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Autore: Boringgirl    15/01/2017    1 recensioni
Vika é braccata. Corre a perdifiato nel bosco ma la ferita sul fianco le impedisce di correre come vorrebbe. Chi può averla tradita rivelando la sua posizione e aiutando i cacciatori nella caccia? Un nome e un viso invadono la sua mente, sarà veramente lui il traditore?
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6

 

Mi svegliai sentendo il cinguettio di alcuni uccelli appollaiati sulla quercia che cresceva accanto alla finestra della mia stanza.

Subito dopo aver aperto gli occhi le immagini della giornata precedente mi bombardarono la mente: il ritrovamento del corpo della donna, l’incontro con il fantasma, il combattimento con Simon e il suo racconto sui cacciatori, e, per finire la situazione creatasi in ospedale e le ultime parole dette dalla signora Collins.

Un enorme quantità di problemi, che sembravano avere un solo punto in comune: Logan. Non era il caso di fasciarsi troppo la testa, dovevo aspettare per indagare almeno fino al ritorno di mio zio e nel frattempo occuparmi del reinserimento di Simon nel suo branco.

Era rimasto anche Vic a dormire alla fine. Per quanto Simon sembrasse un bravo ragazzo, nessuno mi avrebbe lasciata sola con lui per la notte e visto che mio fratello ,a causa di un incidente, aveva dovuto alloggiare in un hotel, l’unica soluzione era Vic.

Non era una cosa inusuale avere sconosciuti in casa, fin da quando ero piccola ero abituata a lupi stranieri che alloggiavano in casa mia. Mio zio, in quanto Fenrir, aveva l’obbligo di ospitare eventuali visitatori di altri branchi o componenti del suo stesso branco che per qualche ragione si trovavano in difficoltà.  

 

Sembrava troppo presto per alzarsi ed ero troppo pigra per farlo, quindi, nonostante sentissi la voce di mio fratello nella cucina, decisi di poltrire ancora un po’. Sarei rimasta al calduccio nel letto per ore, ma all’improvviso la porta di camera mia che avevo lasciata socchiusa dopo essere andata in bagno, venne spalancata all’improvviso e in men che non si dica mi ritrovai coperta di bava e senza fiato a causa del gran peso che gravava sul mio stomaco.

 

“Sky finiscila…eddai basta, ahaha sono felice anche io di vederti, cucciolone!”.

Come risposta ricevetti un abbaiare felice e diverse altre leccate sulla faccia.

“Che schifo, Sky!! E va bene, ho capito…ho capito, mi alzo…anche tu mi sei mancato bello” esclamai scendendo dal letto e infilandomi le ciabatte, per poi uscire dalla stanza. Dopo aver fatto una veloce salto al bagno, cominciai a scendere le diverse rampe di scale che dividevano la mia stanza dalla cucina.

Quando eravamo arrivati a casa di mio zio, diversi anni fa, avevamo potuto scegliere la stanza che preferivamo; mentre tutti i miei fratelli avevano scelto stanze che davano sulla strada e con posizioni strategiche per sgattaiolare via nella notte e recarsi ad una qualche festa, io avevo scelto una stanza all’ultimo piano che dava sul giardino dietro casa e sul bosco. Diversi anni dopo, allargai la stanza togliendo una parte di soffitto e collegandomi direttamente con la soffitta, creando così una stanza a due piani collegata con una scala di legno. Quella che un tempo era la soffitta era diventata ufficialmente parte della mia stanza. Una volta cresciuta, e raggiunta l’adolescenza, mi resi conto che non era impossibile uscire di nascosto dalla mia stanza. Davanti alla mia finestra, cresceva infatti un enorme quercia secolare, e un ramo abbastanza grosso da sostenere una ragazza cresceva proprio in direzione della mia finestra permettendomi di arrampicarvisi e sgattaiolare alle feste. Quindi non mi pentivo per niente di aver fatto quella scelta molti anni fa, nonostante il fatto che fossi sconvolta dalla morte dei miei genitori, mi ero innamorata subito di quella stanzetta nascosta all’ultimo piano.

 

Sorrisi, guardando il cagnolone che trotterellava davanti a me. Sky era un magnifico esemplare di Pastore svizzero; era un cane molto bello con il pelo bianco lucido e una luce giocosa negli occhi. Lo avevo adottato tre anni fa, dopo averlo trovato in mezzo ad una strada durante un viaggio negli Stati Uniti. Era magrissimo, e talmente sporco che il suo pelo sembrava nero al posto che bianco come la neve.

