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Autore: imcalledamyy    19/01/2017    2 recensioni
Era quella la sua routine ormai, ogni giorno uguale al precedente, ogni giorno uguale al successivo. Kyungsoo stava portando un cambiamento in quelle giornate, anche se sarebbe durato solo un misero mese, però Jongin aveva paura. Aveva voglia di cambiamenti, che non si chiamassero “ Do Kyungsoo “ .
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: D.O., D.O., Kai, Kai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4 Agosto.

 

- Oh, oh. Il vecchio volpone. Come vanno le cose?-
- Bene, Jongdae, come sempre.- rispose Jongin, preparando la colazione per lui e suo nonno, che cautamente cercava di capire come il modem o  “ Arnese infernale del duemila “ ,  nomignolo da lui affibbiato, per la connessione funzionasse.
- Dimmi qualcosa che non so..qualche aggiornamento, tuo nonno?-
- Nonno sta bene dai..uhm, per il resto lavoro. E bado al nipote della proprietaria del negozio.-
- Badi? E’ vecchio? Perché te ne occupi tu?- Jongdae rise fragorosamente, la sua risata era mancata a Jongin e questo lo fece sorridere.
- Oh, no. E’ più piccolo di noi, è moment..è infermo.- 
- Aw, è carino?-
- Jongdae!-
- Che c’è!- l’amico rise nuovamente, in modo lento.
- E’-E’ carino..si.- le guance di Jongin arrossirono lievemente e una immagine di un Kyungsoo sorridente invase la mente di Jongin, che la scacciò subito, concentrandosi ad affettare le verdure.
- Voglio conoscerlo. Se qualcuno piace al mio JoJo voglio conoscerlo.-
- Nessuno mi piace Dae— non in quel senso.-
- Ah, vecchia volpe. Comunque, cambio di programma— verremo prima e verrà anche quella zitella di Baekhyun con non so chi. Un cinese. Un cinese carino.-
- Oh, quindi siete in quattro?-
- Uhm si, se c’è qualche problema-
- No no, quando verrete allora?-
- Mercoledì prossimo, Jongin. Dal dieci al quattordici. E’ l’unica data disponibile per tutti.-
Mercoledì? Jongin rimase immobile e diede una veloce occhiata al calendario appeso accanto al frigorifero, notando dei disegni che ritraevano facce sorridenti nei giorni in cui Chanyeol restava a badare il nonno, - Solo quattro giorni?- 
- Già, mi dispiace.- 
- Ugh, no..va bene. Mi fa piacere vedervi dopo tanto.- 
Nessuno viene mai, pensò. Ed era realmente così.
- Aw, cucciolo.- la voce di Jongdae prese l’allegria di prima e Jongin sospirò.
- Ti odio.-
- Mi mancava sentirtelo dire.-
- Anche a me.-
- Mi manchi, Jo.-
- Anche tu, Dae.- sospirò lievemente, aiutandosi con la spalla a posizionare in modo più comodo il telefono incastrato tra essa e l’orecchio. 
- Io uhm, ora devo andare. Devo uscire con Taemin e gli altri.-
- Oh, certo. Tutto come prima.-
- Yes. Taemin si sta sentendo con Minho.- Jongdae rise apertamente - Non lo trovi divertente?-
- Cosa!? Minho e Taemin? Quel traditore!-
- Sono successe tante cose, appena arrivo ti racconto tutto.-
- Pettegolo.-
- Ora vado, ciao volpe.-
- Ciao..Dae.-

