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Autore: fly90    23/01/2017    0 recensioni
Una ragazza dall'aspetto singolare, due entità nascoste nel profondo dell'anima che la porteranno a dover affrontare una battaglia dall'esito tutt'altro che scontato.
Genere: Horror, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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16



Dopo aver visto la sofferenza dei suoi genitori, Ariell, pensò per il resto della serata a Maria, quella che si era presentata come madre biologica.

La rabbia le scorreva come corrente sotto la pelle incendiandole il corpo e la mente.

Assieme alla rabbia però era sopraggiunta anche la paura, paura di se stessa, di ciò che giorno dopo giorno stava diventando.

Sapeva che, più il tempo passava, e più lei perdeva controllo su se stessa, lo sentiva chiaramente.

Si chiese se, ad un certo punto, avrebbe perso totalmente il controllo del suo corpo e della sua mente.

Quella prospettiva le gelava il sangue nelle vene.

Ogni volta che perdeva la calma era sempre più difficile trattenersi dal fare qualcosa di irreparabile.

Aveva paura di se stessa.

Era diventata carnefice e vittima di se stessa allo stesso tempo.

Com'era solita fare ultimamente si posizionò dinanzi allo specchio e guardò con attenzione i suoi occhi così diversi fra loro.

L'occhio destro ormai era irriconoscibile, nero come la pece, tanto che a guardarlo si aveva l'impressione di essere risucchiati in un tunnel buio e senza fine.

Rabbrividendo distolse lo sguardo e si diresse verso l'armadio a muro in fondo alla stanza.

Aprì le ante con un colpo secco e frugò freneticamente all'interno buttando a terra tutto ciò che le capitava a tiro, quando trovò la coperta beige che le aveva regalato sua nonna prima di morire, si diresse nuovamente verso lo specchio.

Buttò la coperta sullo specchio in modo che lo coprisse interamente e si fermò a guardare la propria opera con soddisfazione.

Ora non doveva più fare i conti con se stessa, o almeno per il momento.

Si avviò verso il letto dove si lasciò cadere con un profondo sospiro e accese la tv per distrarsi un po'.


**


Maria si rigirò nel letto inquieta.

Aveva la sensazione di essere osservata.

Stava dormendo, sognando e inconsciamente lo sapeva, eppure sentiva chiaramente che qualcuno la stava fissando.

Non avrebbe saputo dire se nel sogno o nella realtà.

Si rigirò nuovamente emettendo un lamento, dietro le palpebre gli occhi si muovevano nervosamente.

La sensazione crebbe intrappolandole lo stomaco in una morsa, rabbrividì stringendosi la coperta al corpo.

Le venne la pelle d'oca.

Davanti a sé vedeva il buio più totale, nero come la pece e sembrava intenzionato ad inghiottirla.

Camminava a passo lento, incespicando di tanto in tanto nei suoi stessi piedi.

La paura le faceva accapponare la pelle, le orecchie tese a cogliere il minimo rumore.

Nulla però sembrava muoversi intorno a lei.

Eppure era certa che qualcosa si nascondesse nell'ombra, pronta a balzarle addosso quando meno se l'aspettava.

Era così che doveva sentirsi una gazzella quando percepiva la presenza del leone.

I muscoli si tesero pronti a scattare in una folle corsa non appena quel qualcosa si fosse deciso ad attaccarla.

Affrettò il passo imprecando per la mancanza di luce.

Prese un profondo respiro che si spezzò quando venne scossa dall'ennesimo brivido.

Percepì qualcosa davanti a lei e incespicò nuovamente perdendo l'equilibrio.

In un attimo si ritrovò a terra con le mani che si appoggiavano al terreno freddo.

Un verso strozzato le uscì dalla bocca suo malgrado, disperdendosi nel nulla.

L'eco sorda e lontana della sua voce spezzò il silenzio.

Si portò una mano alla bocca cercando di incanalare l'aria.

Un movimento improvviso seguito da un rumore appena percettibile la fece sobbalzare.

Ora ne aveva la sicurezza, qualcosa si nascondeva nell'ombra e tra poco avrebbe sferrato il suo attacco.

Prese a tremare incontrollabilmente mentre cercava di rialzarsi.

Più faceva attenzione a non fare rumore e più le sembrava che, ogni movimento, desse luogo ad un frastuono tremendo.

Presa dal panico mosse qualche passo indietro scrutando davanti a sé, nonostante non potesse vedere nulla.

La cosa si mosse con lei, doveva essere a non più di una ventina di passi, ne percepiva la presenza.

Si fermò, il corpo incapace di muoversi, attanagliato dal panico.

Il respiro le usciva spezzato e il cuore le rimbombava nelle orecchie facendole venire la nausea.

Ci furono attimi di completo silenzio, il silenzio dell'attesa, quel momento in cui la preda analizza le varie possibilità di fuga e il predatore sa per certo che dovrà attaccare prima che l'altro muova un solo passo.

Ed è allora che Maria si girò lanciandosi in una corsa disperata, cieca.

