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Autore: Lady_Erato    16/01/2017    0 recensioni
Isaac ha lasciato Beacon Hills da diverso tempo. Non crede che tornerà mai dal branco. Decide di trasferirsi da New York in una nuova città. Nuova vita, nuovi amici... nuovo amore o nuovi nemici? Chi sta avvelenando gli animali del Yellowstone Park ? Tutto ciò ha un legame con il soprannaturale ?
Possibile variazione rating in futuro.
Possibile OOC
Genere: Generale, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Chris Argent, Derek Hale, Isaac Lahey, Nuovo personaggio, Scott McCall
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il giorno seguente si alzò dal letto prima che la sveglia iniziasse a suonare.
Era un po’ teso per il suo primo giorno di lavoro e lo stomaco gli brontolava in modo quasi imbarazzante.
Aveva una fame da lupi.
Il giorno precedente aveva comprato carne, pasta,pane,verdure, ma aveva dimenticato qualsiasi alimento per la colazione.
A New York al mattino era capace di mangiare otto fette biscottate col miele, due toast con la pancetta e bere due spremute.
Bravo Isaac, sei proprio un genio.                        
Decise di prepararsi per non fare tardi.
Raccolse i documenti necessari da consegnare a Candace per il contratto di lavoro ed uscì perdendo cinque minuti buoni fermo sul pianerottolo ad ammirare il giardino imbiancato.
Aveva nevicato ancora durante la notte.
 
Dieci minuti prima dell’inizio del suo turno varcò la porta in vetro ed acciaio.
L’atmosfera era tranquilla, pochi clienti, per lo più camionisti che dovevano scaricare nei diversi punti vendita della cittadina.
L’odore dei pancakes e della pancetta gli solleticò il naso ed il suo stomaco brontolò rumorosamente in risposta.
Un ragazzo poco più grande di lui gli si avvicinò.
‹‹Ciao, tu devi essere Isaac ! Io sono Alex, seguimi e ti mostro dove puoi cambiarti per indossare la divisa, così prendi anche le chiavi del tuo armadietto››.
Isaac gli sorrise studiandolo per un secondo.
Aveva i capelli mori con dei ciuffi tinti di verde, un tatuaggio a forma di gatto sull’avambraccio e degli occhi color cioccolato.
Sentì per alcuni istanti il battito del suo cuore : era eccitato, felice.
‹‹Fammi strada amico! ››.


##


Dopo essersi cambiato e sistemato, Alex gli aveva illustrato le regole generali dello Zanna Bianca.
‹‹Niente alcool e droga sul posto di lavoro. Non si flirta con i clienti. Non si fa credito a nessuno se non su ordine della Miss. Non si tollerano ritardi. Non si ruba dalla dispensa. Tutto chiaro? ››.
Isaac per poco non scoppiò a ridere.
‹‹Cristallino, amico››.
 
Fino alle otto tutto procedette con calma.
Alle otto ed un minuto un’orda di persone entrò nel locale come una mandria di gnu.
Mantieni la calma Isaac, puoi farcela, sei un licantropo.

Servì i clienti agilmente, del resto anche a New York era un cameriere e da quella giungla era sempre uscito vincente.
Versò il caffè americano in ogni tazza sempre col sorriso e rivolgendosi ad ogni cliente in modo educato, accogliendo ognuno di loro con un solare :‹‹Buongiorno, io sono Isaac, cosa le porto? ››.

Alle nove il bancone si svuotò e vennero occupati per lo più i tavoli da genitori che avevano già accompagnato i figli a scuola e si fermavano con altri per un caffè.
Allo Zanna Bianca la clientela sembrava alternarsi in base a fasce orarie al mattino.
Tra un pancake, una porzione di uova strapazzate e l’altra, Isaac aveva avuto modo di conoscere altri tre camerieri.

Gwen Aders era una neolaureata in fisica che per motivi privati aveva dovuto abbandonare studi di ricerca per tornare nella sua città natale : capelli mori a caschetto, occhi verde chiaro e poche parole.

David Thorn aveva da poco compiuto sedici anni, era un grande appassionato di arte, sapeva suonare il pianoforte e ogni pomeriggio seguiva dei corsi di musica. Lavorava per pagare la sua insegnante privata. Era abbastanza loquace e dimostrava una grande curiosità. Capelli biondo cenere, più basso di Isaac e occhi celeste chiaro.

