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Autore: ilaria8    29/05/2009    4 recensioni
Forse la squadra SG1 dopo molti anni di battaglie era diventata troppo famosa nella galassia...e questo portava a degli spiacevoli inconvenienti.
Genere: Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack O'Neill, Samantha 'Sam' Carter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3

CAPITOLO 3

 

Sopraggiunse la notte anche alla base SG; da qualche ora erano stati avvisati della scomparsa del Maggiore Carter e pur avendo inviato un UAV sul pianeta per trovare qualche traccia, i risultati erano stati a dir poco scoraggianti.

Nel frattempo sul pianeta, la squadra era ancora in marcia nel tentativo di ritrovarla.

-Ma cosa diavolo sarà successo?- sbottò Jack dopo diverse ore di cammino senza neanche sapere da che parte andare.

-Credo che il Maggiore Carter sia stata rapita da Shana e che la stia portando ad un mezzo di trasporto- rispose pacato Teal’c.

-Sì, ma Sam sarebbe riuscita a scappare contro quella ragazza- disse Daniel in preda all’agitazione.

-Forse non è da sola!- gli rispose Teal’c vanificando le opzioni dell’archeologo.

-Basta fare supposizioni, dobbiamo trovarla e per questo stanotte non faremo soste; continueremo le ricerche separandoci per coprire un territorio maggiore. Teal’c e Daniel a ovest, Willer e Johnson a est mentre io proseguo verso nord.

Ci ritroveremo al villaggio tra due giorni al massimo. Tenetevi in contatto radio!-ordinò Jack con tono deciso e irremovibile.

Detto ciò, il gruppo si separò e ognuno si incamminò nella direzione assegnata.

****

Passò un altro giorno e Sam stava iniziando a credere che non ce l’avrebbe mai fatta; sarebbe finita nelle mani dei Goa’uld se non si inventava subito qualcosa.

Appena si accorse che i suoi rapitori si erano distratti, ne approfittò per iniziare a correre in mezzo alla foresta.

I tre rapitori però non tardarono ad accorgersi della fuga di Sam e uno dei due uomini sparò un colpo con il P-90 rubato alla stessa Sam al villaggio.

Il proiettile la colpì al fianco e si accasciò a terra; la ferita era piuttosto profonda e dato che aveva le mani legate non potè neanche tamponare la ferita in modo da non perdere molto sangue.

I tre la raggiunsero e le slegarono le mani per darle la possibilità di medicarsi, ma Sam non aveva niente con cui farlo; il suo kit medico era rimasto nella tenda insieme alla radio e al suo pc.

 

Jack in lontananza udì uno sparo, allora si mise immediatamente in contatto con gli altri.

-Cosa è successo? Daniel, Willer mi ricevete?- urlò nella radio O’Neill.

-Sono Daniel…qui è tutto OK!- lo tranquillizzò l’archeologo.

-Qui Willer…anche da noi tutto tranquillo!- confermò il Colonnello.

-Ho sentito uno sparo; voi non avete sentito niente?- chiese impaziente Jack.

-Nessuno sparo!- confermarono entrambi.

-Siete troppo distanti…raggiungetemi, qualcuno ha sparato- gli ordinò.

Dopo quasi venti minuti di corsa nella foresta, Jack udì delle voci.

Si accovacciò tra i cespugli e intravide il viso di Sam.

Decise di aggirare i rapitori e inserì nella canna del fucile dei proiettili che contenevano sonnifero.

In modo fulmineo e del tutto silenzioso, Jack mise a riposo tutti e tre i rapitori inesperti, facendo rimanere Carter a bocca aperta.

Uscì dai cespugli e si avvicinò di corsa a lei che era seduta a terra con la testa poggiata ad un tronco d’albero.

-Carter…sei ferita?- chiese preoccupato scrutandola.

-Colonnello!- sussurrò Sam incontrando i suoi occhi.

-Stai bene?- chiese inginocchiandosi accanto a lei.

-Mi hanno preso al fianco!- rispose con una smorfia di dolore.

-Fammi dare un’occhiata!-

-Non è grave, non si preoccupi!-    

-È un ordine!- disse O’Neill intento a far valere i suoi gradi.

Dopo averla praticamente costretta, Jack applicò sulla ferita delle bende con un medicinale per prevenire le infezioni, ma per estrarre il proiettile bisognava tornare alla base, e lo Stargate era distante due giorni di cammino.

-Dobbiamo camminare un po’…ce la fai?- chiese Jack osservandola.

-Certo!- rispose tentando di sorridere anche se il dolore era molto forte.

Non appena cercò di mettersi in piedi, con l’aiuto di Jack, le gambe le cedettero e crollò praticamente addosso al suo superiore che la sorresse prontamente.

-Sali!- le ordinò Jack indicandogli la sua schiena.

-No Signore, posso camminare- provò a protestare lei inutilmente.

-A me non sembra. Sali forza!-

Dopo aver constatato che senza aiuto non ce l’avrebbe mai fatta, Sam accettò l’aiuto di Jack.

 

  
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