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Autore: johnpaulgeorgeringo    22/01/2017    0 recensioni
Lisa è una ragazza italiana, trasferitasi a Londra per cercare fortuna nel suo lavoro.
Le capita l'occasione della sua vita: lavorare per i Beatles.
Cosa succederà alla nostra Lisa?
Amicizia, amori, delusioni e risate, fanno parte di questa storia.
Cosa aspettate? Entrate e leggete, no? ;)
Genere: Comico, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, George Harrison, John Lennon, Paul McCartney, Ringo Starr
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ringo entrò in casa e si ritrovò Lisa davanti, furente. - Sei stato con la tua nuova conquista? - lo attaccò subito. Lui non rispose e questo fece infuriare ancor di più Lisa. -Cosa diavolo ti è preso? - gli chiese ancora. Lui si accese una sigaretta e molto seriamente le rispose - Ti ho solo fatto provare quello che provo io tutte le volte che ti vedo con John-. -Aspetta, scusa... - disse lei con una risata ironica- come sarebbe a dire? Io non ho mai flirtato con John. Non ci ho mai provato come hai fatto te con quell'oca!- -Questo lo dici tu!-puntualizzò lui. -Lo sai bene, da parte mia non è mai successo... Cazzo, Richard! - cominciò a piangere-sai come mi sono sentita? Con la dignità sotto i piedi. Non me lo merito!- continuò una lite furiosa, di batti e ribatti. Lisa era stanca di quella situazione, era arrivata al limite. Ringo non si muoveva dalle sue convinzioni - Vattene! Non ho bisogno di stare con una persona che non si fida di me- concluse Lisa. -Me ne vado, tranquilla!- rispose lui andando in camera. Prese uno dei suoi borsoni e cominciò a mettere roba a raffica, mentre Lisa piangeva davanti alla finestra. Sperò fino alla fine che lui ci ripensasse e le chiedesse scusa. Sentì la porta sbattere forte e in quel momento si sentì crollare il mondo addosso. Non riusciva a smettere di singhiozzare. Fottuta gelosia! Era finita? Si sentiva persa e non poteva contare su nessuno in quel momento : Anna era in vacanza e aveva portato con sé Elvis. Non voleva rimanere da sola. Le venne un'idea: prese il telefono e di istinto chiamò a casa di Paul. Il telefono squillò più di una volta e poi rispose lui-Paul?- lo chiamò lei, singhiozzando. -Lisa! Ma cosa è successo??-le chiese sentendola piangere. -Ti disturbo? Sei con Jane? - gli chiese. -No, Jane non c'è- le rispose. -Paul, ho litigato con Ringo ed è andato via di casa... - - Vengo da te, sarò lì tra poco- le disse riagganciando il telefono. Si sentì sollevata al pensiero che sarebbe venuto lì. Paul era un buon amico, un buon confidente. Suonò il campanello 10 minuti dopo averlo chiamato. Gli aprì ed entrò come una furia dentro casa. -Cosa è successo?-le chiese vedendola con gli occhi gonfi. -Ringo ha preso le sue cose e se ne è andato- gli rispose. -Ti ho vista andare via da sola durante il party e ho capito subito che ci fosse qualcosa che non andasse-. Paul si sedette su una sedia. Cominciarono a parlare davanti a due tazze di tè fumante. -Dopo aver fatto l'intervista con John, ho raggiunto Ringo e stava scambiando due parole con una giornalista. Una donna molto avvenente e stavano flirtando: avevano le teste molto vicine e si sono scambiati i numeri di telefono. Mi è crollato il mondo addosso! Non sono voluta rimanere un secondo di più, Paul. E mi dispiace non aver salutato nessuno di voi, ma avevo il cervello annebbiato-Paul fece spallucce per dire che la cosa non importava. Aggrottò le sopracciglia - - Perché lo avrebbe fatto?