Film > Le 5 Leggende
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Autore: Roiben    20/01/2017    1 recensioni
Ancora poco, solo qualche metro, e infine sarà libero.
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«Tu chi sei?»
«Boogeyman, e tu?»
«Katherine»
Genere: Angst, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emily Jane Pitchiner, Kozmotis 'Pitch' Pitchiner, Nuovo personaggio, Pitch
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La Strada Verso Casa'
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capitolo 30 – Ritorni




Pitch si osserva intorno: la casa è buia e silenziosa, la nonna di Katherine dev’essere ancora fuori. Abbassa lo sguardo sulla bambina fra le proprie braccia, poi lo risolleva e trova l’entrata che conduce al piano superiore. Velocemente la imbocca e sale le poche scale con agilità, oltrepassando infine la porta della camera di Katherine e adagiandola sul materasso dell’unico letto presente.


Rimane un istante a fissarne la figura immobile, inspira una tremula boccata d’aria e sfiora i suoi capelli con la punta delle dita.


«Mi dispiace. Non volevo che succedesse tutto questo. Io… Mi dispiace» mormora abbattuto.


Raccoglie delicatamente fra le proprie una piccola mano di Katherine. È fredda. Non dovrebbe esserlo; le sue mani sono sempre state calde. Si sente così in colpa, per tutto ciò che è accaduto, ma più di tutto per non aver saputo tenere Katherine al sicuro dai suoi problemi. Alla fine, in un modo o nell’altro, che lui lo desideri o meno, finisce sempre con l’essere la causa della sofferenza del prossimo; e lei, quella bambina umana, si è ritrovata invischiata nelle sue faccende personali irrisolte e ne ha pagato le conseguenze. “Questo non è giusto” riflette Pitch, scuotendo la testa arrabbiato. Lei non merita tutto questo dolore.


«Katherine!».


Pitch sgrana gli occhi e si rimette velocemente in piedi al suono di quella voce estranea.


«Katherine, dove sei, tesoro?».


La nonna della bambina, ricorda Pitch. Inspira a fondo per calmarsi e, per precauzione, indietreggia fino alla parete, sapendo che di lì a poco la donna avrebbe certamente fatto la sua comparsa alla ricerca della nipote.


Infatti, una manciata di minuti dopo l’anziana signora entra in camera e scruta dubbiosa il locale, individuando presto l’unico occupante che possa vedere: Katherine, ancora compostamente distesa sopra le coperte e priva di sensi. Certo, questo dettaglio la donna non lo può conoscere. È probabile, invece, che la creda assopita. Come a voler confermare le deduzioni dello spirito, la signora sorride indulgente all’indirizzo di Katherine, le accarezza una guancia e, premurosa, recupera dall’armadio una seconda coperta con la quale ricopre la nipotina per proteggerla dal freddo della notte ormai prossima. Poi le lascia un soffice bacio sulla fronte ed esce, richiudendosi alle spalle la porta.


Pitch scuote la testa, sconcertato. Sono davvero molti i dettagli che gli esseri umani adulti non sono in grado di vedere. La loro cecità selettiva ha qualcosa di inquietante.


Lentamente si riaccosta al letto e vi si siede accanto. I suoi occhi rimangono a lungo fissi sulla figura di Katherine, senza trovare la forza di staccarsene. Attende. Lascia scorrere il tempo senza mai muoversi, senza perdere mai di vista il ritmico e rassicurante movimento del petto di Katherine che si solleva e si riabbassa a ogni respiro. Le stelle percorrono le loro orbite in cielo, il buio si infittisce, poi digrada al sorgere della luna. Il suo pallido lucore pervade la stanza e distrae l’attenzione di Pitch, che punta gli occhi diritti verso la fonte di quella scarna luminosità. Ghigna, una smorfia triste distorce i suoi lineamenti tirati.


«L’avresti mai detto?» sussurra mesto. Si ferma, come in ascolto di qualcosa che lui solo è in grado di sentire. «No, neppure io. E ciò nonostante eccomi qui, e perché tu lo sappia: non ho intenzione di andarmene, non ora. Ora ho uno scopo. Oh sì, dopo tanto tempo, ora ho nuovamente uno scopo. Non è divertente, mh? Un vero spasso, vecchio mio».


Distoglie infine lo sguardo dall’astro notturno e torna a posarlo su Katherine. Torna ad attendere, paziente, perché molto è cambiato in così poco tempo, e Pitch ora non ha solo uno scopo, ma anche la pazienza e la volontà necessarie per portarlo a compimento.


Qualcuno, in passato, ha detto: “Conosci il tuo nemico”. Ebbene, Pitch il suo nemico lo conosce molto bene e da troppo tempo ormai. Non vede l’ora di poter finalmente usare quelle conoscenze per distruggerlo una volta per tutte.



Niente come tornare in un luogo rimasto immutato ci fa scoprire quanto siamo cambiati.” (Nelson Mandela)


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Folle è l’uomo che parla alla luna. Stolto chi non le presta ascolto.” (William Shakespeare)






  
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