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Autore: Lady I H V E Byron    22/01/2017    1 recensioni
-PREMESSA: non è una storia Yaoi/Yuri/Shonen/Shoujo-ai-
"L’amore ha molti volti, ma quasi nessuno li conosce: esiste l’amore romantico, quello tra i membri di una famiglia; anche la fedeltà ad una persona, non necessariamente coinvolta sentimentalmente, può essere considerata amore, poiché anch’essa può creare un legame indissolubile. Oppure, come diceva un antico poeta, “Amicizia è Amore senza le sue ali”."
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sora, Ventus
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun gioco
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Note dell'autrice: dal prossimo capitolo entreremo nella parte "calda" della storia...

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Nel salone sembrò regnare il terrore, appena udito il corno dell’allarme.
Persino la musica cessò. Al suo posto si levarono dei continui mormorii.
-Vi prego, mantenete la calma!- annunciò Ansem, cercando di calmare i presenti.
Naminé, non vedendo più la sorella, si agitò.
Anche Aqua sentì il suo respiro interrompersi bruscamente, appena udito il corno: se fosse successo qualcosa alla principessa Kairi, le colpe sarebbero ricadute su di lei, come sua guardia del corpo.
-Ma cosa succede…?- domandò Xehanort, guardandosi intorno con aria più sospetta che spaventata.
Non era un uomo che si spaventava facilmente.
Un soldato scese le scale, correndo verso Eraqus e re Ansem.
-Vostra Maestà, capitano Eraqus.- disse, facendo il saluto militare –E’ stata segnalata la presenza di un ladro nel castello.-
-Un ladro?!- si stupì il sovrano.
-Esatto. Ser Ventus se ne sta occupando personalmente.-
Dawn si guardò intorno.
-E dov’è la mia Kairi?!- domandò, apprensiva.
Anche Eraqus si guardò intorno, accorgendosi della sua assenza.
Tuttavia, notò Aqua con Terra.
Serrando le labbra, severo, camminò verso i due giovani.
“Ahiahi…” pensò ella, mordendosi il labbro inferiore.
-Cosa fai qui, Aqua?- domandò l’uomo, mettendo le mani sui fianchi.
La giovane incrociò le dita, imbarazzata.
-Capitano… io…-
-Silenzio!- tagliò corto Eraqus, con tono da rimprovero –Avevi degli ordini specifici: sorvegliare le principesse. Oggi ho voluto chiudere un occhio per l’incidente avvenuto, perché quel ladro ha colto di sorpresa anche noi, ma non stasera! E se fosse capitato qualcosa alla principessa Kairi, eh? Dov’eri tu? A divertirti! Speravi che con la confusione non ti vedessi, ma io non sono divenuto capitano per divenire poi cieco e sordo. Cosa vogliamo fare adesso? Dimmelo! Dimmelo!-
La giovane abbassò lo sguardo, senza dire una parola. Non poteva dire niente in sua difesa.
Ogni volta che il capitano Eraqus la rimproverava, perdeva l’uso della parola.
Con la coda dell’occhio notò che Braig stava gongolando per l’umiliazione subita.
Per fortuna, Kairi stava scendendo in quel momento.
Aveva udito tutto.
-Vi prego, capitano Eraqus, non prendetevela con lei!- implorò, avvicinandosi all’uomo, facendo un leggero inchino.
Gli sguardi della corte erano rivolti verso la principessa, soprattutto quello di Vanitas, che si era sempre chiesto perché ci mettesse tanto a trovare delle scarpe.
-Se c’è qualcuno da rimproverare, quella sono io! Sono stata io a dire ad Aqua di non sorvegliarmi stasera, non è partita da lei l’iniziativa, lo giuro! Ha anche insistito per rimanere dov’era! Sapete benissimo che lei mette sempre il dovere prima di tutto! Nessuno poteva immaginare che sarebbero venuti i ladri!-
La giovane sorrise, lieta nell’aver trovato un’amica fidata nella sua protetta.