Il predatore si lanciò all'inseguimento portandola a correre ancor più veloce, portando il proprio corpo allo stremo delle forze.

Maria sapeva che non poteva fermarsi anche se le gambe minacciavano di cedere da un momento all'altro, i polmoni le bruciavano dolorosamente chiedendole ossigeno.

Fu un attimo, il piede destro scivolò di lato piegandole la caviglia e facendola cadere a terra con un tonfo pesante.

Lanciò un urlo di dolore e sorpresa ma tentò di strisciare ugualmente arrancando nel terreno soffice.

Sapeva che fra qualche istante la cosa l'avrebbe presa, poteva già sentire il suo respiro caldo sui piedi mentre continuava ad arrancare.

Un corpo pesante si abbatté su di lei imprigionandola sotto di sé.

D'istinto cercò di far leva quel tanto che bastava per girarsi sulla schiena e colpì alla cieca guadagnando tempo.

Sapeva che doveva colpire più forte che poteva ma il corpo era stanco e affaticato e l'adrenalina completamente esaurita dalla corsa.

Qualcosa la bloccò schiacciandole la gola con forza.

Era troppo forte rispetto a lei, non sarebbe mai riuscita ad avere la meglio.

Pregò di svegliarsi al più presto, quel sogno sembrava fin troppo reale.

Sentiva la presa farsi più stretta e i polmoni che cercavano aria senza trovarla.

La mente si annebbiò mentre le forze iniziavano definitivamente a scemare dal suo corpo.

Mentre si lasciava andare notò gli occhi della cosa, gialli e ferini che la guardavano con perfidia, avidi di vedere l'ultimo barlume di vita impresso nel suo sguardo.

E allora trovò in fondo a sé stessa un residuo di forza che la portò a stringere le proprie mani intorno a quelle della cosa.

Prese a graffiare quelle dita calde come il fuoco imprimendo a fondo le unghie nella carne.

Maria aprì gli occhi di scatto rendendosi conto che realmente stava lottando contro qualcuno.

China su di lei una donna la stava strangolando con una forza tremenda.

Non riusciva ad urlare ne ad allontanarla nonostante la stesse graffiando come un gatto.

Di scatto piegò le gambe e sferrò un calcio a piedi uniti in pieno petto alla donna mandandola a sbattere contro il comò.

Finalmente libera prese una lunga boccata che le infiammò la gola e i polmoni.

Tossì alzandosi di scatto e accendendo la luce.

Guardò la donna che si stava mettendo in ginocchio.

I lunghi capelli neri le coprivano il volto impedendole di vederla con chiarezza.

Un presentimento si fece piano piano spazio nel suo cuore mentre osservava la donna alzare lentamente il viso.

I capelli si spostarono leggermente e Maria incontrò quello sguardo glaciale che aveva visto mille volte nei suoi peggiori incubi.

Chiuse le palpebre per una frazione di secondo e quando le riaprì la ragazza era scomparsa.



**


Ariell si alzò così velocemente dal letto che la testa prese a girarle vorticosamente e si dovette appoggiare alla spalliera per non finire a terra.

Il cuore che minacciava di esploderle nel petto.

Doveva essersi addormentata davanti alla tv.

Scosse la testa cercando di mettere ordine ai rimasugli di immagini dell'incubo dal quale si era appena svegliata.

Non aveva mai avuto un incubo così realistico.

La sensazione della pelle fredda della donna sotto le mani, il suo sguardo pieno di paura mentre soffocava, l'euforia dovuta alla sensazione di potere che aveva provato accorgendosi di essere in vantaggio su di lei.

Sarebbe bastato ancora qualche attimo e l'avrebbe uccisa.

Il suo corpo indifeso mentre si dibatteva nella sua stretta, che aumentava la sua sete di sangue.

Aveva sognato di uccidere Maria.

Il suo odio verso di lei doveva essere forte a tal punto da farle desiderare di vederla morta.

Un brivido le percorse la schiena al ricordo di quando i loro sguardi si erano incrociati.

Si portò la mano alla fronte ma non appena la mise a fuoco si bloccò.

Si guardò sconcertata le mani ricoperte di graffi freschi, dai quali sgorgava ancora il sangue che cadeva a terra in piccole gocce sporcando il pavimento.

Ricordò di quando Maria aveva preso a graffiarle le mani nel tentativo di liberarsi, Ariell aveva sentito il dolore quando le piccole unghie le si erano conficcate nella pelle ma questo non l'aveva fermata.

In preda al panico corse in bagno e lavò via il sangue freneticamente, sfregandosi la pelle fino a farsi male.

Avrebbe voluto lavare via col sangue anche quella che stava diventando, quel mostro che le si era annidato nel cuore.



ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti!

Cosa ne pensate del capitolo?

Spero che questa storia non stia diventando noiosa perché ci sto mettendo molto impegno nel scriverla.

Che dire?

Ci vediamo tra una settimana con il prossimo capitolo.

Grazie per averla letta.

Un bacio da Fly90










  
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