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Autore: Meramadia94    17/01/2017    1 recensioni
Dall'arrivo di Kitty a Londra è passato un anno e la vita scorre tranquillamente. Ma un giorno questa quiete viene interrotta, e un caso di tentato omicidio attacca al cuore uno dei fratelli Holmes. Sherlock, aiutato da John, indaga. Ma ben presto si accorge che per risolvere il caso, dovrà far luce su un mistero irrisolto di un anno prima. Il caso diventa una corsa contro il tempo che in caso di sconfitta potrebbe costare molto cara.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Sherlock bussò con cautela alla stanza che la sorella occupava da quando viveva con loro a Baker Street.
Nessuna risposta.
Forse era ancora sotto l'effetto della droga.
Entrò con cautela e trovò la sorella sveglia, vigile, abbracciata al cuscino ed avvolta in un plaid colorato.
Dietro la porta c'erano diversi scatoloni da trasloco ancora perfettamente piegati, segno che intendeva riempirli presto. Pareva impossibile che solo fino a due giorni prima la vita sembrava se non perfetta, almeno normale.
Adesso invece era tutto in discussione: Nicholas, il fidanzato della sorella, il fratello di una sua cara amica, stava morendo in un letto della terapia intensiva. Un veleno non idenficato se lo stava mangiando vivo, lentamente, dall'interno.
Doveva scoprire chi era che stava provocando tanto dolore. In primo luogo, si trattava di tentato omicidio e la legge parlava chiaro a riguardo, uccidi ed andrai in prigione ed in qualità di consulente investigativo non poteva in alcun modo ignorare la cosa.
In secondo luogo, la vittima era il fratello di Molly. La donna a cui doveva molto, la sua stessa vita: se non ci fosse stata lei tre anni prima ad aiutarlo, aveva seri dubbi che il suo piano avrebbe avuto successo. Inoltre... non vi era una sola ragione al mondo per cui qualcuno avrebbe voluto fare del male a Molly Hooper.
E per finire... c'era sua sorella. E questo per lui era un incentivo più che sufficiente. La gente lo conosceva come un tossicodipendente che amava risolvere casi come mezzo sostituente alla droga, una macchina priva di emozioni, e che era ipereccitato quando qualcuno cessava di vivere magari in modo misterioso o violento in modo da poter mettere l'assassino con le spalle al muro, e per mera soddisfazione personale che per sete di giustizia.
Ma c'era una cosa che nessuno sapeva: c'erano pochissime persone a cui teneva in modo sviscerato, così poche che bastavano le dita di una mano per contarle, e se qualcuno aveva l'ardire di farne soffrire una, in qualsiasi modo, allora quel qualcuno si sarebbe ritrovato l'inferno contro.
'' Come ti senti?''- fece Sherlock sedendosi accanto a lei.
'' Penso.''
'' A che cosa?''
'' A tutte le possibilità di questo caso.''- fece Kitty alzandosi a sedere sul letto -'' Quanti possono essere i motivi per cui si uccide o si vuole uccidere?''
'' Pochi.''- fece il fratello maggiore -'' Desiderio di vendetta, denaro, amore, proteggere un crimine passato.''
'' Appunto.''- fece Kitty -'' Escludiamo il desiderio di vendetta. Ho controllato tutti i casi di sanità di cui si è occupato Nicholas e non c'è un paziente che sia deceduto o che abbia avuto problemi dopo che se n'è occupato.''
'' Escludiamo anche il denaro.''- fece Sherlock -'' è al suo primo incarico importante e diciamo che ha una buona disponibilità economica... ma non si uccide la persona a cui vuoi spillare del denaro perciò...''
''... rimangono solo l'amore o proteggere un crimine passato.''- borbottò Catherine. Ed anche se non sapeva ancora di cosa si trattasse, era certa che la risposta giusta fosse la seconda. Qualcuno aveva fatto qualcosa di orribile, immorale e che lo avrebbe condotto in prigione.
Forse la mente criminale che stavano cercando aveva il timore che Nicholas stesse per scoprire qualcosa e che chiedesse al fratello della fidanzata, un noto investigatore privato, di svolgere delle ricerche. Ed avevano cercato di farlo tacere per sempre.
'' Pensi che sia colpa mia?''- fece Kitty -'' pensi che se non ci fossimo mai incontrati non sarebbe a questo punto a soli trent'anni?''
In risposta, il fratello le carezzò una guancia.
