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Autore: DreamerGiada_emip    29/01/2017    1 recensioni
Una nuova sposa sacrificale giunge nella villa Sakamaki, il profumo dolce del suo sangue fa impazzire subito i vampiri. Eppure lei è diversa da tutte le spose precedenti: i suoi occhi azzurro ghiaccio sono taglienti lame, i lunghi capelli corvini spargono il suo profumo facendo risaltare maggiormente il candore del suo fiso e il colore dei suoi occhi. È una giovane ribelle senza alcuna intenzione di lasciarsi sottomettere. Chi ha il comando della situazione dunque? I vampiri ammaliati dalla misteriosa e provocante bellezza di lei, ma famelici del suo sangue, oppure la fanciulla attratta da quei ragazzi, ma con un carattere orgoglioso e strafottente?
In tutto questo, lei nasconde un segreto, un segreto di cui nemmeno lei stessa è a conoscenza. Nella lussuosa villa dei Sakamaki, verrà portato alla luce un mistero che forse sarebbe stato meglio se fosse rimasto nell'ombra.
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Angel, Demon or Human?'
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Non riesco nemmeno a dormire, resto semplicemente a guardare il soffitto annoiata. Infilo la mano sotto il cuscino e prendo il pugnale argenteo, lo rigiro tra le mani facendo riflettere i miei occhi sulla lama. Che voglia di uscire da questa casa, mi sento in prigione, ma sono quasi certa che non mi farebbero uscire, non da sola almeno. Chiedere per uscire? Sarebbe un’umiliazione dannatamente insopportabile, ma cosa è più odioso? Chiedere il permesso oppure restare chiusa qui dentro? Facile decisione. Salto giù dal letto dopo aver nascosto nuovamente il pugnale sotto il cuscino.
 
«A chi dovrei chiedere? A Shu che è il maggiore, a Reiji, ad Ayato…» chiedo tra me e me, direi che Reiji è il più adatto, nonostante sia il più severo, magari troviamo un accordo. Cambio la maglietta strappata mettendomi una camicetta bianca, con lui l’eleganza e la perfezione sono d’obbligo, indosso anche una gonna nera semplice ed elegante. Rimetto in ordine i capelli e sospiro. Sto facendo tutto ciò per chiedere a quel pomposo damerino di uscire da questa prigione dorata, quindi sarà meglio che mi dia il permesso altrimenti potrei impazzire. Raggiungo il suo studio e busso, nessuna risposta e nemmeno al secondo tentativo. Allora socchiudo la porta e do un’occhiata dentro.
 
«Reiji?» sussurro, è addormentato sulla poltrona, gli occhiali sul tavolino di fronte a lui. Entro in punta di piedi e lo osservo con un sopracciglio alzato. Possibile che dorma quando ho bisogno di lui? Sto per uscire e andare a chiedere a qualcun altro.
 
«Cosa vuoi?» mi volto verso di lui che si sta rimettendo gli occhiali. Il suo guardo severo si posa su di me squadrandomi dalla testa ai piedi. Ho fatto bene a vestirmi più elegante del solito, lo capisco solo da come mi guarda.
 
«Volevo chiederti se c’è una possibilità che io possa uscire» dico senza mezzi termini, consapevole del fatto che lui non ami i giri di parole. Mi avvicino un po’ a lui con un sorriso a dir poco forzato. Si alza in piedi e va a dare un’occhiata a tutte le sue ampolle e robe varie sulla scrivania.
 
«Dove vorresti andare?» chiede dopo qualche attimo. Ci penso su e poi sollevo le spalle.
 
«Fuori, restare sempre nello stesso posto mi fa sentire rinchiusa» rispondo camminando verso di lui e mettendomi accanto alla scrivania appoggiata con la schiena al muro. Mi lancia un’occhiata poi torna con lo sguardo sul libro che sta sfogliando.
 
«Fuori per incontrare quel biondino? Non credo proprio» chiude il libro di scatto, io roteo gli occhi annoiata. Non hai capitolo proprio niente.
 
«Non voglio vedermi con Mihael, se volete potete venir anche voi per controllare, voglio solo uscire di qui» spiego incrociando le braccia sotto il seno. Lui finalmente mi dedica la sua attenzione. Mi metto di fronte a lui, in attesa di una sua risposta.
 
«Dopo cena, verrò io con te» risponde guardandomi dall’alto in basso. Io e Reiji, fuori da soli. Cristo, aiutami tu. Ma è l’unica mia possibilità per uscire. Mi volto verso la porta e mi avvio fuori.
 
