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Autore: Meramadia94    24/01/2017    1 recensioni
Dall'arrivo di Kitty a Londra è passato un anno e la vita scorre tranquillamente. Ma un giorno questa quiete viene interrotta, e un caso di tentato omicidio attacca al cuore uno dei fratelli Holmes. Sherlock, aiutato da John, indaga. Ma ben presto si accorge che per risolvere il caso, dovrà far luce su un mistero irrisolto di un anno prima. Il caso diventa una corsa contro il tempo che in caso di sconfitta potrebbe costare molto cara.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'autopsia su Marie Marcado venne eseguita da un medico patologo, collega di Molly che venuto a conoscenza che il caso della Marcado poteva risolvere quello dell'avvelenamento, non fece aspettare a lungo per dei risultati.
Per fortuna era riuscito a trovare delle tracce di sostanza tossica sui resti della povera Marie, ma ancora una volta risultò che la sostanza non era esistente in natura.
Quindi era creata artificialmente.
E c'era un solo motivo se venivano alterati batteri di malattie mortali per renderli immuni agli antibiotici o venivano creati veleni letali.
Armi biologiche.
E se era così, come Sherlock temeva fosse, non vi era che un modo per spiegare la morte di Marie Marcado.
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'' Quindi... qualcuno mette a punto un prototipo di sostanza tossica, una potenziale arma biologica... un veleno non rintracciabile oltre ad essere facile da somministrare è anche difficile da combattere, un' arma da non sottovalutare.''- fece Sherlock nell'ufficio di Lestrade appena ricevute le analisi esponendo la sua tesi a Donovan, sua sorella e al suo fidanzato -'' ma non è una mossa intelligente usare un'arma sul campo di battaglia senza essere certi al mille per mille che funzioni.''
'' Aspetta...''- fece John che iniziava con orrore a capire dove il compagno voleva andare a parare -'' Stai dicendo che... Marie è stata usata come cavia da laboratorio?''
Sherlock annuì. Purtroppo era andata proprio così.
Nessun altro avrebbe potuto avere interesse ad uccidere una donna senza amici, senza conoscenti e con unico contatto con il mondo esterno un uomo che diceva di amarla con tutto il cuore e di averle giurato l'anima e nel frattempo la massacrava umiliandola come se non ci fosse stato un domani, con un impiego medio, teneva la contabilità per un ufficio ma lavorava da casa, precisa e meticolosa.
Nessuno che potesse volerla morta. Eccetto forse il marito, quando l'avrebbe uccisa per errore per poi si sarebbe giustificato di fronte alle telecamere e ai giornalisti dicendo di averla uccisa perchè '' l'amava troppo''.
'' Sì. La persona che ha colpito Nicholas ha ucciso Marie per testare il veleno... per fortuna sua, il signor Marcado era un uomo violento ed un probabile uxoricida e ha scaricato la responsabilità sui medici, rifiutando il consenso per l'autopsia...''
Sherlock guardò preoccupato  la sorella che teneva gli occhi bassi, tremolanti, mentre si fissava le nocche.
Nella stanza faceva abbastanza caldo, ma la ragazza tremava come se avesse la febbre,
Non la vedeva così da anni ormai... poteva solo immaginare come si sentisse. Ribolliva di rabbia, questo era certo e non poteva darle torto. Un anno. Un anno e chi le stava uccidendo il fidanzato avrebbe potuto essere fermato.
Se solo Joseph Marcado fosse stato, se non un essere umano perfetto, almeno decente, se davvero avesse amato la moglie forse non si sarebbero ritrovati al punto in cui si trovavano in quel momento.
Per un attimo, almeno nella testa di Kitty, la stanza della centrale, il fratello, John, Lestrade e Sally Donovan sparirono. Non era più a Londra. Era a Liverpool. Alla Liverpool High School, in una tiepida giornata di primavera... un cadavere spezzato e martoriato di fronte a lei e tutti intorno che gridavano dall'orrore e per il raccapriccio e due braccia che la allontanavano a forza.
