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Autore: Eustass_Sara    21/01/2017    2 recensioni
Sin da piccoli ci dicono che l'amore è bello, che può farti soffrire ma che ti regala poi il doppio della gioia, che ha mille strade, mille facce e nessuna regola. Ci dicono la classica frase fatta "gli opposti si attraggono", sorridendo e poi ci dicono che alcune cose sono inconciliabili persino per l'amore. Cose come bene e male, ad esempio.
Ma nessuno ci dice che gli opposti si attraggono sempre e comunque.
Nessuno ci dice che l'amore, così sregolato e potente, non può essere controllato.
Questo è ciò che impareranno una giovane strega e un ladro.
Lei che ha votato i suoi poteri al bene.
Lui che ha votato le sue qualità al male.
Una storia d'amore non voluta, non cercata, ma che ha bussato alla loro porta lo stesso. Una storia complicata, sofferta, oscura, fragile e salda al tempo stesso. Una storia che in genere non viene raccontata ma che io cercherò di raccontarvi lo stesso con i momenti più dolci, i più sofferti, i più cruciali, i più spensierati.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Raven, Red X, Robin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3.



I casi erano due: o il destino la odiava o amava farsi beffe di lei, non c'era altra spiegazione a quello.
Dopo quella notte sul tetto, in cui aveva curato Red x, si era ripromessa di non zittire più la sua logica e di non finire mai più in situazioni in cui era sola con quel ladro. Da quella volta erano passati quattro mesi, poco più o poco meno, Corvina non era stata a contarli. Certo, aveva avuto scontri con Red x, ma si trattava di lui contro i Teen Titans, non il ladro e la strega da soli.

Come diavolo ci era finita in quella situazione?

Sospirò, reprimendo il forte desiderio di sbuffare frustrata e di sfogarsi sul nemico con tutte le energie che aveva in corpo; lo avrebbe anche fatto, se non fosse che di energie non aveva poi molte. Tutto era partito dal maledetto, preciso e squillante allarme Titan, che aveva avvisato l'intera squadra dell'ennesimo movimento criminale. Red x si era inoltrato in una caverna dove si pensava fosse custodita la più leggendaria e preziosa delle spade: la Honjo Masamune, celebre e dal valore inestimabile. Anche definita come “la spada persa nel tempo” a causa della sua improvvisa sparizione priva di tracce, fu riconosciuta come tesoro nazionale nel 1939 e questo arricchì ulteriormente il suo valore; a completare il pacchetto, sono l'ottima qualità e fattura della spada, il cui solo possesso può rendere milionari o chissà, miliardari.

Questo spiegava l'interesse di Red x verso quella spada, ma non spiegava quella dannata situazione. Beh, in verità da un punto di vista logico si, lo spiegava fin troppo bene, visto che i Titans si erano separati per avere più possibilità di trovare Red x all'interno dell'immensa caverna. Ma che diavolo, di tutti e cinque proprio lei doveva beccare Rosso, ritrovarsi con la via da cui era arrivata crollare, impossibilitata a richiamare i suoi compagni e sola con il ladro?! Di nuovo?! Stupida radiolina che non funzionava, stupida caverna gigantesca, stupida spada leggendaria.

Ora Corvina e Red x stavano girando a vuoto da almeno un'ora e mezza, non era certa che ci fossero altre entrate da quella caverna per cui l'ossigeno era limitato a causa della parete crollata, come fonte di luce avevano solo una minuscola torcia che teneva il ladro e lei era esausta. Fra il mezzo combattimento che i Titans avevano avuto con il ladro, -in fondo, la parete non era crollata per caso-, e l'inseguimento protrattosi fino allo stremo, le energie rimastegli erano scarse. Insufficienti per passare attraverso le pareti e uscire da lì, insufficienti per andare alla ricerca dei suoi amici. Era già qualcosa se riusciva a volare per una mezz'ora e la cosa peggiore in tutto quello era che si era infilata in una strettoia che la costringeva a stare spalla contro spalla con Rosso. Proprio lei che meno contatto fisico aveva col prossimo, meglio stava.

