non riuscissi più ad avere alcuna coscienza del mondo esterno. Ci sono solo io ed il mio malessere. Poi, all’improvviso, inizio a piangere a dirotto, come fa un neonato disperato perché nessuno può comprenderlo. Come non succedeva da tempo, piango a tal punto da riempire il silenzio di questa notte con il rumore dei miei singhiozzi, mentre i miei occhi si arrossano sempre più e non vi è nemmeno uno spiraglio di aria nella mia gola.  
Trascorro un minimo di due ore in questo modo, nella stessa posizione fetale e con il viso coperto dalle mani ormai completamente bagnate dalle lacrime. Ho buttato fuori, con queste lacrime, tutta la sofferenza accumulata nel corso di questi anni a causa di Grayson e dell’eccessiva mancanza di sfogo. Ho perso la cognizione del tempo ormai da un pezzo, ignorando i numerosi squilli del mio telefono e non curandomi della preoccupazione causata presso i miei genitori, Cameron ed il resto dei miei amici. Ho come la sensazione di aver dormito a lungo, eppure so che non è così: me ne sono stata, per tutto il tempo, sdraiata in attesa di qualcuno che venisse a salvarmi.
Poi finalmente, come se Dio avesse deciso una volta per tutte di esaudire i miei desideri, sento il rumore di passi frettolosi e pesanti avanzare verso di me. Quando il rumore cessa, mi ci vuole poco prima di percepire il tocco di una mano sulla mia spalla. Non do alcuna risposta, né alcun segno di vita, eppure quella mano dal tocco gentile si sposta senza indignazione verso la mia testa e comincia a carezzarne i capelli. Non ho bisogno di porgermi alcuna domanda per comprendere di chi si tratta, per questo, non appena decido di scoprire il mio volto e di rivelarmi, scopro Cameron inginocchiato davanti a me.
Senza alcuna sorpresa, mi affretto ad asciugarmi gli occhi decisamente affaticati e mi metto seduta, facendo peso sulle mie stesse deboli mani. Osservo a lungo Cameron, sorridendogli lievemente perché infondo vorrei solamente ringraziarlo, ringraziarlo per aver saputo esattamente dove trovarmi e per essere venuto a salvarmi. Tuttavia, di fronte al suo viso comprensivo e quasi pietoso, qualcosa cambia: il mio sorriso diventa uno di quei sorrisi che fai quando sei triste ma non vuoi smascherarti, uno di quelli che si deformano in un’espressione di pura disperazione non appena capisci di non poterti trattenere ancora a lungo. E questo è quello che succede a me, proprio in questo momento. Non mi interessa di quello che potrebbe pensare il ragazzo, né di apparire per quella che veramente sono. Al contrario, voglio solo piangere e, spero per l’ultima volta, lasciare andare tutto.
Continuo ad aprire e richiudere gli occhi ad un ritmo poco regolare, ma che mi permette comunque di intravedere il viso di Cameron ricco di dispiacere. Forse per questo, mi viene quasi naturale gettarmi fra le sue braccia senza neanche chiedergli il permesso. E lo so, so di non meritarlo affatto dato quello che è successo un paio d’ore prima, eppure lui non sembra darci peso. Come al solito, Cameron si rivela troppo buono per me. Così finisco di piangere, gettando tutte le mie lacrime sulla sua t-shirt chiara e stringendo il tessuto fra due pugni saldi e violenti.
Quando finalmente mi svuoto e comincio a sentirmi più leggera, realizzo che senza Cameron tutto questo non sarebbe mai successo. Senza di lui, avrei persino potuto rischiare di trascorrere l’intera nottata in questo parco, in attesa che la luce del sole pensasse a sistemare le cose. Mi strofino quindi gli occhi nel tentativo di asciugarli una volta per tutte e, solo dopo, osservo intensamente il ragazzo. La mia presa stringe ancora saldamente la sua maglietta e la pelle sottostante, mentre lui sposta delle ciocche sudate dalla mia fronte e le sistema all’indietro.
Credo ci sia qualcosa di particolare nel suo tocco, poiché mi scopro essere improvvisamente più tranquilla: ho finalmente trovato una via d’uscita e sono determinata a non tornare indietro.
-Grazie, Cam.-   Sussurro dunque timidamente, con la consapevolezza di avere moltissime altre cose da dirgli pur non trovando le parole per farlo.
Lui comunque non risponde e, invece, si limita a porgermi la sua mano. Incastro quindi le mie dita fra le sue e, facendo peso su di esse, mi alzo pian piano. Non appena mi ritrovo in piedi, con qualche forza in più nel mio corpo, mi precipito fra le sue braccia e lo stringo forte, sapendo che, qualsiasi cosa io abbia da dirgli, non potrebbe essere espressa in modo migliore. Cameron ricambia immediatamente intensificando la stretta, mentre io non posso far altro che sentirmi protetta.
Quando poi si allontana da me, distaccandosi molto delicatamente,   -Ascoltami.-   dice, voltandosi poi verso l’estremità della collina.
