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Autore: MAFU    17/01/2017    1 recensioni
[Lilith x Amaimon] - [Lilith x Mephisto] - [Lamia x Yukio]
“Yukio , non vedo niente …” Si lamentò Rin che mentre seguiva Yukio come un ombra avanzava nell’oscurità del corridoio. Le vecchie e malconce travi di legno del pavimento polveroso scricchiolavano ad ogni loro passo riecheggiando nel silenzio più tetro.[...] Dalla parte opposta del corridoio, a passo fiero, Mephisto camminava con disinvoltura nell’oscurità. Passando accanto ad una delle massicce porte delle stanze del dormitorio si fermò sentendo un rumore sospetto. Un rumore di acqua corrente aveva attirato la su attenzione. “Qui c’è qualcosa che puzza …” Pensò rimanendo in ascolto finché lo scrosciare non cessò. A quanto pare quella era la porta di uno dei bagni. “ Mhm .. qui c’è davvero qualcuno ..” Afferrò con decisione la maniglia di ottone e con uno strattone spalancò la porta.
Lilith e Lamia sono sorelle. Tutto lascia pensare che in passato abbiano avuto a che fare con Mephisto...ma la loro vera natura fatica ad essere tenuta a bada...
(!!!)Ci sono espliciti riferimenti al manga(!!!)
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amaimon, Mephisto Pheles, Un po' tutti, Yukio Okumura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAP 36

“Mh… Angelic Legion…” Yukio lesse distrattamente ad alta voce la lettera che si era ritrovato per le mani. Si trattava di una comunicazione emanata dall’ufficio presidenziale e l’aveva aperta in classe poco prima di iniziare la lezione. “Salve.” Kamiki fu la prima ad arrivare in aula e salutandolo con garbo si era andata ad accomodare al suo posto a testa bassa. “Oh, buon giorno Kamiki.” Yukio mise da parte il foglio tornando a infilarlo nella sua busta, poi voltandosi guardò l’orologio da parete sopra la sua testa. La ragazza era lievemente in anticipo così si tranquillizzò all’idea di avere ancora un po’ di tempo per organizzarsi. Nascondendo la lettera sotto la pila di libri rimandò a più tardi la questione afferrando poi la sua agenda nera per fare il punto della situazione. “Mi scusi, professore.” Izumo alzò la mano nel silenzio, pur essendo sola a faccia a faccia col ragazzo non aveva abbandonato il buon costume. “Sì? Dimmi.” Yukio le dette un istante le spalle per scrivere la data alla lavagna. “Avrei una domanda da farle…” Yukio posò il gesso percependo una punta di gelo nel suo tono di voce. Sistemandosi gli occhiali si voltò in silenzio guardando la sua espressione di marmo. “Riguarda farmacologia anti demone o altro? Se è una domanda di tipo personale gradirei attendessi il termine delle lezioni.” Il ragazzo non si sbilanciò sistemandosi con un rapido gesto il nodo al cravattino, Kamiki deglutì senza abbassare lo sguardo. “Sono arrivata un po’ in anticipo proprio per non interferire con l’orario di studio. Dato che siamo soltanto io e lei non credo ci siano problemi…” “Ripeto, ti chiedo la cortesia di attendere. Ora la priorità va al corso. Se sei arrivata in anticipo approfitta per ripassare il capitolo della volta scorsa. Farò qualche domanda.” A quelle parole, la ragazza sussultò tirando fuori all’istante il suo sussidiario. Yukio sentendosi improvvisamente sul ciglio di un rasoio le dette le spalle scrivendo rapido i punti principali della lezione del mattino cercando di scacciare l’ansia e la curiosità di sapere che cosa dovesse chiedergli di così personale. “Professore. Chi sono in realtà Lilith e Lamia?” la voce di Izumo ruppe il silenzio e subito dopo la campanella riecheggiò nella stanza. A Yukio cadde di mano il gessetto che rotolando sulle travi del pavimento lasciò una lunga scia di polvere