CAPITOLO
3
Sopraggiunse
la notte anche alla base SG; da qualche ora erano stati avvisati della
scomparsa del Maggiore Carter e pur avendo inviato un UAV sul pianeta per
trovare qualche traccia, i risultati erano stati a dir poco scoraggianti.
Nel
frattempo sul pianeta, la squadra era ancora in marcia nel tentativo di
ritrovarla.
-Ma
cosa diavolo sarà successo?- sbottò Jack dopo diverse ore di cammino senza
neanche sapere da che parte andare.
-Credo
che il Maggiore Carter sia stata rapita da Shana e che la stia portando ad un
mezzo di trasporto- rispose pacato Teal’c.
-Sì,
ma Sam sarebbe riuscita a scappare contro quella ragazza- disse
Daniel in preda all’agitazione.
-Forse
non è da sola!- gli rispose Teal’c vanificando le opzioni
dell’archeologo.
-Basta
fare supposizioni, dobbiamo trovarla e per questo stanotte non faremo soste;
continueremo le ricerche separandoci per coprire un territorio maggiore. Teal’c
e Daniel a ovest, Willer e Johnson a est mentre io
proseguo verso nord.
Ci
ritroveremo al villaggio tra due giorni al massimo. Tenetevi
in contatto radio!-ordinò Jack con tono deciso e irremovibile.
Detto
ciò, il gruppo si separò e ognuno si incamminò nella
direzione assegnata.
****
Passò
un altro giorno e Sam stava iniziando a credere che non ce l’avrebbe
mai fatta; sarebbe finita nelle mani dei Goa’uld se non si inventava subito
qualcosa.
Appena
si accorse che i suoi rapitori si erano distratti, ne approfittò
per iniziare a correre in mezzo alla foresta.
I
tre rapitori però non tardarono ad accorgersi della fuga di Sam e uno dei due
uomini sparò un colpo con il P-90 rubato alla stessa Sam al villaggio.
Il
proiettile la colpì al fianco e si accasciò a terra; la ferita era piuttosto profonda e dato che aveva le mani legate non potè neanche tamponare
la ferita in modo da non perdere molto sangue.
I
tre la raggiunsero e le slegarono le mani per darle la possibilità di
medicarsi, ma Sam non aveva niente con cui farlo; il suo kit
medico era rimasto nella tenda insieme alla radio e al suo pc.
Jack
in lontananza udì uno sparo, allora si mise immediatamente in contatto con gli
altri.
-Cosa
è successo? Daniel, Willer mi ricevete?-
urlò nella radio O’Neill.
-Sono Daniel…qui è tutto OK!- lo tranquillizzò l’archeologo.
-Qui
Willer…anche da noi tutto tranquillo!- confermò il Colonnello.
-Ho
sentito uno sparo; voi non avete sentito niente?-
chiese impaziente Jack.
-Nessuno
sparo!- confermarono entrambi.
-Siete troppo distanti…raggiungetemi, qualcuno ha sparato- gli ordinò.
Dopo
quasi venti minuti di corsa nella foresta, Jack udì
delle voci.
Si
accovacciò tra i cespugli e intravide il viso di Sam.
Decise
di aggirare i rapitori e inserì nella canna del fucile dei proiettili che
contenevano sonnifero.
In
modo fulmineo e del tutto silenzioso, Jack mise a
riposo tutti e tre i rapitori inesperti, facendo rimanere Carter a bocca
aperta.
Uscì
dai cespugli e si avvicinò di corsa a lei che era seduta a terra con la testa
poggiata ad un tronco d’albero.
-Carter…sei ferita?- chiese preoccupato scrutandola.
-Colonnello!-
sussurrò Sam incontrando i suoi occhi.
-Stai
bene?- chiese inginocchiandosi accanto a lei.
-Mi
hanno preso al fianco!- rispose con una smorfia di
dolore.
-Fammi
dare un’occhiata!-
-Non
è grave, non si preoccupi!-
-È
un ordine!- disse O’Neill intento a far valere i suoi gradi.
Dopo
averla praticamente costretta, Jack applicò sulla
ferita delle bende con un medicinale per prevenire le infezioni, ma per
estrarre il proiettile bisognava tornare alla base, e lo Stargate era distante
due giorni di cammino.
-Dobbiamo camminare un po’…ce la fai?- chiese Jack osservandola.
-Certo!-
rispose tentando di sorridere anche se il dolore era
molto forte.
Non
appena cercò di mettersi in piedi, con l’aiuto di Jack, le gambe le cedettero e
crollò praticamente addosso al suo superiore che la
sorresse prontamente.
-Sali!-
le ordinò Jack indicandogli la sua schiena.
-No
Signore, posso camminare- provò a protestare lei
inutilmente.
-A
me non sembra. Sali forza!-
Dopo
aver constatato che senza aiuto non ce l’avrebbe mai
fatta, Sam accettò l’aiuto di Jack.