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Autore: Danmel_Faust_Machieri    28/01/2017    3 recensioni
Sword Art Online e i Souls Game: questa serie vuole provare a coniugare queste due componenti.
Io e il mio coinquilino abbiamo seguito Sword Art Online affascinati dall'idea su cui è stato costruito: l'essere intrappolati in un gioco. Purtroppo siamo rimasti delusi dalle potenzialità inespresse di questo anime. Essendo anche due Souls Player recentemente ci è venuta un'idea: un mondo simile a quello di SAO con un universo narrativo come un Souls. Ci è sembrato qualcosa di interessante: abbiamo creato i personaggi, studiato le meccaniche di gioco e la lore. Naturalmente ci saranno citazionismi più o meno espliciti e ci auguriamo che possa essere un'idea di vostro gradimento.
Naturalmente ci teniamo alla vostra opinione quindi non fate i timidi e fate sentire la vostra voce :)
Siamo Danmel_Faust_Machieri e Djanni e vi auguriamo buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il tempo pareva essersi congelato in quell'attimo. Le parole di Salazar ancora rimbombavano per l'anfiteatro e ognuno se le ripeteva in testa. Il mago riprese a parlare "Abbiamo già deciso di mettere insieme una squadra che si occupi delle ricerche… Io e Tempesta saremo a capo di questa…"
All'improvviso un chierico, vestito con indumenti che lo ricollegavano alla gilda delle Guardie Notturne, si alzò in piedi e urlò "E lo scontro con il boss del piano 48?"
Tempesta si portò accanto al compagno "Al momento vorremmo dare la massima priorità al ritrovare il generale…"
Non avesse mai detto quelle parole: parve sollevarsi una rivolta; quasi tutti i giocatori si alzarono in piedi urlando proteste e contrappunti. Il caos si stava facendo largo in quell'area abituata ad un sereno confronto; molti si avvicinarono al palco come nel tentativo di prevaricare con i loro commenti gli altri. Salazar e Tempesta dovettero indietreggiare di qualche passo scambiandosi sguardi preoccupati.
"Santi numi…" disse Riccardo impaurito "Se qualcuno non fa qualcosa potremmo trovarci davvero nel mezzo di una ribellione"
"Però c'è un qualcuno a cui, tutto questo, fa parecchio comodo" commentò Lorenzo additando un tranquillo e sorridente Zarathustra.
Nicolò poteva intravedere gli occhi del barbaro e leggeva in essi l'intenzione di farsi avanti… Lui doveva fare qualcosa… Intervenire… Ma come… Gli tornarono in mente le parole di Feril e il loro combattimento.
Zarathustra si schiarì la voce, si mise in piedi ma, ancor prima che potesse proferire la metà dell'inizio di un suono, un urlo proruppe dalle ultime file "Buffoni! Cos'è questa confusione scortese!?"
L'anfiteatro si voltò interamente verso chi aveva proferito quella frase: Orpheus. Il bardo nel mentre si era già alzato in piedi e si stava facendo largo attraverso la folla scostando le persone con il bastone da passeggio; per lui fu uno sforzo enorme passare in mezzo a tutta quella gente senza svenire ma, arrivato davanti al palco, con un balzo prese possesso del centro di esso e, immaginando di essere nel mezzo di una sua lezione, iniziò a parlare "Non c'è bisogno di preoccuparsi riguardo l'avanzare all'interno del gioco! Ci atterremo al solito modus operandi: mentre Salazar, Tempesta e altri giocatori si occuperanno delle ricerche del generale, io e la mia gilda ci occuperemo di fare la prima analisi riguardo il boss del piano, una volta effettuata questa elaboreremo una strategia insieme agli altri colonnelli della prima linea!"
"Perché proprio la gilda Vitriol dovrebbe occuparsi dell'analisi del boss?" urlò un guerriero che vestiva l'armatura della gilda di Zarathustra.
"Anzitutto la "V" di Vitriol si pronuncia "U" perché è latino!" iniziò a scaldarsi Nicolò "In secondo luogo io e la mia gilda ci siamo occupati spesso di questo incarico riportando risultati molto apprezzati dal generale e per questo siamo i più adatti a svolgere il compito"
Quasi tutti i giocatori si stavano convincendo ma Nicolò si accorse che Zarathustra bisbigliò qualcosa all'orecchio del paladino che gli sedeva accanto e, subito, questi, alzandosi, urlò "È solo un trucco per prendere il posto di Linton! Una volta che tornerai ti comporterai come se fossi tu il generale! E in men che non si dica rimpiazzerai Linton! E diciamocelo: tu sei uno dei più deboli qui!"
Nicolò aveva sempre mostrato ottime abilità in battaglia e per questo era annoverato tra i 5 migliori combattenti della prima linea eppure, grazie alle viscide parole del paladino, molti di coloro che assistevano alla riunione si alzarono convinti che il bardo fosse un vile traditore incapace di maneggiare una spada. Le lamentele e i commenti ingiuriosi rivolti a Orpheus iniziarono a diffondersi di giocatore in giocatore come in un telefono senza fili dove le parole comprese da tutti erano "Traditore", "Incapace", "Vattene".
Nicolò strinse saldamente l'impugnatura del bastone e sorrise: non aspettava altro. Batté ripetutamente il bastone per terra smorzando leggermente quel vociare confuso e urlò a gran voce "Se non la smettete subito con questa sciocchissima illazione vi schiaccio in una volta!"
Un quasi-silenzio fece eco alle sue parole ma il bardo, non soddisfatto ancora, guardò negli occhi Lorenzo; il monaco capì subito quello che doveva fare e, dopo aver sbuffato ed essersi alzato, urlò "Ma non siete Sansone!"
Le risate si diffusero tra le gradinate e, insieme a loro, le ingiurie e le illazioni ripresero forza.
Il volto del bardo si piegò in un ghigno astuto ma subito divenne una maschera impassibile in cui si mescolavano rabbia e serietà; saltò giù dal palco mentre switchava il bastone da passeggio con la falce, i giocatori davanti a lui si allontanarono impauriti come se Orpheus si fosse tramutato improvvisamente in un nemico.