bianca. Kamiki non aveva aspettato. Il ragazzo evitando di guardare la studentessa, si chinò per raccoglierlo poi alzandosi le rivolse finalmente lo sguardo sfoggiando un sorriso pacato con l’espressione più serena che potesse fare. “Non le conosco molto bene, ma parrebbero essere due comuni liceali, proprio come te.” Mentì spudoratamente ad Izumo, rimasta spiazzata da quella sua faccia da schiaffi. “Che poi s’impegnino poco nello studio, è un'altra storia.” Aggiunse il ragazzo posando il gesso sulla cattedra. “Oi, ci sono! E nemmeno troppo in ritardo!” Rin entrò in classe di corsa interrompendo la conversazione. Kamiki serrò la bocca abbassando di nuovo lo sguardo sul suo libro. “Buongiorno Kamiki!” la salutò lui seguito da Shima, Bon e Koneko. Lei però non rispose. Ma quando dopo di loro arrivarono anche le sorelle Evangeline, alzò la testa osservandole andare al posto. Yukio aveva ancora incollato alla faccia quel sorriso accomodante che un po’ aveva destato l’attenzione di Lamia. Percepiva una strana tensione. Ma non dandoci troppo peso, distolse lo sguardo seguendo Lilith. La ragazzina posò la cartella sul banco sospirando. “Eccomi eccomi!” Shiemi fu l’ultima a varcare la soglia, dopo Tanaka il marionettista detto il muto e ora che erano tutti presenti, Yukio incominciò la lezione col classico appello. “Che meraviglia, nessuno assente.” Disse poi il professore dando loro le spalle. “Aprite il manuale a pagina 64, oggi ripassiamo le echinacee.” Disse, ma Il suo tono risultò un po’ forzato. “Chi mi sa elencare tutti i tipi utilizzabili in medicina e quali demoni combattono?”. Tutto tacque. Yukio allora perdendo il sorrisetto cercò con lo sguardo chi potesse sapere la risposta. Incrociò gli occhi con Lamia che lo guardava con un sopracciglio alzato, Lilith era distratta dal cellulare mentre i ragazzi guardavano altrove, intenti a contemplare l’aria. L’unica a guardarlo fisso, era proprio Kamiki, che non aveva reagito bene alla risposta che aveva ottenuto. Lui sapeva bene che secchiona com’era sapeva la risposta ma stava tacendo solo per fargli dispetto. “Nessuno? Devo chiamare io qualcuno?” disse dunque il professore lievemente esasperato dalla loro ignoranza. “I…Io!” Shiemi alzò timidamente la mano sorridendo imbarazzata. Yukio tirò un sospiro di sollievo, vedendo risollevarsi la situazione. Al termine dell’ora, trascorsa in un silenzio quasi anomalo per via della totale assenza d’interventi da parte della sopraccigliona, i ragazzi lentamente raccolsero i loro stracci per cambiare aula. “Gente, qualcuno ha 500¥ da prestarmi? Muoio di fame…” “Shima sono solo le dieci…” “Lo so ma…” il brontolo dello stomaco del ragazzo zittì Koenko. “Ecco, visto?” Renzou chiuse gli occhi sconsolato, “Ahhh Tieni. Ma hai almeno fatto colazione?” Gli chiese scocciato Ryuji mollandogli in mano quanto richiesto. Lilith chiuse la cartella guardandoli chiacchierare da lontano e con uno strattone se la mise in spalla. “Lamia… A proposito, ieri sera hai poi mangiato?” “Sì, non ti preoccupare.” Sbuffò la donna strisciando la sedia sotto al banco. “Benone.” Sorrise Lilith senza rendersi conto che Izumo stava origliando tutto come se avesse parabole al posto delle orecchie. “Yo Izumo! Vieni con noi a prendere qualcosa alle macchinette?” la voce di Shima la distrasse dall’obiettivo facendola balzare. “Come devo dirtelo che non voglio interagire con te!?” sbottò alzandosi di scatto per poi uscire in tutta fretta raccogliendo le sue cose. “Shima… Sei proprio un masochista…” osservò Koneko sospirando, Ryuji invece guardava la porta un po’ seccato. “Che le è preso?” le due succubi avevano guardato la compagna strillare e fuggire senza apparente motivo