Ero negli Stati Uniti in veste di Freki e accompagnavo il Fenrir ad un importante riunione tra capi branco. Una sera mentre stavamo tornando all’hotel ci eravamo imbattuti in una rapina. Un uomo stava cercando di sottrarre la borsa ad una donna; senza pensarci due volte eravamo intervenuti. Ma prima di poter agire un’ombra scura aveva morso il malvivente ad un braccio facendogli perdere la presa sulla borsa e costringendolo alla fuga.  Mentre mio zio si occupava della donna, mi avvicinai a quella figura che era tornata a nascondersi nell’oscurità. Potevo vedere solo i suoi occhi, ma malgrado stesse ringhiando vidi in essi la disperazione.

Tornai lì tutti i giorni del nostro soggiorno con del cibo e coperte calde per cercare di avvicinarmi, ma tutti i giorni venivo respinta. Solo l’ultimo giorno, quando cercai di avvicinarmi non ricevetti il solito ringhio di avvertimento ma anzi fu lui stesso ad avvicinarsi a me. Lo portai all’albergo e lo lavai, dopo di che, lo presi e lo portai a casa con me e da quel giorno è il mio amico più fedele.

Dopo essere tornati a casa, mio fratello in quanto veterinario mi spiegò che probabilmente il motivo per cui ringhiava così tanto al mio cospetto era il fatto che avvertiva che avevo qualcosa di strano e che potevo essere in qualche modo una minaccia per lui. Con il tempo e la mia determinazione, ero riuscita però a convincerlo e mi era diventato fedele.

 

“Buongiorno sorellina”.

Sbiasciaci un buongiorno attraversato da uno sbadiglio e mi fiondai sui miei cereali già posizionati al mio posto sul tavolo. Dopo un paio di cucchiaiate mi resi conto che non avvertivo  né la voce di Vic né quella di Simon. “Com’è che gli altri due non ci sono?” chiesi osservando mio fratello che prendeva posto di fronte a me. Darren Maneet Blom era il terzo dei miei fratelli maggiori, anche se lui e il secondo, Zaire, hanno una differenza di età di circa cinque minuti più o meno. Sono gemelli, quasi identici, anche se quando erano piccoli l’unico modo per distinguerli era cercare la voglia che Zaire aveva sulla pancia. Con il tempo, erano cresciuti e presentavano più differenze fisiche di quando erano bambini, mentre per quanto il carattere erano sempre stati molto diversi. Darren, era riflessivo, pensava prima di agire, al cospetto di molte persone diventava timido ed era molto modesto. Zaire, invece, era impulsivo al massimo, spavaldo e la modestia non sapeva nemmeno cosa fosse. L’unica cosa che li accumunava era il numero di ragazze con il cuore spezzato che avevano accumulato con il tempo, ma questa è una caratteristica che riguarda tutti i miei fratelli e non solo loro due.

Erano cresciuti ed erano diventati molto belli, i capelli di un marrone molto scuro, gli occhi verdi bottiglia, un fisico impeccabile che lascia tutte le ragazze a bocca aperta. Ci sono poche differenze fra i due: Darren porta i capelli corti e con il ciuffo, mentre Zaire ha i capelli più lunghi e leggermente ricci, inoltre ha le braccia più muscolose di Darren, in quanto giocatore di Hockey professionale, mentre Darren ha uno studio veterinario nella nostra cittadina.

 

“Vic ha portato il ragazzo con lui a fare un giro della città, poi ce lo riporterà e verrà a lavorare con me allo studio” disse dopo aver preso un sorso dalla sua tazza di caffè. Continuai a mangiare i cereali, aspettando che continuasse. Sapevo che Vic gli aveva già spifferato tutto riguardo al mio incontro con i cacciatori nel bosco dell’altro giorno, e stava solo cercando le parole per iniziare a farmi la paternale. Vic me l’avrebbe pagata, sapeva che Darren mi avrebbe rimproverato fino alla morte, per questo gli ha raccontato tutto.

 

“Allora… Vic mi ha detto come ti ha trovata l’altro giorno e cosa è successo. Vika… devi fare più attenzione a quando giri per il bosco, soprattutto ora che sappiamo che siamo stati traditi, non possiamo più fidarci di nessuno e girare per il bosco da soli non è più raccomandabile”.

“Mi stai proibendo di uscire?” chiesi alzandomi e voltandogli le spalle per inserire la mia tazza nella lavastoviglie.

“Non te lo sto proibendo, sto dicendo che sarebbe meglio che tu non uscissi da sola. Già prima era pericoloso con tutti quei cacciatori che giravano, ora lo è ancora di più. Hanno uno di noi come alleato…se dovessi incontrarli e lui ti attaccherebbe sarebbe difficile riuscire a scappare” disse mettendomi una mano sulla spalla, dopo essersi alzato a sua volta.

