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Autore: Zapt    19/01/2017    1 recensioni
Come reagirei se venissi catapultato in una realtà parallela, dove tutto segue le regole dei romanzi fantasy?
Ho provato ad immaginare diverse vicende che vedono il me fantasy come protagonista, dando vita anche a situazioni a sfondo comico di confronto fra il mondo reale e il mondo fantasy.
Tutto questo riempendo volutamente la storia di cliché tipici del genere, traendo comicità da quanto prevedibili siano gli avvenimenti che capitano.
Trattenni a stento le risate.
Ero tentato di dire qualcosa come "Figghiu de Calogero sugnu", ma poi sarei stato preso per pazzo.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I fantasmini apparivano cinque secondi prima che qualcuno salisse le scale, in quel caso molto probabilmente erano apparsi cinque secondi prima che qualcuno scoccasse quelle freccie.
Contai nella mia testa, poi quando mancarono due secondi mi lanciai su di lei, buttandola a terra senza poter vedere la sua espressione totalmente confusa.
Prima che lei potesse contestare su di noi sfrecciarono due frecce che, mancando il bersaglio, sfiorarono per un pelo degli innocenti che erano fra la folla.
Mi tolsi subito da lei per non impedirle di alzarsi, le porsi una mano per aiutarla mentre mi guardavo intorno allertato.

<< Scusami, dovevo toglierti dalla traiettoria velocemente. >>

Lei era piuttosto terrorizzata, fosse stata da sola sarebbe probabilmente morta con due frecce mirate all'altezza del torace.
Era il momento per testare la resistenza in corsa di quel corpo.
Non ci pensò due volte ad afferrare la mia mano per alzarsi, probabilmente si era fatta male nella caduta.
Iniziai a correre sempre tenendola per mano, quasi trascinandola.
Non correva veloce quanto me, ogni tanto sembrava inciampare.
Alle nostre spalle stava accadendo il delirio.
I chocobo che trainavano i carri si erano spaventati allo scoccare delle frecce; causando un incidente fra due mercanti che avevano iniziato ad insultarsi minacciandosi a vicenda dicendo di conoscere nobili.
Comprendevo che per una ragazza vedersi un metro e ottanta di uomo piombargli addosso non fosse il massimo, ma non avevo altra scelta.
La gente ci guardava male ma non mi importava, dovevo trovare un posto dove ci fossero massimo due entrate.
Un vicolo cieco avrebbe fatto al caso nostro, ma non conoscevo la città e non avevo alcuna mappa su cui basarmi.
Non era una situazione molto favorevole in realtà, non sapevo perchè l'avessero voluta attaccare nonostante fosse coperta da una cappa.
Dopo circa cinque minuti di corsa riuscii a infilarmi in un vicolo cieco, lasciando la mano con cui avevo trascinato Elysiel che correva sempre peggio.
Vi era solo una porta dalle giunture talmente usurate che probabilmente non si sarebbe aperta neanche per scherzo.
Se per la città vi era un odore piacevole derivante dagli alimenti venduti alle bancarelle e dagli incensi, non si poteva dire lo stesso di quel vicolo.
Del cibo andato a male era buttato ai margini di quest'ultimo, probabilmente come scarto di qualche lavorazione o ricetta.
In ogni caso, quel corpo aveva una resistenza favolosa, non sentivo minimamente la fatica nonostante avessi corso per un po'.
La cosa peggiore è che non avevo nessun'arma al di fuori delle mie mani, se fossimo stati attaccati da gente armata sarebbe stato un grosso problema.
La ragazza fissò il suolo per qualche secondo, poi si sedette con la schiena contro un muro del vicolo portandosi la mano al petto e respirando affannosamente con la faccia sconvolta.
Vivevo quell'esperienza come un gioco, non importava quanto provassi a prenderla seriamente.
Avevo trovato quella situazione divertente e coinvolgente, mi volevo prendere a pugni in faccia per i miei stessi pensieri.
Sentivo il cuore in gola nonostante non provassi alcun senso di stanchezza.
Mi passai la mano fra i capelli sentendoli fradici di sudore.

<< Dobbiamo andarcene. >>

Avevamo ancora un po' di tempo a disposizione, ma era diventato troppo pericoloso.
Era vero che riuscivo a prevedere eventuali attacchi, ma qualora ci fosse stato uno scontro frontale sarei stato impotente.
L'elfa annuiva, senza però proferir parola.
Nonostante avesse annuito, non sembrava volersi alzare e continuava a fissare un punto qualsiasi nell'aria.