«Affare fatto» mi volto facendogli un mezzo sorriso. Lui incrocia le braccia e annuisce leggermente. Apro la porta.
 
«Non tardare per la cena» sento dirgli prima di chiudermi la porta dello studio alle spalle. Me ne vado in camera e inizio l’opera che mi è balenata in mente poco fa. Prendo la matita, ma, anziché iniziare a disegnare su carta, faccio partire il disegno dal letto, è un peccato che io da sola non riesca a spostarlo, potrei fare iniziare il disegno da dietro. Osservo l’orologio, ho circa mezz’ora prima di scendere a cenare. Inizio con la matita a tracciare sottili linee guida, nuovamente la mia volontà si annulla facendomi cadere in trance. Giro intorno al letto e ci salgo sopra dando vita a ciò che la mia natura vuole creare, non riesco ad andare oltre un certo livello, la mia altezza non me lo permette, quindi mi risveglio. Osservo ciò che è l’inizio di uno spesso tronco che nasce dal letto. Lancio uno sguardo all’orologio, ancora dieci minuti, decido di lasciare perdere per oggi il disegno e prepararmi, è meglio mettermi subito in tiro per Reiji, visto che non ama aspettare.
 
«Un qualcosa di elegante, ma non troppo appariscente» frugo tra i miei abiti da sera, trovo un abito nero molto semplice a sirena con lo scollo a V.  Mi fascia il fisico alla perfezione poi si allarga verso le ginocchia coprendomi i piedi. Faccio un giro su me stessa e la parte non aderente del vestito svolazza leggermente. Sorrido al mio riflesso. Lo ammetto, mi piace vestirmi elegante. Vado in bagno e mi acconcio i capelli, dopo poco una lunga treccia apparentemente disordinata scende sulla mia spalla destra.
 
«Et voilà» sorrido accarezzandomi i capelli. Dopo aver indossato i sandali con il tacco, scendo fulminea giù per le scale e raggiungo la sala. Tutti gli sguardi si posano su di me, noto che l’unico posto libero questa volta è accanto a Reiji. Faccio un sorriso a tutti e mi avvio a fianco a lui, come sempre si alza e attende ch’io mi sia seduta per fare lo stesso. Nessun dice niente, mi sento i loro occhi addosso.
 
«Come mai così in tiro oggi?» chiede a un certo punto Ayato. Io lo osservo e sollevo le spalle con un sorrisetto.
 
«Non posso vestirmi elegante una volta ogni tanto» resto vaga osservando il piatto di oggi. Carne. Una delizia.
 
«Ho acconsentito che Lilith uscisse oggi, la accompagno per tenerla d’occhio» spiega Reiji senza mezzi termini. «Apprezzo il fatto che tu ti sia vestita elegantemente per uscire con me» mi versa il vino, lo ringrazio con un sorriso. Raito e Kanato fanno un’espressione dispiaciuta.
 
«Beh, visto che esci con lei solo per tenerla d’occhio non sarebbe meglio se fossimo in di più? Potremmo venire anche noi» afferma Ayato, mangiandomi con gli occhi. Reiji solleva subito lo sguardo puntandolo affilato su di lui. Io mangio tranquilla, a me non fa differenza.
 
«Non ce n’è affatto bisogno» controbatte severo Reiji, si aggiusta gli occhiali sul naso. Io faccio un mezzo sorriso divertito.
 
«Oh andiamo Reiji, tutti insieme ci divertiremo molto di più, inoltre è da tanto che non usciamo da queste quattro mura se non per andare a scuola» Raito dà man forte ad Ayato, mentre Kanato annuisce d’accordo. «E poi non vorrai tenerti la pollastrella tutta per te?» fa un sorriso malizioso rivolto a me.
 
«Ma insomma, vi sembro forse un trofeo da esibire?» esclamo a quel punto fissandoli tutti. Reiji sembra non essere d’accordo con il loro ragionamento, ma non trova una scusa per evitare che vengano.
 
«Chi tace acconsente, non è forse così Teddy?» lo dice con un sorrisetto sadico. Io roteo gli occhi e aspetto la reazione di Reiji. Lui lancia un’occhiataccia a tutti quanti, ma non dice nulla.
 
«Bene, è deciso, io, Raito e Kanato verremo» Ayato mi squadra velocemente soffermandosi sulla scollatura. «Shu, Subaru, voi venite?» chiede dopo vari secondi passati a squadrarmi attentamente il seno. Sposto il mio sguardo verso i due interpellati, Shu solleva le spalle, ma poi annuisce. Subaru sposta il suo sguardo fiammeggiante dal suo piatto ad Ayato, prima di rispondere mi lancia una veloce occhiata.
 