“Non crederai davvero che Logan possa battermi vero? Sono il Freki del branco Darren, sono io che mi occupo di dare la caccia ai nostri nemici, io, Darren, non tu, non Fia e non Vic. Sono la migliore nei combattimenti e Logan non fa eccezione, per quanto sia bravo, io posso esserlo di più” esclamai sentendo la rabbia cominciando a montarmi dentro. Odiavo quando qualcuno mi paragonava ad un altro lupo, soprattutto se era un maschio.

“Non sto dicendo questo. Sto solo dicendo che dobbiamo fare più attenzione ed evitare di uscire allo scoperto. Stanno succedendo un sacco di cose strane in questo periodo, Vika. Prima il tuo incontro con i cacciatori a Lake Louise, poi veniamo a sapere che Logan ci ha tradito e un paio di giorni dopo veniamo a conoscenza che non attaccano solo il nostro branco e nella nostra regione ma anche i branchi confinanti…non so cosa, ma qualcosa sta succedendo, e noi faremo meglio a stare in guardia” sospirò risedendosi sulla sedia, e sfregandosi la faccia in un gesto stanco.

 

Mi sentii subito in colpa per aver reagito male. Ma era parte del mio carattere, appena qualcuno metteva in dubbio le mie capacità mi innervosivo e finivo per rispondere male.

“Non posso promettermi che non uscirò più, ma farò attenzione ed eviterò di indagare, almeno fino a quando zio Oliver non sarà tornato” dissi sorridendo e sedendomi di nuovo davanti a lui e accarezzando Sky che aveva appoggiato il muso sulle mie gambe.

Cominciammo a discutere del viaggio da cui era appena tornato, quando all’improvviso il trillo del suo telefono ci interruppe.

Rispose mentre io mi occupavo di rigovernare la cucina e lo sentii parlare di un’emergenza. Non erano rare le emergenze, con il tempo Darren era diventato un ottimo veterinario, aveva pazienti da tutto la provincia e anche da altre province vicine. Quindi non mi stupii più di tanto. Quello che realmente mi lasciò senza fiato era la notizia in prima pagina sul giornale locale.  

 

Trovati i cadaveri sventarti di 6 lupi sul confine tra la provincia di Alberta e la Columbia Britannica.”

Sono stati trovati questa mattina, nel territorio di Alberta, ma poco lontano dal confine che divide le due province, 6 cadaveri sventrati di lupi. I cadaveri non sono stati mostrati alla stampa, siamo però riusciti ad intervistare, dopo che è stato allontanato, l’uomo a capo del ritrovamento: “non ho idea di cosa possa essere successo o di cosa le abbia uccise, ma una cosa la so per certo. Quelle bestie non sono normali; vivo qui da quando sono nato e di lupi ne ho visti parecchi e quelli non erano lupi normali. Grandi come cavalli e con zanne come squali, mai vista una cosa del genere! Ci stanno nascondendo qualcosa, esperimenti genetici, dico io! Comunque qualunque cosa siano, provo pena per loro, non deve essere stata una morte veloce, i loro organi erano completamente esposti sulla strada mentre i corpi erano solo dei gusci vuoti. Non è stato un animale ad ucciderli, ero davanti ad un’esportazione di organi degna del miglior chirurgo del paese.”

Cosa ci stanno nascondendo? Perché non permettono la visione dei cadaveri e soprattutto che cosa è stato ad uccidere questi animali, o meglio questi esseri?

 

Ero completamente sbiancata.

Sentii la porta sbattere e Darren chiudere la telefonata.

“Vika, devo andare…e ho bisogno anche del tuo aiuto” disse Darren, già pronto e con un borsone in mano.

“Darren, erano…” chiesi con ancora una flebile speranza nella voce.

“Mi ha appena chiamato Fia…erano dei nostri”.

 

 

Allora…

Capitolo parecchio noioso, lo so. Ma dovevo per forza inserirlo per far continuare la storia, spero che possiate capirmi.

Mi scuso per la lunghezza del capitolo, avrei preferito farlo un po’ più lungo, ma per una questione di tempo non ho potuto farlo visto che volevo inserirlo entro domenica. Ecco, un'altra cosa di cui devo scusarmi è l’orario in cui sto caricando il capitolo,(circa le 22.00), mi dispiace ma ho avuto un sacco di problemi e ho dovuto cambiare il computer…quindi ho avuto veramente poco tempo ma volevo comunque caricare il capitolo, quindi ecco il risultato.

Fatemi sapere cosa ne pensate o se avete delle idee.

A presto (spero di farcela entro domenica prossima) 

A_ordinary_simple_girl

   
 
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