-Allora?-

-Allora cosa?-

-Hai intenzione di pedinarmi ancora per molto?-

-Potrei andare avanti per tutta la notte pur di impedirti di mettere le mani su quella spada.-

A conti fatti, l'inseguimento era ancora in corso e in un certo senso era ridicolo. Rischiavano di avere poco ossigeno, si erano sicuramente persi ed erano provati per il combattimento, davvero stavano pensando entrambi a una spada piuttosto che a cercare una via di fuga? Però per cercare un'uscita, Corvina doveva abbandonare Red x che di sicuro avrebbe continuato la sua ricerca. E se avesse trovato la spada? Era improbabile, ma se così fosse stato non se lo sarebbe perdonato. D'altro canto poteva portarselo dietro ma il ladro non l'avrebbe mai seguita di sua spontanea volontà, per trascinarlo avrebbe dovuto toccarlo e non esisteva proprio, e ultimo ma non per importanza portarlo fuori da lì significava salvargli la vita. Di nuovo. Che diavolo era, la sua badante?! E poi, quello era il nemico! Ok, i Teen Titans non uccidevano, ma non proteggevano nemmeno i criminali. Il loro compito era proteggere la città e tutti i suoi abitanti.

Magra consolazione era che, per lo meno, erano appena sbucati in una strettoia già più larga rispetto a quella affrontata fino a due secondi fa. Ora c'era solo un centimetro scarso a dividerli, ma era meglio di niente per Corvina. Il problema non era tanto che avesse vicino un criminale: il problema era proprio lei. Non era abituata a tanto contatto fisico, a malapena si era abituata agli abbracci dei suoi amici, alle loro mani che si appoggiavano su una sua spalla per conforto o giù di lì, ma niente di più. Non era disgusto il suo, precisiamo, solo che il contatto fisico le era estraneo, sconosciuto e ciò che Corvina non conosceva lo diffidava e lo respingeva fino a isolarsi e chiudersi in una solitudine massacrante.

Era iniziato così anche il suo rapporto coi suoi compagni di squadra: quest'ultimi avevano forzato le sue resistenze, buttato giù i suoi muri e quando lei si era sentita scoperta e fragile, loro le avevano sorriso, l'avevano accolta per quel che era. Erano stati e sono tutt'ora veri amici, cosa che in vita sua non credeva di poter mai avere.

La brusca fermata di Red x la riportò alla realtà, costringendola a fermarsi a sua volta. Stette in allerta, pronta ad attaccare con le poche forze che aveva racimolato e con gli occhi assottigliati in una minaccia poco velata. Il ladro, d'altro canto, era fermo davanti a lei, la maschera bianca puntava nella sua direzione e la testa era leggermente inclinata sulla spalla destra.

-Giri sempre vestita così?-

-Scusami?-

Con la mano libera, Rosso indicò a palmo aperto la sua figura.

-Devo dire che è una strategia interessante: distrai il nemico con la tuta aderente e poi lo colpisci. Efficace, se il tuo avversario è un ragazzo.-

Corvina boccheggiò per qualche istante, attonita: non poteva averlo detto sul serio.
Allargò le braccia e abbassò lo sguardo, scostando ancora di più la mantella già aperta, rivelando la sua solita tuta nera e aderente, che le lasciava nude le gambe. Riportò i suoi occhi verso il Rosso che a giudicare dai lievi sussulti delle sue spalle, cercava proprio di non ridere.

-Farò finta di non aver sentito.-

-Ma io dicevo sul serio.-

-Allora mi sforzerò di dimenticarlo. E smettila di fissarmi!-

-Nel caso non lo avessi notato, sono un ragazzo: non rimango indifferente davanti a una ragazza che va in giro con un body attillato.-

-Hai un secondo per cucirti la bocca e tornare a camminare.-

-...È una terza quella che vedo?-

La sfera nera che Red x schivò al pelo, malgrado fosse carica di ben poche energie da parte della strega, avrebbe potuto fratturargli maschera e faccia come se fossero entrambe di burro. Soffocando al meglio una risata, il ladro riprese a camminare e Corvina fece altrettanto, curandosi di chiudere la mantella. Ermeticamente. Ringraziò il cappuccio che le oscurava buona parte del viso, rifiutandosi di ammettere perfino a sé stessa che l'improvviso calore che sentiva sulle guance era puro imbarazzo.



Alla fine la spada, come era prevedibile che fosse, non si trovava lì. Come minimo, erano passate sei o sette ore, avevano camminato in lungo e in largo, tracce di spade non ne avevano trovate, antri in cui poteva trovarsi non ne avevano visti e ormai Corvina non desiderava altro che uscire. Lo stomaco brontolava, i suoi piedi erano a pezzi, di energie non aveva recuperate poi così tante a causa della camminata priva di soste, volare gli dava un sollievo troppo breve per concedere tregua ai piedi e le braccia nascoste dentro la mantella erano incrociate, le mani ferme sulle braccia nel tentativo di racimolare calore. Non si aspettava certo un freddo così penetrante in quella dannata caverna, o forse finora non se ne era accorta perché troppo presa dalla missione. Ormai fame e stanchezza l'avevano stremata quanto bastava per farle pesare pure il freddo e, davvero, ora l'ossigeno la preoccupava. Quante ore si poteva resistere lì dentro con fame, stanchezza, freddo e ossigeno probabilmente scarso? Senza contare che nessuno dei due sapeva più quale strada prendere.