La voce del sergente Donovan la riportò al presente e soprattutto a Londra.
'' E secondo te, come mai, tra tutti i pazienti dell'ospedale ha scelto proprio la Marcado?''
Fu Cath a rispondere.
Un modo come un altro di colpirla dopo che Sally aveva tentato di colpire lei.
'' E'... talmente ovvio... il motivo...''- fece di proposito una voce sprezzante. Poteva essere critica ma gentile nell'esporre le sue ipotesi o le perplessità, con tutti. All'infuori di Sally Donovan. La donna che, se non fosse stata una cosa programmata, aveva  messo le forze di polizia contro Sherlock contribuendo al suo suicidio sul tetto del Barth's. La stessa donna che per gelosia, invidia o per chissà quale altro motivo aveva sempre dato addosso a suo fratello. Per carità, a chiunque sarebbe venuto il ragionevole dubbio non conoscendo Sherlock e forse avrebbe anche potuto perdonarla per questo... ma anche dopo che le indagini avevano rivelato chi tra Sherlock e Moriarty era il vile bugiardo che aveva orchestrato tutto, lei aveva continuato a vederlo come uno psicopatico e potenziale criminale.
Errare era umano, ma perseverare era diabolico. E sua madre diceva che una volta imboccata la via del Diavolo... era quasi impossibile tornare indietro.
''... che mi meraviglio che tu non riesca ad arrivarci.''- fece la ragazza -'' Marie Marcado era ricoverata in ospedale per una feritina da niente. Due, massimo tre giorni per medicazioni e controlli e poteva essere dimessa, con dei controlli a distanza programmati.
Era il bersaglio perfetto. Se vuoi sapere se il veleno che stai preparando sa già fare il suo dovere, non lo provi su un malato da terapia intesiva e che quasi tutti sanno che è questioni di giorni, forse ore prima che se ne vada...''
Fu Sherlock a concludere la deduzione della sorella -'' Inoltre, sappiamo che il veleno in questione non è facilmente rintracciabile e all'epoca era ancora in fase di sperimentazione, giusto? Non usi un'arma del genere su una persona con il rischio di non sapere se l'hai uccisa con il veleno o è morta a causa della malattia.''
'' Se invece usi come cavia un paziente sul punto di essere dimesso non hai dubbi in merito...''- concluse John con raccapriccio.La signora Marcado era morta... usata come cavia in un esperimento di morte... freddata senza la minima pietà... per quanto metodica e precisa fosse la persona, oppure le persone, dietro a quell' omicidio e tentato omicidio... era anche un animale. Una bestia della peggiore specie.
'' Trovare l'assassino comunque resta impossibile.''- fece Greg, cercando di riprendersi dal terribile movente che aveva spinto l'omicida ad uccidere prima Marie e poi cercato di uccidere il suo potenziale cognato.
'' No invece.''- fece John -'' Reed, mi ha spiegato che nelle stanze dei suoi pazienti entravano poche persone, quasi sempre i suoi assistenti... mi ha mandato un SMS con i nominativi. E' uno di loro... poteva entrare ed uscire come voleva e Marie non poteva insospettirsi se un infermiere o un assistente di Reed le iniettava qualcosa o le faceva una flebo di veleno.''
'' Che facciamo, li convochiamo uno ad uno?''- fece Sally.
'' Oh ottima idea Sally...''- fece Sherlock. All'inizio i presenti furono quasi sopresi del fatto che il consulente si complimentasse con la poliziotta, ma poi aggiunse con un tono di scherno -'' Così, il vero colpevole sa che è tra i sospettati e magari riesce ad incastrare qualcun'altro oltre a Reed.''
'' E allora?''- lo sfidò il sergente -'' Sentiamo, genio... cosa proponi?''
