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Autore: Gem    25/01/2017    1 recensioni
Questa è una raccolta di storie slegate tra loro e scritte per Promptember. Appariranno molti personaggi, ma la maggior parte delle fanfic sono AU e dedicate a Milo e Camus. Moltissimi generi presenti: storico, commedia, fantascienza etc.

«Vedi Cappuccetto?» il cacciatore, vestito interamente di nero, si sistemò un’arma in spalla spostando i lunghi capelli biondi dietro la schiena. Poi si avvicinò verso la creatura senza vita. «Tutti i bambini vogliono diventare cacciatori, non corrieri…»
«Smettila di chiamarmi Cappuccetto, Milo.» sentenziò severamente il corriere. «Non ho tempo per te. Il locandiere mi aspetta a Newark.»
Il bambino sbirciò il cacciatore.
Quel Milo si chinò accanto al corpo e, prese delle funi dalla cinta, iniziò a legare gli arti al corpo. Non si degnò di rispondere.
Il corriere allora avanzò di un passo. «Ci vediamo.»
«Se ti chiamo Camus resti?»
«Quando lavoro sono Corriere Rosso 11.»
«Dai, Cappuccetto è più simpatico.» il cacciatore iniziò a trascinare il corpo della bestia.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Gold Saints, Scorpion Milo, Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Incontri ravvicinati del terzo tipo
Rating: verde.
Tipologia: one-shot.
Genere: generale, commedia, paranormale.
Pairing: Milo/Camus
Personaggi: Milo, Camus
Avvertimenti: POV di Camus, AU, slash.
Parole: 743
Note dell’autore: se vi piace il genere, qui c’è altro http://unicagem.tumblr.com/tagged/mc%20alien%20au
Prompt:
 
Person A is a paranormal investigator and person B is secretly an alien.
By @otpprompts
 
«Tieni. Tu prendi il micro radar e il penetrometro. Io tengo il resto.»
Camus si fece scappare un impercettibile risolino.
«Che cos’è il penetrometro?» chiese, osservandolo. «Una specie di giocattolo per adulti?»
Nell’abitacolo della macchina c’era poca luce, ma fu sufficiente affinché Camus vedesse un’espressione di disappunto stamparsi sul viso di Milo.
«Dobbiamo misurare il grado di pressione del suolo.» spiegò compunto. «L’area interessata dal cerchio nel grano potrebbe essere compromessa.»
Camus annuì.
«E poi a te non servono quei tipi di giocattoli…» proseguì Milo, sbattendogli una mano sulla coscia. «Mio caro siberiano, tu vieni dalla ghiacciata terra degli alieni, dovresti essere meno focoso e più esperto di EBE…»
«Beh, non c’è mai stata occasione di visitare un cerchio nel grano insieme.» si giustificò Camus. «Spero che il proprietario del terreno non ci noti.»
Gettò un’occhiata fuori dal finestrino. Uno spicchio di Luna illuminava un campo di grano molto vasto, che occupava quasi tutta la sua visuale. La piccola mulattiera in cui s’erano fermati era grande appena per far passare l’automobile, e sembrava scomparire tra gli arbusti.
«Dai, scendiamo.» disse Milo.
Camus lasciò l’auto e continuò a guardarsi intorno. Il cielo era molto terso, probabilmente a causa dell’aria fresca, e lasciava intravedere moltissime stelle. I fari della macchina erano l’unica luce presente in quella zona.
«Pensi davvero che gli alieni verranno anche questa notte a fare cerchi nel grano?» chiese, non senza una certa perplessità.
Milo si appoggiò al cofano dell’auto e sbuffò. «Senti Camus, non lo so. Ma ieri è successo ed è meglio controllare la zona anche questa notte. Mi avevi detto che non mi avresti preso in giro.»
«Non è quello.» s’indispettì Camus. «Guarda che mi diverto con te. Anche se preferisco cercare fantasmi nei castelli…»
«Gli alieni sono sopravvalutati, eh?»
Camus scosse la testa. «Al contrario. Secondo me sono imprevedibili e intelligenti, e non si mostrerebbero due volte nello stesso punto.»
«Ah, errore.» Milo lo corresse subito. «Molti rapimenti alieni avvengono negli stessi luoghi. Documentati sull’Alaska e poi fammi sapere.»
Camus alzò le spalle e si avvicinò a lui. Aspettò che quello si sistemasse in spalla un ingombrante zaino pieno di attrezzature, poi lo aiutò a fissare alcune cinghie.
«Andresti a letto con un alieno?» domandò poi senza preavviso.
Milo volse appena il capo. «Secondo te potrei barattare te per un grigio?»
«Per la scienza?»
Milo sghignazzò. «Sono un investigatore del paranormale, non un pazzo…»
Un sibilo interruppe il silenzio. Milo, già bardato di tutto punto, saltò su se stesso come se il peso delle attrezzature fosse inesistente.
«Cos’è stato?!»
Camus si volse ansioso verso l’auto, poi alzò lentamente lo sguardo al cielo. Affondò le unghie nel braccio di Milo mentre iniziava a stringerlo senza sosta.
«Milo…»
Anche quello alzò lo sguardo.
Sette luci, disposte in una formazione a V, si trovavano stazionarie proprio sopra di loro. Non erano stelle: erano troppo grandi, e poi – notò subito Camus – non arrivavano a illuminare fino a terra. Erano… globi di luce in volo.
«Camus…» disse solo Milo, afferrandolo per il cappotto.
Le luci, così com’erano apparse, scomparvero con un sibilo.
I due si guardarono negli occhi. Poi Milo iniziò a gridare.
«Oh mio Dio! Oh mio Dio!!» le grida erano frammiste a risate confuse. «Cosa cazzo erano quelle?! Oh mio Dio!»
Camus si portò una mano alla bocca. «Non può essere.»
«Salta in macchina Camus, le seguiamo!» Milo si sfilò lo zaino e lo gettò senza troppi convenevoli sui sedili posteriori dell’auto. Si sedette poi al posto del guidatore. «Dai, vieni!»
Camus lo imitò.
«Oh mio Dio!» fece ancora Milo, afferrando il volante.
«Metti in moto, su!» lo incitò Camus.
Milo prese un lungo sospiro. «Aspetta. Quest’ufo mi ha emozionato. Devo fare pipì.»
Camus si fece sfuggire un sorriso e guardò Milo scendere dell’automobile in gran fretta. Certamente quella serata non sarebbe stata mai dimenticata.
Allora, è piaciuto lo spettacolo al tuo umano?
Camus si tastò il collo con entrambe le dita, con delicatezza.
«Grazie ragazzi. Milo ci teneva molto.»
Una voce giunse direttamente nella sua mente.
Non c’è di che. Vuoi i moduli per l’abduction o è ancora troppo presto?
Camus gettò un’occhiata fuori dall’abitacolo, verso Milo, sul ciglio della stradina.
«Questo umano è una brava persona.» commentò. «Chiederò l’autorizzazione per far di lui un visitatore.»
Ah, fai sul serio! Beh… cerca di prepararlo alle tue squame nel frattempo!
«Le squame saranno l’ultima cosa a interessarlo, credimi…» rispose, immaginando già l’entusiasmo di Milo nel visitare il suo pianeta di origine.
  
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