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Autore: Zapt    18/01/2017    0 recensioni
Come reagirei se venissi catapultato in una realtà parallela, dove tutto segue le regole dei romanzi fantasy?
Ho provato ad immaginare diverse vicende che vedono il me fantasy come protagonista, dando vita anche a situazioni a sfondo comico di confronto fra il mondo reale e il mondo fantasy.
Tutto questo riempendo volutamente la storia di cliché tipici del genere, traendo comicità da quanto prevedibili siano gli avvenimenti che capitano.
Trattenni a stento le risate.
Ero tentato di dire qualcosa come "Figghiu de Calogero sugnu", ma poi sarei stato preso per pazzo.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Credevo di morire.
Ero steso sull'erba fresca fuori dalla scuderia, penso fosse il viaggio peggiore che avessi mai fatto.
Mi lamentavo dei pullman pieni ma non avevo mai provato a volare su un grifone spericolato che si divertiva a farmi venire infarti perdendo e guadagnando quota e velocità.
Elysiel ridacchiava da brava stronza, non aiutando per nulla.
Avevo provato a chiudere gli occhi durante il viaggio, purtroppo non aveva aiutato molto.
Mi fissava da in piedi, coprendosi la bocca con la mano mentre sghignazzava.

<< Eh.. ridi, ridi.. voglio vedere te a viaggiare su sto coso per la prima volta! >>

Però, come un retrogusto in un cibo, era anche saltata fuori una parte divertente di quel viaggio.
Era in qualche modo divertente viaggiare ad alta velocità con il vento che ti accarezza i capelli.
Peccato che, essendo più lunghi di quanto dovrebbero essere, mi andavano negli occhi.
Sì, okay, forse non era stato così divertente, ho rischiato di ammalarmi una seconda volta.
In ogni caso ero miracolosamente vivo, l'importante era quello.
Mi alzai inspirando ed espirando molto profondamente per riprendermi.
Lo facevo spesso, era un gesto che alleviava la tensione aiutando a pensare in maniera più lucida.
Appena mi fui ripreso riuscii a definire la capitale.
Per la seconda volta in quella giornata non ebbi parole.
Eravamo in una seconda scuderia fuori dalle mura che proteggevano quell'insediamento.
Mura possenti di roccia, con arcieri dalle orecchie a punta su di esse per difesa della città.
Non si poteva vedere molto dell'interno, non era ciò che celavano le mura che era spettacolare.
Un castello enorme si poteva vedere oltre le mura; era davvero fantastico.
Per quanto stereotipato fosse era molto apprezzabile visto dal vivo in quella maniera.

<< Benvenuto alla capitale! Dai, muoviamoci, è già tanto che ci siamo concessi due minuti di riposo. >>

Pareva davvero entusiasta di essere arrivata nella capitale.
Una domanda mi venne spontanea, non c'erano controlli all'entrata delle mura?
Se così fosse stato, le avrebbero di sicuro fatto togliere il cappuccio.

<< Scusami ma.. non ci sono controlli all'entrata? Rischi di farti scoprire. >>

Una risata a bassa voce fu la risposta.
Non si stava dirigendo dove convergeva la strada al punto di fuga, anzi, stava andando in diagonale verso le mura.

<< Chi ha mai parlato di entrare dal cancello? >>

Si avvicinò ad un muro, poggiando la mano su quest'ultimo.
Da lontano non pareva molto alto, ma ora che ci ero sotto potevo dire che superava tranquillamente i sette-otto metri.
Elysiel chiuse gli occhi, mormorando delle parole in una lingua che non fu tradotta all'italiano.
Un cerchio nero si descrisse a terra, da quest'ultimo uscivano delle particelle viola scuro.
Un portale a forma ovale si aprì sul muro; mettendo in comunicazione quel lato del muro con quello interno.
Dall'altra parte era un vicolo cieco, probabilmente non era la prima volta che lei passava da lì.
Quella era magia comunque, figo.
Non ero ben sicuro di che tipo di magia si trattasse, ma era comunque figo, molto figo.

<< Sembra magia oscura.. nei giochi di solito è così. >>

Dissi ingenuamente, mentre traversavo il portale dopo di lei.
Quest'ultimo si assorbì alle mie spalle, non lasciando alcuna traccia del nostro passaggio.

<< Non so di che giochi tu stia parlando ma sì, è magia oscura.. io ed i miei genitori eravamo gli unici elfi a saperla usare. >>

Si spiegano molte cose.
La leggenda aveva un senso dopo tutto.
La magia oscura era sempre vista come qualcosa di potente ma estremamente negativo.
Forse in quel mondo non era così, lei non mi sembrava una cattiva persona.
Presumo che gli altri elfi avessero abilità inerenti alla natura, o almeno, di solito funzionava così.
La ragazza prese a farmi strada tra i vicoli della città medievale, sembrava di essere in un gioco di ruolo.
Tutte le strade erano un mercato praticamente, c'erano bancarelle ovunque e solo pochi negozi propriamente detti.
Probabilmente era una zona particolarmente soleggiata che permetteva di tenere fuori la merce senza doverla di continuo mettere al riparo e perciò i mercanti predilivano una bancarella.
Sulla sinistra parevano esserci principalmente venditori di tessuti e vestiti, insieme a bigiotteria.
Al contrario, la schiera di bancarelle a destra sembrava essere dedicata a quelli che in un gioco di ruolo sarebbero stati chiamati "consumabili".
Verdurieri, pescivendoli, alchimisti che vendevano le loro pozioni a caro prezzo.
Non sentii alcun artista di strada suonare, in compenso lo strusciare delle ruote sulla pavimentazione a ciottoli si alzava sopra le urla dei banditori.
Ricordava tanto l'immagine tipica del medioevo; persone dai vestiti poco sfarzosi e umili, probabilmente la classe di prevalenza in quella società era quella dei contadini.
Dopo circa dieci minuti di cammino mi portò davanti ad un enorme tabellone con un banditore che annunciava le varie vendite e acquisti.
C'era una folla enorme intorno al piano rialzato dove sedeva quello che sembrava un embrione della borsa, dove erano riportati in monete di rame i prezzi di alcune merci.
Non sapevo dire di preciso che merci fossero; non capivo cosa ci fosse scritto.
Okay, era il momento di far vedere chi ero, mettendo in pratica ciò che ho fatto per anni su dei giochi.