interrompendo un istante i loro discorsi. Yukio si era voltato anche lui restando però impassibile. “Lilith, Lamia! Andiamo?” Rin era rimasto sulla soglia ad aspettarle, così le ragazze si spicciarono ad andargli in contro. “Aspettate.” Yukio approfittando del fatto che fossero rimasti solo loro quattro, estrasse di nuovo il comunicato del preside esponendolo ai ragazzi. “Oggi mi è arrivato questo.” Disse torvo aprendo la busta. “Pare che dopo la vicenda del Re dell’impurità, anche la principessa dell’impurità si sia risvegliata per mano di una donna che ne ha ingerito il cuore.” Le ragazze si lanciarono una rapida occhiata facendosi serie, mentre Rin squadrò il fratello muto come un pesce, “Hanno emanato l’ordine di piantonare ogni organizzazione religiosa e simili in cerca di possibili demon eater, mentre il Paladin ha pensato bene di indire uno scouting per formare la cosiddetta Angelic Legion per la ricerca sul campo.” “Che significa? Non siamo al sicuro?” Lilith sembrò sbiancare, “Non so dirti se l’accademia sarà presa di mira da questa Angelic Legion, ma per l’incolumità di tutti noi…” guardò uno ad uno negli occhi, “Dobbiamo stare molto attenti a come ci comportiamo. Non vorrei mai che qualcuno facesse la spia.” Fece una pausa per riprendere fiato. Rin annuì rapido restando in silenzio. “Ti preoccupi per noi o per te stesso?” lo stuzzicò Lamia sogghignando maligna. Il ragazzo la guardò serrando la bocca per poi cambiare argomento, “Stamattina Izumo Kamiki mi ha fatto una domanda parecchio scomoda.” “Che voleva la racchia?” la succube incrociò le braccia, “Mi ha chiesto chi foste in realtà tu e lei.”. Lilith per poco non si sentì mancare. “Oi, occhio!” Rin la sorresse scossandola per le spalle. “Maledizione…” sussurrò la piccola, “State calme, credo di aver sistemato la cosa ma dobbiamo avere ancora più prudenza. Cercate di non parlare di cose private al di fuori del nostro dormitorio, persino ora farei meglio a stare in silenzio.” “Ok… Va bene.” Rispose allora Lilith massaggiandosi le tempie. La ragazza guardò Lamia con la coda dell’occhio ma la donna pareva tranquilla. Dal momento che le cose stavano prendendo davvero una brutta piega si chiese come facesse ad essere così serena. “Andiamo, io non mi preoccuperei di una ragazzina.” La donna schiaffeggiò l’aria con una mano facendo spallucce, “E poi a mio parere dubito che mandino controlli in un’accademia di esorcisti ergo direi che non ci dobbiamo preoccupare… Dopotutto…” si avviò verso la porta, “Qui non c’è nessun demone, oltre a Rin.” Sogghignò recitando la sua parte. “Ma quindi il succo della questione sarebbe..?” proprio Rin guardò prima lei poi Lilith e infine Yukio grattandosi una guancia, “L’impurità ha cominciato a risvegliarsi senza apparente motivo e il Paladin in persona vuole indagare sulla faccenda.” A quelle parole, la minore delle Evangeline indietreggiò verso la maggiore fissando il pavimento. “Astaroth…” mormorò e Lamia fu l’unica a sentirla. “State in guardia.” Fu l’ultima cosa che disse loro Yukio prima di lasciarle andare alla lezione successiva. Il ragazzo guardò il trio lasciare l’aula e dando le spalle alla porta sospirò cominciando a radunare i suoi libri. Si fermò un istante soltanto per massaggiarsi il collo allentando un po’ in nodo della cravatta. La sera prima aveva ceduto al morso di Lamia e ripensando a quella domanda che gli aveva rivolto poco prima solo per infastidirlo, si sentì bruciare. Gli riaffiorò alla mente la litigata in albergo e strinse le labbra di fronte a quella sua incapacità di non pensare effettivamente soltanto a sé. La sua ramanzina era davvero dettata da egoismo, ma era troppo orgoglioso per ammetterlo con se stesso.
