27- On one of their birthdays
Nel futuro il compleanno del presidente
era considerata un evento molto importante. Veniva organizzata in due sale: una
molto grande per i dipendenti dell’El Dorado e le loro famiglie e una più
riservata ed elegante per l’élite mondiale che veniva a rendere omaggio a Toudou.
Sakamaki, pur non provenendo da una famiglia politicamente
importante, era sempre stato invitato da Heikichi alla festa più privata, anche
quando il ruolo di presidente era occupato dal padre di quest’ultimo. Togurou
però a quella festa non ci era mai andato volentieri: doversi rapportare con
persone che lui riteneva solo palloni gonfiati e il dover mantenere un
atteggiamento serio e distinto per tutta la serata gli risultava
particolarmente difficile. Il non poter parlare con Toudou per più di una
manciata di secondi rendeva il tutto ancora più arduo e lo scienziato era
sempre andato a quella celebrazione solo per non deludere e rattristare il suo
amato.
La visione di questo evento per Sakamaki cambiò radicalmente
quando si ritrovò a essere il compagno del presidente: non poteva essere più
uno che se ne stava in disparte per tutta la serata, doveva accompagnare Toudou
per tutto l’evento e doveva rasentare la perfezione in ogni suo gesto.
“Questo evento è
come una vetrina, la gente viene per osservarci e giudicarci…”
Glielo aveva spiegato Heikichi durante una delle lezioni di
danza che prendevano in vista dell’evento. Il presidente si riempiva di ansie riguardo
all’evento, iniziava le preparazioni con quasi un anno di anticipo, doveva
rendere tutto nuovo, tradizionale, gradevole sia per chi lo sosteneva che per i
suoi oppositori, modesto e sfarzoso al tempo stesso, doveva cercare l’equilibrio
perfetto tra mille antipodi.
Fino a prima dell’inizio della loro relazione Sakamaki non si
era mai accorto dello stress che Heikichi accumulava a causa dell’evento e la
cosa lo preoccupava.
Lo scienziato avrebbe tanto voluto aiutare suo marito nei
preparativi, ma l’unica cosa che gli riusciva era tranquillizzare Heikichi la
notte, quando erano soli.
Il giorno dell’evento Toudou non stette un attimo fermo:
andava da una parte all’altra a dare ordini, ad assicurarsi che tutto fosse
perfettamente al suo posto. Solo a dieci minuti dall’inizio dell’evento Heikichi
decise finalmente di fermarsi e rilassare la sua espressione, modellandola con
un sorriso serafico, una maschera che avrebbe indossato per tutto il resto
della serata.
Raggiunse Sakamaki, che fino a quel momento non aveva potuto
far nulla se non osservarlo e lo prese per mano.
-Lascia parlare me stasera, ok?
Lo scienziato annuì, stordito da quel tornado di responsabilità
inaspettate. Togurou si lasciò guidare verso la porta, dove al fianco di Toudou
avrebbe accolto gli ospiti più importanti.
Come richiesto da suo marito, Sakamaki rimase in silenzio,
pronunciando solo le parole di cortesia necessarie a salutare gli ospiti.
Molti degli invitati si trattenevano a scambiare due
chiacchiere col presidente, chiacchiere che Togurou ascoltava attentamente e
presto lo scienziato si rese conto di essere l’oggetto di gran parte delle
conversazioni. Il tono dei colloqui era fin troppo familiare a Sakamaki: un
misto di commenti acidi e battutine ammiccanti a che aveva ascoltato mille e
mille volte uscire dalla bocca di sua madre. C’era chi si fingeva sorpreso che qualcuno
come Toudou avesse deciso di impegnarsi con lo scienziato, altri gli dicevano
indirettamente che avrebbe potuto trovarsi di meglio, ma Togurou rimaneva in
silenzio, non sentendosi minimamente toccato da quei velati insulti che gli
arrivavano.
Una sola persona lo spinse a rispondere, la moglie di un
membro del consiglio, una signora anziana che cercava di nascondere l’età con
mille interventi estetici che davano alla sua pelle un’aria finta, finta quasi
quanto la pelliccia di visone che portava sulle spalle.