<< Dai, forza! Non puoi fare un altro di quei portali fighi che portano da una parte all'altra? >>

Suvvia, come l'aveva fatto prima poteva farlo adesso.
Non c'era tipo un cooldown, o qualcosa di simile, vero?
Come non detto, scosse la testa in segno di disapprovazione.
Non avevo la minima idea di come uscire da lì senza quei portali.
Saremmo dovuti passare una seconda volta per tutte le vie più trafficate, esponendoci al pericolo.
Con un rampino avrei potuto scalare facilmente le mura e neutralizzare gli arcieri prevedendo le traiettorie delle loro frecce, peccato che non avessi alcun rampino.
Quell'idea era molto rischiosa ma la pensai come qualcosa di fattibile e naturale.
Stavo iniziando a farmi paura da solo, avevo messo in conto di buttare giù da delle mura delle persone.
Per giunta, ora che Elysiel doveva rendersi davvero utile era rimasta terrorizzata da quelle due frecce che l'avrebbero dovuta uccidere.
Sì, effettivamente era una buona ragione per rimanere traumatizzati, ma il tempismo faceva proprio schifo.

<< Alzati, su! Ti lascio qua eh. >>

Provai a spronarla minacciando scherzosamente di lasciarla indietro.
Di tutta risposta si allacciò con le braccia le gambe rannicchiate poggiando il mento sulle ginocchia e fissando il vuoto.
Quanto era fottuto quel mondo?
Come poteva una persona simile avere la chiave d'accesso alla magia nera?
Fossi stato più stronzo ora che era lei quella in balia della paura le avrei rinfacciato quello che aveva detto a me appena sceso dal grifone, 
Mi rassegnai all'idea di muoverci in quell'esatto momento, sedendomi anch'io con la schiena contro il muro.
Era una situazione di stallo, odiavo quei momenti.
E odiavo anche essere accompagnato da qualcuno, quella era la perfetta spiegazione del perchè preferisco fare le cose per conto mio.
Tuttavia era mia la proposta di andare fuori e quindi quello era tutto mia responsabilità.
Non potevo far altro che tentare di convincerla ad alzarsi.

<< Sei ancora viva.. non è il momento per fermarsi. Dai, usciamo da qui e poi riposiamoci un po'. >>

Elysiel alzò lo sguardo su di me, guardandomi nel profondo con quei due rubini sanguinolenti.
Parve piuttosto allettata da quella proposta.
Fece un profondo sospiro, poi si alzò tenendosi al muro, come se facesse fatica pure a stare sulle sue gambe.

<< Stava andando tutto così bene.. figli di puttana.. >>

Il suo terrore si era tramutato in rabbia.
Vedevo fiamme assetate di vendetta ardere nei suoi occhi.
Scrutava il fondo del vicolo con sguardo fermo e infuriato.
Un cerchio nero, simile a quello tracciato prima di eseguire l'incantesimo che apriva il portale, si rese visibile intorno ai suoi piedi.
Qualsiasi cosa fatta in preda alla rabbia non portava mai nulla di buono, l'avevo imparato e ne avevo avuto la conferma più volte.
Le afferrai un braccio scuotendola di poco e, come immaginavo, il cerchio svanì.
Quegli incantesimi erano simili a malocchi, richiedevano concentrazione ed un periodo di canalizzazione.
Quasi inutili in battaglia, implicavano una copertura durante il tempo di casting.

<< Calma.. qualsiasi cosa tu stessi canalizzando non prometteva nulla di buono. Andiamo, usciremo dall'entrata principale, non ci sono controlli all'uscita giusto? >>

Continuava a sospirare, tentando di calmarsi.
Quella ragazza era pericolosa.
Tanto pericolosa.
Non c'era altra spiegazione, hanno tentato di uccidere i suoi famigliari e lei stessa.
Era davvero così temibile quel tipo di magia? Prima o poi l'avrei scoperto.
Una volta che si fu calmata a sufficienza, riprese la sua solita espressione furba.

<< No.. non ci sono controlli all'uscita. E non avrei mai pensato di esser salvata da una persona conosciuta il giorno stesso. >>

Nemmeno un grazie.
Quasi quasi mi pentivo di aver rischiato di prendermi io stesso le frecce pur di salvarla.
In quel momento però non stavo ragionando, è stato istintivo.
Manie di protagonismo? Forse. Ma ero riuscito nel mio intento di salvarle la vita.
Buone notizie, in ogni caso.
Potevamo uscire passando quasi inosservati.
Dico quasi perchè da quel momento mi sembrava imprudente escludere un possibile secondo attacco.

<< Mai dire mai nella vita. Andiamo, seguo te, non ho idea di quale sia la strada. >>

Iniziammo a camminare per le vie della città, entrambi all'erta e attenti ai minimi rumori, sperando di avere qualche attimo di tranquillità.
   
 
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