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Autore: cin75    18/01/2017    10 recensioni
Come il legame dei due fratelli riesca ad andare anche oltre l'incoscienza. La forza del sentimento fraterno che li lega riesce a raggiungerli anche quando non possono comunicare.
Genere: Avventura, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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La caccia.

Ne avevano incontrati a centinaia di mostri strani. E sì!, anche decisamente bastardi.
Qualcosa del genere gli era capitato tra le mani quando ebbero il loro primo contatto con un mietitore. Lo stesso che agiva per conto della moglie del guaritore LaGrange e che salvò Dean, uccidendo un altro ragazzo al posto suo.
Ma questo , decisamente, non era un mietitore. Era un mostro sadico e crudele , in carne  e ossa, se così si poteva dire, che se ne andava in giro a passare malattie mortali alle vittime designate. Malattie che non lasciavano alcuno scampo e che uccidevano in pochi giorni. Una settimana al massimo.
Il suo passaggio nella città di Salina , all’inizio, era stato associato ad una qualche sconosciuta epidemia, ma poi, il Distretto Sanitario l’avevo escluso. Un epidemia non portava infarti fulminanti, fasciti necrotizzanti senza scampo, infezioni all’ultimo stadio e altre situazioni incontrollabili del genere.

E fu per questo che i due cacciatori si erano messi in viaggio.
“Un lavoretto stuzzicante. Per altro, vicino casa. Meno di due ore da qui”!, questo era stato l’incoraggiamento di Sam, nel convincere il maggiore a passare un caso di shapeshifter a dei loro colleghi cacciatori ed evitare per una volta di attraversare l’intera nazione.
 
Quando arrivarono a Salina, la situazione sembrava calma. Nessun accenno di panico o altro. Evidentemente quella gente era brava a tenere tutto sottocontrollo.
“No! Non teniamo tutto sottocontrollo, agente!” riferì stizzito il dott. Lewis, responsabile sanitario della città. “Il fatto è che non sappiamo cosa aspettarci. Ci sono giorni in cui non accade niente e giorni in cui, invece, un numero imprecisato di persone sparisce senza lasciare traccia e poi il pronto soccorso si riempie di casi che dopo poche ore sono tutti da registrare come decessi.”
“A quando risale l’ultima….. ondata?!” azzardò Dean.
“Cinque giorni fa. E prima ancora..circa altri cinque. Fino ad arretrare di quasi due mesi. In questo lasso di tempo abbiamo avuto trenta decessi. Nemmeno quando ci fu l’epidemia di influenza di tre anni fa, mettemmo insieme un simile numero di decessi.”
I due cacciatori si guardarono perplessi e poi arrivarono alla stessa conclusione.
“Ok! Dott. Lewis. Faremo le nostre ricerche e vedremo di venirne a capo. Se ci saranno sviluppi le faremo sapere!” fece con tono professionale Sam.
“Certo. Sarebbe apprezzato!” rispose cordiale il medico.
 
La notte che seguì fu la classica notte fatta di birre, pizza e un assurdo numero di pagine  e siti e libri consultati per capire che razza di mostro o maledizione avesse preso di mira la città e i suoi abitanti.
La mattina verso le nove, Sam, stava ancora scartabellando carte e digitando sul suo pc. Dean era crollato dopo l’ennesimo sito che mostrava mostri mitologici in grado di fare qualcosa di simile a quello che accadeva a Salina. Quando, ad un certo punto, il cellulare del maggiore squillò e Dean, mugugnando infastidito, si girò su un lato per raggiungere il comodino e afferrare il telefono.
“Agente Ackles!” si presentò al suo interlocutore.  “Cosa??!” esclamò scattando seduto e riacquistando immediatamente la lucidità.
Sam si girò verso il fratello ancora al telefono e lo guardò con aria perplessa.
“Ok! Dott. Lewis, ci dia il tempo di arrivare!” e mise giù.
“Che succede?!” chiese Sam, mentre imitava il fratello e si apprestava ad uscire dalla stanza del motel.
“Era il dott. Lewis. Ha detto che lo sceriffo lo ha chiamato per avvisarlo che ci sono state cinque comunicazioni di sparizioni. E ora teme che sia iniziato un nuovo….evento!” fece virgolettando l’ultima parola.
“Cazzo!!” esclamò Sam, frustrato. “Senti io qui ho trovato qualcosa!” fece poi indicando il pc ancora acceso sul tavolo.
“Cosa?” e si avvicinò al minore.
“Una sorta di mostro mitologico malato. Letteralmente…malato. Da quello che c’è scritto qui, fu il frutto di un tradimento e il cornuto di turno si vendicò sul neonato con una maledizione, infettandogli il corpo e l’organismo con ogni malattia che il nostro amico può tenere sottocontrollo solo se, dopo un certo lasso di tempo, con una cadenza alternata di cinque giorni può infettare le sue vittime.”
“Alleggerisce il carico, in pratica!” ironizzò Dean.
“In pratica.” convenne Sam.
“E suppongo che Salina si sia trovata nella sua traiettoria giusto dopo quel suo lasso di tempo.” azzardò.
“Bingo. Ogni 50 anni.”

