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Autore: Sana_Akito_Kodocha    24/01/2017    6 recensioni
Fanfiction ispirata, almeno in parte, al manga/anime "Ranma ½".
Fuyuki Hayama e Misako Kurata, decidono di combinare un fidanzamento tra i loro rispettivi figli, Akito Hayama e Sana Kurata, entrambi praticanti di arti marziali, nella speranza che un domani possano gestire il dojo insieme.
Inizialmente i due ragazzi non saranno affatto d'accordo con questo "fidanzamento combinato", ma col tempo le cose potrebbero cambiare...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Asako Kurumi/Alissia, Rei Sagami/Robby, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quando riapro gli occhi, mi sento come rinchiusa all’interno di una meravigliosa bolla ti tepore.
E’ la prima volta che dormo al fianco di un ragazzo e mi sorprende che la cosa mi faccia sentire completamente a mio agio, a discapito di come invece di aspettavo.
Tutto sommato, potrei anche farci l’abitudine…
Lentamente, facendo attenzione a non far alcun movimento brusco, mi sollevo quel poco che basta per poter contemplare Akito ed assaporare quella presenza che, da poco tempo a questa parte, mi infonde benessere e felicità, sempre, in qualsiasi momento.
Il torace si alza ed abbassa a ritmo del suo respiro, il viso è rilassato, le labbra sono leggermente dischiuse e sul suo volto c’è un piccolo accenno di barba.
Sorrido, spostandogli un ciuffo di capelli ribelli che gli cadono sulla fronte.
Non c’è alcun dubbio, è bello… dannatamente bello.
Ho sempre saputo che lo fosse, non è di certo una novità, ma fino a qualche settimana fa l’orgoglio ed il fastidio scaturito dal nostro “fidanzamento combinato”, mi impedivano di ammetterlo.
Ad un tratto, il desiderio d toccarlo è più forte di me: alzo una mano e con le dita inizio ad accarezzarlo, partendo dalla fronte, per poi scendere seguendo la linea dritta del naso, fino a soffermarmi sulla sua bocca, carnosa e morbida.
Mi mordo un labbro, per sopprimere la voglia che ho di baciarlo e continuo la mia discesa, passando per il mento, il collo, la clavicola e fermandomi sul petto, caldo e muscoloso, dove disegno dei cerchi invisibili.
Sto per continuare il mio percorso, quando improvvisamente la mia attenzione viene catturata dal rigonfiamento che ha tra i pantaloni del pigiama.
Deglutisco, sentendo il mio povero volto ardere dall’imbarazzo.
So che è una normale “reazione mattutina” degli uomini, ma nonostante ciò comincio a non sentirmi più del tutto a mio agio su questo letto.
Senza contare il fatto che se qualcuno dovesse irrompere nella mia camera da letto, trovandoci avvinghiati l’uno all’altra, potrebbe fraintendere ed arrivare alla conclusione che abbiamo passato la notte in modo completamente diverso da come invece abbiamo fatto.
E il solo pensiero mi fa sudare freddo.
Forse sarebbe meglio se mi alzassi e…
«Hai visto qualcosa d’interessante?»
Trasalisco, interrompendo il mio flusso di pensieri, quando la voce di Akito arriva alle mie orecchie.
Rossa in volto, per essermi fatta beccare in una situazione del genere, alzo lo sguardo, incontrando subito dopo un paio di occhi ambrati che mi fissano divertiti.
«Kurata, se mi assicuri che questo è il risveglio che mi attende ogni qual volta che dormiamo insieme, potrei anche metterci la firma. D’altronde sai quanto mi piace essere accarezzato da te, anche se avrei preferito qualche toccatina più audace»