'' Ovvio, no?''- fece Greg -'' Reed era il mentore di Nicholas, e quindi il nostro giovane medico li conosceva tutti, uno ad uno e così un'altra persona... parliamo con una donna che conosceva sia il mentore che i suoi assistenti.''
'' Chi?''- fece John.
'' Ovvio. Molly Hooper. Sua sorella minore. Prima di innamorarsi, era Molly l'unica donna della sua vita.''- fece Sherlock. Ne era sicuro. Molly conosceva Reed e tra colleghi, specie così uniti, le voci, i pettegolezzi, le impressioni personali su altri colleghi giravano sempre.
'' Andiamo a parlarle allora...''- fece Greg.
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'' John...''- fece Cath -'' Mi inoltreresti l'SMS con la lista?''
'' Certo...''- fece John -'' come mai...?''
'' E' solo un'ipotesi, ma forse se tra di loro c'è qualcuno disposto ad uccidere, forse in passato ha fatto qualcos'altro, voglio vedere cosa mi da il computer dell'archivio.''
Sherlock  fece cenno al fidanzato di accontentarla. Sapevano tutti e due che era alquanto improbabile, ma il detective sapeva cosa stava succedendo nella testa della sorella. Vecchie ferite, traumi del passato sepolto ma mai dimenticato, atti troppo vigliacchi per meritare una sola goccia di perdono... quando le tornava alla mente quel dolore troppo grande per essere perdonato o peggio, dimenticato, la cosa migliore da fare era permetterle di stare da sola ed allontanarsi dal rumore della vita.
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L'archivio della centrale di polizia era il posto più silenzioso di tutta la città. Non si sentiva volare una mosca e non c'era un'anima. Il posto ideale per starsene per i fatti propri, o starsene da soli a pensare. Era il suo posto preferito... l'unico posto in cui le era possibile lavorare e studiare, senza che i rumori della vita cercassero di portarla via con loro.
L'unico posto in cui trovava un po' di pace con sè stessa, soprattutto ora che era in ordine perfetto.
Ma in quel momento, non sapeva se starsene da sola nel suo piccolo angolo di pace e solitudine sarebbe bastato a farla sentire meglio.
Sentiva lo stress, la rabbia e la paura stuzzicarle le terminazioni nervose dalla testa ai piedi, o forse dai piedi alla testa non riusciva a comprendere il senso giusto...
'' Mi pare impossibile cosa sto per fare...''- pensò tra sè e sè. L'ultima volta che l'aveva fatto aveva quindici anni... però aveva sempre funzionato per scaricare.
Per primo, toccò alla ruota.
Poi tre salti all'indietro.
'' Atletica a scuola?''- fece una voce alle sue spalle.
Divenne rossa fino alla punta dei capelli. L'avevano vista...

'' Non ci credo...''- fece Molly con il volto segnato dalle lacrime e dalla stanchezza, una volta che il fidanzato ed i due amici le ebbero raccontato cos'era accaduto in merito.
'' Purtroppo non ci sono molte altre strade da percorrere...''- fece Greg prendendola sotto braccio, quasi per consolarla -'' Marie è stata usata come cavia, e il dottor Reed c'è andato di mezzo... Nick aveva capito che c'era qualcosa di strano e stava indagando e qualcuno sta cercando di tappargli la bocca.''
'' Chi?''- fece Molly.
'' Ancora non lo sappiamo, ed è per questo che siamo venuti qui.''- fece John -'' Sai se tra gli assistenti di Reed c'era qualcuno disposto a fare qualcosa del genere?''
'' Magari che odiava Reed?''- aggiunse Sherlock -'' Se un assistente di un medico uccide il suo paziente sa che i parenti darebbero subito la colpa al primario, quindi non è da escludere che si trattasse di una vendetta personale oltre che di un test.''
Molly ci pensò su per qualche minuto e poi s'illuminò.
'' A dire il vero... c'è una persona.''