«Tanto per cambiare la solita routine» borbotta semplicemente continuando a mangiare. Mi blocco a osservarlo per qualche attimo, la chiave è tornata al suo collo, dove è sempre stata. Verrà anche lui…
 
«Comunque Ayato, vale lo stesso discorso della scorsa volta, così conciato non esci con me» controllo velocemente l’abbigliamento di ciascuno di loro. Come al solito ci sono alcuni dettagli che mi urtano il sistema nervoso, dettagli che dovranno scomparire se davvero vuole farsi vedere al mio fianco.
 
«Che stai dicendo?» chiede Raito guardandomi dubbioso. Sollevo un sopracciglio come se fosse ovvio ciò che intendo.
 
«Reiji è sempre elegante, quindi non posso dire niente su di lui, voi non siete eleganti però mi va bene, Ayato con quel risvoltino al ginocchio e la camicia quasi completamente sbottonata mi urta i nervi» spiego guardando il rosso che ha ripreso il suo solito abbigliamento da quando siamo usciti insieme.
 
«Mi metti a posto te come la scorsa volta?» chiede con un ghigno Ayato, io lo guardo e sospiro esasperata. Mi alzo in piedi e incrocio le braccia.
 
«Non ci riesci a farlo da solo?» chiedo con un sopracciglio sollevato, lui scuote la testa come fosse un bambino capriccioso. Alzo le braccia al cielo. «Ho a che fare con dei bambini, santo cielo» vado verso di lui e allontano la sua sedia dal tavolo con uno strattone, lui mi guarda con quel suo solito ghigno. Mi accuccio per terra e gli levo quel risvoltino, un pugno in un occhio è quell’affare, torno in piedi e, prima di abbottonargli la camicia, prendo la sua cravatta tirando il suo viso verso il mio.
 
«Penso ancora quello che ho detto tempo fa, preferirei di gran lunga che tu mi spogliassi» si lecca le labbra in un gesto ammiccante. Gli faccio un mezzo sorriso e ripeto il suo gesto.
 
«Non farti strane idee, rosso» mormoro a un soffio dal suo viso, restando in quella posizione, inizio ad abbottonargli la camicia con l’altra mano fino al penultimo bottone. Subaru si alza sbattendo con troppa violenza le posate sul tavolo, interrompendo così la nostra sfida di sguardi. Tolgo la cravatta da intorno al collo di Ayato e la appoggio sullo schienale della sua sedia, rivolgo il mio sguardo a Subaru che guarda altrove con la fronte aggrottata in una espressione di rabbia, la sua solita espressione.
 
«È ora di andare » dice a quel punto Reiji alzandosi anche lui in piedi. Annuisco d’accordo con lui. Tutti insieme ci avviamo verso l’uscita, Reiji mi porge il braccio in maniera cavalleresca, alterno lo sguardo da lui al suo braccio, poi lo prendo a braccetto con un sorriso. Con la coda dell’occhio, vedo Ayato e Raito dirsi qualcosa tra di loro, poi sorridere malignamente. Prevedo guai…
 
«Dove hai intenzione di portarci?» chiedo al ragazzo al mio fianco. Lui guarda dritto davanti a se e mi rivolge solo un’occhiata, intuisco immediatamente che non ha intenzione di dirmelo, oppure non lo sa nemmeno lui. Entriamo nella limousine che parte veloce portandoci fuori dalla villa, per le strade. Guardo fuori dal finestrino, concentrandomi esclusivamente sul paesaggio. Non conosco la nostra destinazione, ma stasera ne vedremo delle belle, anche se sono già in ansia per scoprire cosa i due vampiri dai capelli rossi stiano architettando.

Spazio autrice:
Questo capitolo è un po' corto, chiedo venia.
Ho notato una cosa, ci sono un sacco di visualizzazioni nella mia storia e questo mi fa felice, grazie a tutti!
Grazie soprattutto alla mia adorata ShikyoOotsutsuki che recensisce ogni singolo capitolo, facendomi ogni santa volta morire dal ridere.
Invito chiunque che segue la mia storia a recensire, mi fa piacere sentire i vostri pareri, anche consigli e critiche, purché siano costruttive.
Detto questo, ci vediamo al prossimo capitolo, bella gente!
Un abbraccio, Giada
   
 
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