Dean guardò per un altro attimo lo schermo che mostrava il povero, mica tanto, mostro da sconfiggere. Poi , battè il palmo sul tavolo , pronto all’azione.
“Ok, fratellino. Mi basta. Prendiamo questo virus in carne ed ossa e vacciniamolo per bene!!”
“Mi piacerebbe ma sfortunatamente , a quanto leggo qui, noi, poveri umani,  non possiamo niente contro di lui.” intervenne Sam con un certo disappunto.
“Come scusa?!” rimanendo con la giacca infilata a metà e a penzoloni a mezz’aria.
“Qui c’è scritto che è uno dei pochi esseri soprannaturali che può essere ucciso da un altro essere soprannaturale e che fin quando non viene ucciso , l’effetto del suo tocco  e di conseguenza della malattia , non svanisce!” fece Sam leggendo direttamente dall’articolo del sito rivelatore.
“Stai scherzando?!”
“Ho la faccia di uno che scherza?!” lo rimproverò il giovane.
“E dove diavolo lo prendiamo un essere soprannaturale che lo faccia fuori solo per farci un favore ?! Siamo dei cacciatori, non abbiamo molti mostri amichevoli dalla nostra!! ” esclamò frustrato e in quel momento gli squillò il telefono e i suoi occhi rivelarono al minore che c’era una possibilità di sfangarla anche questa volta.
“Cas?” fu il richiamo sollevato ma deciso. “Leva il culo dagli archivi angelici del bunker e raggiungici a Salina.”
Ma Dean…” fece l’amico dall’altro capo del telefono.
“ORA!!” fece autoritario. “O ti brucio l’abbonamento a Netflix!!” e riattaccò.
 
Presero, poi, le loro cose pronti a raggiungere l’ospedale e Dean vide il volto preoccupato del più giovane.
Il maggiore sospirò pesantemente e comprese la frustrazione del fratello, ma non potevano arrendersi.
“Ascolta, Sam. Ti capisco. Quello che sappiamo potrebbe essere tutto o forse è solo un buco nell’acqua. Per adesso andiamo in ospedale e vediamo se è davvero l’inizio di qualcosa o è solo una coincidenza!” e andarono entrambi.
 
 
Quando arrivarono in ospedale, vennero accolti proprio dal dott. Lewis che era decisamente agitato.
“Allora?!” fece Sam.
“Ne hanno appena portato uno, agente Padalecki. Risultava scomparso da ieri pomeriggio. Un ora fa lo hanno portato qui da noi con una diagnosi di leucemia fulminante.” riferì.
“Dov’è adesso?!” chiese Dean. “Potrebbe darci qualche informazione se ci parliamo subito!” e nel mentre un’infermiera porse al dottore una cartella e i due cacciatori videro il medico mutare immediatamente espressione.
“Che è successo?” chiese Dean.
“Buona fortuna con le informazioni!”
“Che significa?!” fecero all’unisono.
“Carter Jones, il paziente con cui volevate parlare, è appena morto.”
I tre rimasero per un attimo in silenzio, come spaesati nel non sapere cosa fare in quella situazione.
 