Nicolò iniziò ad urlare girando per l'anfiteatro "Io ordino che non si muova foglia e collettivamente sfido chi ne abbia voglia! Avanti, eroi di ogni età! Distribuirò dei numeri per le priorità! Suvvia chi vuole aprire la gloriosa lista?!" fece saettare gli occhi verso un mago e, con la mano, ne afferrò il bavero della giacca "Voi signore?!" domandò il bardo.
Il mago impaurito scosse rapidamente la testa e Nicolò, lasciandolo andare si rispose da solo "No". Allora il ragazzo vide un cavaliere che tentava di allontanarsi e, trattenendolo per il braccio, gli chiese "Voi messere?"
Ma anche questi scosse il capo e, dopo aver lasciato la presa, il bardo riprese "No… Il primo duellista sia certo che, con tutti gli onor, sarà servito! Tutti quelli che vogliono morire alzino il dito!"
Nessuno ebbe il coraggio di fare quel gesto, nessuno ebbe il coraggio di affrontare uno dei due Consapevoli, uno dei colonnelli della prima linea, Orpheus il bardo; è facile farsi grandi dietro le parole, quello che conta è dimostrare tali parole. Facile è gonfiare le parole di coraggio, difficile è riempire con tali parole l'azione.
"Il pudore non tollera vedere un'arma al nudo?" domandò Nicolò dopo aver atteso qualche secondo nella speranza di trovare un avversario pronto a far valere le parole dette poco prima, poi, continuò "Non un nome? Non un dito? Bene! Io qui concludo! Io voglio liberare la prima linea con lo spurgo di queste dicerie immonde! Se no è bene…" portò la lama della falce davanti a lui "Il chirurgo!"
Il silenzio da allora fu assoluto. Nicolò sorrise tornò sul palco "Credo che a questo punto non ci sia tanto altro da dire" si voltò verso Salazar e Tempesta i quali annuirono divertiti per la performance del bardo.
"Molto bene!" riprese lui raggiante in volto "Domani alle 9:00 ci ritroveremo qui per discutere riguardo la strategia per affrontare il boss e speriamo anche per avere novità riguardo Linton. A domani signori!" e, così dicendo, uscì insieme a Salazar e Tempesta dalle quinte.
Lorenzo si stiracchiò e sbuffando, disse "Certo che la maschera di Cyrano piace proprio tanto a quest'uomo…"
In quello stesso momento Zarathustra e il paladino che gli sedeva accanto passarono alle spalle della gilda Vitriol. Alessandro, grazie alla sua elevata abilità Ascoltare, riuscì a sentire ciò che il barbaro stava bisbigliando all'orecchio del suo sottoposto "Vorrà dire che attenderemo fino all'insuccesso dei Vitriol… Tanto, si riveleranno i buoni a nulla che sono"
Il barbaro riferì le esatte parole ai compagni e, subito, Lorenzo commentò "Non accetto una cosa simile!"
"Lo so… Ma gli faremo vedere noi quanto valiamo!" tuonò orgogliosa Camilla.
"Eh? Io non mi riferivo a quello" commentò Lorenzo "Nico l'ha appena detto! La "V" di Vitriol si legge "U"… È latino!"

Salazar e Tempesta stavano decidendo chi si sarebbe unito alla loro squadra di ricerca quando la gilda Vitriol entrò nella grande stanza adibita allo studio delle tattiche militari. 
"Oh, eccovi qua!" sorrise Tempesta "Ascolta… Orpheus" continuò il combattente "Ti dobbiamo ringraziare per il tuo intervento oggi, non voglio sapere a cosa saremmo arrivati senza di te"
"Troppi complimenti" rispose il bardo in maniera impacciata e arrossendo.
"Tempesta ha ragione; sei stato provvidenziale" rincarò la dose Salazar.
Il bardo allora tacque particolarmente imbarazzato per quei complimenti così esagerati secondo lui.
"Comunque" riprese a dire il mago "Abbiamo qui i dati riguardo il dungeon dove si trova il boss del piano 48: si chiama "Catacombe dimenticate" e si trova nell'area a nord-est del piano… Comunque qui avete le indicazioni per arrivarci e qui avete un pianta dell'area con indicati relativi nemici e trappole" e digitando alcuni comandi a Nicolò apparve la richiesta "Accettare dono da Salazar?"; il bardo rispose in maniera affermativa e, dopo aver aperto il menu, fece comparire sull'ampio tavolo al centro della stanza due rotoli di pergamena che srotolò con l'aiuto di Lorenzo, Alessandro e Tempesta.
"Mi sembra un dungeon non molto intricato…" osservò Riccardo dando una prima occhiata alla mappa "Eppure c'è qualcosa di strano…"
"Che vuoi dire?" domandò Camilla avvicinandosi al chierico.
"Beh… Vedete… Dalla mappa emerge che la stanza del boss dovrebbe essere incredibilmente piccola" infatti, la porta indicata con un teschio (Porta che quindi indicava l'ingresso alla boss-room) era posizionata praticamente in fondo al dungeon e si poteva intuire che questa si apriva su una piccola stanzetta che occupava l'area vuota lasciata dalle altre stanze.
"Infatti anche noi abbiamo notato questa particolarità" confermò Tempesta "E secondo noi c'è un'unica soluzione"
"La boss-room è in ulna stanza sotterranea" disse Lorenzo trovando il consenso nell'annuire dei due colonnelli appartenenti alla gilda del Sangue di Drago.
"Allora non abbiamo idea di quanto essa possa essere vasta" commentò Camilla preoccupata.
"Già… Questo infatti sarà un compito piuttosto ingrato per voi" disse Salazar dispiaciuto.
"Non vi preoccupate!" sorrise Alessandro "Ce la faremo!"
"Esatto!" confermò Nicolò "Alla fine faremo quello che abbiamo sempre fatto! L'importante e che voi ritroviate Linton!"
"Potete contarci!" sorrise convinto Tempesta.
"Ma… Intendo dire… Se doveste scoprire che Linton è… Morta?" domandò Camilla con un filo di voce.