-le chiese. -Devi sapere che lui ha un brutto difetto:la gelosia. Ed è sempre stato tanto geloso di John-. Paul, già con la faccia interrogativa, la contorse ancora di più. -Per quale motivo? Non lo so- Lisa precedette Paul -pensa che, i primi tempi che lavoravo per voi, una sera mi chiese a brutto muso se mi piacesse John e senza che gliene avessi dato motivo. E ancora non stavamo insieme. La cosa è continuata anche durante la nostra relazione. Figurati ultimamente che i giornali scrivono di una presunta storia fra me e John. L'intervista che ho fatto con lui oggi è stato il motivo per cui lui ci ha provato con la giornalista. Per farmi sentire come lui si sente quando mi vede con John-. Paul annuiva, poi assunse un'aria pensierosa. -Devo dire che, secondo me, John ha sempre avuto un debole per te. Sicuramente anche Ringo se ne è accorto- disse Paul come per scusare l'amico. -Non importa cosa pensano o fanno gli altri. Io non ho mai provato interesse per nessuno, gli ho sempre dimostrato di amare solamente lui-. Lisa ricominciò a piangere e continuò a parlare con Paul fino a che, piano piano, non si addormentò sulla poltrona sfinita da quella giornata scura.__________________Lisa si svegliò nel suo letto e fece subito mente locale: avrebbe preferito non ricordare nulla. Ricordò di essersi addormentata sulla sua poltrona mentre parlava con Paul. Forse era stato così carino da prenderla in braccio e portarla a letto. Si disse che avrebbe dovuto chiamarlo per ringraziarlo per averla aiutata in quel brutto momento. Dopodiché si sarebbe dovuta mettere a pensare a Ringo. Il giorno dopo sarebbero dovuti partire per Liverpool. Lo avrebbe dovuto chiamare? Non riusciva a pensare. Sapeva solo che era terribilmente triste e che sperava che lui fosse a preparare il caffè, col suo bellissimo sorriso. Si alzò dal letto riluttante e si avviò verso la cucina, pronta per cominciare quella giornata difficile. Entrò nella stanza e, con la coda dell'occhio, vide una sagoma sulla poltrona. Saltò dalla paura e accese prontamente la luce: Paul dormiva rannicchiato con una coperta di pail addosso. Si svegliò di soprassalto quando fu accecato dalla luce. Sembrava spaesato, inizialmente. -Paul. Pensavo fossi andato via-gli disse Lisa sorpresa. -Pensavo che non volessi stare sola questa mattina- disse assonnato. Lei lo guardò teneramente. -Avra dormito scomodo- lei assunse un'espressione preoccupata -cosa penserà Jane che hai dormito qui?- -Jane è fuori per lavoro, mi raggiungerà domani in Spagna. E comunque è comodissima questa poltrona- le disse con un sorriso. Lisa preparò la colazione per tutti e due. -Paul, anche io e Ringo saremmo dovuti partire domani-prese la parola lei-solo che non saprei...- concluse confusa. -Secondo me, avete bisogno di una pausa. Lui ha reagito così male ieri e deve farsi un esame di coscienza- disse Paul fra un boccone e un altro. -Probabilmente è la cosa migliore da fare-disse lei dispiaciuta - una parte di me dice di chiamarlo e di sistemare le cose. Dall'altra so che facendo così non cambierà nulla- le vennero le lacrime agli occhi. Le respinse indietro. -Scrivigli una lettera - disse Paul colto da un'illuminazione - farò in modo di fargliela avere- Lisa cercò subito carta e penna. Pensò per un attimo e cominciò a scrivere: "Quello che è successo ieri mi ha fatto capire che dobbiamo stare un pochino separati. Ci vediamo dopo le vacanze". Lo firmò e infilò il foglio dentro una busta da lettere, dove prima c'era una bolletta della luce. -Ora vai a farti un biglietto aereo per Roma e stai un po' con la tua famiglia. Ti serve un po' di riposo - disse Paul mettendo la lettera in tasca al suo cappotto - Ringo capirà- continuò a dirle cercando di rassicurarla. Lei annuì tristemente. La salutò con un caloroso abbraccio e andò via, promettendole di chiamarla durante le vacanze. Sarebbe andata di corsa in un'agenzia di viaggi. Prima sarebbe andata via di lì, meglio sarebbe stato. __________________Ringo si trastullava per la sua casa. Non aveva mai avuto la mente lucida dal giorno prima: la scorta di marijuana che aveva in casa era servita per offuscare i pensieri. Sentì suonare il campanello e trasalì. Corse ad aprire e non trovò nessuno davanti la porta. Notò, sul tappetino, una lettera. La raccolse e deluso rientrò in casa. Era solamente il fottuto postino, non Lisa. Quanto stava male per quello che era successo; aveva esagerato alla grande e temeva di perdere la donna più bella, più buona, più... più perfetta per lui. Ma non aveva il coraggio di chiamarla o di