Eraqus prima guardò la ragazza, poi Aqua, storcendo la bocca. Le parole sembravano vere.
-Con tutto il rispetto, principessa Kairi…- disse, facendo un leggero inchino –Aqua sarà pure la vostra guardia del corpo, ma gli unici ordini che deve seguire sono i miei, quale suo superiore. Per stasera chiuderò nuovamente un occhio su questo incidente, ma se succederà di nuovo, non esiterò ad escludere Aqua dal Departure Accademy. Sono stato chiaro, Aqua?-
Il cavaliere donna fece un cenno con la testa.
-Sì, signore. Non succederà più.-
Terra avrebbe voluto protestare, ma fu fermato dalla giovane.
Temeva che il suo intervento avrebbe peggiorato la situazione.
Anche Ventus entrò nel salone, per far rapporto sulla situazione.
Appariva alquanto furioso.
Aqua e Terra furono i primi a notare la sua presenza, infatti corsero verso di lui, allarmati.
Ciò spinse la principessa dai capelli rossi a voltarsi.
-Ven! Stai bene?- domandò la prima.
-Hai preso il ladro?-
Il giovane biondo ringhiò, deluso.
-Mi è scappato di nuovo…-
-“Di nuovo”?- domandò l’amico.
Ventus lo guardò in faccia.
-Era lo stesso ragazzo che ha rubato la collana della regina Claire!-
Eraqus sbatté le mani sui fianchi, sospirando, anche lui deluso.
-Sono circondato da delusioni ambulanti!- esclamò, quasi involontariamente.
Vanitas ridacchiò, in modo che il gemello potesse udirlo.
-Un altro colpo fallito, eh, fratellino?-
-Zitto tu!-
Avendo caratteri differenti, Ventus e Vanitas non andavano molto d’accordo.
Anzi, non erano rari i loro litigi.
-Ma io cosa devo fare con voi due, eh?- continuò a lamentarsi Eraqus, rivolto a Ventus e Aqua –Vi addestro per anni per divenire degni cavalieri, cerco di supportarvi per spingervi a fare del vostro meglio e voi mi ringraziate così?!-
Ansem batté le mani due volte, come per invitare l’uomo a tacere.
-Non siate così severo con i vostri allievi, capitano Eraqus!- rimproverò –La principessa non sembra aver recato alcun danno. Stai bene, mia cara?-
Kairi annuì, sorridendo lievemente.
-Sì, zio, il ladro non mi ha fatto niente.-
-Ecco, visto?-
Eraqus sospirò di nuovo, ma dal naso, prima di dirigersi nuovamente al centro del salone, insieme a Xehanort.
-Ser Ventus, in quanto unico ad aver affrontato il ladro faccia a faccia…- proseguì il re –Sapete che cosa ha rubato?-
Ventus cercò di ricordare: quando era entrato nella stanza di Kairi, aveva notato il ladro con un sacchetto in mano, in cui stava mettendo i gioielli.
-L’ho solo trovato mentre stava rubando i gioielli della principessa.- spiegò –Ero di pattuglia quando l’ho sentita urlare.-
-Urlare?-
-Sì, Maestà. Forse non l’avete udita a causa della musica. I miei uomini ed io avevamo notato delle guardie incoscienti sulle mura. A quanto pare, il ladro non era da solo: aveva un mago con sé, probabilmente il vero colpevole dell’incantesimo soporifero lanciato sulle guardie.-
Persino Eraqus si mostrò interessato. Si stava quasi pentendo delle parole rivolte al giovane, poco prima.
-Purtroppo, siamo arrivati tardi. I ladri erano diretti alla Sala del Tesoro, a giudicare dalla direzione in cui portavano le loro impronte. Ma non ho potuto accertarmene, poiché ho udito l’urlo della principessa.-
Ansem aveva ascoltato tutto attentamente, con aria riflessiva.