L'improvviso tremare della terra sotto i loro piedi, fece sussultare sia Corvina che Red x. Le pareti tremavano, preoccupanti scricchiolii preannunciavano il formarsi di crepe sempre più grandi sulle pareti della caverna e il lontano eco di rimbombi e spari giunse alle loro orecchie. Che diavolo stava succedendo?! In un gesto involontario e istintivo, fatto senza pensare, i due si scambiarono uno sguardo eloquente malgrado il cappuccio di una e la maschera dell'altro.

E ora che facciamo?

Ironico. Non si erano più parlati dopo quella sorta di discussione sulla tuta di Corvina, erano nemici e nonostante tutto si erano appena scambiati un'occhiata di preoccupazione mista a intesa, sintonia. Come se fossero un'unica squadra, abituati a “lavorare” insieme da tempo. Non era così che doveva essere. C'era qualcosa di sbagliato in tutto quello, Corvina lo sapeva, ma... perché le veniva spontaneo ignorare quel qualcosa? Perché non sentiva i sensi di colpa che invece si aspettava? Perché non si preoccupava dell'immediata sintonia estranea che si stava creando fra lei e Rosso? Perché si sentiva così tranquilla, rilassata... così...

...così bene.

Tutte quelle ore passate da sola con lui nella caverna le avevano fatto male, non c'era dubbio.

-Attenta!-

Corvina non se ne era neanche accorta. Non si era accorta dei rumori sempre più inquietanti, sempre più forti e sempre più pericolosi; non si era accorta delle crepe così larghe e vistose, non si era accorta delle pareti che stavano cedendo. La parete che formava il soffitto di quella caverna crollò, i grossi massi l'avrebbero sicuramente schiacciata e uccisa, se solo Red x non si fosse buttato su di lei tirandola via da morte certa.

Si sentiva fiacca, dolorante per lo schianto inaspettato contro il suolo, ma per lo meno era viva. Cercò di rialzarsi facendo leva sui gomiti, ma non andò poi così distante: subito sopra di lei vi era Rosso, intento a osservarla, le sue ginocchia che le chiudevano i fianchi. Non c'era nessun contatto fisico, solo fin troppa vicinanza, eppure Corvina poteva sentire il calore del ragazzo sui fianchi a causa di quelle maledette ginocchia e si odiò per quel pensiero, ma non riusciva a separarsi da quel calore. Non che ci fosse da stupirsi, infreddolita com'era.

Non credeva che tutte quelle ore sola con Red x avrebbero potuto causarle un simile tormento, ma non c'era altra spiegazione a quest'ultimo. E se il freddo che sentiva giustificava la sua reticenza nel mollare quel minuscolo principio di calore, non giustificava il suo sentirsi a suo agio. Lei non era mai a suo agio quando era da sola con persone che non conosceva, le respingeva, metteva tutta la distanza possibile e immaginabile. Perché con Rosso non le veniva spontaneo farlo? Perché non la infastidiva tutto il contatto che aveva avuto con lui? La propria spalla contro la sua, i pochi centimetri di distanza che li dividevano nel camminare, quel discorso malizioso, ironico e saccente, le sue braccia che l'avevano afferrata per poi buttarla a terra, al sicuro dalla parete crollata.

In fondo, erano così simili: soli e diversi.

Poteva davvero allontanarlo? Avrebbe davvero potuto impedire che accadesse tutto quello che invece era successo? Ma più di tutto, lei era davvero disposta a farlo?
Corvina preferì non sapere le risposte. Neanche sapeva se le aveva già, ma non voleva cercarle perché in un qualche modo, pur non conoscendole ancora, sapeva di doverne avere paura. Anzi, ne aveva già e tanta. Forse era perché le risposte ti danno prese di coscienza, forse perché alla fine esse non sono mai quelle che ci aspettiamo o che vorremmo... o forse perché risposte o no, la strega sentiva il suo atteggiamento diverso dal solito come più prepotente, lo sentiva a pelle e lo sentiva penetrargli fin nell'anima. Come se qualcosa in lei urlasse “sto cambiando e niente può impedirlo”. Cambiare, in effetti, le faceva paura ma non se ne era mai preoccupata perché neanche credeva di poterlo fare.