'' Scusa...''- fece Anderson -'' Ti ho spaventato... non volevo... credevo che non ci fosse nessuno.''
'' Tranquillo, come se non ci fossi...''- fece Cath, cercando di mantenere un contegno decente -'' Tu invece? Che fai qui?''
Anderson fece un'espressione imbarazzata e poi disse -'' Il dossier sul caso Howards.''
'' Ah.''- fece la ragazza con nochalance -'' Allora, lo trovi sullo scaffale a destra. Quarto ripiano partendo dal basso ed è il quindicesimo incartamento partendo da sinistra.''
Anderson strabuzzò gli occhi: la mania per l'ordine e l'incredibile memoria di quella ragazza non finiva mai di stupirlo. Nè lui, nè Lestrade, nè tutti gli altri arichivisti che lavoravano lì.
'' Come fai me lo spieghi...?''- fece il poliziotto armandosi di scala per recuperare il dossier che gli serviva.
'' La memoria umana è precisa solo fino ad un certo punto, ma registra un sacco di dati di cui non sei conscio...''- fece la giovane Holmes -'' comunque è un fatto genetico. Anche ai miei fratelli, basta vedere un appunto, un numero di telefono, l'annotazione di un codice e possono riprodurlo con la stessa facilità con cui si respira.''
'' Capisco... a proposito, è tanto che volevo chiedertelo....''


'' Nello stesso corso all'università che frequentava mio fratello...''- fece Molly -'' C'era un ragazzo, che a Nick proprio non piaceva. E nemmeno Reed stravedeva per lui, ma Anthony era dell'idea che tutti i suoi studenti dovevano avere le stesse possibilità...''
'' Come mai non gli piaceva?''- chiese John -'' Bigiava le lezioni, saltava gli esami, faceva il prepotente...''
'' No.''- fece la patologa -'' Solo perchè riusciva ad imparare una nozione di medicina sul momento, pensava di essere un grande medico e che avrebbe dovuto laurearsi prima di tutti.
Ignorava i consigli dei medici più anziani di lui e con più esperienza, e non portava mai a termine nemmeno l'esercitazione più semplice.''
'' Insomma un idiota patentato con un ego spropositato.''- fece Sherlock.
'' Qui ha ragione lui.''- fece Lestrade anche se era tentato di dire -'' Mi ricorda qualcuno...''
'' Nick non lo sopportava, soprattutto quando durante le esercitazioni pratiche iniziava a parlare del più e del meno e pretendeva di dire agli altri come fare il loro lavoro.... almeno ne avesse avuto i motivi...''
'' Indovino, idiota, patentato, ego spropositato, e non sapeva fare nemmeno le cose più elementari come trovare un vaso sanguigno in cui praticare un'iniezione.''- fece Sherlock.
La ragazza annuì.
'' Reed tentò di responsabilizzarlo con un incarico di fiducia... finchè non commise un errore e per poco non ci scappò il morto.''

''... ma come stai?''- fece il poliziotto -'' so che stai passando un brutto momento...''
'' Non solo io.''- fece Kitty -'' Ma anche Molly, Greg, Nicholas poi... ma dobbiamo mantenerci lucidi. Sherlock non è molto propenso a piangere o disperarsi al capezzale di un moribondo, ma su un punto ha ragione. Se il tempo usato per combattere viene usato per farsi prendere dal panico e farsi paralizzare dal corso degli eventi, allora l'epilogo nero è inevitabile.''
'' E' fortunato, sai?''- fece Anderson.
'' Chi, Sherlock?''
'' No. Nicholas.''- spiegò Anderson -'' Ha accanto una donna bellissima, intelligente, coraggiosa che lo ama... e che anche nelle situazioni più drammatiche riesce a tirar fuori una capacità di reagire e di tener testa a chi le rema contro in modo incredibile...''