“Certo che Yuki mette ansia.” Rin camminava al fianco delle sorelle con le braccia dietro la testa, “No… Ha ragione.” Rispose Lilith facendo una smorfia. “Bah, per me esagera.” Disse Lamia ancheggiando. Arrivarono per ultimi in classe, dove Shura aveva già iniziato a fare l’appello. “Oh, ma chi si vede!” disse sorniona guardandoli entrare comodamente seduta a gambe incrociate sulla cattedra. Teneva il registro in mano con la bocca a cuore. I ragazzi ammutolirono andando al proprio posto. Rin fu l’unico a mostrare un briciolo di cordialità salutando l’insegnante con un gesto. “Eh eh eh, scusa il ritardo.” Ridacchiò un po’ sulle spine. “Come se fosse una novità.” Rispose la donna segnandoli presenti con nonchalance. “Benone, qualcuno si ricorda dov’eravamo rimasti la volta scorsa?” la domanda aleggiò nell’aria, “No, seriamente… Aiutatemi.” Prese una risma di fogli alla rinfusa spulciandola con la bocca contorta in una smorfia. Fare l’insegnante non era proprio il suo forte. Lamia si lasciò sfuggire una risatina sommessa guardandola armeggiare con quelle carte. “Non vedo proprio di che vi preoccupiate tutti quanti.” Mormorò alla sorella scossando il capo di fronte a quella totale mancanza di serietà. “Oh, ecco ecco…” Shura finalmente saltò giù dalla cattedra con un foglio in mano, “Oggi studieremo questo…” disegnò un rettangolo lungo e stretto scrivendoci dentro alcuni caratteri in sanscrito, “Si tratta di un sigillo utilizzato negli esorcismi di piccoli luoghi, come potrebbe ad esempio essere quest’aula.” Si voltò studiando la classe, “Basta disegnarlo o applicarlo in una stanza dotata di porta che renderà a ogni demone impossibile la fuga.” Pronunciò quella frase con una punta di malignità, fissando Lilith e Lamia in ultima fila. “Perché guarda noi?” La più piccola serrò la bocca spalancando gli occhi per poi nascondere la faccia dietro al quaderno onde evitare che la professoressa potesse accorgersene. “Mi scusi.” Izumo alzò con sorpresa la mano, “Sì?” rispose la donna posando il gesso, “Il sigillo ha validità anche se disegnato sulla lavagna?” “Ovviamente, anche se in realtà essendo gesso è incredibilmente facile da sciogliere e in battaglia è poco raccomandabile.” Ridacchiò lei riprendendo poi in mano il foglio da cui l’aveva copiato. “Stampato avrebbe più effetto.” Aggiunse distratta leggendo la descrizione dalla fotocopia. “Lamia, ho paura…” bisbigliò Lilith con la bocca nascosta dalle pagine del libro. L’altra la guardò alzando le sopracciglia mordendosi un labbro. “Bene…” Shura si lanciò alle spalle il foglio che volteggiò andando a incastrarsi sotto i piedi della stessa Izumo in prima fila. “Ci sono altre domande?” “Funziona con tutti i demoni?” alzò la mano Suguro pronto a prendere appunti. Accanto a lui, Shima stava ancora cercando di ricopiare il sanscrito. “Ottima domanda!” La professoressa batté le mani entusiasta, “Certo che sì!” “Fermi tutti, non è che allora sono in pericolo di morte!?” sbottò Rin alzandosi in piedi strisciando la sedia. “Sta calmo e torna seduto, bimbo.” Shura gli fece cenno di tranquillizzarsi, “Funziona solo sui demoni purosangue, i mezzi demoni non dovrebbero risentirne. In più fa soltanto in modo che non siano in grado di fuggire.” Tornò a guardare le sorelle Evangeline, rimaste incredibilmente statuarie onde evitare di