Proteggere Antonietta.
Nient'altro è mio dovere.
Proteggerla da chi
la renderà infelice.
Da chi la infangherà
di malelingue.
Lucente è questa spada
contro la luna bianca.
Non ha tremato mai
il polso mio sicuro.
Ma ora all'improvviso
qualcosa lo trattiene.
Non è la forza
di questo mio nemico
a ostacolarmi.
Tremori sconosciuti.
Tormenti senza nome.
Nessun motivo
a quest'indecisione.
Qualcosa a me ora sfugge.
Come potrà l'amore
esser nemico?
È mosso da interessi
il mondo della corte.
Chi serve la Regina
complotta alle sue spalle.
Maria Antonietta sembra
felice e spensierata.
Ma il riso ben nasconde
le lacrime gelate.
Versailles e i suoi freddi marmi.
Una dorata gabbia.
Vestiti e spese folli.
Non v'è altra gioia.
Ed io che son sincero.
Io che le do calore.
Son forse io il nemico?
Son ciò che di più vero
esiste in questo mondo.
Soccombere potrei.
Ma un martire sarò.
Felice di morire
per la Signora mia.
Oh Fersen, il tuo amore
è vero come pochi.
Magnifico è il tuo cuore.
E gli occhi tuoi stupendi.
Dinanzi a quella donna
che tanto lodi.
Ma forse non capisci...
Che cosa non capisco?
Cos' ho io da capire
se non che un grande amore
mi lacera...?
Vale a tal punto
la tua Regina...?
La sofferenza
infiamma un sentimento
senza speranze.
La lontananza
aumenta il mio desio.
E non t'è caro
ciò che t'è vicino?
M'è cara la mia vita
ma non quanto colei
a cui è legata...
Davvero v'è un legame?
Cos'è che vi incatena?
Promesse non son fatte.
La fede d'Antonietta
l'unisce al suo Luigi.
Perché, bastan le nozze
a sigillar legami?
Basta dir "sì"
per vivere d'amanti?
"Amanti"...
Amanti tormentati.
Dai petti palpitanti.
Pericoloso è il gioco.
Non vale la candela.
Un gioco è la Regina?
Lei sola nella corte
Non può contar su altri
che me...
Senza parole.
Il cuore mio è piegato
da ciò che affermi.
Scusate tanto.
Non voglio essere causa
del vostro turbamento.
Ma permettetemi.
Oh caro Oscar.
Avete mai provato
cosa vuol dire
essere soli?
Mai sola mi son detta.
Mio padre mi ha insegnato
a non venire meno
ai miei doveri.
La Francia e i suoi sovrani.
L'onore dei Jarjayes.
Ma può il dovere
render felice
una fanciulla?
"Fanciulla" tu mi chiami.
È vero, sono donna.
Ma questa sensazione
che mi scuote nel profondo
non troverà pace.
È il mio cuor di donna
che ti supplica in ginocchio
di dimenticarla.
Non v'è pietà
nella richiesta tua.
Amica tu non sei
della sovrana.
Non è così.
L'ho sempre rispettata.
Mai ho esitato
a porgerle il mio aiuto.
Perdono chiedo
per ciò che ho detto...
Colpa tua non è
ma del mio egoismo.
L'amor non è egoista.
Queste vostre parole
m'han piegato ancor di più
il costato.
Oh cara amica...
Soffrire non dovete
per uno come me.
Che sciocco sono stato...
Voi non mi meritate...
Dolce Fersen...
Ella ha sì tanto bisogno
del tuo dolce sospirare
al suo orecchio martoriato.
Lei che ha tutto l'or di Francia.
Ma non ha quel che desidera.
Sei magnifico.
Oh mio amato Fersen.
Luce del mio cuore,
volta le tue spalle
al mio pianto.
Per amor tuo
non desidero che questo.
Ed ora innanzi
cancellerò dal volto
la debolezza.
Io che vivo soffocata
in questa uniforme.
Non ho altro destino.
Affogare il mio amore
nell'ombra...