«Ma allora eri sveglio!» lo accuso, pizzicandogli un fianco «Si può sapere perché diavolo fingevi di dormire?»
«Volevo solo scoprire fin dove ti saresti spinta» il suo tono malizioso mi fa, se possibile, arrossire ancora di più «Ho pensato che, visto che fossi convinta che stessi dormendo, avresti approfittato della situazione per testare anche altre zone. Ma purtroppo, ti sei limitata solo a guardare»
«Ma per chi mi hai presa?Ti pare che ti avrei toccato… lì?»
«La speranza è l’ultima a morire»
Imbarazzata, cerco di scivolare via dalla sua presa, ma lui me lo impedisce, stringendomi ancora di più a sé
«E’ ancora presto per alzarci, restiamo così  un altro un pò»
«Beh, se tu la smettessi di fare il pervertito, potrei anche restare dove sono»
«Pervertito io?Sbaglio o sei tu quella che mi stava fissando il…»
«Il pigiama» lo interrompo, prima che possa finire «Stavo fissando il tuo pigiama, nulla di più»
Scoppia in una risata sarcastica ed io, di tutta risposta, gli tiro un cuscino in pieno viso.
«La pianti di prendermi in giro?»
Torna serio e prima che possa rendermene conto, con un rapido scatto, si posiziona sopra di me, sorreggendosi il peso con le braccia
«Passando a cose più importanti, il buongiorno non me lo dai?»
Sorridendo, gli poso un bacio a fior di labbra e lui mette su un broncio a dir poco esilarante.
«E questo cos’era?»
«Il mio buongiorno»
«Non mi piace» borbotta seccato, prima di fiondarsi sulla mia bocca ed iniziare a baciarmi con foga e in quel preciso istante, tutto il resto scompare.
Chiudo gli occhi, ricambiando con lo stesso impeto, lasciandomi trasportare dalle tante, troppe emozioni che sto provando.
Akito mi bacia come nessun altro mi ha mai baciata in vita mia, facendomi sentire desiderata, amata e terribilmente donna.
E mentre le sue mani tracciano il profilo del mio corpo, lasciando traccie infuocate sulla mia pelle, gli accarezzo le spalle, forti e compatte e scendo giù sul torace, sfiorando i pettorali.
Lo sento trattenere il respiro e poco dopo, si stacca dalle mie labbra, guardandomi con così tanto desiderio che mi spiazza.
«Credo sia il caso di fermarci, prima che perda completamente il controllo»
Sono tentata di ribattere e dirgli di non fermarsi, ma infine, con quel briciolo di buon senso che mi è rimasto, annuisco, permettendogli di spostarsi dal sopra il mio corpo e posizionarsi nuovamente al mio fianco.
Restiamo in silenzio, con lo sguardo rivolto sul soffitto, cercando di colmare la passione che si era impadronita di noi.
«Ho voglia di okonomijaki»
Mi volto verso Akito, guardandolo interdetta.
Come può avere voglia di okonomijaki in un momento del genere?
«C’e un locale qui vicino che li fa egregiamente. Il proprietario è un vecchio amico di mio padre, che ne dici se ci facciamo un salto stasera?»
«Solo noi due?»
Annuisce ed io sorrido.
«E’ il tuo strano modo di chiedermi un appuntamento, Hayama?»
Vedo le sue guance tingersi e mi trattengo dal scoppiare a ridergli in faccia… è così buffo quando è in imbarazzo.
«Beh, non ne abbiamo ancora avuto uno…»
«Quindi è un appuntamento?»
«Vedila come ti pare, Kurata»
«Lo prendo come un sì»
Felice come una bambina la mattina di Natale, lo abbraccio, schioccandogli un bacio sulla spalla.
Certo, non sarà l’invito più galante e romantico che una ragazza si possa aspettare, ma mi va bene così.
 