Xehanort, invece, appena udito della Stanza del Tesoro rivolse uno sguardo fulmineo verso il tesoriere, ancora nel suo banco.
-Rudol!- esclamò, furioso -Come tesoriere di Radiant Garden, sareste dovuto rimanere al vostro posto, invece di trastullarvi con le guardie personali del re!-
-Ma avevo lasciato delle guardie per sorvegliare la Sala del Tesoro, eminenza!- si scusò l’uomo, intimorito dagli occhi gialli dell’anziano.
-Basta anche voi, consigliere Xehanort!- tuonò nuovamente il re –Anche se fosse rimasto lì, sarebbe stato anche lui una vittima del mago. Non sarebbe cambiato nulla.-
L’ambasciatrice non sapeva cosa dire e il primo consigliere, nonostante l’intervento di re Ansem, non smetteva di lanciare occhiate fulminee al tesoriere di corte.
-Comunque, Maestà…- proseguì Ventus, stringendo i pugni –Tra le impronte trovate sulle mura ho scoperto che insieme a quelle del ladro c’erano anche quelle di piedi palmati.-
L’ultima parola fece sobbalzare il sovrano.
-Sospetto che dietro al furto ci sia lo zampino dell’Impero.-
Quella frase fece riflettere re Ansem, il primo consigliere Xehanort e il capitano Eraqus, e allarmare il resto degli invitati.
-Questo aggrava la loro situazione…- mormorò il secondo –Prima i nostri sovrani, ora le nostre ricchezze…-
-Sappiamo quanto abbiamo perso?- domandò il primo, rivolto verso Rudol.
In quel momento, uno dei cavalieri di guardia alla Sala del Tesoro era sceso dalle scale, diretto verso il tesoriere, sussurrandogli qualcosa all’orecchio.
-QUANTO?!- tuonò quest’ultimo, sgomento.
-Qualcosa non va, tesoriere?-
Alla domanda del re, l’uomo si alzò in piedi, deglutendo.
-Una delle guardie a cui avevo incaricato di sorvegliare la Sala del Tesoro mi ha riferito che… con il furto di stasera… abbiamo perso il 75% delle nostre ricchezze.-
L’intero salone fu invaso dall’angoscia.
-Cosa…?!- Naminé si sentì come mancare –Tutti quei soldi… che abbiamo guadagnato con le mostre…-
Kairi, senza pensarci due volte, soccorse la sorella, sorreggendola per le braccia.
-Naminé…!- esclamò, preoccupata.
Eraqus serrò le labbra.
-Li abbiamo sottovalutati…- mormorò, prima di rivolgersi al re –Vostra Maestà! Chiedo il vostro permesso di far intervenire i miei uomini nella guerra contro l’Impero!-
-No, capitano Eraqus!- fu la risposta, secca –Vi ho assegnati come corpo di guardia per proteggere il regno e così sarà! Se vi mandassi in mezzo al conflitto, Radiant Garden sarà ancor più esposta alle offensive nemiche!-
-Ma, signore…!-
-Silenzio!-
Il capitano non sembrava così sorpreso da quella risposta. In fondo, se la aspettava.
A quel punto, Ventus fece un passo avanti, ponendosi come un militare.
-Capitano!- esclamò –Mi assumo la responsabilità per la fuga del ladro della collana della regina Claire e delle ricchezze del castello. Chiedo di essere incaricato alla sua cattura!-
Eraqus si stupì dell’improvvisa sicurezza del più giovane dei suoi allievi; anche Vanitas e Xehanort non se lo aspettavano.
Si poteva leggere nei suoi occhi: delusione, ma anche determinazione di rimediare al suo errore.
Anche Aqua lo ammirò: lei ancora non sapeva cosa fare per rimediare al suo, di errore.
Il capitano sorrise, annuendo.