-Presidente, che piacere vederla!
Sakamaki notò subito che il sorriso di Toudou si era fatto
più teso, era capitato già un paio di volte durante la serata, sempre quando si
presentavano individui particolarmente fastidiosi.
-Signora Abe, il piacere è mio…
La donna sorrise compiaciuta.
-Devo farle le mie congratulazioni per il suo matrimonio, non
deve essere stato facile decidere di sostituire Hana
dopo tutti questi anni!
Quando veniva pronunciato il nome della moglie di Heikichi,
Sakamaki si innervosiva automaticamente, ma quella volta la sua inquietudine
non fu provocata da quello, ma dal tono saccente con cui l’anziana parlava. Toudou
però non perse il sorriso e chinò il capo in un gesto cortese.
-La ringrazio, sono molto felice di questa mia nuova unione.
Neanche il sorriso della signora Abe
vacillò e la donna aprì la bocca per sfoderare nuovamente la lingua biforcuta.
-Se è felice lei… Si è scelto un partito bizzarro, ma lei ha
sempre avuto dei gusti particolari, presidente!
Detto questo, la signora diede l’impressione di volersi
accomodare, ma decise di allontanarsi dedicando alla coppia un ultimo, velenoso
commento, espresso con voce abbastanza alta perché questi ultimi potessero
sentirlo.
-Ah, cosa si fa per non rimanere soli sulla via del tramonto…
A Sakamaki poteva ignorare i commenti saccenti e gli insulti
velati finché erano rivolti alla sua persona, ma quelli rivolti a Toudou non
poteva in alcun modo perdonarli. Ma se l’uomo aveva imparato una cosa dalla
madre che tanto odiava era che ogni ingiuria mascherata poteva essere ritorta
contro chi la pronunciava.
-Già, per esempio si rimane con la persona sposata solo per
la sua posizione e che non si sopporta da una vita…
Toudou e i signori Abe si girarono
a guardare lo scienziato, lasciati a bocca aperta dal commento e Togurou,
fingendosi altrettanto sorpreso, portò avanti la recita che sua madre gli aveva
indirettamente insegnato.
-Ho detto qualcosa che non va? Il mio era solo un esempio…
Livida in volto, la signora Abe non
fece altri commenti e si allontanò velocemente insieme al marito, lasciando
Sakamaki alle sue mentali celebrazioni di vittoria.
Celebrazioni che vennero presto interrotte da una gomitata nello
stomaco da parte di Toudou.
-Ti avevo detto di lasciar parlare me.
Lo scienziato si massaggiò il fianco dolorante.
-Io ho lasciato parlare te infatti, ho solo fatto un commento
innocente. Non pensavo che mi avrebbero sentito.
-Non fare il finto tonto! Non dovremmo abbassarci al loro
livello.
-E io non mi sono abbassato al loro livello, l’ho
semplicemente schiacciata usando la sua stessa arma.
Il presidente sospirò, per poi andare a stringere una mano
del compagno.
-Grazie… È dalla morte di Hana che
quell’arpia non mi dà tregua con i suoi commenti maligni…
Se fossero stati in un altro luogo, Sakamaki avrebbe già avvolto
Toudou in un abbraccio, ma visto la situazione si limitò a ricambiare con
affetto la stretta di mano.
-…L’anno prossimo però la tua festa l’organizzo io.
Heikichi sorrise e scosse la testa, sollevato dalla voglia di
scherzare che suo marito conservava anche in quell’occasione.
-Il primo compleanno che passerò in pensione lo lascerò
organizzare tutto da te…
-E sarà il compleanno più bello della tua vita, te lo
prometto.
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Angolino rotondo
Siamo a meno tre signori, il traguardo è spaventosamente
vicino.
Scusate il ritardo di pubblicazione, ma la settimana scorsa
non ero proprio in vena di scrivere e oggi è stata una giornata pesante per me.
Questa è una delle prime shot che
ho ideato per questa raccolta, volevo dare un’idea di quanto possa essere
stressante la vita di un capo di stato. Spero di aver reso bene l’idea!
Taglio qui che è tardissimo e domani ho lezione.
Ci sentiamo presto,
-Lau