Zack Field  frequentava la scuola, quel mattino era di turno perché la sua classe era in visita allo Yellowstone Park, per cui nutriva grande odio. Suo padre era un ranger e spesso e volentieri non era in casa. Con i soldi ricavati dal diner acquistava pezzi di ricambio per la sua jeep viola fluo. Era grande e grosso,ma dal sorriso gentile e timido.

Tutto sommato erano una bella squadra e da dietro la cassa erano costantemente sorvegliati da Cassy, la moglie di Thomas. Era completamente l’opposto del marito, fisicamente e caratterialmente. Aveva dei capelli rossi come la lava raccolti in una coda alta ed impeccabile, la pelle bianca completamente cosparsa di tatuaggi old school, vestiti ultra sgargianti ed un caratterino niente male, ma non era ostile.
Alle nove e trenta Isaac sentì il suo stomaco brontolare ancora di più e bruciare come se avesse un incendio nel suo corpo.
‹‹Isaac, dolcezza, tutto okay? ››.
Si voltò e notò l’espressione preoccupata di Cassy dalla sua postazione. Gli occhi cioccolato adombrati da un po’ di sincera preoccupazione.
‹‹Sì tutto okay... Non tocco cibo da ieri sera ››.
‹‹COSA? ›› tuonò una voce femminile alle sue spalle.
Era Miss Candace ed era visibilmente turbata.
Solo in quel momento il ragazzo notò che la donna camminava con un bastone in legno scuro, dall’impugnatura dorata.
‹‹Tu ora caro siediti al tavolo-postazione che ordinò con un solo gesto della mano- ora ci pensa Miss Candace a portati qualcosa da mangiare››.
Isaac aspettò nel più religioso dei silenzi. Il locale era tranquillo, gli ordini non erano troppi.
I tavoli erano in metallo a gamba unica e circolare. I divanetti erano più comodi delle sedie e soprattutto non sarebbe riuscito ad immaginare altro mobilio più appropriato di quelli.
L’ecopelle giallo tenue era davvero gradevole all’occhio e non stonava con il resto degli arredamenti.
Il suo capo gli posò sotto gli occhi alcuni piatti.
Pancetta, uova strapazzate, due cupcake e dei pancakes.
Il ragazzo la ringraziò con un grandissimo sorriso e lei si sedette davanti a lui, poggiando il bastone sulle gambe.
‹‹Giovanotto, quando hai fame hai il diritto di andare in cucina da Celine e mangiare qualcosa. Voglio i miei camerieri scattanti e a stomaco pieno, intesi? ››.
‹‹Sissignora! ››.
Candace sembrò soddisfatta e gli regalò un sorriso materno, sistemando la nuvola bianca di capelli bianchi cotonati con le mani curate.

‹‹Dimmi Isaac, ti trovi bene qui a Livingston? Hai trovato una casa o sei in qualche ostello? ››.
Lui inghiottì un grande boccone di uova strapazzate iniziando ad annuire.
‹‹La città è molto carina, a misura di persona, un vero Eden in confrono a New York, quella era una giungla.  Ho preso una casa in affitto da Miranda, è qui vicino, al limite della città››.
La signora corrugò la fronte ed alzò le sopracciglia canute sbigottita.
‹‹Casa dei Cavendish? Se ne sono già andati? ››.
Isaac sembrò non capire, in quel momento Zack si avvicinò al tavolo.
‹‹Roger Cavendish era un ranger del Parco di Yellowstone. Vedi, da tre mesi c’è qualcuno che si diverte ad avvelenare gli animali del parco e lui è stato il primo ad essere pubblicamente accusato. Ovviamente è stato prosciolto da ogni accusa, ha raccolto baracca e burattini e sì è trasferito chissà dove al Sud ››.
Il locale sembrò esser piombato nel più totale silenzio.
Anche Gwen si avvicinò al tavolo sorreggendo un vassoio con un piatto di torta.
‹‹Ancora i Cavendish ? Secondo me Mary,sua moglie, ha incastrato il marito perché era stanca di stare qui,sapete, lei è californiana ed il Montana non ha spiagge e lunghe estati! ››.
David appoggiò una mano alla spalla di Isaac e gli si affiancò Alex.
Il più giovane si sistemò il ciuffo biondo con le dita da pianista.
‹‹Tutto molto interessante, fatto sta che nessuno ancora ha capito chi stia uccidendo quei poveri animali! ››.
‹‹FANCIULLI! – li interruppe Candace-Non vi pago per chiacchierare! Isaac, finisci e torna a lavoro per favore››.


