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Autore: trenodicarta    16/01/2017    2 recensioni
Simone e Viola si avvicinano, lui le offre la sua amicizia e lei la accetta con diffidenza. Lei nasconde una storia tormentata e lui un segreto doloroso. Lei è ferita, lui è l'ultimo che possa guarirla. Il loro rapporto si fortifica ogni giorno sempre di più, fino a quando Viola non scopre la vera identità di Simone, da quel momento ogni sua certezza si distrugge, di nuovo.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 6

Non si truccava da tempo oramai, se non per coprire i lividi, perciò dovette provare svariate volte prima di riuscire a prendere confidenza con l'eye liner nero che un tempo amava tanto usare. 

- è stata una pessima idea. - Continuò a ripeterlo, mentre osservandosi allo specchio si metteva l'ombretto, poi il mascara ed infine un rossetto rosso. Continuò a ripeterlo anche mentre sistemava i propri capelli ondulati in una treccia laterale. Si zittì solo quando si ritrovò davanti all'armadio. 

Che avrebbe indossato? 
Decidere cosa mettersi fu ben più difficile del semplice truccarsi. 
Quando Simone arrivò, lei aveva appena finito di prepararsi. 

- Questa è una pessima idea. - Mormorò Viola facendo il suo ingresso in macchina. 

- Oh ma dai non essere così pess... - Simone non terminò di parlare, non ci riuscì, non nel momento in cui voltandosi la vide. Se l'avesse incontrata per strada l'avrebbe riconosciuta a fatica. Il vestito rosso che indossava le lasciava scoperte le gambe, sulle quali lo sguardo del ragazzo indugiò forse più del dovuto. Il trucco metteva in risalto i suoi bei lineamenti fini, a cominciare dal suo nasino sottile fino alle labbra piene. Wow, era spettacolare. 

- Lo so, sono uno schianto. - Viola gli fece l'occhiolino, per poi ridere. Non credeva affatto di essere bella, ma Simone non era della stessa opinione. 
Quando si fu "ripreso", finalmente parlò.  

- Mai quanto me. - Sussurrò, pavoneggiandosi, prima di mettere in moto l'auto. 
***

La musica rieccheggiava intorno a loro, ma non era fastidiosa, anzi. I due potevano tranquillamente parlare, seduti al bancone del locale. 
Viola non era certa di sentirsi a proprio agio. Temeva che i lividi si notassero, o che qualcuno si avvicinasse più del dovuto, per questo di tanto in tanto lanciava qualche occhiata nervosa intorno a sè.
Vedeva persone ballare, ridere, divertirsi. Un tempo anche per lei era così semplice vivere la vita, ora invece le bastava essere sfiorata da qualche sconosciuto per tremare. Non voleva sentirsi così, non quella sera. La soluzione a quel problema fu una sola: bere.

- Dillo che ti stai divertendo! - 

- Ok, ok... solo un pochino... - Viola rise mentre parlava e Simone comprese che era brilla come non mai. 

La osservò per qualche istante, domandandosi se fosse la cosa giusta da fare. Essendo un poliziotto non apprezzava molto le persone ubriache, avrebbe dovuto fermarla, ma non ebbe il coraggio di farlo.  Viola era raggiante, l'alcol l'aveva resa disinibita e felice, di certo si trattava di una felicità momentanea, ma meritava ugualmente di svagarsi senza pensare ad altro. 
Dopo poco, Viola si sentì osservata.

- Perchè mi guardi? - Chiese ad un certo punto. 

Simone non seppe bene cosa dire inizialmente. - Perchè sei bella. - Era la verità, non si pentì di averlo detto, così come Viola non si pentì di averlo chiesto. 
Si sorrisero a vicenda, non avendo nient'altro da dirsi, quella frase aveva già detto abbastanza.

Ci pensò qualcun'altro a parlare.

- Simone?! - La voce di Monica suonò quasi uno squittio fastidioso.

Il ragazzo non potè fare a meno di pensare "Maledizione". Incontrarla non era nei suoi piani, ma finse di esserne felice, voltandosi ad osservarla con un sorriso abbozzato. 

- Monica! Non mi aspettavo di vederti... -

- Nemmeno io, specie perchè mi avevi detto di avere un incontro di lavoro... - Sussurrò Monica, lanciando una velata accusa con quelle parole. Il suo sguardo cadde inevitabilmente su Viola e quando ciò accadde, il suo viso mutò, era sbalordita. 

A Viola non sfuggì quel particolare, era ubriaca ma non stupida. La osservava come se la conoscesse, come se sapesse chi fosse. Viola leggeva pietà e sgomento nei suoi occhi e non le piacque affatto. 