'' Tua moglie invece?''- indagò Kitty. Ok, Anderson era stato da prendere a schiaffoni non meno di Donovan, però si salvava con il fatto che almeno lui aveva coraggiosamente ammesso di aver sbagliato. Aveva avuto il fegato di abbassare la testa e dire '' Perdonatemi, ho sbagliato''. Suo fratello lo riteneva ancora un idiota irritante però...
Le sarebbe piaciuto tanto sapere che ci trovava in Sally. Che fosse una bella donna era assodato, ma ( senza cattiveria) aveva l'impressione che la lista dei suoi pregi finisse lì.
Capitava che gli uomini tradissero, erano umani e quindi imperfetti, ma molto in fondo Anderson palesava una certa intelligenza  e creatività nel ragionamento, le sarebbe piaciuto scoprire come mai anche lui fosse tra quella gente.
'' Lei perchè non andava?''

'' Cos'ha combinato questo genio?''- fece Lestrade.
'' Reed sapeva bene che non poteva inserirlo immediatamente, appena uscito dalla scuola soprattutto dato il soggetto, nella sua èquipe chirurgica, così  gli aveva affidato un caso semplice.''- rispose la ragazza -'' Doveva prendersi cura di un uomo che era stato ricoverato a causa di una lavanda gastrica per aver mangiato una scatoletta di tonno andata a male e il dottor Reed aveva deciso di trattenerlo perchè aveva riscontrato un principio di avitaminosi. Affidò all'assistente il compito di somministrargli una cura a base di vitamine.''
'' E cosa può essere andato storto...?''- fece Greg allargando le braccia -'' Non mi pare un compito così difficile.''
Molly sospirò.
'' Il paziente non era diabetico.''
Gli occhi di John divennero grandi il doppio quando ebbe capito cosa intendeva dire Molly.


'' Chi ti ha detto che...''- fece Anderson basito che anche lei sapesse che lui e sua moglie...poi gli venne un dubbio -'' Te l'ha detto Sherlock?''
'' No.''- e non mentiva. A Sherlock non importava discutere di cose che non riteneva di massima importanza ed il pettegolezzo gli piaceva meno che mai se non utile al fine investigativo.
Mise una mano in tasca e ne dirò fuori un pezzo di carta piegata in due -'' Era nel caso Howard. E' la ricevuta di pagamento di una stanza d'albergo e del serivizio in camera. So che le prove delle tue scappatelle non puoi tenerle in casa perchè quando noi donne diciamo, metto in ordine, in realtà vogliamo dire, vediamo se e che cosa mi nascondi, ma mettere le prove nei dossier dei casi non ancora chiusi... non è un'ideona intelligente.''- nel dir così gli porse la ricevuta.
Anderson, seppur imbarazzato e basito, la recuperò e se la mise con cura nella tasca interna della giacca.
'' L'hai... detto... a qualcuno?''- indagò lui.
'' E a chi avrei dovuto dirlo?''- lo rassicurò lei -'' a nessuno, tranquillo. Ma mi piacerebbe sapere il perchè.''

'' No, fammi capire bene...''- fece John leggermente alterato -'' Uno che si auto considera un autentico genio della medicina somministra dei farmaci ipoglicemici  ad una persona che non è diabetica, sapendo che come conseguenza c'è il ribasso del livello di glucosio nel sangue e che potrebbe morire?''
'' Cose che succedono,''- fece Molly- '' quando ascolti la musica con l'iphone mentre lavori.
Il paziente per fortuna si  è salvato perchè Nicholas era passato a controllarlo e si era accorto che qualcosa non quadrava... gli ha messo dello zucchero in bocca e per fortuna la situazione si è stabilizzata... ma capirete che non poteva fingere che nulla fosse accaduto.''
'' Nick denunciò il collega a  quelli dei vertici dell'ospedale?''- fece Lestrade -'' Ha fatto quello che avrebbe fatto chiunque con un po' di sale in zucca.''