presentarsi a casa sua, aveva il timore che gli avesse chiuso la porta in faccia. Sarebbero dovuti partire il giorno dopo: e ora? Lanciò la lettera sul tavolino e si buttò nuovamente sul divano. Non aveva voglia di vedere nessuno, compresi gli altri ragazzi. Sapeva che lo avrebbero bacchettato. John, forse, lo avrebbe consolato di più, ma era già partito per i Caraibi con la famiglia. Guardò la lettera che aveva lanciato sul tavolo e non sembrava proprio una bolletta. La carta era spiegazzata, sembrava già usata. La cosa lo incuriosì e si alzò dal divano per prenderla. La girò tra le mani e la aprì. Capì subito che la calligrafia era di Lisa. Lesse e rilesse, confermando i suoi dubbi: lei non lo voleva vedere ed era tutta colpa sua. Decise infine di chiamare George perché da solo, in quel momento di rabbia e sconforto, non voleva più stare.__________Ormai una settimana era passata dalla partenza da Londra. Lisa, a casa, a Roma, stava benissimo. Gli erano mancate tante di quelle cose: il sole, la solarità della gente, il cibo buonissimo, la sua famiglia (che l'aveva accolta come una regina), gli amici di infanzia. Dalla delusione avuta da Ringo, si stava riprendendo un poco, anche se gli mancava terribilmente. Questo le faceva solamente capire quanto lo amasse e quanto ci tenesse a sistemare le cose con lui. Era nel giardino di casa a giocare con un bel micione che era di passaggio, quando la mamma la invitò ad entrare in casa. Aveva la cornetta del telefono in mano ed era visibilmente agitata. -È ... è... uno di quei tuoi amici- disse tremolante. Elisa prese al volo la cornetta e rispose. -Liiisaa - una voce familiare la chiamò. - Paulieee - rispose lei contenta. Paul McCartney era dall'altra parte del telefono e Lisa capì perché la mamma fosse agitata dopo aver risposto. Dopo essersi scambiati i saluti, cominciarono a parlare. Paul le raccontò della Spagna, di quanto fosse bella. -Te come stai?-le chiese lui. -Bene, Paul. Mi sono mancate troppe cose dell'Italia!-. -Non mi dire che non torni più a Londra!-. -Oh, no. Non vi abbandonerei mai. E poi ho una piccola questione in sospeso a cui tengo molto- si riferì a Ringo. Dall'altra parte del telefono Lisa sentì degli schiamazzi e la voce di un ragazzo che chiamava Paul. -Andiamo, Pauuuuul. Inizia la festaaa!-. Era parecchio su di giri e Lisa lo riconobbe subito:era Ringo. Paul provò a coprirlo con dei colpi di tosse, ma lei prontamente gli chiese- Era lui, vero?- Paul rispose imbarazzato- Ehm, si. Ti volevo dire anche che è qui da un paio di giorni-. La conversazione si chiuse poco dopo, con la promessa di sentirsi di nuovo. Sembrava si stesse divertendo un mondo, mentre lei era lì a piangersi addosso, pensando a lui di continuo, a pensare alle più belle parole da dirgli al rientro. Si accasciò sulla poltrona li vicino e la mamma si avvicinò preoccupata-Cosa succede?- le chiese. -Nulla, mamma-le rispose con un sorriso. Le aveva raccontato tutto su Ringo, di certo non voleva ammorbarla ancora con altre storie. Sarebbe stata lì solo per altre tre settimane e voleva solamente godersi la sua compagnia. Ma continuò a pensare alla allegria nella voce di Ringo, chiedendosi se già l'avesse dimenticata.___________Paul agganciò il telefono dell'hotel e si diresse nel ristorante per prendere posto al suo tavolo. Vide George, Pattie, Jane e Ringo seduti ad aspettarlo. Quella sera si sarebbe tenuto un party con tanto di discoteca dopo la cena. -Come sta, Lisa? - gli chiese George interessato. Ringo girò subito il volto verso di lui. Paul se ne accorse e decise di inventarsi qualcosa -Molto bene. Dice che a Roma l'hanno accolta come una regina e, sapendo quello che sta facendo con noi, l'hanno invitata in molti locali esclusivi. Insomma: ogni sera ha un evento diverso a cui partecipare!-Paul era un bravissimo attore, Ringo ci stava credendo perché la sua espressione faceva trapelare le sue emozioni. Forse dicendogli quello, avrebbe mosso il culo a chiamarla! Ma non disse nulla. Si alzò e andò a prendersi un drink al bar, segno che ne avrebbe bevuti molti da lì alla fine della serata, come spesso faceva quando qualcosa andava storto.