'' Cath, adesso dobbiamo pensare solo ad una cosa: trovare chi ha fatto questo. Al perchè penseremo dopo.''- fece Sherlock.
La ragazza annuì lentamente e poi si alzò definitivamente dal letto.
'' Da dove si comincia?''- fece Catherine.
'' Da te.''- fece lui -'' fatti una doccia fredda e rimettiti in sesto. Prima regola, devi essere lucida e scattante in questo lavoro.''- nel dir così la lasciò sola nella sua stanza scendendo le scale, in direzione della porta d'ingresso -'' Ci vediamo a Scotalnd Yard.''

Aveva seguito il consiglio del fratello.
Una doccia d'acqua fredda l'aveva rimessa in senso. Come se l'acqua che aveva minacciato di congelarle il cervello e poi il resto del corpo l'avesse risvegliata da un incantesimo. Si era sciolta i capelli, lasciandoli liberi e morbidi sulle spalle, dopo averli asciugati e poi aggrediti con violenza usando la spazzola.
Poi era passata ad un maglione rosso con le pailettes argentante, pantaloni di jeans chiari ed un paio di scarpe nere con la zeppa.
Afferrò la borsa e la giacca bianca ed uscì.
Stava per guadagnare l'uscita quando la sua attenzione, ed il suo olfatto, vennero attirati da un inconfondibile profumo di caffè espresso.
Il bicchiere portava il logo dello Starbuck's e lì vicino c'era il barattolo del cacao in polvere.
Sorrise.
Sherlock.
'' Almeno sorridi.''- fece una voce alle sue spalle.
Si voltò.
'' Se cerchi Sherlock l'hai mancato per un pelo... è uscito da poco.''- e probabilmente era tornato per portarle il caffè.
'' Ma infatti io non sono qui per Sherlock, ma per te.''- fece il maggiore dei suoi fratelli rassicurandola ed anche stupendola.
'' Il governo britannico si scomoda per me, wow... sono lusingata.''- fece la ragazza bevendo un sorso del suo caffè al cioccolato.
Adorava il caffè fatto in quel modo.
Un espresso, un cucchiaino di polvere di cacao e tutto aveva un aspetto migliore dopo.
Chissà se avrebbe funzionato di nuovo, visto e considerato che il suo ragazzo giaceva in un letto d'ospedale in fin di vita, probabilmente avvelenato da qualcuno.
In genere, amava la compagnia dei suoi fratelli, ma in quel momento voleva solo che il fratello se ne andasse così che potesse recarsi all'ospedale prima per assicurarsi che il suo innamorato fosse ancora vivo, o come minimo che non fosse peggiorato, e ad iniziare delle indagini vere e proprie dopo per prendere quel bastardo.
Mycroft non pareva molto propenso a sherzare, anzi era molto serio.
'' Beh... il tuo ragazzo quasi certamente è stato avvelenato, pensavo tu fossi devastata e ho pensato di venire a vedere come stavi. Ti trovo abbastanza bene.''
'' Anche tu mi sembri in forma...''- fece Kitty mandando giù in un solo fiato quel che restava della bevanda -'' ed ho seri dubbi che tu sia qui solo per questo.''
'' E tu come lo sai?''- le chiese il maggiore.
'' Perchè so da un mio informatore molto attendibile che quando vuoi sapere qualcosa sull'incolumità di qualcuno che conosci, tendi a sequestrare la gente.''- fece la minore degli Holmes.
Mycroft rise.
In fin dei conti... era pur sempre di una Holmes che stava parlando.
'' Anch'io ho degli informatori, e per la precisione ne ho uno a Scotland Yard.''- la informò Mycroft tirando fuori dei fogli fissati con delle graffette -'' lo pago perchè mi tenga informato sui casi a cui Sherlock prende parte, in modo da sapere se sta andando a farsi ammazzare o meno.''
'' E di grazia, questo cosa c'entra con me?''- fece Kitty. Davvero non capiva come mai Mycroft andasse a riferire quest'informazione a lei.
Ok che anche lei passava molto tempo alla centrale, ma il motivo principale per cui ci stava era per svolgere il suo tirocinio da archivista, un incarico così noioso che difficilmente poteva dirsi pericoloso.
Noioso poi... prima di rimettere a posto le cartelline dei casi aveva l'abitudine di leggerle e ne aveva adocchiate almeno una decina in cui il caso era stato chiuso un po' troppo in fretta e c'era una persona estranea ai fatti in prigione.