 
 
 La sera giungiamo in un locale in stile rustico, davvero molto carino, da dove proviene un profumino che fa venire l’acquolina in bocca.
Prego tutti i Kami affinchè il mio povero stomaco non si metta a brontolare, cosa alquanto difficile considerando la fame che provo in questo momento e mi volto verso Akito, trovandolo intento a guardarsi intorno.
«Abbiamo un tavolo prenotato?»
Annuisce, girandosi verso di me, con un sopracciglio alzato
«Mi sembra ovvio, mi fai tanto disorganizzato?»
«Quanto siamo permalosi» borbotto, facendolo ghignare divertito «Ho solo fatto una semplice domanda»
«Era una domanda stupida, almeno quanto la ragazza che me l’ha posta»
Sto per dirgli qualcosa di decisamente poco carino, quando vengo interrotta da tre tizi che si avvicinano a grandi falcate nella nostra direzione.
Uno è un uomo sulla cinquantina, con una strana bandana bianca sulla testa e degli occhiali rotondi sul naso, l’altro è un ragazzo dai capelli corvini legati in una buffa treccia e dagli occhi azzurri ed infine, una ragazza dai capelli portati a caschetto ed un bel pancione in bella vista.
Salutano amichevolmente il biondino al mio fianco, che dal canto suo si limita a dare delle strette di mano e pacche sulla spalla, eccetto alla ragazza che abbraccia calorosamente… un po’ troppo calorosamente per i miei gusti.
Ora lo strozzo.
Cerco di tenere a bada la gelosia ed abbozzo un sorriso, intanto che loro mi fissano incuriositi.
«Dunque, passiamo alle presentazioni» esordisce Akito, schiarendosi la voce «Lei è Sana, la mia ragazza. Sana, loro invece sono Genma, l’amico di mio padre di cui ti ho accennato stamani» mi indica l’uomo con la bandana «Ranma, il figlio di Genma e un mio amico d’infanzia» continua, rivolgendosi al ragazzo dagli occhi azzurri «Ed infine lei è Akane, sua moglie»
«Piacere di conoscevi» faccio un leggero inchino e subito dopo, mi ritrovo stritolata tra le braccia di Akane.
«Il piacere è tutto nostro. Non puoi immaginare quanto eravamo impazienti di conoscerti»
Impacciata, ricambio la stretta, stando ben attenta a non stringere troppo per via del pancione
«Beh… anche… anche io ero impazienti di conoscervi»
Mi scioglie dalla sua presa, dedicandomi un sorriso
«Sai è la prima volta che Akito ci presenta una ragazza»
«E devo dire che se l’è scelta anche piuttosto bene» afferma il codinato, ricevendo un cenno d’assenso da parte del padre.
Arrossisco, mentre Hayama gli lancia un’occhiata indispettita.
«Idiota, limitati a volgere i complimenti a tua moglie»
Lui sghignazza divertito, dandogli una gomitata
«Da quanto in qua siamo così gelosi?»
«Io non sono affatto geloso»
«Oh, si che lo sei»
«No che non lo sono»
«E direi che sei anche cotto a puntino»
«Vuoi fare a botte per caso?»

Distolgo l’attenzione dal loro botta e risposta e mi volto verso Akane, che mi sta fissando con un sorriso stampato sul volto.
«Dimmi Sana, da quanto tu e Akito state insieme?»
«Beh, i nostri genitori hanno combinato il nostro fidanzamento qualche mese fa, ma stiamo realmente insieme da un paio di settimane»
«Sai, anche il fidanzamento mio e di Ranma fu combinato dai nostri rispettivi genitori»
La guardo stupita «Davvero?»
Annuisce «A dire il vero, inizialmente non eravamo affatto d’accordo con la loro decisione, ma poi…» sorride, accarezzandosi il ventre «Puoi ben immaginare come sia andata a finire»
Sorrido anch’io, guardandole il pancione.
Chissà se anche io e Akito, un domani, formeremo una famiglia…
«Quanto manca?»
«Poco più di un mese»
«Dunque sei agli sgoccioli»
«In teoria si, ma in pratica il tempo sembra non passare mai»
 «Di cosa state confabulando voi due» s’intromette Ranma, avvolgendo un braccio intorno alle spalle della moglie.
«Ma nulla, le stavo solo raccontando quanto sia difficile essere tua moglie» lo prende in giro lei, beccandosi un’occhiataccia palesemente fina da parte sua.
«Fino a prova contraria, sono io la povera vittima all’interno del nostro matrimonio»
«Una povera vittima che non riesce a tenerselo nei pantaloni» sbotta divertito il signor Genma, facendo arrossire entrambi
E' chiaramente brillo e l'odore di alcool che lo circonda n'è un'ulteriore conferma «Tutto suo padre, non c’è che dire» continua, alzando un bicchiere di sakè in aria.