Sentire i rumori di Red x che si alzava in piedi scrollandosi la tuta, la ridestò dai suoi pensieri tormentati. Era meglio non pensarci più, almeno per il momento. Prima doveva uscire di lì, ritrovare i Titans, tornare a casa e... ringraziare il ladro. Gli aveva appena salvato la vita, un grazie glielo doveva. Senza curarsi della mantella sporca e aperta, si rialzò in piedi per poi mordersi il labbro nel tentativo di non far tremare né quello, né la sua voce.

-Grazie.-

-Mh?-

-Sarei rimasta schiacciata dai massi e probabilmente pure morta, se tu non mi avessi spinta via.-

-Non ringraziarmi, ho solo colto la palla al balzo per sdebitarmi dell'ultima volta.-

-Sono comunque il tuo nemico, avresti potuto lasciarmi lì e non l'hai fatto, quindi grazie.-

-Sono un ladro, non un cinico bastardo e ora usciamo: sono stufo di questa grotta.-

Nonostante le parole fredde e la discussione sbrigativa, Corvina dovette reprimere un piccolo sorriso: il tono di Red x era stato caldo e sincero, come se lui proprio non avesse potuto in nessun modo lasciarla dov'era e questo era strano, ma bello. Anzi, tutto era strano: la voce di Rosso, il suo gesto, la scusa con cui aveva cercato di freddare i suoi ringraziamenti, il sorriso che lottava per pronunciarsi sulla bocca della strega e anche il fatto che lei si sentiva bene. Non agitata per il contatto fisico, non in allerta, non in ansia, non severa verso Red x... non sentiva neanche il peso da Titan, quello che solitamente le diceva “non fidarti, ricordati che lui è il nemico”. E, di questo se ne rendeva conto solo ora, non sentiva il peso della solitudine. Non l'aveva mai sentito dacché era stata fianco a fianco con il ladro, era stata così bene che manco se ne era accorta. Ed era sorpresa e pure felice del gesto che lui aveva fatto. Si sentiva semplicemente bene come non lo era da tempo.

-Ah, ancora una cosa: senza cappuccio stai molto meglio.-

Le guance di Corvina si tinsero di un rosso acceso e questa volta la strega non poté nasconderlo nell'ombra del cappuccio. Si tastò in fretta la testa, sentendo non più il tessuto rassicurante del suo cappuccio, ma i suoi capelli e in quel momento desiderò sparire. Nessuno all'infuori dei Titans l'aveva mai vista a volto scoperto e questo era troppo, non poteva reggere anche questo. Con uno scatto, riportò sul suo viso il cappuccio e se da un lato si sentì al sicuro, dall'altro si sentì sciocca. Ormai era stata vista, era tardi per coprirsi e malgrado Red x non la stava più guardando dal un bel pezzo, lei continuava a sentirsi i suoi occhi addosso. Istintivamente, richiuse anche la mantella e abbassò il capo, pregando di trovare in fretta l'uscita.



-Corvina!-

Quando rivide i Titans, quando Stella si precipitò da lei soffocandola in un abbraccio e quando anche gli altri le si avvicinarono, la giovane strega non sapeva bene cosa provava. Felicità per aver ritrovati i suoi amici, sollievo per essere uscita dalla caverna... e poi si sentiva strana. Come se uscendo da lì avesse interrotto qualcosa di importante.

-Visto? Il mio cannone speciale non fallisce mai!-

-Avresti potuto far crollare l'intera caverna, Cyborg!-

-Ma non è successo, anzi, abbiamo ritrovato Corvina!-

Mentre Stella le urlava nelle orecchie quanto erano stati in pensiero e la soffocava con le sue braccia, Cyborg e Bibi che parlavano del discutibile stratagemma del primo per ritrovarla che spiegava l'improvviso crollo di un'altra parete, Corvina si sentì a casa. Un po' aveva avuto il timore di non rivederli, ma sapeva che era un timore sciocco: avrebbero distrutto l'intera caverna pur di tirarla fuori da lì, perché era una Titans anche lei e perché era loro amica. Diversa, con i suoi difetti e i suoi dettagli incomprensibili, ma pur sempre loro amica e Corvina non poteva essere più felice di così. Anche col peso della solitudine sullo stomaco, anche sapendo che loro non potevano capirla fino in fondo: era felice e basta.

-L'importante è che adesso sei di nuovo con noi.-

Il sorriso di Robin e le sue parole sincere quanto confortanti, si unirono ai volti sorridenti di Cyborg, Bibi e Stella e davvero, Corvina non avrebbe potuto volere niente di più. Eppure, mentre il momento serio passava e Robin cercava dolcemente di convincere Stella a smettere di soffocarla e mentre Cyborg e Bibi si erano inoltrati in una discussione animata, la giovane strega non poté fare a meno di portare i suoi occhi violetti all'insù alla ricerca di qualcosa. Non sapeva cosa né il perché lo stava facendo, ma guardò il boschetto che circondava quella caverna e in cui era ben nascosta per giunta.