'' Indovino: Reed ha convocato una commissione, la commissione lo mette alla porta con tanto di insulti pesanti e quasto tizio giura di vendicarsi, dico bene?''- fece Sherlock.
'' Hai... quasi indovinato.''- fece Molly, quasi contenta di poter dire per una volta a Sherlock che aveva indovinato solo una parte di ciò che era successo.
'' In effetti, venne convocata una commissione e tutti votarono per il licenziamento e la radiazione... Reed però intervenne a suo favore, dicendo che forse si sarebbe potuto chiudere un occhio se lui avesse promesso più attenzione e di dimostrarsi più aperto ai consigli degli altri...''
'' Qualcosa mi dice che le cose non sono andate in questo modo.''- fece John.
Molly annuì.
'' Nick mi ha detto che Dale Collins, così si chiama...''- riprese la patologa -'' Si precipitò alla commissione dicendo che non se lo meritava, non aveva fatto niente di male e che era da folli criminali cacciare un medico bravo come lui.''
'' Confermo. Idiota.''- fece Sherlock.
E quella fu la seconda volta in pochi minuti in cui dava dell'idiota alla stessa persona. Ma era anche la prima volta che aveva l'appoggio incondizionato di chi lo ascoltava.
'' Immagino che Reed non la prese troppo bene...''- ipotizzò John.
'' Indovinato.''- rispose la ragazza -'' Appoggiò la commissione per farlo espellere.... e fu allora che lo insultò pesantemente dicendogli che non era portato per fare il medico e che se non cambiava approccio non sarebbe stato bravo nemmeno a pulirlo, un ospedale.''
E da lì, la storia si scriveva quasi da sola: Dale Collins, da sempre poco propenso ad ascoltare critiche e consigli, aveva deciso di vendicarsi.
Di certo però non aveva creato da solo quell'arma biologica... una persona del genere non diventava un genio assoluto dall'oggi al domani. Qualcuno doveva aver saputo del suo odio contro Reed e gli aveva offerto di potersi vendicare di lui in cambio di un favore: entrare in ospedale ed assicurarsi che il veleno facesse il suo lavoro. Poteva scegliere lui chi uccidere.
Ed infatti, avevano avuto tutti quello che desideravano: Dale si era vendicato di colui che l'aveva '' ferito nell'orgoglio di medico'' rovinando Reed, e quelli che avevano sviluppato la sostanza tossica la certezza che volevano. E magari Dale si era anche messo un bel gruzzolo in tasca.
Non si meravigliava nemmeno che qualcuno non avesse notato un medico che in teoria era stato cacciato... le persone, soprattutto quando avevano un mestiere in cui era necessario correre, di rado osservavano veramente i tratti del viso di chi camminava davanti a loro. Inoltre, sotto il camice bianco si somigliavano un po' tutti.
'' Greg... fai sorvegliare questo Collins. Ma con discrezione, che non sappia che gli stiamo addosso.''
'' Pensi che sia stato lui?''
'' O lo ha scoperto da solo o le persone che l'hanno assunto gli hanno fatto avere una dose di veleno per togliersi di torno Nicholas. I casi sono due: o Nicholas scopriva l'esecutore o i mandanti. E nessuno dei due sarebbe andato in prigione senza trascinare nel fango gli altri. E' coinvolto. Fino al collo.''
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'' Se Dale è coinvolto...''- fece Molly mentre i tre si allontanavano, con gli occhi tremolati -''... lo troverete, vero?''
Sherlock fece per aprire bocca, ma Greg lo fermò.
Era suo dovere rassicurarla.
Le prese dolcemento il mento con indice e pollice della mano destra e con un sorriso promise -'' Non lo cercheremo. Gli daremo la caccia. E credimi, non è molto piacevole.''
Quella fu la prima volta da quando era iniziata quella brutta storia che Molly Hooper regalava un sorriso al fidanzato e sentiva riaccendersi nel cuore qualcosa che somigliava molto alla speranza.
