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Autore: Crilu_98    30/01/2017    3 recensioni
C'era una volta... Una bambina sperduta. Una ragazza innocente nelle mani di una crudele matrigna. Una fanciulla addormentata. Una sensibile lettrice dal cuore puro. Una bellissima principessa in cerca di libertà. Una valorosa guerriera.
O forse no.
C'era una volta un bosco oscuro, dove tutte le storie hanno inizio. Storie che narrano di segreti pericolosi ed antiche umiliazioni, ma anche di amicizia, d'amore e di magia. La lotta tra il bene e il male è più confusa di quanto siamo abituati a credere e la strada verso il lieto fine non è mai stata così tortuosa.
Siete pronti a scoprire le verità nascoste delle fiabe?
Genere: Avventura, Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Il sole era alto nel cielo quando finalmente si lasciarono alle spalle la Foresta di Mezzo. Si erano messe in cammino quando la fioca luce dell’alba era filtrata attraverso i rami, scambiandosi appena qualche parola durante la marcia.
Cappuccetto Rosso si voltò ad osservare quella che per tre anni era stata la sua casa, in un muto addio agli alberi; fu molto tentata di abbandonare le ragazze al loro destino, del resto lei aveva mantenuto i patti, le aveva portate fuori dal bosco. Cosa ne sarebbe stato di lei se le avesse seguite, abbandonando il suo unico rifugio sicuro?
-Cappuccetto Rosso, andiamo?-
La voce squillante ed allegra di Aurora la riscosse, facendole affrettare il passo sul sentiero: la principessa sembrava non perdere mai il buonumore, neanche nei momenti più difficili.
-Dove porta questa strada?- chiese Biancaneve, guardandosi attorno: non era il suo regno, quello, perché si erano dirette sempre ad occidente; la natura attorno a loro era però viva e vegeta, perciò escluse che fossero entrate nel reame di Aurora.
-C’è un villaggio, a mezza giornata di cammino da qui.- le rispose Mulan, che conduceva per le briglie Khan, un cavallo che si era rivelato scostante ed orgoglioso come la padrona. -Troveremo sicuramente un posto dove appartarci e discutere dei nostri piani.-
Mentre procedevano Jasmine affiancò Biancaneve e con finta noncuranza le sussurrò:
-Cosa hai fatto alle mani?-
La ragazza sussultò:
-Cosa..? Come…?-
-Prima che il fuoco si spegnesse, ieri sera, le ho viste. Erano completamente nere, sembravano carbonizzate! Non avevo mai visto nulla di simile…-
-Non credo siano affari tuoi!-
Jasmine le lanciò un’occhiata obliqua e continuò:
-Probabilmente no, ma dammi retta: nasconderlo e soffocarlo non ti aiuterà. Anzi, il potere inizierà a farti male, ti divorerà dall’interno per poi esplodere senza freni quando, esausta, abbasserai la guardia. E’ solo questione di tempo prima che la cosa ti sfugga di mano.-
Biancaneve rabbrividì:
-Perché dici così? Tu non sai nulla di me e del mio problema…-
-Oh, so molto più di quanto credi, fidati. Riconosco una maledizione quando la vedo, non ci vuole molto a capire che le tue mani in quello stato sono un pericolo per chi ti sta attorno. Per questo ti consiglio di trovare un modo per sfogarlo… Prima che sia troppo tardi.-
-Mi stai spaventando. Cosa nascondi?-
Gli occhi scuri di Jasmine furono attraversati da un lampo verdognolo ed incandescente; fu solo un attimo, ma bastò per aumentare l’inquietudine di Biancaneve.
Nel frattempo, però, rifletteva su quel discorso, immaginando che effettivamente dare libero sfogo al “problema” avrebbe potuto aiutarla a controllarlo meglio. Ma non le era possibile mettere in atto la sua idea, non finché era circondata dalle altre ragazze almeno.
-Non ha importanza chi sono io…- mormorò Jasmine, assorta -Ti basti sapere che la mia esperienza con lui mi ha quasi portata alla follia, prima che riuscissi a dominarlo e a conviverci. Se io sono riuscita a domare lui, tu riuscirai sicuramente a venire a capo del tuo problema!-
-Lui? Lui chi?-
Jasmine sembrò risvegliarsi dal torpore che l’aveva colta:
-Niente, lascia stare ho detto. Era solo un consiglio.-
Sembrava che quella fosse la sua risposta preferita: Jasmine aveva fatto dell’essere scostante un’armatura priva di debolezze.
Senza aspettare risposta accelerò l’andatura, superando una Biancaneve sempre più perplessa.
 