"Impossibile!" rispose subito Salazar "Nel momento in cui un giocatore muore tutti i giocatori con cui ha stretto amicizia ricevono un avviso di morte; dato che tutti noi abbiamo Linton tra gli amici e dato che non abbiamo ricevuto alcun messaggio vuol dire che Linton è là fuori, da qualche parte, e noi la troveremo!"
In quello stesso momento la porta della stanza di aprì e da essa comparve Orias che, senza aspettare nessuno, disse "Quando partiamo per cercare Linton?"
"Orias!" esclamò stupito Salazar "Non ci aspettavamo che tu…"
"Non vi aspettavate che cosa?" domandò lui "Mah, non ho tempo per le vostre frasi lasciate a metà, vi aspetto di fuori!" e subito si voltò ma, prima di lasciare la stanza, aggiunse "Consap… Anzi no, Orpheus! Grazie a Dio oggi hai mostrato le palle" e uscì sbattendo la porta.
Per un attimo rimasero tutti in silenzio stupiti da quella interruzione così inaspettata mentre Alessandro lasciava scappare un sorriso sulle sue labbra. Lentamente tutti ripresero a parlare, a discutere e, dopo qualche secondo riavvolte le mappe ed impugnate le armi, ognuno era pronto a seguire la sua strada.

Seguendo le indicazioni  e i sentieri indicati sulle mappe la gilda Vitriol raggiunse in breve tempo la porta che conduceva alla boss-room del piano 48. I ragazzi si scambiarono degli sguardi per convincere sé stessi e gli altri e poi varcarono l'immensa porta in ebano; era necessario essere minimo di livello 78 per accedervi e, fortunatamente, tutti avevano già superato quel livello. I cinque amici si affacciarono su delle scale a chiocciola che si immergevano nell'oscurità più assoluta; le percorsero lentamente, temendo che da un momento all'altro potesse comparire davanti a loro una qualche creatura, ma, dopo minuti passati a scendere gli scalini, i ragazzi giunsero ad un altro piano trovandosi difronte un arco in pietra che immetteva in una nuova stanza.
"Al di là di questo arco ci sarà il boss" osservò Lorenzo scrocchiandosi le nocche.
"Siamo pronti ragazzi?" chiese Nicolò ai ragazzi. Un comune accennare con il capo rispose a quella domanda.
La stanza della boss-fight era immensa, altissima e illuminata da dei funghi luminosi che crescevano sul soffitto; le pareti in cui riposavano i defunti, in cui si trovavano bare e urne, si intrecciavano formando una specie di labirinto cupo e tetro.
"Oh cazzo…" Commentò Alessandro guardandosi intorno "Questo posto è dannatamente immenso"
"Dove potrà essere il boss?" domandò Camilla.
In quello stesso momento iniziarono a sentirsi dei passi che avanzavano verso i ragazzi. Da dietro una parete comparve una sagoma che avanzava con passo baldanzoso: un uomo incappucciato e avvolto totalmente in un mantello nero come la notte, l'oscurità che lo avvolgeva si spezzava nel suo volto che era coperto interamente da una maschera bianca con un grande becco arcuato: una maschera da medico della peste veneziano. I ragazzi lo osservarono attentamente preparando le armi e lui iniziò a dire "Li vedo… Mondi antichi… Dimenticati… Vedo colori che si stagliano contro il cielo… Luci da inseguire…"
In quello stesso momento, sopra di lui, comparve il nome "Folle Sognatore" e 6 barre di vita. I ragazzi stavano per attaccarlo ma lui subito si mise a correre e a nascondersi in mezzo a quel dedalo di morte. 
"Ma che…" Riccardo rimase stupito per l'imprevedibile comportamento di quel boss "Un boss che fugge come uno scemo è cosa rara"
"A quanto pare non ci vogliamo far mancare niente" commentò Lorenzo "Allora… A questo punto come agiamo?"
Nicolò si poggiò un attimo alla falce per pensare e poi disse "Allora, innanzitutto dobbiamo mappare tutta la stanza e poi ci interesseremo del boss… Naturalmente se ce lo dovessimo trovare davanti dobbiamo studiare a quali attacchi è debole e a quali invece è resistente quindi dovremo provare anche a combatterlo…"
"Bene però questa stanza è veramente troppo ampia… Ci impiegheremo un sacco di tempo a mapparla tutta" osservò Camilla.
"Infatti ci divideremo" rispose il bardo "Tu, Riccardo e Alessandro andrete verso sinistra e cercherete di disegnare la mappa di quell'area mentre Lorenzo ed io andremo verso destra. Riccardo, tu che sei quello meno d'attacco del tuo gruppo ti occuperai di disegnare la mappa… Tanto hai della pergamena ed un carboncino no?" il chierico annuì "Molto bene, io mi occuperò di disegnare l'altra metà"
"Ma come farete a difendervi? Insomma, voi siete soltanto in due" chiese la maga preoccupata.
"Non temere" sorrise il bardo portandosi davanti al volto la mano destra equipaggiata con l'Artiglio di Mneninn "Dovrei riuscire ad alternare disegno ed attacchi in maniera piuttosto efficiente"
"Ascoltate" disse Riccardo rivolgendosi a Nicolò e Lorenzo "Siccome io non potrò curarvi vi lascio una decina di pozioni curative… Mi raccomando, state attenti" e i due accettarono il dono annuendo nel tentativo di tranquillizzare l'amico.
In quel momento il boss si mise ad urlare nuovamente "Oh sì! Un regno incastonato nello smeraldo che pende dall'abbraccio di una collana bianca come l'avorio… Oh lì deve nascondersi colui che fa fiorire i mondi" quelle parole risuonarono per tutta l'arena e subito Alessandro domandò "Secondo voi queste frasi hanno un qualche senso?"
"Mmm… Non ne ho idea" rispose Lorenzo "Comunque varrà la pena appuntarsele da qualche parte" propose guardando Nicolò che subito ammonì trascrivendo quello che avevano appena sentito.
"Molto bene ragazzi, andiamo!" disse il bardo a gran voce e i due gruppi si divisero pronti ad analizzare quel luogo.