- Viola, ti presento Monica. - 

Monica le sorrise, mentre Viola incurvò a fatica un lato delle labbra: era troppo onesta per fingere di sorridere. Monica la scrutava dall'alto in basso con un misto di fastidio e sufficienza e Viola fingeva di non farci caso, mentre sorseggiava un ulteriore drink.

- Io ora devo raggiungere delle amiche... ci vediamo Simone.. ciao Viola. -

Prima di andarsene Monica si piegò su Simone, lasciandogli un leggero bacio sulle labbra. Quel gesto infastidì Simone, che tossicchiò, osservando la biondina allontanarsi. Nessuno dei due osò parlare una volta soli, solo dopo un minuto Viola prese parola. 

- Così quella è la tua specie di ragazza? - Una nota di fastidio trasparì chiaramente nelle sue parole. Simone non ebbe possibilità di rispondere, in quanto subito dopo, lei mormorò: - Lascia stare, sai che me ne frega. - 

Detto ciò, Viola si alzò dal tavolo quasi traballando e lui si affrettò e porgerle una mano. 

- Nono stai qui, vado in bagno. Ho bevuto troppo. - 

Simone fu diviso tra un senso di dispiacere e vittoria. Non voleva che la serata si rovinasse, ma d'altro canto si sentì lusingato nel notare in Viola un nuovo sentimento, un sentimento che lui avrebbe chiamato...gelosia? 
Ridacchiò a tale pensiero, mentre la osservava allontanarsi verso le toilette. 
Giocherellò col bordo del proprio bicchiere, mentre attendeva il ritorno di Viola. Si insospettì, quando dopo dieci minuti lei non tornò. 

- Merda. - Sbottò di colpo, alzandosi immediatamente dal tavolo. Forse si era sentita male in bagno per il troppo alcol, o forse Simone stava diventando paranoico. 
Una ragazza dai capelli corvini stava giusto uscendo dalla toilette femminile, per cui Simone ne approfittò per bloccarla.

- Scusa, c'è una ragazza mora e ubriaca lì dentro? - 

- Tesoro, lì dentro non c'è nessuno. - 

La preoccupazione salì immediatamente in lui. Imprecò nuovamente, sotto lo sguardo confuso della rossa. Il poliziotto prese a guardarsi attorno, sperando di adocchiarla tra la folla. Dov'era finita? Qualcuno poteva averla abbordata, era così ubriaca da essere una preda facile. Simone si detestò per averla portata in quel locale e ancora di più per averla fatta bere senza provare a fermarla. Non era stato capace di proteggerla. 
Stava giusto per schiaffeggiarsi da solo, quando la vide. 
La osservò incantato per qualche istante. 
Si muoveva sinuosa in pista, era lì, con quel suo abito scarlatto e i capelli scombinati che rideva con gli occhi chiusi, seguendo il ritmo della musica. Era così libera, senza pensieri. Fu in quel momento che Simone comprese di volere quella ragazza, ma non nel senso possessivo del termine, lui non era come Riccardo. 
Quasi fosse una calamita si avvicinò a lei, sfiorandole la mano. Bastò quel gesto per far sì che lei aprisse gli occhi.

- Ehi, ma dov'eri finito? - Domandò Viola ridendo.

- Io? Tu piuttosto, avevi detto che saresti andata un attimo al bagno. -

- L'ho fatto poi...ho visto tutta questa gente ballare e allora... - 

Non terminò la frase, inciampò nelle sue stesse parole e nei suoi piedi. Simone la afferrò prontamente, stringendola innavertitamente a sè.
Non erano mai stati così vicini, per questo Simone si aspettava che da un momento all'altro lei lo respingesse, ma ciò non accadde, forse per l'alcol o forse perchè anche lei desiderava rimanere così, col viso a pochi millimetri di distanza dal suo e il suo petto contro il suo seno. La seconda ipotesi fu confermata nel momento in cui Viola si sporse verso di lui, abbastanza da potergli sussurre all'orecchio: 

- Vorrei che tu mi spogliassi... - 

Quelle parole lasciarono basito Simone a tal punto che lui stesso credette di aver sentito male. 

- Sei ubriaca, non sai quello che dici. - 

- Oh no, proprio perchè sono ubriaca so quello che dico... - Ribattè lei, sicura. - La tua ragazza è una stronza...che ci fai con una così? -

- E con chi dovrei stare? - Domandò a quel punto lui, volendo approfittare di quel momento di dubbia sincerità dato dall'alcol.  - Vuoi che stia con te? - La incalzò, portando una mano sul suo viso e accarezzandoglielo. 

- Mesi fa io sarei stata perfetta per te. - 

- Ora non lo sei più? -

Viola sembrò riacquisire un minimo di lucidità, poichè abbassò il viso rattristata e rimase in silenzio. 