La voce di Jongdae fu la seconda a sentire quella mattina, decise di chiamarlo prima di raggiungere casa di Matzuo. Rimase parecchio turbato per la notizia, non si aspettava di vedere i suoi vecchi amici così presto, Jongdae era rimasto uguale a prima e la parola “ preavviso “ era parte poco rilevante nel suo dizionario personale. Non che la situazione lo infastidisse, anzi, aveva semplicemente il bisogno di realizzare le cose e l’urgente bisogno di sistemare due piani interi della sua abitazione, con giardino annesso. Jongin prese un lungo respiro prima di affrontare l’ennesima telefonata con sua madre, un alternarsi di “ Si sto bene “, “ Si nonno sta mediamente bene “, “ Si mamma “ . Era una donna molto gentile e premurosa nei confronti di suoi figlio e come madre, era sempre pronta a riempire il figlio di domande, anche ripetitive. Dopo l’ennesimo “ Si”, l’ennesimo saluto e l’ennesima boccata d’aria, Jongin prese ad uscire di casa, ricordando a suo nonno che Chanyeol sarebbe passato da lì a poco.
Era una giornata serena, ma non di quelle che piacevano a Jongin, il sole risplendeva lento su di un cielo molto, troppo chiaro per i suoi gusti. Una ventata di aria fresca lo fece rabbrividire e si strinse tra le spalle. Guardò l’orologio che portava al polso sinistro e decise di fare una piccola deviazione, non sarebbe successo nulla a Kyungsoo se lui avesse tardato di qualche minuto. L’edificio del suo medico era a pochi isolati dalla sua abitazione, al lato opposto della strada che portava a casa della signora Matzuo. Era un edificio molto moderno rispetto alla schiera di abitazioni di due piani che lo circondavano, il contrasto delle piastrelle di ceramica bianche con le tradizionali facciate delle altre case rispecchiavano il connubio della diversità moderna e tradizionale che aveva investito ormai tutto il Giappone. 
- Permesso.- Jongin si inchinò rispettosamente prima di entrare e si avvicinò alla postazione dove sedeva una delle due assistenti del dottore Anaka.
- Ciao Jongin! Come sta il signor Harada?- Haru era una sua giovane coetanea con cui Jongin parlava spesso durante l’attesa del suo turno, aveva un viso molto pallido rispetto al solito e i suoi capelli corvini ricadevano elegantemente sulle spalle.
- Uhm, se la sta cavando abbastanza bene. Ultimamente fa un po’ di capricci.- scrollò le spalle, posando veloci occhiate ai mucchi di fogli a cui Haru stava lavorando.
- Mmh, fanno sempre così!- rise dolcemente, scuotendo il capo ed estraendo un fascicolo di fogli, porgendogli a Jongin - Questi sono i risultati delle analisi della settimana scorsa, il dottore Anaka mi ha dato tutte le informazioni da riferirti.- guardò Jongin con volto serio, per poi girare il foglio - Nell’insieme la sua salute è migliorata rispetto agli altri anni ma questo non sta bastando, come puoi notare questi valori sono scesi di molto e l’insulina sta salendo.- Jongin poteva sentire il suo sguardo su di lui. I suoi occhi scrutavano con attenzione quella miriade di parole di cui lui non conosceva bene il significato, affiancate da numeri ben marcati in neretto. Sospirò, alzando lo sguardo verso Haru.
- Cosa dovrei fare?-
- Non possiamo fare molto Jongin, continua a fargli prendere tutte le medicine prescritte e vedremo come andrà. Questa qui invece sono dei piccoli accorgimenti sulla sua alimentazione, non deve eccedere, mi raccomando!-
Jongin annuì e deglutì lentamente.
- Certo, va bene.-
- Questo è tutto, stai tranquillo mh. Andrà bene.- Haru sorrise dolcemente avvicinando il fascicolo di fogli al ragazzo, per poi inchinarsi verso la scrivania e rovistare in un cassetto semi aperto - Prendi questi e non fare storie.- gli porse una busta contenente varie scatole di costosi medicinali, con tono molto basso della voce.
- Haru io—
- Prendi.- la ragazza insistette, lasciandogli una veloce occhiata prima di guardarsi attorno. Jongin prese la busta e la portò sotto braccio, assieme al fascicolo medico. In passato suo nonno soffrì molto a causa della sua salute e Jongin dovette fare turni extra per pagare tutte le spese mediche, che ,fino ad allora, continuavano ad essere molto costose. Haru era sempre molto altruista nei suoi confronti e cercava di aiutarlo come possibile conoscendo bene la sua situazione.
