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Autore: Ninphadora_Clover83    19/01/2017    0 recensioni
[La sposa normanna]
'La principessa Costanza d'Altavilla e il conte Ruggero d'Aiello si stavano riposando dalle fatiche della corte, crogiolandosi beatamente nel calore della terra siciliana.
Il giovane conte, si mise seduto sul prato, facendo leva con i gomiti e prese ad osservare i lineamenti e l'aspetto della bella principessa normanna, di cui lui era segretamente innamorato da quando erano bambini.'
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da quel casto e puro bacio tra i due giovani reali passarono ben sedici anni. Sedici anni in cui Costanza e Ruggero furono lontani.
Costanza era l’ultima figlia di Ruggero II d’Altavilla, re di Sicilia, e della sua terza moglie Beatrice di Rethel. Il regno, dunque, avrebbe dovuto ereditarlo proprio Costanza, ma ella, spaventata dalla grossa responsabilità che avrebbe dovuto prendersi prese il velo e diventò suor Maria Veronica. Durante gli anni in cui la principessa fu suora di clausura, Ruggero II morì e salì al trono il nipote di Costanza, re Guglielmo.
Fu proprio re Guglielmo che mandò a chiamare la principessa dal convento e la fece tornare a corte, per poterle assegnare un compito molto importante: sposare Enrico VI di Svevia, figlio di Federico Barbarossa e unire la famiglia Altavilla con gli Hohenstaufen formando un vastissimo impero. Costanza sarebbe diventata imperatrice.
“Non posso accettarlo, padre! Lei, la mia Costanza, il mio fiore estivo… andare in sposa ad un tiranno, un barbaro folle! Non posso proprio, padre, perdonatemi, ma non verrò alla cerimonia.”
Ruggero era furente. Era negli appartamenti della reggia insieme al padre, Matteo d’Aiello che aveva appena comunicato al figlio che sarebbero dovuti essere presenti alla cerimonia di partenza della futura imperatrice. Ruggero era in piedi, le mani chiuse a pugno sul tavolo, le lacrime gli bruciavano gli occhi e si tuffavano nella barba rossiccia.
“Ruggero ti prego, so quanto ti costerebbe questo sacrificio… io ti comprendo… ma come ben sai, l’invito del re non può essere declinato.”, disse Matteo cercando di calmare il figlio che era scosso da singhiozzi di dolore. Conosceva bene tutto l’amore che il giovane conte provava nei confronti della futura imperatrice, ma la gerarchia reale era inflessibile e Costanza era già promessa.
“Pensaci, figlio mio… per favore”. E dopo avergli dato una lieve pacca sulla spalla uscì dalla stanza.
 
La sala grande del trono non era mai stata così splendente in tutta la sua storia. Grandi stendardi rossi erano appesi ovunque, facendo risaltare l’oro e il bianco delle pareti e dei dipinti, illuminati dal sole. Il trono era al fondo della sala, dorato come tutto il resto e, sopra lo schienale, vi era il simbolo blu e rosso degli Altavilla.
Ruggero cercò con lo sguardo la futura imperatrice, ma non gli fu difficile trovarla…
Costanza splendeva più della sala, più del sole, più di ogni stella. Il suo abito rosso fuoco e dorato sul corpetto la faceva scintillare di una bellezza quasi divina. I suoi trentadue anni non avevano sfigurato il suo viso da fanciulla e, nonostante l’età, rimaneva vispo, curioso e intelligente. La principessa stava conversando con re Guglielmo, suo cugino e intorno a loro vi erano numerosi maestri.
Ruggero si avvicinò e si finse interessato alla conversazione. Nel vederlo, gli occhi di Costanza scintillarono come un raggio di sole su quelle due enormi iridi blu mare.
“Perdonatemi, miei signori”, si congedò la nobile e, dopo aver fatto un cenno a Ruggero si incamminò verso una camera vuota adiacente alla sala. Ruggero la segui e, dopo essere entrato chiuse lentamente la porta alle sue spalle.
Costanza era seduta su una sedia di legno molto spoglia, davanti alla finestra che si affacciava sul mare.
“Sembra che oggi il mare voglia dirmi addio. La Sicilia vuole dirmi addio degnamente. E’ un tempo meraviglioso…”
Ruggero era incantato. Non sapeva come rispondere. Gli occhi della bella principessa erano colmi di tristezza, dolore e lacrime. Lui era lì, doveva consolare la sua donna, la sua amica…
“Vedrai che tornerai in Sicilia e riabbraccerai tutti noi… Sei la nostra regina e noi consideriamo tale solo te come Altavilla e nessun altro, nemmeno se il tuo stesso marito Hohenstaufen è l’imperatore. La tua terra, la tua gente ti ama”, disse Ruggero con forte convinzione.
Costanza lo guardò con uno sguardo disperato e triste. Ruggero provò a farla sorridere: accennò ad una riverenza e sorridendo alla principessa disse in tono dolce: “Mia signora imperatrice…”
La regina sorrise e si alzò andando incontro al conte.
“Sinceramente non mi aspettavo la tua presenza alla cerimonia di addio, ma speravo molto di vederti... sono così angosciata al pensiero del mio futuro sposo, della Germania così lontana e fredda, di non saperti più al mio fianco…”, singhiozzò Costanza coprendosi il viso con le mani.
Ruggero, delicatamente, le prese le mani e la guardò dritta nei suoi bellissimi occhi color del Mediterraneo. La baciò dolcemente, come in quel pomeriggio estivo di quando erano ragazzi. La barba rossa di Ruggero solleticava il viso di lei ma entrambi si sentirono volare via, via da ogni preoccupazione e responsabilità.
“Io sono qui ad aspettarti, amore mio.” Nell’udire le ultime parole Costanza guardò Ruggero con felicità e incredulità. “Ti proteggerò sempre, ti manderò la Sicilia attraverso piccoli doni e ti scriverò tutte le volte che mi sarà possibile. Tu sii forte e coraggiosa, come quella bimba che strillava e si opponeva alle mie bricconate…”. Entrambi risero e Costanza appoggiò la testa sulla spalla dell’amico. Sospirando, chiuse gli occhi, beandosi del profumo familiare che emanava Ruggero. Di uomo, di casa, di amore.
Loro si allontanarono, si separarono per anni. Ma le loro anime rimasero abbracciate da quel giorno e niente poté sciogliere il loro abbraccio.
 
 
 
Angolino dell’autrice: spero di cuore che il secondo capitolo vi sia piaciuto! Se volete farmi felice felice mandatemi tante belle recensioncine, che a me piacciono tanto tanto!
Un bacio <3
   
 
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