insospettirla. “Quindi non è di natura offensiva.” Alzò la mano Koneko puntualizzando la situazione. “Esattamente.” Shura annuì chinando il capo. “Ora andiamo avanti.” Tornò a sedersi a gambe incrociate sulla cattedra prendendo un altro foglio. Alle sue spalle, il sigillo spiccava bianco su nero sulla lavagna e Lilith non poteva fare a meno di fissarlo. Shura non sembrava avere alcuna intenzione di cancellarlo. “Aprite i quaderni e scrivete quanto vi sto per dettare. Prestate attenzione perché è una formula complessa.” “Prof, non farebbe prima a cancellare la lavagna e scriverla?” chiese Shima alzando la penna, ancora a metà della ricopiatura del disegno, “Nah, aprite bene le orecchie.” Lo scialacquò lei schiarendosi la voce. Lamia lanciò una rapida occhiata a Lilith che era rimasta completamente immobile col cellulare tra le cosce. Stava probabilmente cercando di distrarsi. Al che le venne in mente che Mephisto sembrava non essersi più fatto sentire dopo il giorno prima. O magari stavano messaggiando proprio in quel momento, chi poteva saperlo? In fin dei conti, a Lamia non interessava. Quando Shura ebbe finito di dettare la formula, sogghignò posando il foglio sul tavolo. “E con questo, il sigillo è ufficialmente attivo.” Ridacchiò guardando i suoi studenti con la faccia da pesce lesso. Lilith sussultò impercettibilmente ma Kamiki evidentemente avendola sentita, si voltò di soppiatto guardando le sorelle per un brevissimo istante. “Dunque, ora invece pensiamo a che compiti darvi per la prossima volta…” arricciando le labbra, Shura procedette con lo sfogliare il manuale ufficiale in dotazione e a sparare numeri di pagine puramente a caso solo perché magari li trovava orecchiabili. Mentre stava per finire la sua bizzarra tombola, la campanella tuonò sopra le loro teste interrompendola. “Quante pagine!” strabuzzò gli occhi Shima guardando la sfilza di numeri che aveva scritto. “Come se tu le studiassi…” Koneko lo guardò alzando un sopracciglio. “Ah… Coraggio andiamo. Abbiamo ginnastica.” Ryuji si alzò dal banco flemmatico. Kamiki era già in piedi intenta a rimettere le proprie cose nella borsa mentre Shiemi stava cercando di recuperare la gomma caduta a terra. Rin si voltò verso Lilith e Lamia, che erano rimaste sedute a fissare Shura sgomberare a sua volta. La lavagna era ancora immutata. Il ragazzo, seguendo la scia del loro sguardo si rese conto del problema. Il sigillo era ancora lì a guardarle ed era attivo. Non sarebbero riuscite a lasciare l’aula. Lilith si alzò lentamente deglutendo e finse di fare ordine per temporeggiare. Lamia invece aveva già imbracciato la sua cartella, guardando Rin. Intanto, i loro compagni stavano uscendo uno alla volta dall’aula. L’ansia di Lilith crebbe a dismisura. In classe erano rimasti solo lei, la sorella, Rin, Shura e Kamiki, ancora al banco. La ragazza si alzò con calma e guardandole con la coda dell’occhio si avvicinò a Shura per restituirle il foglio che era caduto ai suoi piedi. Al che, le sorelle Evangeline, si avvicinarono a Rin che le aspettava in silenzio sulla soglia, guardando preoccupato come loro il disegno alle spalle di Shura. Sapeva di dover fare qualcosa ma non sapeva cosa ed era troppo poco intelligente per pensare a un piano sul momento. La testa la sapeva usare solo per dare le botte. Approfittando della