Giunsero al piccolo borgo poco prima del tramonto. Il loro pittoresco gruppetto – una bambina vestita di rosso, una ragazza coperta da un velo, una donna guerriero, una serva ed una nobile – attirò parecchie occhiate incuriosite da parte dei paesani.
Il villaggio era costituito da graziose e basse case in pietra costruite una accanto all’altra intorno ad una piazza, sulla quale si affacciava anche l’unica locanda del paese; la cosa che attirò più l’interesse di Biancaneve fu la sobria agiatezza che gli abitanti mostravano nel vestire.
“Sembra un regno ricco. Forse qui troveremo l’aiuto di cui abbiamo bisogno.”
Si rimproverò subito per quel pensiero speranzoso: non era da lei indulgere in sciocche fantasticherie.
“Non starai davvero accarezzando l’idea di supportare queste pazze, vero? Pensa a trovare un modo per sopravvivere, piuttosto!”
Fermò le altre che si dirigevano in tutta tranquillità alla locanda:
-Ferme! Cosa volete fare?-
-Consumare un pasto caldo ed avere un letto decente per la notte… Mi sembra ovvio.- replicò Jasmine, perplessa.
-E come pensate di pagare?-
Le ragazze si guardarono negli occhi, sgomente:
-Io non avevo denaro con me quando sono fuggita… Mi sono arrangiata senza…- borbottò Jasmine.
-Io non ho più soldi con me…- le fece eco Mulan, imbarazzata.
-E noi neanche e non credo che la bambina tirerà fuori moneta sonante dalle tasche del vestito! Perciò dobbiamo trovare un’altra soluzione!-
-Veramente io potrei avere qualcosa!- esclamò Aurora, frugando nel suo cestino da ricamo e tirandone fuori un diamante dalle dimensioni di un unghia.
-Credete che possa bastare?-
-Ma… E’ vero?- balbettò Jasmine. Aurora la fissò offesa.
-Ma certo! Credevi che addobbassi le mie preziose creazioni con pietruzze colorate e pezzi di vetro? Dovrei avere anche un sacchetto di perle, da qualche parte…-
-Va bene, lo cercherai più tardi!- la interruppe Mulan, prendendola per un braccio e spingendola nella locanda. Aveva infatti notato che la voce squillante di Aurora e i suoi esuberanti modi di fare stavano attirando l’attenzione su di loro più del dovuto.
L’oste strabuzzò gli occhi nel veder rotolare sopra al bancone il diamante, ma dopo aver constatato che non si trattava di un falso allungò le chiavi di due stanze alle ragazze, indicandogli poi un tavolo di legno in un angolo della sala.
Mentre le altre si rifocillavano avidamente, Mulan – che aveva maneggiato il cucchiaio con estrema difficoltà ed irritazione – chiese gentilmente alla cameriera:
-A cosa dobbiamo queste porzioni così abbondanti?-
Quella si strinse nelle spalle:
-E’ la solita quantità. La Bestia ci impone delle tasse assurde, ma per fortuna il nostro regno è abbastanza ricco per far fronte alle sue richieste…-
-La Bestia?- intervenne Biancaneve interessata.
-Sì, il signore del castello che sorge non lontano da qui. Ha la sovranità su queste terre e tutti devono rendere conto a lui del loro ricavato…-
La cameriera rabbrividì:
-Si dice che abbia un aspetto mostruoso e che per questo resti nascosto agli occhi degli estranei. I pochi che hanno avuto la sventura di incrociarlo di notte sono stati sventrati oppure sono impazziti dal terrore… E’ così che si è guadagnato il soprannome di Bestia.-
-Impressionante…- commentò Mulan, interessata a saperne di più. La ragazza annuì, felice di aver trovato un pubblico fresco per le sue chiacchiere:
-E non è finita. Quella creatura immonda tiene imprigionata da anni nel suo castello una giovane donna, una vera bellezza, a quanto dicono! Nessuno sa perché non può andarsene da lì, ma la descrivono come una ragazza malinconica e gentile… Ci credo, a vivere con un mostro pericoloso! Povera anima…-
-E nessuno ha mai provato a liberarla?- chiese Aurora, arricciando il naso con disapprovazione.
-Una volta, sì. Alcuni uomini si erano messi in testa di uccidere la Bestia e partirono alla volta del castello, con torce e legna per appiccare il fuoco. Non tornarono mai.-
La cameriera si voltò, richiamata da altri avventori, e lasciò il gruppo a rimuginare sulle sue parole.