Aveva fatto le copie ed aveva la mezza idea di occuparsene personalmente, ma prima doveva scoprire chi stava ammazzando il suo ragazzo.
In risposta, Mycroft le porse i fogli.
Copie del dossier sul caso '' HOOPER''.
Lestrade stava tenendo il segreto e nessuno eccetto chi era coinvolto con Nicholas e la polizia era al corrente che il povero medico stava morendo in un letto d'ospedale come vittima di omicidio a lento rilascio, ma essendo un caso era tenuto a tenere una documentazione molto precisa.
Non voleva nemmeno sapere come aveva fatto Mycroft a procurarsi una copia di un file secretato e non si prese nemmeno la premura di leggere la documentazione mano a mano che la sfogliava.
Conosceva quel caso a menadito. Lo viveva, lo respirava, ed era a conoscenza di tutti i dettagli del caso...
Anzi, ritirava tutto.
Questo non lo sapeva.
'' Nel registro dei sospetti al momento figura un solo nome. Il tuo.''- sottolineò Mycroft per prevenire domande o affermazioni incredule.
Era sotto inchiesta.
La cosa francamente non la stupiva più di tanto. Nella maggior parte dei casi, quando una persona scompariva in circostanze misteriose, rimaneva uccisa in dette circostanze, la prima persona ad essere indagata era quella che più di tutte stava a contatto con la vittima.
Ma sapeva anche che prima di essere messa o meno nella lista di persone con un movente avrebbero come minimo dovuto convocarla alla centrale per cercare almeno di capire se poteva essere considerata sospetta.
Troppo veloce.
E se lo poteva immaginare chi fosse l'artefice di questa bravata.
'' Mycroft, ti chiedo di non preoccuparti.''- fece prendendo sottobraccio quei fogli con una cura quasi chirurgica che solo lei poteva avere -'' è un colpo basso, ma so bene chi è il responsabile.''- nel dir così si fiondò fuori dall'appartamento.

''Allora?''- fece la giovane Holmes a braccia conserte continuando a marcare stretto il sergente Donovan con lo sguardo -'' Sto aspettando una spiegazione.''
Sally aveva già capito quale fosse l'argomento della loro conversazione.
'' Se sei qui per il tuo nominativo nel registro degli indagati, allora sono io che ti chiedo come mai sei tanto sicura che sia io ad avercelo messo.''
Kitty scoppiò a ridere.
Quella donna non avrebbe mai smesso di meravigliarla. In male.
'' Il processo di eliminazione è una gran cosa... Lestrade è troppo corretto per fare una cosa del genere ed Anderson... beh non per offendere, ma se tre anni fa non c'eri tu a mettergli in testa che Sherlock poteva essere un imbroglione, dubito fortemente che ci avrebbe pensato da solo. L'esperta in bassezze qui sei tu.''
Sally la guardò malissimo per l'insulto ricevuto.
'' Ed ora dimmi, sai fare anche qualcosa che riguarda il tuo lavoro, quando non sei impegnata a buttare fango addosso alla mia famiglia?''
Prima Sherlock, e adesso provava a far passare per una criminale pure lei... all'appello mancava solo il Big Brother ed aveva accusato tutti e tre i fratelli Holmes.
Ma ripensandoci... era improbabile lo facesse.
Il sergente Donovan era al corrente che il maggiore degli Holmes occupava una posizione di rilievo nel governo del paese, il solo insinuare che potesse essere coinvolto in affari poco puliti... beh, se mai ci avesse provato sarebbe già stata fortunata a trovare lavoro come guardia in un circo equestre.
'' Io sto facendo il mio lavoro.''- fece Sally Donovan con aria risentita -'' E' un' indagine per tentato omicidio, questo implica che anche la compagna della vittima deve essere...''
Kitty non la lasciò concludere -'' Sì, ma questo DOPO avermi convocato per una deposizione ufficiale, per chiarire se avessi il movente per desiderare di uccidere il mio ragazzo.
Ed in quel caso, avreste dovuto indagare per scoprire quando ne avessi avuto l'opportunità e quale arma.''
Cosa che però non era accaduta.
Mentre lei era intenta a vegliare Nicholas in ospedale, pregare che la situazione non peggiorasse se proprio era deciso che non doveva migliorare... il suo nome veniva messo ufficialmente nella lista dei potenziali assassini e senza che nessuno usasse la dovuta procedura.
'' Guarda, non mi serve un colloquio con te per considerarti una sospettata. Posso immaginare il perchè tu abbia fatto una cosa del genere...''