distrazione di Shura, intenta a radunare le sue fotocopie, Lilith camminò tra i banchi seguita dalla sorella senza staccare gli occhi da Rin. Ma più si avvicinava alla porta e più si sentiva respingere. Un po’ in agitazione allora, controllò che lei non le stesse guardando. “Professoressa, prima le è caduto questo.” Izumo allungò il foglio alla donna che alzando gli occhi lo prese distratta, “Grazie cara.” Disse mandandole un bacetto. La ragazza sbirciando in direzione delle succubi, fece un sorrisetto e senza farsi notare, si appoggiò con una spalla alla lavagna rovinando il sigillo. “Allora, arrivederci.” Disse accennando a un inchino. “Oh sì, ciao.” Rispose Shura ficcando i fogli in un cassetto. Quando Kamiki scese dall’alzata su sui era posta la cattedra e uscì dalla porta, Shura alzò finalmente la testa convinta di trovare la risposta ai suoi sospetti. E invece non vide nessuno. Tutti gli studenti erano riusciti ad uscire e questo la fece restare di stucco. Evidentemente non c’erano demoni tra di loro. Si era sbagliata. Facendo spallucce, scossò il capo prendendo in braccio i libri e uscendo dalla classe non notò che il disegno era stato deturpato.
“Ve lo dico io, miss sopracciglia lo sa.” Lamia, seduta a gambe incrociate appoggiata all’albero sotto cui stavano pranzando Lilith e Rin, li guardò entrambi con aria di sufficienza. “Impossibile!” sbottò Lilith sputacchiando riso da tutte le parti, “Ops, scusate.” Si pulì rapida la bocca. Rin strabuzzò gli occhi mollando le bacchette. “E come avrebbe fatto a capirlo?” “Non lo so… Magari mia sorella le ha dato modo di sospettare qualcosa.” Lamia incenerì Lilith che sbiancò. “Non staremo mica parlando di quella volta che ho provato a farci amicizia!” “E di quale volta se no!?” le rispose la succube sbuffando. “Ragazze state calme…” il ragazzo cercò di intervenire facendole abbassare il tono di voce. “Rin, dimmi che hai notato anche tu che per tutte le due ore di ginnastica non ha fatto altro che fissarci.” La donna lo guardò facendo una smorfia, “Ecco… Veramente non saprei…” ridacchiò lui scrocchiandosi le dita delle mani. “Evidentemente eri troppo preso dalle tette ballonzolanti di Shiemi per notarlo.” Lamia si batté il palmo della mano sulla fronte, “Oi! Mi hai forse preso per Shima!?” strillò Rin col volto rosso fiammeggiante. I suoi schiamazzi attirarono l’attenzione di Izumo e Paku che stavano passando sulla stradina a una decina di metri da loro. Lilith incrociò gli occhi della compagna pietrificandosi, ma questa tornò a voltarsi badando ai fatti suoi senza smettere di camminare. “Io… Credo che se anche dovesse saperlo… Non ha dimostrato di volerci far uscire allo scoperto.” La ragazza tornò in sé sbattendo le palpebre, “Anzi, ci ha fatto un favore con Shura.” Guardò la sorella senza alcuna espressione. Lamia ammutolì riducendo la bocca a un puntino. “In effetti…” Rin guardò entrambe riprendendo a mangiare. “Sarà…” sbuffò Lamia scostandosi una ciocca di capelli dalle spalle, “Tu, piuttosto...” alzò gli occhi su Rin intento a masticare, “Perché ci stai sempre attaccato? Faresti meglio ad andare a pranzo con gli altri ragazzi.” Disse senza spirito. “Oh… Per proteggervi ovviamente…” deglutì il ragazzo riempendosi i polmoni d’aria. “Rin, ti ringraziamo ma non serve…” Lilith guardò altrove scrutando l’orizzonte, “È