Ad interrompere quel loro stato pensieroso, fu l’allarmato richiamo da parte di altri due paramedici che facevano ingresso nel pronto soccorso con un altro paziente che faceva parte della lista degli scomparsi.
“Che Dio mi perdoni per quello che sto per dire ma, prima che anche questo muoia, fate tutte le domande che potete e tirateci fuori da questo incubo!” asserì con imbarazzo e colpa il medico, raggiungendo con i due cacciatori l’uomo appena soccorso.
Dopo di lui , altre due persone vennero ricoverate in situazione critica. Ma i due fratelli non facevano in tempo a parlare con l’ultimo arrivato che il primo moriva senza avere la possibilità di ricevere altre cure.
 
Sam e Dean, appena fuori dalla stanza dell’ultimo con cui avevano parlato si guardarono e cercarono di fare mente locale con tutto quello che erano riusciti a sapere dalle vittime.
“Che altro sappiamo?!” fece Dean.
“Che prende le sue vittime qualche ora prima di infettarle con la malattia che lo sta affliggendo in quel momento. Che si prende tempo come…come se…”
“Una volta “guarito” dovesse aspettare per guarirsi di nuovo da un'altra malattia!” finì Dean per lui.
 
“Dean? Sam??” fece la voce di Castiel alle loro spalle.
 
I due si voltarono immediatamente a quel richiamo.
“Cavolo, Cas! Sei davvero stato veloce!” fece il maggiore compiaciuto.
L’angelo lo guardò nel suo solito modo non capendo perché il cacciatore fosse sorpreso, dato che aveva fatto esattamente quello che gli aveva chiesto di fare. Essere veloce.
“Salina è a meno di due ore dal bunker, Dean. E tu sembravi parecchio esigente.”
“Esigente non è la parola esatta, amico. Sono incazzato nero perché qui c’è un mostro che se ne va in giro ad elargire malattie mortali a chiunque gli capiti a tiro.” spiegò in breve. “E doveva essere un caso di routine!” sussurrò ancora, frustrato.
“Come posso aiutarvi?!” fece pronto all’azione l’angelo.
“Purtroppo , da quello che abbiamo scoperto e che almeno per adesso dobbiamo prendere per vero, l’unica cosa che può ucciderlo è un essere soprannaturale. E tu, amico mio, sei l’unico che ci può aiutare!” gli spiegò in breve Sam.
Castiel non esitò un attimo. Annuì deciso.
“Ditemi dov’è e lo purgherò fin quando non diventerà polvere!” fece risoluto.

Sam guardò sconcertato l’angelo e poi il maggiore accanto a lui che invece sorrideva soddisfatto. Quasi orgoglioso.
Scosse deluso la testa e si rivolse preoccupato a Dean.
“Devi smetterla di assecondarlo quando dice certe cose!”
“Ehi??!” fece Dean a quel rimprovero. “Che c’è?” quasi con tono offeso.
“Non è da lui. Tu dici certe cose. Non lui. Lui è un angelo. E non dovrebbe continuare a parlare così!” lo rimproverò ancora Sam, mentre l’angelo in questione assisteva con aria confusa a quello scambio
“Già!! Ma l’angioletto qui ha un bel curriculum di soprannaturali stronzate e si è anche scopato una mietitrice decisamente strafiga e più di una volta da quello che mi ha raccontato. Quindi la sua boccuccia celeste si può permettere di dire questo e altro!!”
“Io non credo di aver mai fatto alcuna pulizia nella casa di quella mietitrice!” si intromise innocentemente Castiel.
Dean lo fissò sconvolto. “No! Hai capito male, Cas. Vedi!! Scop….”
“Per l’amor di Dio, Dean!!” lo fermò Sam.  “Non vorrai mica  spiegargli davvero cosa significa ? Adesso???” e lo disse con palese disappunto , visto la situazione in cui si trovavano.
Dean sbuffò. Comprese che non era né il caso né il momento. “Ok! Rimandiamo la lezione di educazione sessuale a quando il mostro sarà bello che andato!”
 