"Beccati questo bastardo!" urlò Camilla colpendo il Sognatore con una sfera di magia arcana. Il nemico venne colpito e balzò all'indietro per poi fuggire in un corridoio di destra.
"A quanto pare accusa in maniera neutra anche il danno da magia Arcana" commentò la ragazza sbuffando.
"Hai visto per caso quanta vita gli rimane?" domandò Alessandro mentre copriva le spalle di Riccardo che, seduto sopra il suo Izanog, era impegnato a segnare la strada che avevano fatto sulla pergamena.
"La prima linea di vita è andata interamente e il mio danno le ha scalato qualche punto anche dalla seconda…" disse la maga.
"Mmm… Calcolando che io gli ho inflitto tre colpi scalandole metà vita, che quindi anche Nicolò e Lorenzo gli devono aver fatto del danno e che tu l'hai colpito una sola volta non mi sembra che questo boss abbia difese troppo alte" commentò Alessandro.
"Probabilmente il difficile di questa boss-fight deve ancora venire" si limitò ad osservare Riccardo.
"Ahahahahahahah" la risata inquietante del boss risuonò nuovamente per tutta l'arena "Eccolo! Il mondo che arde trascritto sui fogli con una lava incandescente che non conosce riposo… Oh lì deve nascondersi colui che più di tutti patì il tradimento"
"Hai segnato anche questa?" domandò Lorenzo a Nicolò.
"Segnata, segnata; non preoccuparti" rispose il ragazzo.
"Secondo te a che "mondi" si riferisce con le sue parole confuse?" continuò a chiedere il monaco.
"Non ne ho assolutamente idea… Ha parlato fino ad ora di due mondi… Uno ricorda la primavera, ha parlato di fioritura… L'altro l'estate? Parlando di lava, quindi fuoco, caldo e affini…" Provò ad ipotizzare Nicolò "Però c'è un'altra cosa che mi incuriosisce: questo "tradimento" di cui ha appena parlato… Sentiamo se avrà altro da dire"
I due ragazzi mentre discutevano arrivarono ad un bivio "Destra o sinistra?" domandò Lorenzo.
"Sinistra, da destra ci siamo già passati" rispose Nicolò consultando la mappa che stava tracciando passo dopo passo.
"Ben… OH SANTO DIO!" urlò Lorenzo spaventato dall'apparire del Sognatore a qualche metro da lui.
"Abbassati!" disse Nicolò serio e, non appena l'amico si abbassò, il bardo lanciò un Globo Oscuro contro il boss che perse 1/5 degli HP della seconda barra per poi tornare a fuggire.
"Puttana… Mi ha fatto venire un infarto" commentò Lorenzo stringendosi il cuore.
"Gli altri gli hanno già fatto un bel danno… Potremmo anche preoccuparci solo della mappatura ora come ora…" propose Nicolò ma Lorenzo si oppose "Non credo sia l'idea migliore… Una boss-fight così semplice mi sembra una trappola troppo evidente… Probabilmente questo boss ha una seconda fase, una trasformazione, qualcosa insomma che metta in difficoltà… Dobbiamo vedere se questa seconda fase scatta, poi potremo ritirarci"
"Hai ragione" disse Nicolò approvando il piano dell'amico. Lo inseguirono di corsa, riuscirono a circondarlo e a bloccargli ogni via di fuga così gli azzerarono anche gli HP della seconda berrà di vita ma poi lui corse contro Nicolò atterrandolo e fuggendo  urlò a gran voce "Quello invece è il mondo che riposa sommerso da una neve che si agita ad un tratto e poi riposa fino all'atto… Lì deve essere imprigionato il placido serpente…"
"Aspettate un attimo!" disse Riccardo "Probabilmente Nicolò e Lorenzo gli hanno esaurito l'altra barra della vita!"
"Come fai a dirlo?" comandò Alessandro.
"Beh, se ci pensi le frasi le ha pronunciate quando è comparso e prima quando gli abbiamo azzerato una barra di vita. È probabile che ad ogni barra azzerata coincida una frase"
"Mi sembra un discorso sensato" commentò Camilla "Eppure… Ha sei barre, gliene abbiamo già eliminate due e ancora non è entrato in una nuova fase? Mi sembra molto strano…"
"Vabbè, alcuni boss entrano nella seconda fase solo quando fil rimane una barra… Quindi…" osservò Alessandro poggiando per qualche secondo la pesante ascia bipenne a terra.
In quello stesso momento, come un fulmine nero, il Sognatore passò in mezzo ai tre prendendoli alle spalle e li colpì con un fendente. Alessandro perse circa 1/12 degli HP totali, gli altri due ragazzi circa 1/8 mentre Izanog ne perse 1/10.
"Fottiti…" Commentò Alessandro riimpugnando saldamente l'ascia e cercando con lo sguardo il nemico che, però, era nuovamente sparito.
"Voi avete visto con cosa ci ha colpito?" domandò Riccardo mentre curava i compagni e sé stesso.
"No… Eravamo distratti… Se fossimo stati più attenti ci saremmo anche potuti parare…" commentò Camilla.
"Credo che si sia attivata la sua seconda fase… Ora dobbiamo stare particolarmente attenti…" disse Alessandro mentre faceva cenno agli amici di rimanere dietro di lui. I tre voltarono l'angolo a sinistra e prontamente Alessandro parò un fendente verticale tenendo l'ascia in posizione orizzontale. Alzò lo sguardo e vide difronte a sé la maschera da medico della peste "Stronzo… Pensavi di fregarci un'altra volta? Camilla!"
La ragazza subito affiancò il barbaro e cercò di colpire il nemico con un Globo Arcano però il boss prontamente girò la sua arma e con essa si parò parzialmente dal colpo poi, dopo aver effettuato un balzo all'indietro, riprese a fuggire.
"Quella era una spada" disse Camilla "Ma non una spada comune… Era una spada magica" 
"Come puoi dirlo?" domandò Riccardo.