##


Alle undici ed un minuto Isaac uscì dallo Zanna Bianca vagamente provato.
Sentì il cellulare vibrare nella  tasca destra del giaccone.
From Miranda:
-Ho saputo che ti sei sistemato bene da Morgan e scusa se non ho specificato che fosse una donna L -
To Miranda:
-Non preoccuparti! Sì, ho appena finito il turno e ora sto andando a fare la spesa. Domani ho il turno della cena!-
From Miranda:
-Perfetto! Per qualsiasi problema con la casa o informazioni sulla città fammi sapere, mi raccomando...-


##


Dopo aver pranzato e sistemato la casa, Isaac decise di uscire a fare una passeggiata nel bosco seguendo uno dei sentieri non coperti dalla neve.
Controllò bene il terreno, gli alberi, odorò minuziosamente l’aria captando ogni forma di vita intorno a lui.
Sentirsi parte di quel luogo ameno e incontaminato lo rilassò incredibilmente.
Corse per un paio di miglia dove la neve si era un po’ sciolta.
D’un tratto sentì la terribile mancanza di Scott, degli allenamenti con lui, delle risate e dei rimproveri.
Poteva andare ovunque, ma il branco sarebbe sempre stato parte di lui.


##


La notte calò presto e non aveva intenzione di stare a casa per tutta la sua durata.
Cucinò qualcosa giusto per riempirsi lo stomaco.
Uscì che non erano neanche le undici.
Quella notte era fredda, alla televisione dicevano che la temperatura si sarebbe abbassata addirittura di dieci gradi sotto lo zero.
Adorava camminare nel silenzio della notte, soprattutto perché, proprio come a Beacon Hills, al calar del sole alcune zone, soprattutto quelle puramente residenziali, divenivano un freddo deserto.
Doveva assolutamente cercare di risparmiare abbastanza per comprarsi una macchina, usata intendiamoci, per un’auto nuova avrebbe sicuramente dovuto richiedere un finanziamento.
Semmai fosse riuscito ad invitare una ragazza per un appuntamento mica poteva farsi venire a prendere!
Una ragazza Isaac ?  Semmai un passatempo.
Un nodo gli si creò in gola.

Per il momento era solo in quella città. Aveva un lavoro,una casa, doveva trovarsi un passatempo per non pensare.
Ad ogni passo la neve scricchiolava sotto le sue scarpe in un suono ovattato.
Era confuso.

Sentì un lamento provenire da poco distante da lui, si bloccò.
I suoi occhi divennero puro oro ed i suoi sensi si amplificarono istantaneamente.
Con passo felpato si avvicinò ad un vicolo.
Apparentemente era deserto, neanche il lampione della luce era funzionante.
Isaac trattenne il fiato e restò in ascolto.
Tutto sembrava fermo, a parte la neve che continuava a scendere.
Sentì di nuovo quel gemito e capì che proveniva da un cassonetto della spazzatura.
Lo aprì con una forza inaudita.
Oltre all’odore di marcio e di carta straccia riconobbe molto bene quello di cane.
Cuccioli di cane per l’esattezza.
Rovistò tra i sacchetti finché non trovò quello da cui provenivano i lamenti.
Lo aprì e vi trovò quattro cuccioli.
Prese il telefono di corsa e digitò il numero dell’unica persona che poteva aiutarlo.
 
##


Isaac era nella sala d’aspetto della clinica veterinaria con Miranda.
‹‹Ho bisogno del tuo aiuto, ho trovato dei cuccioli in un cassonetto, fa freddo, la temperatura è 4 gradi sotto lo zero, uno è quasi congelato››.
‹‹Dove sei? ››. L’aveva svegliata, ma sentiva che si era già alzata dal letto, infilata la giacca.
‹‹Crawford Street, vicino Sacagawea Park››.
 