Afferra velocemente la mia mano, mentre con l’altra indica il paesaggio attorno a noi: ancora una volta, ci troviamo ad osservare insieme l’immensità di Los Angeles sotto ai nostri piedi.
-Non starò qui a ripeterti per l’ennesima volta quello che penso, perché lo sai già. Sai già che per una sola, stupida persona non vale la pena soffrire talmente tanto. Tu, invece… tu sì che ne vali la pena, e questa volta non sono qui per vederti scappare di nuovo. Conosco la ragione per cui l’hai fatto, Khloe, so che il pensiero di tradire Grayson ti ha costretta ad allontanarti da me, ma pensaci un attimo… fatti una semplice domanda: ami ancora quel ragazzo, o è solo la consapevolezza di essere stata abbandonata a torturarti in questo modo? Khloe, c’è tutto un mondo che devi ancora scoprire, che non hai mai visto prima d’ora perché avevi gli occhi coperti dal dolore, ed io voglio aiutarti ad esplorarlo. So di aver cambiato qualcosa dentro di te, nel corso di queste settimane, e… Ti amo, va bene? Non era questo ciò che hai sempre voluto? Qualcuno che ti amasse per quella che sei? Insomma, nessuno, oltre te stessa, ti conosce meglio di quanto ti abbia conosciuta io, e adesso sono qui a dirti che ti amo con tutti i tuoi complessi, i tuoi difetti e le tue sofferenze. Io… non so più cos’altro dire o fare se…-
-Va bene.-   
Succede qualcosa che mai avrei ritenuto possibile: per la prima volta in assoluto, penso che “chi se ne frega di Grayson”, se l’unica cosa che lui è stato in grado di darmi è stato un mucchio di illusioni e sofferenze. Sono davvero convinta di potergli finalmente voltare le spalle e smettere di aspettarlo, realizzando una volta per tutte che non tornerà mai più indietro da me. All’improvviso, senza che nessuno dei due se lo aspettasse, interrompo Cameron e lo zittisco ponendo una mano sulla sua bocca. Lui mi guarda interrogativo per un attimo, temendo nuovamente un secondo rifiuto.
-Ho detto che va bene.-   Lo tranquillizzo perciò, stavolta seria.   –Hai ragione, io ne valgo la pena e non merito di essere trattata in questo modo, non merito tutta la merda che ho dovuto attraversare da qualche anno a questa parte, ed è solo grazie a te se me ne sto finalmente rendendo conto. Mi hai aperto gli occhi, Cam, e nessuno ci era mai riuscito prima. Voglio imparare ad amarti così com’è giusto che sia, ad amarti così tanto da rimanerne quasi sconfitta, perché è questo ciò che meriti. E, Dio, no… non è uno stupido tentativo di dirti grazie, voglio farlo perché ne sono davvero convinta.-
Finisco di parlare pochi minuti più tardi, quando sia io che Cameron ci stiamo già guardando negli occhi ormai da un pezzo. E, a differenza di diverse ore prima in spiaggia, sono determinata a godermi questo momento con tutto ciò che comporta. Così, senza chiedergli il permesso o senza attendere una sua risposta, mi faccio avanti per prima ed incollo le mie labbra sulle sue. Stavolta, assaporo ogni singola sfumatura di questo bacio, non lasciandomi distrarre da nient’altro poiché nient’altro esiste nella mia testa. Assaporo la consapevolezza di sentirmi finalmente amata ed in grado di poter ricominciare ad amare, l’ebrezza che le labbra di Cameron trasmettono sulle mie e la scossa che mi attraversa il corpo intero. E, in cambio, faccio del mio meglio per poter dare a lui tanta felicità quanta ne sto provando io adesso. Trasformo il bacio in qualcosa di pian piano sempre più movimentato e passionale, una passione fatta di veri sentimenti e non di semplice attrazione. Questo è tutto quello che ho dentro, tutto quello che da mesi avrei voluto comunicare. E, adesso, lo sto facendo nel miglior modo possibile. Senza rimpianti né rancore.
C’è ancora un pezzo mancante, però, una cosa che ho bisogno di fare per dichiarare finita la storia di Grayson. Mi stacco perciò da Cameron e, mantenendo le mie braccia strette attorno al suo collo, lo osservo con tanta decisione ed un sorriso fiero sul mio volto.
-Hai ancora qui la chiave del mio diario?-   Gli domando quindi.
Lui mi osserva improvvisamente più turbato ed intimorito e, dallo sguardo nei suoi occhi, capisco che ha totalmente frainteso ciò che sto cercando di dirgli.
-Si…-   Sussurra comunque, non del tutto sicuro delle sue stesse parole.
Dopodiché, esce il piccolo aggeggio dorato dalla tasca dei suoi jeans e, mentre ammette di averla dimenticata lì per sbaglio, me la porge.
-Cosa vuoi farci?-   Si accerta dunque, osservandomi leggermente torvo.
Dal sorriso ancora permanente sul mio viso, però, capisce subito quanto buone possano essere le mie intenzioni, perciò si scioglie e si rilassa immediatamente. A questo punto, estraggo l’agenda dalla mia borsa e l’apro con la chiave appena ottenuta. Sempre sotto lo sguardo attento di Cameron, tiro fuori la mia solita penna e la poggio delicatamente su un foglio nuovo, ancora immacolato.
 