"Vedi, nel corso dei miei allenamenti con Linton ho imparato che le spade normali non possono mai difendere dalla magia, nemmeno in modo parziale; le uniche armi che possono farlo sono quelle magiche" spiegò la maga.
"Capisco" disse Alessandro "Rik quale zona ci manca da mappare?"
"Abbiamo trascurato una zona all'inizio del dungeon e ne manca una dove si arriva andando avanti da qui… Io direi di tornare indietro e poi tornare in qua" propose il chierico.
"Bene, andiamo"
Mentre i ragazzi tornavano indietro vennero attaccati per tre volte dal boss che, con una serie di violenti fendenti, riuscì a portare tutti e tre al di sotto di metà HP, fortunatamente la presenza di Riccardo e del suo Izanog si rivelò incredibilmente utile; anche i tre ragazzi però non lasciarono uscire indenne il Sognatore riducendogli considerevolmente gli HP della terza barra; a esaurirli del tutto ci pensarono Lorenzo e Nicolò che, data l'assenza di un chierico, si muovevano con molta più attenzione, porgendo orecchio ad ogni suono. Incontrarono il boss solo due volte: la prima li sorprese come aveva fatto con l'altro gruppo, prendendoli alle spalle, ma i due seppero difendersi abbastanza bene; durante il secondo incontro, invece, subirono parecchi danni trovandosi costretti, dopo aver azzerato la terza barra nemica, a bere ciascuno una delle pozioni di Riccardo. Fuggendo dallo scontro il Sognatore Folle aveva proferito un'altra criptica frase "Ed ecco l'altro mondo, racchiuso nell'opera di chi seppe dipingere con colori di cielo… Lì deve dormire colui che non si posa…"
"Grandi!" esclamò Riccardo "Fuori anche la terza barra di vita, ne restano solo tre!"
Alessandro gli tirò un amichevole pugno in testa "Bischero, non siamo qui per sconfiggerlo ma per analizzarlo!"
"Scusate…" sorrise il chierico "Mi sono un attimo lasciato prendere ahahahah… Comunque mi manca solo un area del piano, sarà meglio andarci"
Mentre i tre proseguivano verso il loro obiettivo il Sognatore si fece di nuovo vivo ancora più aggressivo, più folle che mai; i suoi attacchi con la spada erano imprevedibili, incessanti e sgraziati. Il boss ora si intratteneva di più per combattere, balzava indietro non per fuggire ma per caricare affondi incredibilmente potenti. Dopo lo scambio di colpi, prima della fuga del boss, la vita di quest'ultimo era calata di un'altra mezza barra mentre quella dei tre combattenti era scesa al di sotto di metà e anche Izanog non se la stava passando troppo bene.
"Ehi!" Esclamò Nicolò vedendo l'icona di un oggetto per terra e riconoscendone la forma "Quelli sono…" corse verso quel punto e allora Lorenzo gli chiese "Cosa sono?"
Il bardo afferrò gli oggetti e disse sorridendo "Sono gli utili due Frammenti dello Specchio dell'Occhio!"
Lorenzo sorrise all'amico ma subito si accorse che la parete accanto a questi stava cedendo ed, istintivamente, urlò "Nico attento!"
Il bardo si accorse di aver fatto scattato una trappola e subito rotolò in avanti per evitare di rimanere schiacciato dalla parete. Quando la parete cadde i due si ritrovarono separati. "Che coglione…" osservò Nicolò "Cadere in una trappola così banale… Sono proprio un coglione"
"Nico tutto bene?" Urlò Lorenzo dall'altra parte del muro.
"Sì, sì; non ti preoccupare" rispose il ragazzo "Ascolta, ti invio la mappa che ho tracciato fino ad ora e ti segno il punto in cui ci incontreremo tra poco ok?"
"Perfetto!" disse il monaco e in breve tempo ricevette la mappa dall'amico "Bene, io vado, stai attento!"
"Certo, certo! Vedi di fare altrettanto!" Il bardo aspettò un attimo ad avanzare, estrasse dal menu la Cornice dello Specchio dell'Occhio e i vari frammenti; in poco tempo terminò quella specie di puzzle e subito un'icona gli comparve davanti " "Specchio dell'Occhio" aggiunto all'inventario". Incuriosito il ragazzo ne lesse la descrizione e ne rimase stupefatto ma, in quello stesso momento fu colpito ad un braccio dalla spada del Sognatore.
"Seconda cazzatta del giorno…" commentò il bardo mentre impugnava la falce che portava alla schiena "Distrarsi in un momento del genere". Il boss e il ragazzo iniziarono a scambiarsi violenti colpi, tanto che il bardo si ritrovò più volte a dover indietreggiare verso zone che non aveva ancora esplorato e quindi, per lui, diventava sempre più difficile evitare gli assalti nemici. Eppure anche Nicolò sapeva quando colpire e, dopo parecchio mordi e fuggi, riuscì ad azzerare anche la terza barra di vita del nemico. In quel momento una risata agghiacciante si fece largo nell'oscurità di quel luogo "AHAHAHAHAHAH VOI NON POTETE VEDERE! VOI NON SAPETE VEDERE! I VOSTRI OCCHI SONO CIECHI! SOLO POSSO ANDARE DI LÀ DEL VELO!"
Lorenzo ascoltava quelle parole inquietanti mentre correva verso il luogo indicato da Nicolò ma, sentendo dei passi avvicinarsi, si mise sull'attenti e sobbalzò nel momento in cui si accorse che stava per sferrare un pugno in faccia ad Alessandro.
"Ragazzi!" esclamò il monaco accorgendosi di essersi ritrovato con gli altri.
"Lorenzo!" Esclamò subito Camilla "Dov'è Nicolò?!"
"Abbiamo avuto un piccolo disguido con una trappola ma ci aspetta più avanti! Seguitemi!" e così i quattro amici ed Izanog proseguirono verso il luogo indicato dal bardo sempre pronti a difendersi da un assalto del Sognatore.
"Eccoci, giriamo qui e ci…" ma la voce di Lorenzo si interruppe quando si accorse che Nicolò non c'era "Eppure il luogo è questo!" esclamò il monaco preoccupato.