___________ La mente era offuscata dell'alcool. Lei... Lei... Lei. Non riusciva a pensare ad altro. Ma si stava divertendo assai Lisa, da quello che aveva detto Paul. Era solo colpa sua. Si sentiva uno stronzo. Fortunatamente si buttò sulla pista da ballo e cominciò a dimenarsi. Vide solo la figura di una ragazza che gli si avvicinò e si mise a ballare con lui. Ma lui non voleva nessuno. Voleva solo dimenticare, anche se solo per un po'. La ragazza era così insistente e lui la lasciò ballare. Gli girava la testa, tutto intorno a lui era confuso. Continuò a ballare e da li in poi, il buio._____Ringo si svegliò con un cerchio alla testa. Si maledì subito per aver bevuto così tanto la sera prima. Non riuscì neanche ad aprire gli occhi, ma intanto cercò invano di ricostruire quello che era successo. Non ricordava nulla, aveva un vuoto. Decise di alzarsi dal letto per aprire la finestra e far entrare un po' di luce nella stanza ancora buia. Il sole lo accecò, ma il suo calore gli fece subito bene. Pensò di andare subito in spiaggia, si sarebbe ripreso alla grande dopo aver preso un buon caffè e dopo una doccia fredda. -Buongiorno-sentì dire improvvisamente. Saltò dallo spavento. Forse qualcuno era entrato nella sua stanza senza che lui se ne fosse accorto. Si girò e trovò una ragazza, mezza nuda, nel suo letto. Poi vide dei vestiti sparsi sul pavimento. Rimase di pietra -Chi sei?-chiese alla sconosciuta. -Come chi sono?-le rispose quella ragazza infastidita dalla domanda. Lui la guardò meglio e, piano piano, ricordò il suo volto. Era la ragazza che gli si era avvicinata per ballare la sera prima. Fu facile a quel punto capire perchè fosse lì. Istintivamente prese e uscì dalla stanza. Doveva parlare con George o Paul, forse loro avevano visto qualcosa. Sperava fosse uno scherzo. Una domestica nel corridoio dell'hotel lo guardò scandalizzata perché aveva indosso solo un paio di calzoncini. Non ci badò molto in quel momento e andò avanti. Sentì un chiacchiericcio di voci poco lontano e dalle scale comparvero proprio Paul e George. Smisero di parlare e Paul disse - Per quanto tu abbia bevuto ieri sera, non pensavo che ti saresti retto in piedi-. George sghignazzò. -No, ragazzi. Ho un problema- dichiarò Ringo. Loro tornarono subito seri. -Ho una ragazza nel letto e non so neanche chi sia. Non ricordo nulla di ieri-. Paul sussultò. - L'ultima volta che ti abbiamo visto ieri stavi ballando- disse. -Dovresti chiedere a lei cosa è successo- continuò George. Senza dire altro Ringo, girò e tornò in stanza. La ragazza si stava vestendo e si fermò appena lo vide. -Perché sei qui!?- le chiese subito. -Come perchè ? Abbiamo passato una notte di fuoco, io e te..-disse con voce sensuale. -Cazzo!- imprecò lui - mi spiace,ma non ricordo nulla. È la prima volta che ti vedo e non so neanche come ti chiami-. La ragazza mise il muso. - Infatti eri ubriaco. Ma sei stato tu ad invitarmi qui. Sei stato molto... Ehm.. Rude. Passionale- ricordò lei con un sorriso ammiccante. Ringo sgranò gli occhi e si portò una mano sulla fronte, disperato. -Ma perché sei così disperato? - gli chiese. -Perché non doveva succedere tutto questo. Io ho una fidanzata e voglio sposarla- ammise Ringo. -Bè, se l'avessi amata così tanto non saresti venuto a letto con me-lei mise il dito nella piaga. Lui la guardò rabbioso e le indicò la porta. -Vattene via. Non ti devi permettere di giudicarmi. Ero ubriaco e non ero in me-. Lei, stizzita, girò i tacchi e uscì dalla stanza. Ultimamente stava combinando un danno dietro l'altro. Pensò a Lisa, che non meritava tutto quello. Chissà cosa lo aveva spinto a portarsi quella ragazza in camera. Eppure non era stato il bisogno fisico, lui aveva bisogno solo di Lisa. Voleva mettere una pietra sopra tutto quello, dimenticare. Ma sapeva già che ci sarebbe rimasto a pensare, con i sensi di colpa, per molto tempo
   
 
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