Sul ramo più alto di un albero non troppo distante, vide Red x. In piedi, con una mano poggiata sul tronco principale e il mento alzato, sembrava osservarla e Corvina, assieme alla felicità del momento, sentì agitarsi impetuose dentro di lei le stesse sensazioni provate fino a poco fa. Quelle sensazioni continuarono a mischiarsi con la sua gioia, anche quando il ladro voltò le spalle e fuggì veloce, saltando di albero in albero, fino a sparire dalla sua vista.

Corvina non avrebbe mai dimenticato quelle ore nella caverna. Non avrebbe mai dimenticato le sensazioni provate, i pensieri con cui si era ritrovata a fare i conti, il minimo contatto fisico avuto, le parole che si erano scambiati, gli sguardi, i toni ironici, maliziosi, caldi, sicuri e sinceri, il gesto di quel ladro così diverso da chiunque Corvina avesse mai conosciuto... ma al tempo stesso così simile a lei.

-Senza cappuccio stai molto meglio.-

Uscendo da quella caverna non aveva interrotto proprio nulla. Non sapeva se si era effettivamente creato qualcosa, ne dubitava e probabilmente era solo suggestione ma... se qualcosa si era creato, di certo non si era interrotto. Era rimasto, si era insediato e pareva intenzionato a mettere radici fisse.
E a Corvina non dispiaceva poi così tanto.





Angolino Eustassiano_

E puff, rieccomi qua! Speravo di aggiornare prima, ma nisba, ancora una volta la mia mania di lavorare sui capitoli fino a esserne soddisfatta al duecento per cento ha colpito ancora. Tanto che avevo il capitolo pronto l'altro ieri ma rileggendolo mi ha fatto schifo e l'ho cancellato, ripartendo da zero. Impazzisco per il risultato.
Prima che io deliri, ve lo dico subito perché non so contenere la mia mania neanche nel mio angolino Eustassiano (pace e amore <3): il legame che SI, si è creato davvero fra Corvina e Red x, non è amore (a quello ci arriveremo, non temete!). Semplicemente c'è sintonia, interesse ed entrambi hanno fiutato la grande somiglianza che c'è fra i due. Stop. Lo preciso solo per non confondervi le idee, cosa che purtroppo a volte mi riesce bene, tanto sono impedita nello spiegarmi -_-
Ma possiamo parlare dei commenti di Rosso sulla tuta di Corvina, per piacere? °modalità fangirl: ON° Cioè, oddio, sono morta mentre lo scrivevo xD Perché dai, diciamocelo, Corvina praticamente va in giro con un body attillato. Ci tengo a ribadire che io amo tantissimo Corvina, è il mio pg preferito di TT da sempre, ma... veramente, nessuno dice nulla per i costumi che a volte hanno gli eroi? Ecco, per una volta qualcuno doveva dire/fare qualcosa e se quel qualcuno è Rosso io fangirlo ancora di più e ciaone.
...Vi prego, ditemi che non sono l'unica a essere rimasta stesa da quel “è una terza quella che vedo?”. Io amo quei due, è ufficiale, basta, ciao, è stato bellissimo.
E nulla, un capitolo in cui le cose cominciano a cambiare ci voleva, ma ce ne voleva anche uno un po' leggero: nel primo Corvina è la depressione fatta a persona, nel secondo Rosso si becca 'na coltellata così a random... almeno qui un minimo di leggerezza ci voleva u.u
E questo capitolo cita il precedente perché non mi piaceva come l'avevo mozzato. Insomma, mancava la faccenda della caverna! Ah, a proposito, la leggenda sulla Honjo Masamune è “autentica”: non me la sono inventata di sana pianta, l'ho trovato su internet. Ovviamente io ne ho parlato in modo tale da far capire il perché facesse gola a Red x, quindi un po' me la sono rigirata la leggenda, ma di fatto quella spada è veramente stata definita nel 1939 come tesoro nazionale, è davvero dispersa da secoli e vale davvero un botto, ma il suo valore è letteralmente inestimabile.
Quindi nulla, questa è ufficialmente una one-shot, io sono impedita con le flashfic e anche per oggi ho detto tutto. Credo. Grazie per aver letto fin qui, spero che il capitolo vi sia piaciuto per qualunque cosa (domande, dubbi o che so io) sono nell'angolo recensioni e noi ci sentiamo alla prossima! <3
Kiss and Bye

Eustass_Sara











   
 
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