"Credo che si stia scontrando con il boss!" osservò Riccardo.
"Cosa?!" esclamò preoccupato Alessandro.
"Se voi ci pensate la risata che abbiamo appena sentito deve essere stata la reazione del boss all'azzeramento della terza barra di vita… Vuol dire che qualcuno lo sta combattendo in questo momento e, siccome noi quattro siamo qua…"
Tutti si guardarono preoccupati, come potevano trovare Nicolò? Dovevano trovarlo! Dovevano aiutarlo! Non potevano lasciarlo a combattere quell'essere da solo! "Aspettate!" urlò all'improvviso il barbaro "Sento uno sferragliare di armi! Devono essere loro!" e iniziò a correre per i corridoio seguito dagli altri ragazzi.
Nicolò si parò da un fendente verticale che il Sognatore aveva disegnato con la sua spada. Ora si trovavano al centro di una stanza illuminata da delle fiaccole appese alle pareti e, non appena i due furono a qualche metro di distanza, delle ossa sbucarono dal terreno formando come delle sbarre intorno ai due combattenti in modo che nessuno potesse interferire nello scontro da fuori. L'area che le sbarre d'ossa disegnavano era un quadrato di 6 metri per 6 dove diventava incredibilmente difficile per il bardo sottrarsi allo scontro diretto.
"Nico!" urlarono i ragazzi raggiungendo la stanza e vedendo la situazione in cui era venuto a trovarsi il bardo.
"Ragazzi!" disse lui parando un affondo nemico "Oggi come potete vedere non è la mia giornata!"
"Che aspetti Riccardo!" urlò Lorenzo "Curalo!"
"Non posso farlo!" rispose il chierico indicando le rune incise sulle ossa che formavano le sbarre "Queste rune impediscono qualsiasi interferenza da fuori per dentro e viceversa sia fisica che magica"
"Allora tirerò giù le sbarre!" urlò Alessandro tirando un colpo d'ascia contro di queste ma l'arma rimbalzò subito indietro.
"L'ho detto, non possiamo interferire!" ripeté Riccardo.
"Nico usiamo i Marchi del Ritorno!" propose Camilla.
"Guarda..." rispose il bardo affondando un colpo nel ventre del boss "Se 'sto Sognatore mi lasciasse in pace per dieci secondi riuscirei anche a farlo ma lo trovo improponibile ora come ora!"
Non c'erano alternative: Nicolò doveva riuscire a sconfiggere il boss. Il bardo alternava i colpi di falce alle magie che riusciva a preparare in breve tempo, il suo modo di combattere sembrava una danza condotta con accanto un fuoco nero, un alternarsi di schivate e fendenti dove il suo panciotto verde si tingeva ogni tanto di oscurità. Il sognatore invece menava colpi all'impazzata come se avesse perso totalmente il lume della ragione e accompagnava ogni colpo, ogni parata, ogni ferita inferta e subita con una risata che faceva gelare il sangue nelle vene di tutti. I ragazzi al di fuori delle sbarre invece si sentivano impotenti, non si sporgevano troppo  per paura di essere colpiti da quel turbinio di lame ma, allo stesso tempo, avrebbero voluto aiutare l'amico nella battaglia.
Ad un tratto il petto di Nicolò venne trapassato da parte a parte dalla spada del Sognatore e la vita del baro calò fino a raggiungere il 15% degli HP totali.
"Nico!" urlò terrorizzata Camilla mentre gli altri sobbalzarono di paura.
"Non preoccupatevi!" urlò il bardo sfruttando la vicinanza del nemico per trapassargli il petto, a sua volta, da parte a parte, con la lama nera della sua falce. I due avversari si trovavano abbracciati, ciascuno dalla lama nera del nemico. Sorridendo il bardo aggiunse "Ho seguito un consiglio di Kubasa: non temere lo scambio di colpi!" La penultima barra di vita del Sognatore venne azzerata, il viso del bardo e la maschera del nemico si trovarono ad un niente di distanza e Nicolò si lasciò scappare un sorriso, ma, proprio in quel momento, la maschera si ruppe e i suoi pezzi svanirono al suolo. In quel momento il volto di Nicolò si dipinse di terrore quando riconobbe davanti a sé il volto di Linton.

Nicolò estrasse rapidamente la lama dal busto del generale e balzò indietro "Linton!" urlò a gran voce mischiando nella sua voce la preoccupazione e il timore. Tutti guardarono Linton e i loro volti furono vinti dalla confusione e dalla paura. Camilla si portò le mani davanti alla bocca; non sapeva cosa dire. Perché Linton era il boss di quel piano? Cosa era successo? Mentre i ragazzi continuavano a ripetersi nella mente quelle domande il generale tornò ad assaltare Nicolò che, invece, si difendeva senza l'intenzione di colpire.
"Linton che cazzo ti prende!?" domandò il bardo parando un fendente proveniente da destra.
"Conosci un incantesimo per bloccarmi?" domandò allora il generale.
"Cosa?" chiese confuso Nicolò.
"Conosci un incantesimo per bloccarmi o no?!" ripeté Linton.
"S-sì" rispose titubante il ragazzo "Sì ne conosco uno… Perché?" 
"Utilizzalo su di me appena puoi!" disse mentre indietreggiava per caricare un affondo.
In quello stesso istante Nicolò si portò la mano destra davanti a sé e un liquido nero iniziò ad uscire dai pennini posizionati sulla punta delle dita, dal liquido si sollevò un fumo nero che iniziò ad allontanarsi dal bardo dirigendosi verso la paladina. Nel mentre la giovane donna aveva finito di caricare l'affondo e scattò verso il bardo ma la punta della spada cozzò contro una superficie nera semi-trasparente e subito il generale si ritrovò imprigionata in un prisma di oscurità creato dall'incantesimo di Nicolò.
"Grazie a Dio" ringraziò Linton mentre confinava a battere con le braccia contro le pareti generate dall'incantesimo "Per quanto durerà questo incantesimo?"