'' Se.''- la gelò Kitty prima che potesse dire un' altra parola. Odiava quando la gente saltava alle conclusioni senza prima tenere conto di tutte le variabili: i colpevoli restavano in libertà, le vittime non ottenevano giustizia, e spesso e volentieri a pagare erano degli estranei ai fatti -'' Se l'ho fatta. E' ancora tutto da appurare.''
Poteva solo immaginare il motivo per cui il sergente avesse deciso che doveva essere consdierata colpevole... ma voleva sentirlo dalla sua bocca.
'' E' meglio che cambi atteggiamento, tesoro...''- la schernì Sally -'' Lo sanno tutti quanto sei legata allo Strambo.''
La giovane Holmes la fulminò con lo sguardo mettendo le mani sui fianchi, inviperita. Tra i tanti motivi per cui non riusciva a farsi andare giù quella donna c'era l'atteggiamento che Donovan aveva continuato a mantenere con suo fratello anche quando l'affaire Moriarty si era concluso ed era stato ampiamente dimostrato che le accuse che furono mosse a suo fratello all'epoca era tutte false.
'' Per quanto ne so, potresti aver avvelenato il tuo ragazzo solo per procurargli un caso.''
Catherine la fissò con i suoi occhi azzurri, in genere vividi e belli come il cielo in estate, ora freddi come il ghiaccio.
Le si avvicinò con il passo felpato di una belva pronta a saltare addosso alla sua ignara preda. Per un attimo, Sally ebbe paura di lei. Ma fu solo un attimo: qualcosa le diceva che la sorella dello '' Strampo'', aveva un faccino davvero troppo angelico per farle del male e la reputava abbastanza intelligente da non commettere gesti di cui poi si sarebbe pentita, dato che erano in luogo pubblico.
La ragazza afferrò il caffè del sergente e sotto lo sguardo disgustato della poliziotta, ci sputò dentro, per poi restituirglielo.
'' In faccia, sarebbe stato meglio. Ma non mi abbasso a tanto.''- e nel dir così lasciò la stanza chiudendo bruscamente la porta.

'' Mi spiace Catherine, ti giuro che non lo sapevo...''- tentò di scusarsi Lestrade quando venne informato dell'iscrizione della giovane Holmes nel registro degli indagati.
John aveva le braccia incrociate e batteva nervosamente l'indice della mano sinistra sull'avambraccio destro per sfogare il nervosismo e la voglia di picchiare a sangue quella donna.
La stessa donna che tre anni prima aveva messo il tarlo del dubbio nella testa dei pezzi grossi della polizia e costretto Sherlock alla macchia fino al finale che tutti ormai conoscevano.
Non era riuscita, alla fine, a far arrestare Sherlock con delle accuse gravissime ed ora ci provava con sua sorella.
Come per sfogare su di lei il risentimento accumulato in anni di figuracce per Sherlock. Non era riuscita a rovinare Sherlock ed adesso ci provava con Catherine.
'' Ad ogni modo non preoccuparti... ci penso io.''- fece l'ispettore -'' figuriamoci se c'entri qualcosa in questa storia, non diciamo sciocchezze...''
...
...
...
'' Non farai niente del genere.''- fecero in coro i due Holmes, cogliendo di sorpresa sia il medico che il poliziotto.
Sherlock prese la parola -'' Ricordati che non puoi escludere qualcuno dalla lista degli indagati solo perchè lo conosci e ti è simpatico.''
'' SHERLOCK!!!''- lo riprese John.
Dopo aver saputo che sua sorella era stata messa a tradimento nel registro degli indagati, il minimo che si aspettava dal fidanzato, era che prendesse le difese della sorella  ed andasse a dirne quattro al sergente Donovan, invece pareva che nè a Sherlock nè a Cathy la cosa turbasse o infastiddisse più di tanto.
'' In fin dei conti...''- fece la giovane -'' Donovan non ha tutti i torti. Sono la fidanzata della vittima, una delle persone con più occasioni di avvelenarlo. Perchè non potrei essere stata io?''
'' Cath...''- tentò ancora l'ispettore -'' sei sicura? Un inchiesta per omicidio non è una cosa da prendere alla leggera.''
'' Lo so.''- fece la ragazza con fierezza -'' ma io non ho nulla da nascondere. E tu potrai dire di aver fatto il tuo dovere senza fare favori a nessuno.''
Sherlock la guardò con orgoglio fraterno pensando -'' Guarda ed impara, Sally Donovan.''

  
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