-Pensate anche voi quello che penso io?- mormorò Jasmine con uno scintillio soddisfatto negli occhi.
-Che la carne cotta è immangiabile?- pigolò Cappuccetto Rosso, tormentando il pezzo di arrosto che aveva nel piatto, evidentemente disgustata.
-Se gli unici abitanti del castello sono la Bestia e la povera fanciulla indifesa, chi sarebbe più apprezzato dal popolo come sovrano, secondo voi?- continuò la principessa araba.
-La ragazza, senza dubbio!-
-Esatto! Perciò, se noi uccidiamo la Bestia, lei potrebbe dimostrare la sua riconoscenza finanziando il nostro progetto!-
-Non funziona così!- replicò Aurora, piccata -Le nobili fanciulle vanno salvate da un cavaliere dal cuore buono, per puro amore di giustizia!-
-Sai che potrebbe anche funzionare?- commentò Biancaneve, rianimata e con un accenno di sorriso sulle labbra.
Con uno scatto Mulan si voltò sulla sedia ed afferrò per il bavero della casacca un ragazzo che le stava ascoltando in silenzio. La ragazza lo strattonò a sedere accanto a lei e senza farsi notare gli puntò un pugnale al petto:
-Non una mossa!- ringhiò -Qual è il tuo nome? Perché ci spiavi?-
Il ragazzo scosse indietro i ribelli riccioli rossi e sgranò gli occhi castani in un’espressione di puro stupore:
-Spiarvi? Io? Ma no, io ero rimasto semplicemente affascinato dai vostri progetti! Vedete, io sono…-
-Il principe Filippo!- esclamò Aurora, sorridendo -Principe, vi ricordate di me? Ci siamo visti qualche anno fa, presso la corte di vostro padre!-
Filippo arrossì e ridacchiò:
-Ma certo che mi ricordo di voi, Aurora, certo…-
-Cosa ci fate qui, in questa locanda sconosciuta?-
-Mio padre non era più disposto ad assecondare le mie inclinazioni… E mi ha cacciato dal palazzo e dal regno!- sospirò il ragazzo, afflitto. Poi però il suo volto dai tratti infantili si illuminò nuovamente:
-Ma non tutti i mali vengono per nuocere! Adesso che è mio fratello a dover salire sul trono io potrò dedicarmi al grande amore della mia vita: la poesia!-
-Oh, componete poesie? Che bello!- continuò Aurora, estasiata. Nessuno, attorno a quel tavolo, osava interrompere quella bizzarra conversazione.
-Sì, sono piuttosto bravo!- rispose Filippo – e Biancaneve poteva giurare di averlo visto gonfiare il petto come un pavone.
-Per questo sono stato incuriosito dai vostri discorsi… Ma è un’impresa grandiosa quella che avete in mente! Volevo chiedervi il permesso di seguirvi! Che emozione, sarò il primo poeta a cantare di una brigata di donne onorevoli e valorose! Potrò finalmente comporre il poema che volevo scrivere da tempo! Lo chiamerò…-
-Che ne dite di abbassare la voce, prima?- borbottò Jasmine, lanciando occhiate preoccupate tutt’intorno. Ma non fu abbastanza accorta e un uomo, passando, afferrò con maestria il cestino da ricamo di Aurora, sparendo poi oltre l’uscio dell’osteria. Mentre gli avventori rumoreggiavano impauriti, Jasmine e Mulan si lanciarono all’inseguimento.
 
Angolo Autrice:
Scusate, volevo aggiornare prima ma a scuola sono state giornate d'inferno (anzi, di Cocito, visto che in classe si congela >. Questo è già uno dei capitoli in cui la mia scrittura fantasy arrugginita ha iniziato ad ingranare: non so voi, ma io ho notato tantissimo la differenza con i precedenti e ne sono davvero soddisfatta!
Qualche doverosa precisazione:
1)Mulan giudica le porzioni troppo abbondanti perché nell’antica Cina anche mangiare era soggetto a regole ben precise ed introdurre in bocca troppo cibo (come, ad esempio, quello contenuto in un cucchiaio) poteva essere considerato disdicevole.
2) Anche Filippo vi sembra un idiota? Perfetto, allora ho centrato il bersaglio! Non sottovalutatelo e soprattutto non sottovalutate l'ingenua Aurora!
Jasmine sembra comprendere Biancaneve molto bene, anzi, fin troppo… Ma adesso non c'è tempo per pensare ai suoi occhi verdi o alla ragazza prigioniera da salvare, perché bisogna rintracciare un comune ladruncolo. Che forse tanto comune non è….
Vi ho incuriosito? Dai, questa è facile, provate ad indovinare! ;)
 
Crilu

 
   
 
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