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Autore: Koaku    15/01/2017    0 recensioni
Ryan ha ben poco, appena ciò che basta per farlo sembrare un comune diciassettenne. Qualcuno deve avervi insegnato, però, che non ci si dovrebbe mai fermare all’apparenza, quando si parla di qualcuno. Infatti Ryan lo nasconde, si tormenta e si isola per questo, fa del suo meglio, ma alla fin fine della sua umanità non resta che una pallida apparenza. Sicuramente, a primo attrito, dareste qualsiasi cosa per poter essere come lui, ma non pensate che poter fare qualsiasi cosa abbia solo dei lati positivi. Ebbene sì, escluse poche cose che neppure gli verrebbero mai in mente di fare, Ryan dispone di qualsiasi potere. Quelle poche persone alle quali concede di rivolgergli più spesso la parola sono a conoscenza del suo segreto, e anche del fatto che devono prestare più attenzione del solito se devono avere a che fare con lui. Gli infiniti poteri di Ryan, infatti, sembrano avere un effetto collaterale: il ragazzo riesce con molta difficoltà a controllare la sua rabbia. Non lo sa quasi nessuno, ma Ryan è un assassino, un assassino per sbaglio, per caso, un assassino pentito, ma nelle sue limitazioni non può riparare agli errori che la sua rabbia lo ha portato a compiere.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Proem.
 