-E sia.- decise –Ti incarico, da ora, di catturare il ladro e recuperare la collana della regina Claire. Ti do carta bianca, ma non fargli male. Ci serve vivo. Magari, se fosse veramente coinvolto negli affari dell’Impero Disney, potrebbe avere delle informazioni utili.-
-Ricevuto!-
In quel momento, Sora, Paperino, Pippo, Qui, Quo e Qua, trasportando quasi a fatica tutti i sacchi di monete, erano tornati all’accampamento.
Topolino appariva turbato; non aveva fatto altro che camminare avanti e indietro, innanzi al falò.
Invero, era preoccupato per gli assenti. Minni era con lui, mentre cercava di consolarlo.
Riku stava coprendo il ruolo di sentinella.
-Stanno tornando!- annunciò.
Quella notizia fece alzare la testa dell’ex-imperatore e tirare un sospiro di sollievo.
Una grande voglia di correre da loro e abbracciarli lo prese, ma si fermò non appena scoprì cosa portavano alle spalle.
-Che significa questo?- domandò, con tono da rimprovero.
Sora, con un sorriso a 32 denti, mise i sacchi di munny  portati da lui per terra.
-La nostra salvezza, “maestà.”- disse, fiero –Finalmente non dovremo più dipendere da uno strozzino. Potremo ricostruire l’Impero! E qualche gioiello per l’imperatrice e la sua dama di compagnia.-
Minni e Paperina si illuminarono alla vista di tutte quelle collane, braccialetti, anelli…
Topolino, invece, non fu affatto fiero del gesto del ragazzo. Riku stesso si mise una mano davanti al volto, in segno di vergogna.
-Ma io vi avevo pregato DI NON RUBARE DA RADIANT GARDEN!- tuonò, avvicinandosi al ragazzo castano.
-Ma, Topolino, noi volevamo…- balbettò Sora, intimorito da quel tono.
-SILENZIO! I vostri intenti erano nobili: volevate aiutarci e ve lo riconosco. Ma qui si tratta della nostra sopravvivenza e non solo dal punto di vista economico! Quello che avete fatto ha aggravato ulteriormente la nostra situazione! Manderanno un mandato di cattura su tutti noi e ci metteranno in cella, o peggio, ci uccideranno, senza darci la possibilità di dimostrare la nostra innocenza su quanto è successo veramente ai sovrani di Radiant Garden!-
Regnò il silenzio nell’accampamento. Un silenzio imbarazzante.
-Paperino, Pippo!- ordinò l’ex-imperatore, battendo le mani una volta –Voi ed io restituiremo il denaro ai loro legittimi proprietari. Voi altri, smontate tutto e attendete il nostro ritorno! Ci spostiamo da qui; ne approfittiamo col favore della notte!-
-EHHH?!- esclamarono il papero e il cane, facendo cadere i sacchi di munny dallo sgomento –Ma siamo appena tornati e i sacchi pesano!-
-Anche la taglia sulla nostra testa, se non riusciremo a riportare il denaro rubato ai suoi legittimi proprietari. Ah, e anche i gioielli. Sora!-
La manona era aperta, in attesa del sacchetto legato alla cintura del ragazzo.
Paperina fu quasi dispiaciuta di dover restituire quelle meraviglie, ma Minni comprese e fece un lieve cenno con la testa, come per dire: “Daglielo pure, non importa.”
-Tenete, allora…- biascicò il ragazzo, lanciando quanto richiesto.
Il sacchetto atterrò sulla mano dell’imperatore.
-Molto bene.- concluse quest’ultimo, prendendo alcuni sacchi di monete –Saremo qui tra breve. Fatevi trovare pronti!-
Le tende furono smontate, e gli oggetti utili raccolti. Il falò rimase acceso, almeno come punto di riferimento per il trio, in caso del loro ritorno.
Riku non aveva detto una parola per tutto il tempo. Non aveva fatto altro che osservare Sora, pieno di delusione. Era arrabbiato con lui, quasi quanto lo era Topolino.
-Sora, sei un vero idiota…-
-Volevo solo aiutarci…-
   
 
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