Speranza che sentiva, si sarebbe trasformata presto in certezza.

Anderson sospirò e si mise a sedere per terra, imitato dalla giovane Holmes.
'' Ci siamo fidanzati al liceo. Tutti dicevano che saremmo durati per sempre... e per un po' ci abbiamo creduto. Specie quando ci siamo sposati... Sophie era la moglie, era la donna perfetta... amabile, dolce, piena di grinta, impossibile non innamorarsi di lei.''
'' Ma poi è successo qualcosa... dico bene?''- fece Kitty apporfittando dell'interruzione del capo della scentifica.
'' Sette anni fa. E' iniziato tutto sette anni fa, quando si è accorta di essere incinta... dovevi vederci. Eravamo innamorati... un bambino poi, la cosa più bella del mondo... credevamo che non fosse possibile essere più felici... poi, tutto è imploso: Sophie ha perso nostro figlio.''
'' Come... si, insomma, come è successo?''
'' E chi lo sa... aborto spontaneo. Sempliciemente, qualcosa che doveva succedere.''- spiegò Philip con il tono di chi aveva subito una ferita che a poco a poco aveva smesso di sanguinare, ma che bastava stuzzicare un minimo per causare una nuova ed inarrestabile fuoriuscita di sangue.
'' Da allora... è cambiato tutto. Non era più la mia Sophie...  si, a poco a poco ha ripreso i ritmi vitali, ma senza la vivacità e voglia di vivere che mi aveva conquistato. Ho cercato di starle vicino, ma dopo sei mesi...''
Da allora era facile intuire cosa fosse successo. Anzi, lo vedeva chiaramente scorrere di fronte ai suoi occhi, come se fosse un film di serie B... Donovan che gli offriva il suo appoggio, una spalla amica su cui sfogarsi, una birra dopo il lavoro, un bacio... e da un incontro se ne erano susseguiti tanti altri.
Un modo come un altro di reagire al dolore della perdita e al grigiume in cui erano finiti lui  e sua moglie.
'' Penserai che sono un mostro, un vigliacco senza spina dorsale, vero?''
'' Ammetterlo è già molto.''- fece Kitty -'' Però... posso darti un consiglio? Pensa attentamente a voi... la vita è troppo breve per passarla a pentirsi di non aver fatto il massimo per una persona di valore.''
'' Che vuoi dire?''
'' So che scappare, trovare un modo per fingere ed ostentare una ritrovata ragione per vivere sarebbe il modo più facile... ma prima ti luccicavano gli occhi quando parlavi di tua moglie.''- cosa che invece non accadeva quando a volte parlava di Sally o la nominava -'' La ami ancora. Ha bisogno di te. Ed è viva, in salute, e puoi fare molto per aiutarla. Non buttare questa possibilità. Un giorno potresti pentirtene... e passare la vita come pasto fisso dei rimorsi è brutto. Molto.''- nel dir così si alzò -'' Ora scusa, ho del lavoro da sbrigare.''
Anderson non fece nulla per bloccarla, aveva ascoltato tutto in religioso silenzio, ma più per sbarlordimento che per altro.
Catherine aveva solo ventidue anni. Una giovane donna, molto intelligente, bella e sveglia... ma per tutti coloro che lavoravano lì, data la sua giovane età, era poco più di una bambina.
Francamente si stupiva che una ragazza così giovane fosse già così matura... poi si ricordava di chi era sorella. E tutto tornava.
Una cosa però gli dispiaceva. Di non averla incontrata prima.
In quel momento desiderò con tutto il cuore averla incontrata sette anni prima. Al posto di Sally.
Non per portarsela a letto, dato sette anni prima la sorella di Holmes aveva solo quindici anni, ma per avere qualcuno che desiderava sul serio aiutare lui e Sophie, senza maschere ed altri fini.
Forse, se l'avesse incontrata prima avrebbe evitato di sentirsi lo schifo che si sentiva in quel momento.

  
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