 
- Pensate sia sicuro lasciarli vivere tra gli uomini? -.
Jasmine non si aspettava una risposta gentile da parte dell’amato, seppure chiunque di certo avrebbe provato quantomeno un po’ di compassione a sentire come sussurrava, col suo tono flebile, docile.
Lui alzò un sopracciglio, distogliendo lo sguardo dal quotidiano.
- Non si ricorderanno di me, né di nessuno di noi, quindi qual è il problema? - sbottò, con l’aria di chi la sa lunga, prima di tornare con lo sguardo sulle lettere stampate. Se ne stava seduto, annoiato, su una poltrona, e non degnava la compagna, ormai lì in piedi da ore, di uno sguardo. Jasmine si limitava ad osservare lui e la stanza che li circondava, ed ogni suo oggetto; non conosceva niente di tutto quello. Improvvisamente, lui aveva fatto assumere a tutti forma umana, e comparire quella serie di cose sconosciute: erano rimasti tutti sorpresi, ma nessuno aveva osato ribattere ad uno dei suoi ennesimi capricci. Lui aveva solo detto a Jasmine come si facesse per respirare e camminare in quel nuovo corpo, e poi si era messo seduto, a leggere, aveva detto.
Jasmine non sapeva leggere, né sapeva cosa significasse farlo.
Stava cercando di abituarsi a vederlo in quella nuova forma, e non poteva fare altro che pensare a come fosse bello. Sapeva bene che lui poteva percepire i suoi pensieri con chiarezza, ed era imbarazzata.
Senza smettere di fissare le pagine fitte di parole, il suo amato parlò ancora: - Una volta creati, loro due vivranno una vita normale come degli esseri umani qualunque, eccezion fatta per i loro poteri, che non posso evitare che mantengano, anche in forma umana. In un certo senso gli sto facendo un ulteriore regalo, poiché delle doti come le loro, gli esseri umani non possono neanche immaginarle! - rise, brevemente - Non ti crucciare, Jasmine, quella fronte corrugata sciupa tutta la tua bellezza. Quei due ragazzi non avranno alcun problema a vivere tra gli uomini, come tutti loro, nascono anch’essi per riempire le mie giornate di diletto. Ultimamente, come avrai notato, sono arrivato ad annoiarmi parecchio - sospirò, e tacque.
- E’ per questo che mi avete creata -, annuì Jasmine, con una punta di rammarico che a lui non sfuggì. Non si arrabbiò con lei, non poteva certo farle una colpa se non avrebbe mai potuto ricambiarla. Jasmine non aveva niente di simile a lui, era solo una bambola senza alcun potere magico. Non le era dato conoscere il suo nome, né di stare con gli altri. L’unica cosa che la ragazza sapeva, e che aveva fatto sì che cedesse a quel sentimento d’amore, era che se era viva, lo doveva a lui. Gli era devota, esattamente come lui l’aveva voluta.
- Ma… loro due non sarebbero del tutto umani, giusto? Non pensate che potrebbero, ecco… ribellarsi in qualche modo a questa forzatura? Voi vegliate assieme agli altri sulla Terra da così tanto tempo, e tutto grazie ai poteri con cui siete nati… sono soltanto preoccupata che danneggino un sistema così elaborato e nel quale avete posto tutti i vostri millenni. Tuttavia, non è che non mi fidi di voi! – esclamò la ragazza. Era quello che lui le aveva detto, ma in realtà non sapeva se fossero stati davvero loro a creare la Terra.
Fatto sta che Jasmine non aveva torto: neanche lui poteva prevedere come quei suoi ‘esperimenti’ si sarebbero comportati in ‘cattività’. Tuttavia, la sua voglia sconsiderata di divertimento aveva corrotto ulteriormente il suo essere, già pervaso dalla cattiveria. Anche a discapito di quel piccolo pianeta, non si sarebbe fermato. Sbuffò.
- Mi hai scocciato, Jasmine. Non ti ho accolto qui con me perché esprimessi le tue opinioni, ma perché mi tenessi compagnia -, disse, con tutto il disprezzo possibile. L’altra, mortificata, abbassò la testa e chiese perdono, come aveva già fatto tante volte.
Per tutta risposta, lui si alzò dalla poltrona e riprese ad ignorarla, cominciando a levitare per quella che aveva preso l’aspetto di una biblioteca dalle tinte più varie.
- Manda a chiamare Esi. Dobbiamo prepararci alla scissione, non mi va più di aspettare. Ho bisogno di un attimo per riflettere su alcune cose… - divagò, inizialmente serio, poi divertito. Jasmine annuì rapidamente, e ci volle davvero un attimo: Esi fu lì all’istante.
La sua espressione era totalmente indifferente all’ambiente in cui si trovava, e alla sua forma umana improvvisamente assunta: aveva assunto quell’atteggiamento sin da quando aveva saputo di essere stata scelta per generare i due suoi nuovi esperimenti.
Jasmine la ammirò per il coraggio che dimostrava.
- Non c’era bisogno che ti disturbassi a farmi chiamare. Mi era già stato comunicato da terzi che la tua scelta era caduta su di me, sarei venuta da sola a breve… - disse lei, che aveva preso l’aspetto di una giovane donna, e che si faceva chiamare Esi; prima di pronunciare il nome di lui, esitò, non nascondendo che fosse infastidita.
Lui non mostrò alcun interesse nel rispondere al commento di Esi.
- Tu darai a questo mondo due esseri simili a voi, che gioveranno alla mia salute intrattenendomi con le loro disavventure. Non ti senti onorata? - replicò invece, con un sorriso sornione.
- Per nulla - rispose Esi con tutta serietà. Lui si finse malinconico.
- Il segreto di questo processo è l’amore umano. E’ un sentimento sconosciuto a tutti noi, ma senza il quale non potrai portare a termine la tua… gestazione. Ti porterò a provare amore, quell’amore che le madri nutrono per la loro prole. Ho fatto qualcosa di simile anche con Jasmine, anche se ahimè, i vostri saranno amori distinti. Da cui spero nasceranno due esseri tanto diversi quanto interessanti -. Questa volta lui non finse di non essere così tanto, infantilmente, divertito dalla situazione. La sua voce lasciava ben trasparire, invece, ogni sfaccettatura del suo cinismo. Esi non si mostrò colpita, mentre Jasmine, che aveva accettato mestamente il suo destino, ammutolì.
- E ora, l’amore di una madre ignara e di un’amante non corrisposta, che bruciano assieme. Mi incuriosisce scoprire che ne verrà fuori, a te no? - chiese, ma la donna non rispose, impassibile.
Poi due fiamme cominciarono ad ardere nel petto di Esi e di Jasmine, un dolore che permise a quest’ultima di vivere ben poco.
La ragazza trascorse gli ultimi momenti di vita a rimirare il volto del suo amore impossibile, ma non ebbe il tempo di piangere. Il processo durò qualche minuto, e le fiamme divorarono soltanto in parte l’anima di Esi. Dopotutto, quella donna non era solo una bambola.
Quando tutto smise, crollò sul pavimento, incapace di muoversi per il troppo dolore, priva di sensi ma viva.
Tra le braccia, lui stringeva due pargoli, che lo fissavano in silenzio.

 
   
 
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