Declaratio tenuis poetices
Λυσανίη, σὺ δὲ ναίχι καλὸς καλός· ἀλλὰ πρὶν εἰπεῖν/τοῦτο σαφῶς, ἠχώ φησί τις· Ἄλλος ἔχει.
(Tu, Lisania, sei bello, bello proprio - ma prima che io possa dirlo/chiaramente, ecco che l'eco ribatte: "č anche di un altro!")
(Tu, Lisania, sei bello, bello proprio - ma prima che io possa dirlo/chiaramente, ecco che l'eco ribatte: "č anche di un altro!")
Mostrati, dolce mia Musa! Appari!
Non č tuo dovere esser coperta,Dunque sarņ io stesso che toglierņ
Il velo, manifestazione pura!
Ecco le tue parole che giungono
Alle mie umili orecchie, sublimi!
Io odio tutto ciņ che č volgare,
Comune, spartito, oclocratico.
Via pecorelle del gregge, tornate
All'ovile: quando mai il pastore
Dorme nelle sporche stalle, invece
Che nella comoda capanna? Anche
Se semplice e rustica, č giusto:
A ognuno il suo, non vorreste dir
Che il signore č uguale allo schiavo?
E prima di gettarmi pietre, bravi
Servi della morale e del giusto
Verso i pił deboli, ascoltate bene:
Non per nascita, non per censo, non per
Carattere, saranno decretati i
Signori ma per merito: il principio
D'uguaglianza č buono solo fin a
Quando sei una debole preda, che non
Fa nulla per fuggire dalle rete,
Aspettando ch'altri lo faccian per sé!
Dunque via le cose in comune: via
Le fontane pubbliche, e via ogni
Amante che č goduto da tutti:
L'unicitą sia vanto, ugualmente
Lo sia l'egoismo e la proprietą di
Sé! Cosģ anche in poesia, dice
La Musa sottile e io in coro:
Gloria alla poesia divergente,
Gloria alla profonda sinceritą,
Gloria alla curiositą crudele.
Che valore ha vivere se dopo
Ogni cosa che fai, l'eco risponde:
"Sei un granello nel deserto d'oro"?