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Autore: irene_alice    28/01/2017    1 recensioni
Una ragazza che vuole evitare la realtà della sua vita da nobile, come rinchiusa in una gabbia d'oro. Un ragazzo oscuro con un segreto a cui la curiosità non può resistere. Un sipario socchiuso su un mondo troppo magico per essere vero. Ma se esistesse stravolgerebbe tutte le credenze umane.
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elisa si svegliò in una posizione scomoda, era ancora sulla poltrona di quella specie di sgabuzzino. Aveva letto due libri interi e poi si era addormentata, ora era pomeriggio inoltrato e sicuramente gli ospiti erano già arrivati da un pezzo. Si sentiva in colpa per quello che stava facendo, sicuramente sua madre si stava preoccupando seriamente per lei. Eppure, per quanto ci provasse, non riusciva a trovare il coraggio di uscire all'aperto e ricevere quell'anello che tutte le amiche le ammiravano e invidiavano. In quel momento l'unica amicizia che le importava era quella dimostrata dal ragazzo che le aveva trovato quel nascondiglio così perfetto. Nessuno, in tutto quel tempo era ancora riuscito a trovarla.

Jay seguì le ricerche da lontano, e quando fu il suo turno per l'interrogatorio finse di non sapere nulla, occhi vuoti e voce depressa erano sempre la tecnica migliore. Nessuno avrebbe sospettato di lui. Nessuno sospettava mai di lui. E la cosa gli andava a genio.

Quella sera Jay volle mangiare in camera. Nessuno obiettò, tutti lo ignorarono e lui portò via una porzione in più senza che nessuno ci facesse caso. Gli appartamenti dei servitori erano vuoti, c'era solamente un ragazzo all'entrata, ma non era la prima volta che Jay lo copriva facendo la sua parte di lavoro perché potesse andare a trovare la sua famiglia, dunque passò più o meno inosservato mentre entrava dal portone. Nessuno però lo vide mentre entrava nella stanza dove era nascosta Elisa.

-qualcosa da mangiare- le parlò con un aria torva, quasi da rimprovero. -grazie- Elisa era intimorita da quel ragazzo, e non solo perché vestiva solo di nero, ma non riusciva a capire perché la stesse aiutando. Che cosa ci guadagnava lui da tutto questo? Si limitò tuttavia a mangiare, evitando di guardarlo negli occhi. Lui invece si sedette a terra e aspettò che la ragazza finisse di mangiare. Quando Elisa finì, cominciò a rendersi conto della gravità di ciò che stava facendo, scomparire così, stava facendo preoccupare i suoi genitori. -forse dovrei tornare...- esitò. Jay la guardò senza dire niente poi le passò un sacchetto di stoffa che aveva appena tirato fuori da uno dei tanti scatoloni sparsi sul pavimento. Elisa lo prese, esitante, e lo aprì. Jeans, e una maglietta, nera, troppo grande per lei. -non ho trovato niente della tua taglia- nel suo tono non si leggeva nessuna volontà di giustificarsi. Era semplicemente così. Elisa rimase stupita, lo sguardo fisso su di lui. Ma non per i jeans, che non aveva mai potuto indossare per volere della madre, ma perché le aveva dato del tu. Nessun servitore poteva darle del tu, nessuno aveva mai osato darle del tu. Sembrò offesa, per un attimo, poi guardò di nuovo la sacca di stoffa. -se te ne vai non avrai mai più la possibilità di indossare un paio di jeans...- le disse Jay con con un mezzo sorriso. Poi si alzò e uscì dalla stanza.

   
 
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