meglio che continuiamo a comportarci come abbiamo sempre fatto. Per non insospettire nessuno.” “Afferrato!” rispose lesto Rin annuendo. “Però a me piacete molto!” sorrise a trentadue denti guardandole solare, “Non ci vedo niente di strano a stare un po’ assieme!” rise lasciandosi baciare il volto dal caldo sole estivo. Mentre tutti erano occupati ad accaparrarsi un pasto, Yukio aveva appena concluso una telefonata e stava avanzando lungo il sentiero che costeggiava l’accademia con dei libri in braccio. “Yukio!” “Oh, Shura…” la donna gli andò in contro fischiettando beata, “Stai per unirti all’Angelic Legion?” il ragazzo non perse tempo indagando sulle intenzioni della collega, “Non dire quel nome… È mortalmente imbarazzante, non trovi?” gli rispose lei facendo una faccia grigia arrestando il passo, “Pare che in un laboratorio abbandonato si siano radunati un’infinità di demoni…” continuò a parlare distogliendo lo sguardo, “Non sappiamo ancora se tutto questo ha a che fare col Demon Eater o altro, chissà. Comunque sì… Sto andando lì.” Fece spallucce. “Anche tu comunque sembri molto impegnato.” “Già…” Yukio si sistemò gli occhiali. “Negli ultimi giorni sono arrivate molte segnalazioni all’ordine dei cavalieri.” Disse sudando freddo, poi pensò alle succubi che stava nascondendo ingoiando il rospo. Era al cospetto di una delle potenziali spie del Vaticano e doveva avere cautela, anche se si trattava di una persona che conosceva da una vita. E forse proprio per quello doveva andarci delicatissimo. “Ho un brutto presentimento, stai attento.” Lo congedò Shura facendogli accapponare la pelle. “Anche tu.” Fu tutto quello che riuscì a dirle. “Ah.” La donna si bloccò di scatto, “Ho sentito che hai saltato l’esame medico periodico!” si voltò aggrottando le sopracciglia e il ragazzo si sentì mancare. Dissimulò l’ansia sfoggiando il suo solito sorriso pacato. “Ho avuto da fare.” Tagliò corto con tutta la beatitudine che aveva in corpo. “Beh, vedi di andarci! Quelli sono degli scassa palle!” disse allora la collega riprendendo a camminare allontanandosi fischiettando. “Sì!” gridò Yukio fingendosi allegro. Poi tornando sui suoi passi riaprì gli occhi con uno sguardo di ghiaccio. Si sfiorò i buchi lasciatigli da Lamia sul collo con due dita e li nascose immediatamente dietro al colletto della camicia. Shura intanto aveva estratto una chiave dalla tasca andando ad aprirvi la prima porta utile. Angel l’aveva convocata per partecipare alla prima missione della sua legione ed era costretta ad andare. Girandola nella serratura, attraversando il varco giunse sul luogo dell’appuntamento situato ai confini con la Russia. “Capitano Kirigakure, sempre all’ultimo secondo.” “Angel…” la donna si fece fredda e distaccata al cospetto dell’uomo. “Buon pomeriggio, signori.” Salutò gli altri esorcisti con nonchalance salendo su uno dei mezzi attrezzati. “Quanto ci vorrà a raggiungere il laboratorio?” chiese a Lightning, sedutosi per caso accanto a lei, “Non lo so proprio!” rise quest’ultimo tutto contento e la donna distolse lo sguardo sbuffando. Raggiunsero un luogo imprecisato nel bel mezzo della tundra nel giro di un’ora. “Ma che… diavolo!?” Angel spalancò la bocca scendendo dal furgone. Davanti all’entrata del laboratorio pullulavano i Coal tar, in grossi ammassi che si perdevano nel