«Papà, ma cosa diavolo…»
«Oh andiamo,  ho perso il conto delle volte in cui vi ho trovato a…»
«Akito, Sana, venite… vi accompagno al vostro tavolo» interviene Akane, rossa in volto dalla vergona.
Cerco di non ridere e la seguo, insieme ad Akito che avvicinandosi al mio orecchio, mi sussurra
«Non farci caso, è tutto nella norma»
«Sono simpatici»
«Sono fuori di testa!» replica, scuotendo il capo «E comunque…» mi pizzica un fianco, facendomi scattare come un pesce fuor d’acqua «Potevi indossare un vestito meno corto, non ti pare? Mi sa che sarò costretto a cavare gli occhi ad un bel po’ di persone entro la fine della serata»
Alzo gli occhi al cielo, sospirando «Non è corto»
«Hai troppa pelle scoperta»
Sbuffo, facendolo accigliare «Dobbiamo fare un discorsetto sulla tua estenuante gelosia, Hayama»
Mi lancia un’occhiata indignata «Io non sono affatto geloso, Kurata»
E’ un caso perso…
 Prendiamo posto accanto ad un tavolo posizionato vicino ad un grande finestrone, dov’è possibile ammirare il panorama di Tokyo e come due perfetti bambini, iniziamo a lanciarci molliche di pane a vicenda.
E’ incredibile come mi senta a mio agio con Akito, forse perché con lui riesco ad essere davvero me stessa, senza pormi inutili problemi sulla poca femminilità che, in genere, mi contraddistingue dalle altre ragazze.
Non c’è nessuna regola da rispettare, nessuna frase impostata, nessun atteggiamento impacciato e tutto questo, mi fa sentire davvero bene.
Insomma, non potrei chiedere di meglio.
Circa mezz’ora dopo, Ranma ci serve due okonomijaki, rispettivamente a forma di cuore e accende una candela, beccandosi un’occhiata torva da parte del mio ragazzo «Mi stai prendendo per il culo?» gli chiede elegantemente, facendomi portare una mano sulla fronte, in segno di esasperazione.
«Mi sembra ovvio» sghignazza il codinato, per poi allontanarsi velocemente da noi, evidentemente nel timore che lui possa lanciargli qualcosa contro.
Che, di fatto, non sarebbe da escludere.
«Io lo ammazzo» ringhia Akito, mandando giù in boccone della sua cena «A saperlo, ti avrei portata da qualche altra parte»
«Non ce n’era bisogno, a me piace qui» assaggio un pezzo del mio okonomijki e ci manca poco che non mi metta ad ansimare, da quanto è buono «E il cibo è davvero ottimo!»
«Te l’avevo detto io»
«E dimmi…è qui che solitamente portavi le altre ragazze?»
«No, le altre le portavo in camera mia o in camera loro»
Sbotta ed io per poco non mi strozzo.
Tossisco diverse volte, battendomi dei pugni sul petto, prima di riuscire a riprendermi.
«Potresti essere meno diretto, per favore?» lo richiamo risentita, pulendomi la bocca con un tovagliolo.
«Ma era per farti capire che non ho mai portato a cena fuori nessuna ragazza»
«E avresti potuto farmelo capire in un altro modo, non credi?»
Replico e lui sbuffa esageratamente.
«Quindi questo è il tuo primo appuntamento?»
Annuisce ed io sorrido, mettendo il fastidio provato fino a qualche attimo prima, da parte.
Non so esattamente il perché, ma quest’inaspettata notizia, mi rende particolarmente entusiasta.
«Ripensandoci  però…»  si morde il labbro, pensieroso, rigirandosi le bacchette tra le mani «Per un primo appuntamento sarebbe stato meglio qualcosa di più elegante» sbuffa, assumendo un’aria afflitta «Mi rifarò con il secondo appuntamento»
«Ti ho già detto che questo posto mi piace molto e poi…» appoggio una mano sulla sua, sorridendogli «Non devi cercare di far colpo su di me, a quello ci hai già pensato tempo fa»
Arrossisce ed è così tenero che vorrei solo riempirlo di baci.
Intreccia la sua mano nella mia, un semplice ed innocente gesto che mi provoca una piacevole tachicardia.
«Beh… mi… mi fa piacere, Kurata»
Poi si alza, piegando il busto verso di me e fa per baciarmi, ma io all’ultimo mi ritraggo, facendogli incurvare un sopracciglio «C’è gente» mi giustifico, guardandomi intorno e constatando che, in effetti, il locale questa sera è davvero stracolmo di persone.
«E allora? Che guardino pure, almeno capiscono come stanno le cose»
E queste sono le ultime parole che gli sento dire, prima che elimini quella minuscola distanza che ci separa e prema le sue labbra sulle mie.



***
NdA:


Buonasera! 
Ci scusiamo per il ritardo nell'aggiornare, ma non abbiamo potuto fare prima a causa di vari motivi da entrambe le parti ^_^"
Come sempre ringraziamo coloro che perdono un pò del loro tempo per recensire questa fanfiction, chi l'ha inserita tra le preferite/ricordate/ seguite... con la promessa che cercheremo di pubblicare il capitolo successivo il prima possibile! :)
Alla prossima, un abbraccio <3 
   
 
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