L’aveva accompagnato alla clinica veterinaria aperta ventiquattro ore prendendo tutti semafori rossi con il suo SUV rosso.
Lì affidarono i cuccioli al dottor Lars, che a quanto pare era stato il fidanzato di Miranda ai tempi delle superiori.
Lei era lì accanto a lui in pigiama,giacca rigorosamente rossa, nike e cappello di lana con un pon pon rosso. I capelli scalati mori erano disordinati, gli occhi cioccolato circondati da lievi occhiaie.
Aspettarono notizie, buone o cattive per un’ora, nel totale silenzio.
La sala d’aspetto, come il resto della clinica, era di un celeste chiaro, le sedie erano comode, ma ovunque arrivava l’odore di disinfettante.
‹‹Sai Isaac, se questo sarà l’andazzo dovrai affittare una casa più vicino alla mia, almeno sarò vicina per qualsiasi emergenza››.
Miranda gli sorrise un po’ tesa, ma sinceramente.
‹‹Se Isaac non fosse stato lì, questi quattro cuccioli non si sarebbero salvati! ››.
Lars,ovvero Mitch uscì dall’ambulatorio sorridendo.
Sembrava la copia fatta con carta carbone di David Thorn, se non fosse stato per gli occhi verde chiaro.
Il ragazzo si alzò stringendogli la mano rinascente.
‹‹Stanno tutti bene? ››, chiese Miranda.
‹‹Tre sono stabili, quello quasi congelato è critico,ma si rimetterà. Quando staranno bene gli cercheremo una casa››, spiegò Mitch senza staccare gli occhi da Miranda.
C’è una teoria secondo cui anche se passano tanti anni dall’ultima volta in cui vedi una persona, quando la incontrerai di nuovo ricomincerà tutto da dove vi siete interrotti.
Isaac avrebbe al cento per cento affermato che era tutto vero, che funzionava così, perché lo leggeva negli occhi di quei due,ormai quasi quarantenni, che il tempo per loro non era mai passato.
Sì, avrebbe fatto così se non fosse stato per la fede nuziale al dito dell’uomo.
Il sorriso di Miranda quando notò quel piccolo cerchietto d’oro si affievolì un attimo, ma Mitch sembrò non notarlo.
‹‹Le dispiace se domani passo a dargli un’occhiata ? Domani ho il turno della cena allo Zanna Bianca››.
Mitch sorrise scoprendo la dentatura bianca e perfetta.
‹‹Ma certo! Dammi del tu, ti prego, mi fai sentire vecchio! Allora conosci mio figlio David se lavori al diner! ››.
Isaac sembrò non capire.
Quanti anni potebbe aver avuto alla nascita di David? Ventuno?
Miranda nascose con grande maestria il suo sgomento.
‹‹Hai un figlio? Ma da quanto sei tornato in città? Io ti sapevo a Boston››.
Il medico abbassò lo sguardo.
‹‹La madre di David era Natasha,ma come ormai sanno tutti e morta da un paio di anni... Una rapina, le hanno sparato e... Io non sapevo neanche di avere un figlio,ecco››.
Il mannaro si sentiva davvero il terzo incomodo.
Miranda si avvicinò al suo ex ragazzo posandogli una mano sul braccio.
‹‹Se hai bisogno di parlare o bere qualcosa, io ci sono››.
Finalmente i due si ricordarono della presenza del ragazzo.
‹‹Ora tornate nelle vostre case, fatevi una bella dormita e con te Isaac ci rivediamo domani››.
Il più giovane gli sorrise davvero riconoscente e Miranda in uno slancio di felicità lo bacio sulla guancia.
Quando si voltarono per tornare a casa la voce di Mitch li raggiunse :‹‹Se vedete qualcuno di sospetto chiamate subito la polizia, potrebbe essere quel bastardo che va in giro ad avvelenare la fauna del parco ››.
Isaac gelò sul posto.
‹‹Tu ne sai qualcosa? ››.
Il biondo alzò le spalle.

‹‹Io so solo che troppo spesso dimentichiamo chi sono le vere bestie››.
 
 
 
 -.-.-.-.-.-

Eccomi qui!
Due capitoli in così poco tempo per me sono un record!
Impressioni? Commentini ?

Al prossimo capitolo!
   
 
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