cielo. “Entriamo, presto.” Il Paladin non perse tempo guidando il gruppo attonito all’interno del luogo abbandonato. Shura sfoderò la Katana attaccando il primo branco di demoni che venne loro in contro. Erano più grossi e molesti dei Coal tar. “Non finiscono più!” si lamentò uno degli esorcisti dopo averne abbattuto una decina, “Perché ci sono tutti questi schifosissimi demoni!?” Angel ne schiacciò uno con la sua Calibur piagnucolando come una donnetta. Nel frattempo, gli Aria alle sue spalle recitavano versetti fatali. “Oh… Che meraviglia… Questo un tempo doveva essere un laboratorio per gli esperimenti sui demoni provvisto di un acceleratore.” Disse l’uomo estasiato osservando i macchinari, “Lightning, vieni a combattere piuttosto!” lo richiamò il leader tagliando a metà l’ennesima creatura mostruosa. Ma l’uomo non si mosse continuando a studiare l’ambiente. “Oi!” la voce di Shura provenne da sopra la sua testa da un pontile di rete metallica, “Quassù c’è una roba che non mi piace proprio per niente.” Disse indicando col pollice un qualcosa alle sue spalle. I suoi colleghi allora lasciarono perdere le creature cambiando velocemente luogo seminandole al pian terreno. Giunsero col Paladin in prima fila accanto alla donna sul ponte. Davanti a loro si stagliavano come due grossi reattori, posti l’uno di fronte all’altro con al centro un ammasso scuro in continua evoluzione. “Ugh… Ma questo…” Angel si tappò il naso disgustato strabuzzando gli occhi. “Che figata! Ora sì che mi diverto!” Ruin Rite saltò sul posto sporgendosi oltre il parapetto per indicare quella cosa inquietante. “Lightning, spiegati!” gli ordinò allora il collega stappandosi il naso per gridare, “Questo secondo me…” l’altro non smise di sorridere cominciando un po’ a raccapricciare Shura che lo guardava darle le spalle esaltato, “È il Gehenna Gate, la porta per l’inferno.”. “Che cosa!? Solo Satana dovrebbe essere in grado di aprirne uno!” tuonò Angel incredulo, “Significa forse che qui, in questo luogo ha fatto la sua apparizione!?” “No no…” Lightning scossò il capo senza distogliere gli occhi da quel portale demoniaco, “Questo è… Artificiale.”. “È assurdo!” Saltò su Shura, “Poi non vi sembra che si stia ingrandendo!?” “Anche i demoni sono sempre più numerosi!” uno dei suoi colleghi guardò il piano di sotto gremito di esseri orrendi, “Angel, non è pericoloso stare qui?” chiese dunque la donna in allarme, “Non posiamo chiudere questa porta?” “Noi di sicuro no. Facciamo prima a chiedere a uno specialista.” Le rispose Ruin. Angel a quella parola sussultò, “Mephisto!?” sibilò digrignando i denti, “So che sei riluttante a chiedere favori a lui… Ma noi da soli…” “Lo so!” strillò interrompendo il compagno, “Angelic Legion, ritirata!” annunciò poi a gran voce. Gli esorcisti si sbrigarono a raggiungere l’uscita correndo in formazione, “Sapevo di dover ascoltare il mio sesto senso…” disse Shura col fiatone stando dietro al Paladin, “Sono rimasto davvero a bocca aperta!” Lightning le saltellava accanto sempre sorridente, “Non avrei mai pensato che con le attuali conoscenze scientifiche fosse possibile costruirne uno artificiale!” disse senza perdere il passo, “Sarebbe molto interessante scoprire chi l’ha voluto creare…” prese fiato, “E perché.”.
   
 
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