“Tienimi ancora più stretta quando le mie paranoie mi uccidono piano”.
 
 Quando finisco di scrivere, chiudo la penna e mostro a Cameron la pagina. È l’inizio di un nuovo capitolo.
 
 


 
 
 
 
XHIMMELX.
Heilààà, come state?
Sono felicissima di questo capitolo, sia per come è venuto fuori che per la piega che ha fatto prendere alle cose.
Allora, non avevamo mai visto una Khloe così disperata prima. Sì, sapevamo quanto la rattristasse il pensieri di Grayson, ma mai l’avevamo vista in preda ad un vero e proprio attacco di panico. Ancora una volta, ci siamo accorti che il suo amore per Grayson non è qualcosa che può essere dimenticato velocemente.
E poi arriva Cameron. Amore mio. Il solo fatto che sia stato in grado di far tranquillizzare Khloe significa moltissimo. E poi, povero, c’aveva quasi perso le speranze.
E INVECE KHLOE PER UNA BUONA VOLTA HA FATTO LA COSA GIUSTA.
Ha ragione, questo sarà l’inizio di un capitolo tutto nuovo per lei. Staremo a vedere cosa combineranno tutti e due insieme. Voi come li vedete?
Alla prossima, xhimmelx.



-Tu, invece… tu sì che ne vali la pena, e questa volta non sono qui per vederti scappare di nuovo.-
   
 
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