- Ti ringrazio.- le sue parole erano molto sincere, non amava in special modo farsi aiutare dalle altre persone, ma in quell’occasione con un minimo passo falso Jongin si sarebbe trovato fuori con i conti e il pensiero di tutti i suoi acquisti precedenti gli portavano grandi sensi di colpa.
- Salutami il signor Harada. Buona giornata Jongin!- Haru sorrise apertamente, socchiudendo gli occhi, sfiorando la mano di Jongin con la propria. Jongin si inchinò lentamente, sforzando un sorriso.
- Buona giornata, Haru.-
Si apprestò ad andare con fretta verso casa di Matzuo, sentendo un peso su tutto il corpo. La salute di suo nonno era sempre stata al primo posto per lui, tanto da trascurare se stesso. Sperava con tutto se stesso che la situazione sarebbe migliorata, Harada non disponeva le forze fisiche sufficienti ad un’altra ricaduta e questo purtroppo lo sapeva bene, era molto spaventato.
Come sospettava, Kyungsoo era un ragazzo molto mattutino e lo trovò già sveglio, che sorseggiava un thè caldo in salotto, in totale silenzio.
- Buongiorno, Jongin.-
- Buongiorno, Kyungsoo. Scusa il ritardo, ho dovuto sbrigare una faccenda.-
- Non è un problema, vuoi del thè?- Kyungsoo gli rivolse un breve ma vivido sorriso che rincuorò in parte il tormentato Jongin.
- Si grazie. Faccio io, stai pure.- posò con cura le sue cose sul mobile all’ingresso del salotto, richiudendo con cura la busta colma di medicine e adagiando il fascicolo di fogli sul tavolo a cui era appoggiato Kyungsoo. Quando varcò la soglia della cucina poté sentire un dolce profumo di thè riecheggiare nell’aria e riempì la sua tazza di quel liquido tanto invitante.
- Allora, cosa si fa oggi?- tornò in salotto, posando lo sguardo su Kyungsoo mentre si sistemava sulla sua seduta.
- Uh. Nulla di interessante credo.- Kyungsoo storse le labbra, spostando lo sguardo altrove.
- Va bene, come preferisci.- annuì secco e prese a sfogliare il fascicolo. Le parole mediche tornarono a prendere l’attenzione della sua mente, cifre su cifre. Dopo solo una manciata di minuti di silenzio, sentì Kyungsoo muoversi per il salotto.
- Senti, sono quattro giorni che sto qui e mi sento sporco. Non mi basta più lavarmi a pezzi, ho bisogno di un bagno. Mi sono rotto.-
- Uhm..e?- alzò lo sguardo dalla pila di fogli che aveva avanti ai suoi occhi e guardò Kyungsoo confuso, grattandosi la nuca e cercando di assemblare le parole dette dal più piccolo. Le lancette dell’orologio del salotto segnavano le dieci in punto, la lancetta più lunga era di color ocra, colore presente lungo le pareti di tutta l’abitazione. Kyungsoo sedeva sul divano sottostante a quel datato orologio da parete.
Come diavolo ha fatto a mettersi lì?
- E? Devi lavarmi, Jongin!- lo rimproverò il più piccolo.
- Ah..io—  Jongin deglutì rumorosamente, arrossendo. 
- No. Cioè. No..- Kyungsoo alzò le mani davanti al suo volto, scuotendole velocemente.
- Se vuoi posso—
- C-Cosa, no, mi sono espresso male. Devi soltanto mettermi nella vasca. Ti prego, solo quello. Non riesco a chiederlo a zia, è imbarazzante.- fece crollare le braccia lungo i fianchi e sospirò. Le sue gambe penzolavano pesanti dal divano, totalmente prive di vita. 
- Non è un problema, non mi scandalizzo mica a vedere qualcuno nud-
- Jongin! No..C-cos—Tu?- Kyungsoo arrossì ed inclinò il capo di lato, spalancando gli occhi.
- No! Ma cosa vai a pensare! Ultimamente pensate tutti al mio orientamento sessuale, non sono—lasciamo stare.- sospirò, scuotendo la testa e sistemando con cura i fogli. - Come pensi di fare allora, mh?-
- Uhm, mi leverò in boxer, una volta dentro la vasca. Ti sembra tanto surreale come cosa?- il più piccolo accennò una risata, guardando Jongin di sottecchi.
- Ah. Ah..No, ovvio..Come siamo timidi.-
- Ci tieni tanto a vedermi nudo, Kim Jongin?- disse sogghignando, alzando più volte le sopracciglia. 
- Ci tieni tanto ad affogare nella vasca, Do Kyungsoo?- Jongin stirò il più possibile le labbra in un sorriso a denti stretti che fece ridere di cuore Kyungsoo.
- Idiota. Portami e basta, al resto ci penserò io.-
 

