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Autore: Male_na    16/01/2017    0 recensioni
Dicono che i viaggi migliori siano quelli che facciamo all'interno delle persone e, perchè no, all'interno di noi stessi. Per questo mi ritrovo a mettere nero su bianco non solo i miei viaggi che essi siano di ipotesi, emozioni passeggere o durature, idee o sogni, realtà o fantasie, immagini e suggestioni; ma allo stesso tempo tutti quelli che ho fatto e continua a fare nelle persone più disparate, nei loro occhi e nei loro gesti e nelle situazioni più diverse. Non resta che augurarsi che non ci sia nessuno sprovvisto di un biglietto ricco di fantasia per percorrere questo percorso.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E poi desiderò solo scomparire, seguendo le lacrime che le scendevano sul viso diafano.
Si ritrovò con la mano premuta sulla bocca per non far rumore in quella stanza vuota e buia che diventava la grancassa del suo pianto triste e fioco, con gli occhi e le orecchie offuscate da quegli odiosi pensieri che ora la tormentavano più che mai.
Fra i singhiozzi silenziosi andò in cucina e prese meccanicamente una tisana come se in quella bustina aromatica ci fosse la via di fuga ai suoi fantasmi; mentre vedeva il vapore dell’acqua che si alzava e le bollicine sul fondo pensava che sarebbe stato facile fare così: arrivare al punto di ebollizione e poi svanire del tutto, nell’aria.
Nonostante sentisse la sua anima rovente e il cuore battere al ritmo di quel suo fragoroso tumulto interiore non riusciva a mischiarsi con le particelle libere e fluttuanti e ad aggiungersi a loro nella danza vaporosa che disegnavano.
Si portò rapidamente la bevanda alla bocca, un po’ amara come le sembrava la vita, come i ricordi che continuavano a circondarla; calda abbastanza per scottarti come quando ti ritrovi di fronte a occhi che rimarranno stampati dentro, bruciati sulla pelle. Aveva ingannato tutti, sfidato il tempo beffeggiandolo e ,per un istante, aveva creduto che fosse veramente colato giù tutto come quel liquido che si stava buttando dentro perché in fondo nonostante il suo calore stava ingoiando tutto. Non aveva fatto i conti con le scottature, le cicatrici.
Tra il vapore tiepido guardava fuori lo scintillio di una città che non era la sua e che era troppo presto per definirla, almeno in parte, tale;osservava inquieta le luci ferme dei lampioni e forse di qualche bar, le luci delle navi e i riflessi delle stesse che ballavano su un mare ormai nero. Ascoltava il rumore repentino delle auto che scappavano per la loro strada e qualche discorso lontano e dai toni spettrali e ovattati.Finita la tisana si accorse che c’era qualcosa di famigliare, in verità c’era sempre stato, come se in fondo fosse arrivata fin lì per una scelta ben precisa che, seppur nascosta, l’aveva quasi costretta a ritrovarsi ora sola in mezzo alla gente, alla deriva in posti disegnati dai ricordi.
A volte era come camminare fra sogni fatti a metà, tra luoghi che riconosceva in parte perché nuovi ma mai cambiati, erano sensazioni nette che la bloccavano in una piccola bolla.
Doveva scomparire quando ingenua non gliene sarebbe importato di nulla, neanche di scottarsi completamente oppure quando cercando di scappare da tutti aveva corso contro se stessa e nell’amarezza di quei giorni aveva trovato quel gusto che bastava per buttare tutto giù.
Doveva scomparire quando la sua sete era ancora vera e limpida e le rivoluzioni solo immagini di fantasie proibite, desiderate e tanto vicine a un’anima vagabonda; doveva scomparire quando il mondo era ancora tanto piccolo e lei padrona con le sue risate e pittrice unica di quei colori.
Doveva scomparire in tante occasioni.
Guardò il fondo della tazza vuota, a volte si ripeteva che quando si tocca veramente il fondo per forza di cose si deve risalire, per il semplice motivo che più in giù non si può andare.
Toccava il fondo con i suoi piedi, vedeva in quel panorama assorto e sonnolento il buio. Non era l’oscurità che avanzava puntuale, era il fardello di ciò che aveva sperato di essere, che gli altri avevano sperato che fosse; nella lucidità dei vapori aromatici che andavano scomparendo si risvegliò fragile, sprofondata, ma viva.
   
 
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