Qualche momento dopo, però, il maggiore  vide Sam pensieroso, come se stesse calcolando qualcosa.
“A che stai pensando?!”
“Al numero!” disse, guardando le cartelle che aveva tra le mani.
“Al numero? Quale numero?!”
“Il dott. Lewis stamattina quando ha chiamato ha detto che gli erano state segnalate cinque sparizioni. Qui ne sono arrivati quattro di cui tre sono già morti e chissà quanto durerà l’altro.” rese conto Sam ai due che lo ascoltavano.
“Ne manca uno! Le vittime però, avevano una cosa tutte in comune.” convenne Dean guardando i fogli di appunti che aveva.
“Cosa?!” chiese Castiel.
“Il cinque.”
“Il cinque?” replicò interdetto l’angelo.
“ 35, 54, 25, 45 anni.” fece elencando l’età di ogni persona coinvolta. “E cinque sono anche le persone che gli servono prima che scadano i cinque giorni nel lasso di tempo dei 50 anni.”
“Hai ragione. Dobbiamo trovare l’ultima possibile vittima!” asserì Sam e in quel momento si fece loro vicino il dott. Lewis con accanto una donna visibilmente sconvolta.
“So chi è!” disse l’uomo , anche lui decisamente provato.
“Chi?” chiese Dean avvicinandosi ai due.
“Nostra figlia. Sharon.”e a quel nome la donna iniziò a singhiozzare.
“Come fa a dire che…”
“Vi ho sentiti. Il discorso del …cinque. Nostra figlia ha 15 anni.  E per il momento è l’unica che risulta scomparsa. Pensavamo che fosse ancora dall’amica da cui ha dormito. Invece no. E non sappiamo dove sia adesso! Il suo cellulare non..non..” li informò il medico che ora, onestamente, agli occhi dei due cacciatori, aveva più l’aspetto di un padre disperato. “Vi prego…vi prego…salvate mia figlia.”

I tre si guardarono. E decisero all’unisono cosa fare. Guidarono i due genitori in una stanza vuota e li misero al corrente di quello che stava accadendo.
 
Mostro, assassino, soprannaturale, trasmissione di malattie per puro piacere di uccidere o per cibarsi o chissà per qual altro motivo assurdo e inspiegabile.
I due genitori ascoltarono annichiliti quella spiegazione e la reale identità dei due giovani davanti a loro che però sorvolarono su quella dell’angelo, indicandolo solo come “uno specialista del settore”. Poi, fu la donna a parlare.
“Non mi interessa di chi voi siate, di cosa fate.  Ma se, per l’amor di Dio, tutto quello che avete detto è vero, vi prego, vi supplico , salvate la mia bambina.” supplicò affranta.
“Faremo di tutto per riportarvi vostra figlia!” fu la promessa di Sam. “Ora, diteci quali erano gli appuntamenti di Sharon. In fondo è sparita da poco e ancora non è stata trovata e portata in ospedale, quindi dobbiamo e possiamo sperare che lui ancora non l’abbia presa e se lo ha fatto, ancora non le abbia fatto del male!”
“Oddio!!” esalò la donna. “La mia Sharon!” piagnucolò.
“Lei…lei doveva andare in palestra. Fa’ ginnastica artistica e dalle cinque fino alle nove  si ferma al palazzetto dello sport!” fece il padre.
“Cena lì?!”
“Sì , hanno una mensa nella struttura. Perché?”
“Possiamo capire se ci è andata e se è sparita, quando è sparita!” fece Dean.
I due cacciatori fecero per uscire dalla stanza quando il dott. Lewis afferrò Dean per un braccio.
“Vi prego!” e si convinse di essere stato convincente in quella sola supplica.
“Fosse l’ultima cosa che faccio, glielo giuro. Le riporterò sua figlia!” e poi andarono via.
 

Mentre raggiungevano l’Impala , Sam guardò Dean e il maggiore capì tutto.
“Lo so. Lo so. Ma cazzo Sammy, dobbiamo farlo. Dobbiamo trovare e salvare quella ragazzina.”
“Ma se non…” provò a fargli capire il più giovane.
“Se arriveremo tardi, me ne assumerò ogni responsabilità.”
“Non tu.” lo corresse Sam e Dean lo guardò. “Noi.” concluse il minore e Dean sorrise complice e grato.
Entrarono in macchina. Castiel, come al solito , sul sedile di dietro.
Un attimo dopo l’Impala sfrecciava verso il palazzetto dello sport.
   
 
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