- I tuoi amici?-- Sì, te li farò conoscere.- Jongin sorrise ampiamente, insaponando con cura la schiena del più piccolo. Aveva parlato di Kyungsoo della visita inaspettata di Jongdae e il resto del gruppo, raccontandogli un po’ dei progetti su quello che avrebbero potuto fare e le varie organizzazioni da mettere in atto.
- Ma io..Uhm.-
- Sono simpatici. Molto…molto— Ecco, diciamo che non conoscono limiti.- accennò una risata scuotendo lentamente il capo in ricordo degli anni passati e tutte le avventure trascorse con quel gruppo di ragazzi - Poi hai bisogno di molta compagnia, no?-
- Tu sei più che sufficiente.- rispose velocemente Kyungsoo.
- Lo so..- ghignò.
- No..Cioè—io..- Kyungsoo si voltò verso di lui per guardarlo nel modo più severo possibile e Jongin sorrise, sorrise molto.
- Leva quel sorriso compiaciuto da lì!- disse in modo scherzoso Kyungsoo, schizzando dell’acqua sul viso del più grande.
- Yah, fatto sta che arriveranno tra meno di una settimana e io l’ho scoperto solo l’altro ieri.- sbuffò, insaponando i capelli corvini di Kyungsoo il quale si era creato molti problemi all’inizio e ora si stava beando dei gesti di Jongin.
- Sfigato.- mormorò.
- Già. Tu mi aiuterai a pulire, ho tre stanze al piano di sopra completamente inutilizzate e quindi piene di polvere. Non oso immaginare. Però questa è l’unica opzione, conoscendo i tipi neanche avranno pensato di vedere un hotel o simili.- rise, scuotendo il capo - Inizierò lunedì ma martedì mi aiuterai.-
- E come pensi che io possa aiutarti, Jongin?-
Jongin si bloccò, non curante del flebile lamento che fuoriuscì dalle labbra del più piccolo. Storse le labbra, grugnendo.
- Potresti essere il mio carrello delle pulizie!- - Mi stai paragonando ad un oggetto, Jongin?-
- Un oggetto molto utile..-
- Jongin.-
Tentò di dire qualcosa, ma il suo cervello non riusciva realmente ad elaborare qualcosa di sensato.
- Jongin.-
- E-Era l’unica opzione fattibile.-
- Va bene.-
- Ti sei offeso?- sgranò gli occhi, trattenendo poi un ghigno. Passò la mano contro la schiena di Kyungsoo, bagnandola leggermente con l’acqua tiepida all’interno della vasca.
- No.-
- Si invece.- si sporse appena verso il suo volto che corrispondeva esattamente al tono truce con cui gli aveva risposto. Delle volte gli sguardi di Kyungsoo avrebbero potuto seriamente ammazzare qualcuno!
- No.-
- Si.-
- Smettila.-
Jongin roteò gli occhi pensando bene di lasciar scorrere l’argomento e prese il soffione della doccia per mandare via il sapone dal capo e dal corpo di Kyungsoo. Quest’ultimo stette in silenzio per tutto il tempo successivo, persino quando Jongin lo aiutò a cambiarsi e a vestirsi. Era incredibilmente permaloso ma Jongin trovava in lui solo estrema tenerezza, aveva semplicemente voglia di abbracciarlo e non ne capiva il perché.
Anche durante la preparazione del pranzo il più piccolo era molto silenzioso, era rimasto in salotto a leggere un libro e Jongin si stava leggermente snervando di questo suo silenzio estenuante. Stava prendendo il riso dal bollitore quando la voce di Kyungsoo riecheggiò nella stanza, e per poco non si scottò con esso.
- Io uhm, devo spiegarti delle cose.-
Jongin lasciò ciò che stava facendo e si voltò verso di lui, annuendo. Kyungsoo sembrava così piccolo seduto su quella sedia.
- Alcune volte il mio comportamento potrà risultare strano e capisco che insomma uhm, tu possa fraintendere ed essere confuso. So di avere questo comportamento ma non posso evitarlo e mi dispiace. Dopo che passi più di un anno e mezzo su una sedia rotelle, sentendoti ripetere che passerà subito, che è solo una cosa momentanea, perdi la voglia di fare molte cose. Quindi..mi dispiace se ti sembro bipolare delle volte, se sono distaccato o altre volte sono.. non lo so, mi dispiace. Sono un pazzo che ha semplicemente perso ogni speranza.- rise timidamente, alzando le spalle., lo sguardo basso che non osava incrociare quello di Jongin. Lui lo osservò con attenzione, invece, i suoi occhi erano leggermente ricurvi come il suo sorriso. La posizione di Kyungsoo gli affibbiava un’aria molto infantile che fece nascere un leggero sorriso sulle labbra di Jongin che si avvicinò a lui, posando una mano sulla sua spalla per rincuorarlo.
- Ehy, che sei un pazzoide l’avevo capito già di mio.- rise dolcemente e Kyungsoo alzò finalmente lo sguardo verso di lui - Non devi darmi spiegazioni di questo tipo, okay? Non devi giustificare ciò che sei, anche se questo è la conseguenza di un trauma.-
- Mmh..- Kyungsoo accennò un sorriso, tenendo gli occhi su quelli di Jongin - Quando ho subito l’ incidente sono rimasto bloccato nella mia mente. Soffro di un vero e proprio trauma psicologico che mi ha fatto paralizzare, non solo mentalmente ma come vedi anche fisicamente. Il fatto che io sia infermo è dovuto a questo.- sospirò, mordendosi il labbro - Per questo mi hanno portato qui, per cercare di risolvere il tutto ma sinceramente lo so che non cambierà nulla. Sarei dovuto venire anche tempo fa, ma mia zia disse che era un momento difficile per lei e non poteva offrirmi le giuste attenzioni. Però ora eccomi qui, su questo isolotto tranquillo che dovrebbe fare sbloccare ogni mio problema.-
- Vedrai che insieme riusciremo a risolvere tutto questo. Okushiri sarà la soluzione a tutti i tuoi problemi.- Jongin annuì in conferma delle sue stesse parole e sfoggiò uno dei suoi rincuoranti e splenditi sorrisi. Kyungsoo annuì appena alle sue parole e sorrise ancora imbarazzato.
- Grazie..Hyung.-
 Una fitta di calore pervase lo stomaco di Jongin, facendolo arrossire intensamente. Sorrise alle parole del più piccolo, mordendosi il labbro - Yah!- diede una pacca contro la schiena di Kyungsoo, sogghignando prima di vederlo sbuffare.
- Sempre il solito.-
- Aiutami a portare queste ciotole piuttosto.-