- Portami a casa, per favore.  - Affermò risoluta.
*** 

Dovette sorreggerla per tutte le scale e quando furono in casa, fece in modo che si appoggiasse al muro, temendo che potesse perdere l'equilibrio da un momento all'altro. Era rimasta in silenzio per tutto il tragitto, senza guardarlo. Simone pensò che dovesse essere arrabbiata per Monica, o forse era semplicemente stanca.

- Vieni, ti aiuto a toglierti la giacca. - Il poliziotto allungò una mano verso quell'indumento, cercando di sfilarglielo, ma tutto d'un tratto, lei gli posò una mano sul petto.  Simone la osservò senza capire. - Viola, che c'è? - 

Lo fissava senza distogliere lo sguardo, con una strana espressione sul viso. Fu quello stesso viso  ad avvicinarsi lentamente. Simone comprese ciò che stava per accadere e per quanto fosse sbagliato, si sporse a sua volta, fino a far incontrare le proprie labbra con quelle di Viola. Quel bacio sapeva di alcol, ma anche di passione, dolcezza e soprattutto di bisogno disperato di aggrapparsi a qualcosa, a qualcuno. Aveva il gusto di salvezza e desiderio. 
Quando si separarono, entrambi sentirono già la mancanza delle labbra dell'altro. 
Dopo alcuni istanti però, il viso di Viola mutò, tornando freddo e impassibile. 

- Ho sonno. - 

Simone annuì più volte, nonostante si aspettasse parole diverse dopo quel bacio. Stava per riprendere a sfilarle la giacca, ma lei si ritrasse. 

- Non toccarmi, faccio da sola. - 

Quelle parole, quello sguardo e quel tono distaccato lo ferirono. Era di nuovo sulla difensiva.

- Certo, me ne vado. - 

Avrebbe voluto afferrarla e scuoterla, gridarle contro di smetterla di avere paura. Ma a che sarebbe servito? Silenzioso Simone strinse i pugni e la lasciò lì, sola e pentita nel suo appartamento. 
***
 
Ripensava alle sue labbra e più lo faceva, più aveva voglia di rivederla. Gli capitava spesso di voler rivedere una ragazza che aveva baciato la sera prima, ma quella volta era diverso. Con un sorriso stampato in faccia entrà in casa. Sua madre Eleonora l'aveva invitato per un pranzo quel giorno, così come faceva ogni domenica. 
- Monica, che fai qui? - Si imbattè in lei nel corridoio di ingresso e ciò lo sorprese. - Mia madre ti ha invitata per pranzare insieme? - Domandò in seguito confuso.

- In realtà è venuta per parlarmi di te. - Eleonora spuntò alle spalle di Monica. - E di Viola. - 

Simone le osservò entrambe, irrigendosi improvvisamente. I suoi occhi azzurri si soffermarono glaciali sul viso di Monica, mentre con ironia le diceva: - Cos'è? Ora sei la mia babysitter? Se faccio qualcosa che non ti va lo dici a mammina? - 

- Non è come pensi... - Cercò di giustificarsi la donna, muovendo i capelli biondi e lucidi.

- Monica, ci puoi lasciare un momento? - Si intromise Eleonora, facendo un passo avanti verso suo figlio.

Monica annuì brevemente e abbassò lo sguardo, sotto le occhiate furiose del ragazzo. 

- Simone, che stai facendo? -

- Volevo solo conoscerla. - Si giustificò. - Sì, so che è una situazione insolita ma quella ragazza è fantastica, anche dopo che Riccardo l'ha ... - Simone si fermò, sapendo bene che a sua madre non andava di sentir parlare di tutto questo. - Voglio solo aiutarla, tutto qui. - 

Elisa lo scrutò per qualche istante, con quegli occhi azzurri così simili ai suoi, poi gli posò una mano sul viso.

- Prima o poi scoprirà chi sei. - Sussurrò. - Scoprirà che sei il fratello di Riccardo. - 

Note autrice
So che è un capitolo lunghissimo, specie rispetto a tutti gli altri.. Inizialmente il capitolo doveva terminare col bacio tra Viola e Simone (*.*) ma poi ho preferito includere anche l'ultima parte perchè...dovevo dire quale fosse il segreto di Simone! Non è finita qui, nei prossimi capitoli se ne vedranno delle belle!
Chiedo scusa per eventuali errori o sviste grammaticali ma ho modificato alcune parti stasera e stando davanti al pc i miei occhi a un certo punto hanno girdato pietà, quindi dopo un po' ho smesso di leggere accuratamente ogni parte.
A presto :)

 
   
 
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