Nicolò esitò qualche secondo a rispondere "H-ho utilizzato molto mana nel corso del nostro scontro quindi… l'incantesimo durerà circa una decina minuti…"
"Va bene; il tempo dovrebbe bastarmi ma dovete ascoltarmi molto attentamente intesi?" chiese il generale e, dopo aver visto annuire tutti confusi, riprese a parlare "Quando dissi di essere una professoressa di latino vi mentii; in realtà io sono un'esperta di mitologie e, queste mie conoscenze, mi hanno fatto lavorare spesso con programmatori di videogiochi e simili. L'ultimo lavoro per la quale sono stata contattata è stato quello di collaborare alla realizzazione di Last Soul Online; naturalmente mi fu chiesto semplicemente di studiare qualche intreccio narrativo relativo ad alcune missioni e ad alcuni aspetti della trama principale. La missione di Etnalta, quella incentrata sulle fatiche di Ercole e anche la storia dei due corvi ispirati alla mitologia norrena sono state tutte mie trovate… Mi dispiace di non avervelo detto prima ma non potevo espormi troppo"
Tutti ascoltavano le parole di Linton a bocca aperta: lei aveva davvero collaborato alla realizzazione del gioco? Quante cose conosceva su quel mondo? Per nessuno quelle nuove informazioni sembrarono possibili.
"Siccome ero inserita nell'ambito non della programmazione ma della narrazione del mondo di gioco sapevo già come si sarebbero comportati i boss, dove potevano trovarsi determinati strumenti ed affini e quindi ho deciso di assumere una "carica" che potesse fare da guida agli altri; perciò sono divenuta la generale Linton. Ma, dallo scontro con i Golem Sparti, ho notato che alcune cose erano state modificate: i nemici erano più complessi di quanto ci eravamo detti, le fasi all'interno di una boss-fight sono ad oggi più numerose di quelle che avevamo programmato e quindi mi sono iniziata a spaventare"
"Ed ecco perché eri strana in questo periodo…" sospirò Nicolò.
"Esatto" confermò lei con voce affranta mentre continuava a picchiare con i pugni contro quella sua prigione di oscurità.
"Ma ora come mai sei qui? Cioè com'è possibile che tu sia il boss di questo piano?" domandò il bardo confuso.
"Per spiegarvi questo devo tornare indietro. Ogni persona che entrava a far parte del progetto LSO doveva firmare un accordo vincolante in cui si prometteva di non lasciare trapelare alcuna informazione riguardo il gioco in sviluppo. Ideatore e capo del progetto era una persona che non si è mai fatta vedere dai suoi collaboratori tranne che da 10 informatici direttamente sottoposti a lui. Questi 10 informatici erano già stati informati dei piani reali che c'erano dietro a questo gioco. Col passare del tempo solo quattro di loro misero in dubbio le folli idee del loro capo e cercarono di convincere gli altri sei informatici a interrompere la programmazione del gioco. Questo fu il loro grande errore. Nessuno degli altri sei informatici voleva opporsi al loro capo e perciò denunciarono direttamente a lui i quattro. Capendo di essersi messi su una brutta china  e di non poter far nulla per evitare che il gioco venisse diffuso, i quattro informatici, utilizzarono la vastità del progetto per inserire all'interno di questo mondo strumenti, NPC, eventi che potessero aiutare i futuri giocatori. Ma l'aggiunta più importante che fecero questi uomini fu una covenant"
"Una covenant?" esclamò stupito Alessandro voltandosi verso Lorenzo.
"E…" Nicolò deglutì "Qual è il nome di questa covenant?"
"Si chiama Orchestra" disse semplicemente Linton.
Tutti i ragazzi si sentirono mancare il mondo sotto ai piedi: possibile che loro avessero trovato quella covenant così importante per puro caso? 
"Cosa c'è?" domandò Linton vedendo il volto di Nicolò riempirsi di stupore.
"Beh… Noi facciamo parte della covenant Orchestra" rispose lui.
"Voi avete trovato la covenant?! Questo è meraviglioso!" esultò Linton mentre i pugni continuavano a rimbombare contro la parete oscura.
"Ma perché la covenant è così importante?" domandò Camilla.
"Vi ricordate cosa indaga l'Orchestra?" chiese Linton.
"I tempi antichi no?" rispose Nicolò dubbioso.
"Esatto. Ora vi spiego meglio. Il capo del progetto decise di eliminare i quattro informatici; avere quattro omicidi all'interno di un'azienda era una situazione scomoda quindi optò per una soluzione più "pulita". Programmò quattro Nerv-Gear con i quali avrebbe fatto accedere i quattro all'interno di questo mondo, alle famiglie e alle autorità avrebbe detto che si trattava di un esperimento finito male e che i quattro avrebbero comunque avuto la possibilità di salvarsi. Dopo aver preparato tutto questo gli altri sei informatici provarono a trovare le stringhe di codici aggiunti dagli altri quattro nel corso di quei giorni ma, all'interno di quel mare di dati, non riuscirono a fare troppo, non sapevano cosa cercare e dove farlo perciò, dopo qualche giorno di ricerca, decisero di lasciar stare. Intanto il capo era pronto a far sparire i quattro; ma questi avevano già previsto tutto. I Nerv-Gear li avrebbero dovuti far entrare in questo mondo come giocatori qualsiasi ma rinchiusi in alcune celle del piano 100, però i quattro, grazie all'aiuto di un loro complice, avevano riprogrammato i Nerv-Gear affinché loro accedessero non come giocatori ma come quattro creature dei tempi antichi, immensamente forti note come Arconti"
Un altro nome che avevano già sentito mille volte, sul quale si erano interrogati altrettante, li fece trasalire di colpo: anche gli Arconti avevano un nesso con quella storia? All'interno degli Arconti quindi c'era la "coscienza"  di quei programmatori?