[...]

Ci misi un po' a fare affari decenti.
Non era immediato capire l'andamento del mercato, ciò che fosse conveniente o meno da comprare e se sarebbe aumentato o calato il suo prezzo.
In circa un'ora riuscii nonostante tutto a tirare su cinquanta monete d'argento in più di quanto non avessi prima.
Di sicuro non era male, avevo ottenuto ricavi pari al 150% dell'investimento, era quindi molto buono.
Capii il valore delle monete d'oro, potevano essere paragonate a circa 500 euro.
Come sospettavo non era troppo difficile fare soldi in quel mondo quando si era pratici nell'economia e soprattutto nella compravendita.
I contadini che vendevano direttamente non erano esperti ed era molto facile trattare il prezzo fino a renderlo ridicolmente basso, successivamente riuscivo a rivenderlo ad almeno il doppio ad acquirenti poco furbi che al posto di comprarlo dai contadini facevano richieste alla bacheca.
Elysiel mi aveva seguito con lo sguardo per tutto il tempo, facendomi da supporto morale e tentando, a quanto pareva, di imparare qualcosa del mestiere.

<< 50 monete d'argento.. posso comprarci dei vestiti, vero? >>

Rimase davvero stupita da quanto riuscii a racimolare e con quanta facilità riuscii ad adattarmi a quel mercato.
Si limitò ad annuire senza parlare, come se non avesse parole.
Lei si era già ripresa la sua moneta d'oro che era servita solamente come investimento iniziale.
Ora avrei speso più o meno la metà di quelle monete d'argento per comprarmi dei vestiti accettabili e un'arma bianca tascabile, il resto lo avrei tenuto per futuri investimenti.
I grifoni si potevano pagare in monete di rame, mi pare di aver sentito costassero poco più di 30 monete.
Il costo della vita era basso, era sbagliato paragonare l'euro a quella valuta.
Si poteva probabilmente mangiare per un mese con una sola moneta d'argento.
Adoravo quel mondo, era tutto così semplice nell'ambito dell'economia.
Certo, nulla era regolamentato ed era facile cadere in truffe, bisognava avere un'ottima intuizione per evitare di farsi ingannare.
Stavamo dirigendoci verso un sarto quando improvvisamente sentii delle note echeggire nell'aria.
Note prodotte da un cordofono, note abbastanza simili a quelle di una chitarra nonostante fossimo in quel mondo.
Mi affascinarono, nonostante era da meno di un giorno che non sentivo il suono di una chitarra mi mancava terribilmente.
Cercai con lo sguardo l'artista di strada che stava suonando e lo trovai; era appoggiato al muro con uno strano strumento in mano che suonava in maniera un po' abbozzata e priva di tecnica precisa.
I suoi vestiti erano lacerati e fatti di tela, lo coprivano a malapena ma non era un problema dato il clima mite di quella regione.
La lunga barba scura che sfiorava la cassa armonica dello strumento; le sue mani piene di rughe e segnate da delle cicatrici.
Suonava a sguardo basso, non lasciando intravedere molto del suo volto.

<< Aaah, mi ricorda la musica del mio mondo, secondo te se gli lascio un argento me lo fa suonare per qualche minuto? >>

Lei mi guardò con faccia perplessa.
Forse un argento era davvero tanto per la gente normale.
Non sapevo quanto fosse lo stipendio medio, ma presumo fosse intorno ad una moneta d'oro.

<< Eri un musicista? >>

Chiese lei invece.
Non si riferiva a quanto volessi dargli, piuttosto la fatto che volessi suonare uno strumento.
In passato lo studio di uno strumento era collegato ad un ceto sociale elevato e di prestigio, forse in quel mondo suonare uno strumento era simbolo di nobili origini o di famiglia aristocratica.
Mi fissava da sotto il cappuccio con un'espressione curiosa che la faceva sembrare parecchio buffa.

<< No, no.. certo, mi sarebbe anche piaciuto diventarlo, ma suonicchiavo per divertimento. Nell'altro mondo sono molto più giovane di te, ho 14 anni. >>

Era un buon momento per dirgli la mia vera età.
Lei battè le ciglia un paio di volte più perplessa di prima.

<< Sei spaventoso. >>

Disse poi, riferendosi forse al mio livello culturale che era anni luce avanti rispetto a quel mondo.
Ridacchiai, grattandomi la testa per il complimento che mi aveva velatamente fatto.
Vidi due forme eteree dirigersi da due lati differenti verso Elysiel.
Nonostante facessi spesso fatica a distinguere la forma di queste figure, in quel momento notai con esattezza che si trattava di due frecce.
   
 
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