 

- Allora uhm..- Kyungsoo si posizionò meglio con il sedere, lasciando che Jongin si prendesse cura di lui, massaggiandogli con movimenti circolari le gambe - Eri serio prima? Con il fatto che dovrei in qualche modo aiutarti?-
Jongin alzò lo sguardo verso di lui, annuendo appena - Se tu vuoi si.- scrollò le spalle, riportando lo sguardo alle gambe magre di Kyungsoo.
- Se in qualche modo pensi che io possa realmente aiutarti..Beh..Mi farebbe piacere.- sussurrò.
Jongin sorrise, annuendo nuovamente - Diciamo che me lo devi.- sorrise, socchiudendo gli occhi.
- Oh andiamo. Sei ancora offeso perché non ti ho detto che la mia era una situazione temporanea? Ti ho spiegato..- Kyungsoo storse le labbra, sbuffando. Durante il pranzo Jongin gli fece una lunga ramanzina.
- Oh andiamo? Sono una tua specie di tutore Kyungsoo! Dovrei saperle certe cose!- esclamò Jongin, guardandolo. 
- A che pro?- Kyungsoo aveva degli occhi estremamente grandi, mettevano quasi in soggezione Jongin.
- Non so. Dovevo saperlo e basta..- piagnucolò, abbassando lo sguardo, arrossendo.
Kyungsoo rise, avvicinando la mano verso quella di Jongin per poi ritirarla subito, imbarazzato.
- A-Allora martedì mi porti da te.- sussurrò guardando di sottecchi il più grande.
- Ah! Sono così contento Kyungsoo, per tutto. Non sai quanto.- sorrise ampiamente. Jongin riusciva a sentirsi leggero, felice, una sensazione che non provava appieno da molto tempo. In pochi giorni avrebbe rivisto i suoi amici, Kyungsoo si era aperto con lui e sentiva che avrebbero fatto grandi progressi assieme, lo sapeva.
Quella sera, quando tornò a casa, si sentiva energico, avrebbe pulito l’intera casa anche in quel solo momento. Tutte le sue preoccupazioni, la malattia di suo nonno, i problemi economici e quelli familiari, il suo passato e tutte le sue rinunce, tutto sembra essere sparito ed anche se sapeva che era tutto un momento di transizione, Jongin in cuor suo era felice di poter staccare la spina anche per pochi minuti e per quanto non lo volesse ammettere, stava lentamente accettando che tutti quei cambiamenti portassero il nome di Do Kyungsoo.
 

Hyung.





--- Scusate immensamente per il ritardo! Spero vivamente che questo capitolo sia di costro gradimento.

Ormai manca meno di una settimana all'arrivo del pazzo gruppo degli amici di Jongin! EHEH **

   
 
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