"Ma gli altri sei e il loro capo si accorsero subito di questo scherzato preparato nei minimi dettagli e, siccome sapevano perfettamente dove si trovavano i codici relativi agli Arconti ed essendo però impossibile modificarli decisero di "rinchiuderli" in luoghi assurdi che nessuno avrebbe mai trovato, luoghi ai quali si sarebbe potuto accedere solo trovando degli oggetti che all'apparenza sembrano normalissimi. Il complice dei quattro neo-Arconti però scoprì tutto ciò e decise di creare un oggetto in grado di localizzare questi luoghi: la Maschera dell'Intuizione. La Maschera dell'Intuizione avrebbe reso possibile localizzare questi luoghi attraverso delle luci che dal terreno sorgono fino al cielo e decise di collocarla all'interno di queste catacombe. È per questo che ieri sera sono fuggita e sono venuta in questo luogo. Dopo qualche giorno, il complice dei quattro programmatori mi volle incontrare, io e lui avevamo stretto una profondissima amicizia nel corso degli anni spesi a lavorare insieme e, sapendo che da un momento all'altro avrebbero fatto sparire anche lui, decise di raccontare tutto questo a me, la sola persona di cui lui si fidasse. Mi chiese di entrare all'interno di questo gioco e di salvare tutti i giocatori che prima o poi vi sarebbero entrati. Ero molto scettica all'inizio ma poi capii che avrei dovuto fare la cosa giusta e così, all'uscita di questo maledetto gioco, decisi di effettuare il log-in con lo scopo di salvare tutti coloro che sarebbero entrati inconsapevolmente in questo mondo di morte. Avrei dovuto incontrare i quattro programmatori di cui lui mi aveva parlato, solo loro conoscono chi ha creato questo mondo, ma, per fare ciò, mi serviva la maschera. Ieri notte però, dopo aver varcato la porta della boss-fight mi accorsi che non c'era nessun boss ad attendermi; pensai che fosse l'ennesima trappola del capo progetto e dei suoi programmatori ma poi trovai una maschera identica alla Maschera dell'Intuizione; però questa era un falso: quando entrai in contatto con lo strumento esso mi venne equipaggiato in automatico e io divenni il boss di questo piano; il problema è che, io, da quel momento, non sono più stata padrona del mio corpo, esso era gestito da un'intelligenza artificiale; la parole che sentivate urlare poco fa, come avrete notato, non erano pronunciate con la mia voce, erano discorsi preimpostati per la boss-fight. Solo quando la maschera si è rotta sono tornata in grado di parlare ma il mio corpo sarà gestito dall'intelligenza artificiale fino alla fine: è per questo che, ora, mentre vi parlo con voce serena, il mio corpo smania per liberarsi. Non so se quella persona mi ha teso una trappola avendo già programmato tutto in questo modo o se qualcun altro ha modificato qualche stringa del suo codice di programmazione ma i fatti sono questi; ora io sono il boss e il premio per il colpo di gratia di questa boss-fight sarà la vera Maschera"
Era stato tutto così improvviso; chi si poteva aspettare che dietro a quel gioco esistesse tutto quello… Programmatori scomparsi… Segreti da svelare… Un creatore ignoto… E Linton lì, difronte a loro, aveva svelato tutto quello. I minuti dell'incantesimo stavano per terminare e Nicolò subito chiese "Linton noi ora… Ora cosa dovremmo fare?"
"Dovete andare avanti, dovete continuare a combattere e cercare gli Arconti, loro quattro sapranno darvi consigli indispensabili e vi potranno rivelare l'identità del creatore di questo mondo, chi è, dove si nasconde ma… Prima di tutto questo… Dovete uccidermi"
Silenzio. Un inquietante silenzio fece eco a quelle ultime parole. Nicolò guardò il generale, infondo è da quando la maschera si era rotta che quel pensiero lo stava tormentando. Camilla cadde in ginocchio e venne subito raggiunta da Riccardo. Lorenzo si voltò per non guardare il generale. Alessandro chinò il capo. Gli occhi del bardo si riempirono di lacrime "I-io… Io non posso…" singhiozzò.
"Orpheus… Non lo sto chiedendo al te giocatore ma lo sto chiedendo al vero te, lo sto chiedendo a Nicolò: devi uccidermi. Se volete andare avanti avete bisogno che io muoia qui; dovete lasciarmi qui e prendere la Maschera. Nicolò ti prego, non rendere vano tutto quello che ho fatto fino ad ora" l'incantesimo che imprigionava Linton stava per terminare "Non abbiamo molto tempo"
Nicolò aveva chiuso gli occhi mentre le lacrime correvano lungo le sue guance "Ho un'ultima domanda" disse il bardo tra i singhiozzi "Tu hai davvero un figlio e un marito?"
Il generale stupito domandò "Vuoi davvero sapere se lascerai orfano di madre un bambino e farai diventare vedovo un uomo?"
"Sì" rispose con un sospiro Nicolò.
"Va bene… Sì, sono sposata ed ho un figlio… Mio figlio si chiama Michael e mio marito Albert…"
"Il cognome… Ho bisogno di sapere il cognome!" esclamò piangendo il bardo.
"Yates" disse lei sorridendo con le lacrime agli occhi. In quel momento l'incantesimo si infranse e il corpo del generale tornò ad attaccare. Nicolò tendette il pastone della falce tra le gambe della donna facendola cadere a terra in ginocchio. Lui rapido si portò alle spalle di lei; in quello stesso momento pianse la consapevolezza di quell'atto, pianse la morte che stava per macchiare la sua anima, pianse la vita che stava per spazzare via… Con le mani tremanti condusse la lama della falce attraverso il collo del generale con un ampio gesto che disegnò intorno a lui una mezza luna di sangue; mozzò con un singolo colpo la testa del generale. I ragazzi al di fuori delle sbarre chiusero subito gli occhi ma Nicolò no, non poteva chiuderli, doveva vedere quello che aveva fatto, doveva avere la consapevolezza dell'aver ucciso il generale. La lama nera della sua falce era intrisa di rosso sangue, qualche goccia gli sgocciolò sopra alla guancia sinistra unendosi alle sue lacrime. Il corpo del generale ricadde a terra e la testa sorridente della donna rotolò finche non scomparve lasciando a terra soltanto il suo equipaggiamento. Davanti a tutti i presenti comparve l'avviso di boss-eliminato seguito subito dall'avviso che gli comunicava la morte di Linton.
   
 
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