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Autore: DreamerGiada_emip    01/02/2017    1 recensioni
Una nuova sposa sacrificale giunge nella villa Sakamaki, il profumo dolce del suo sangue fa impazzire subito i vampiri. Eppure lei è diversa da tutte le spose precedenti: i suoi occhi azzurro ghiaccio sono taglienti lame, i lunghi capelli corvini spargono il suo profumo facendo risaltare maggiormente il candore del suo fiso e il colore dei suoi occhi. È una giovane ribelle senza alcuna intenzione di lasciarsi sottomettere. Chi ha il comando della situazione dunque? I vampiri ammaliati dalla misteriosa e provocante bellezza di lei, ma famelici del suo sangue, oppure la fanciulla attratta da quei ragazzi, ma con un carattere orgoglioso e strafottente?
In tutto questo, lei nasconde un segreto, un segreto di cui nemmeno lei stessa è a conoscenza. Nella lussuosa villa dei Sakamaki, verrà portato alla luce un mistero che forse sarebbe stato meglio se fosse rimasto nell'ombra.
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Angel, Demon or Human?'
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«Mi volete dire si o no dove stiamo andando?» chiedo a un certo punto. È più di venti minuti che siamo in macchina, inizio a chiedermi se non abbia deciso di tenermi in macchina per tutta la durata della mia “uscita”. Le gambe iniziano ad addormentarsi, strofino le mani sulle cosce.
 
«Nemmeno noi sappiamo la nostra destinazione, a quanto pare Reiji ci vuole tenere all'oscuro fino alla fine» risponde Raito sollevando il cappello che gli copriva gli occhi. Reiji non sembra ascoltarci, tiene gli occhi chiusi immobile con la schiena appoggiata al sedile. Sbuffo consapevole del fatto che non gli estorceremo nulla, è come chiedere spiegazioni a una statua di ghiaccio.
 
«Lo scopriremo all’arrivo» sospiro rivolta agli altri. Solo dopo un’altra decina di minuti la macchina si ferma, sento lo scricchiolare delle gomme in frenata e ciò mi fa distogliere dai miei pensieri. Mi rendo conto di come sono rimasta a fissare il viso o, per essere più precisi, le labbra di Subaru. Distolgo lo sguardo e scendo veloce dalla limousine con le guance leggermente arrossate. Lilith, vedi di riprenderti e concentrare lo sguardo su qualcos’altro.
 
«Wow…» riesco solo a sussurrare non appena i miei occhi ispezionano lo spazio circostante. Siamo all’inizio di un sentiero costeggiato da alberi spogli addobbati a festa con migliaia di luci colorate. Mi brillano gli occhi e un sorriso spontaneo nasce sul mio viso, è uno scenario quasi fiabesco. Reiji mi affianca e con un cenno della mano mi invita a percorrere il sentiero. Io gli mostro uno dei miei sorrisi più radiosi prendendolo a braccetto, lui osserva per qualche attimo poi si incammina insieme a me in mezzo a quelle luci.
 
«A quanto pare oggi è lui al centro della sua attenzione» sento il mormorio di Kanato, lo ignoro e proseguo osservando il cielo e i rami illuminati degli alberi che sembrano tendersi verso il blu per afferrare le stelle. Intravedo la fine, siamo su una collina, infatti quando raggiungiamo la cima, vedo alla base una grande pista di pattinaggio luminosa e completamente vuota. Una melodia si dirada nell’aria, viene da laggiù.
 
„Quella pista di pattinaggio appartiene alla famiglia Sakamaki, quindi ho fatto in modo che questa notte fosse solo per te» guarda dritto davanti a sé ed io penso di aver sentito male. Mi metto di fronte a lui.
 
«Mi stai dicendo che hai fatto tutto ciò per me?» sollevo un sopracciglio sbalordita, Reiji si limita a un occhiata gelida. Vorrei una risposta, caro il mio damerino.
 
«Pensavo ti sarebbe piaciuto, quindi vai a divertirti, è tutta tua» risponde semplicemente accennando alla pista con la testa.
 
«Non lo ammetterai mai, vero?» gli faccio un sorriso, ma non insisto e accelero il mio passo verso la base della collina, seguita dai sei vampiri. Raggiungo la pista e solo allora mi rendo conto di quanto è grande, illuminata da decine di luci colorate, l’atmosfera è completata dalla sinfonia di sottofondo.
 
«I pattini» Reiji indica l’entrata della pista dove c’è un paio di pattini azzurri, li prendo e mi appoggio alla parete. Tolgo i sandali velocemente e infilo i pattini, quando entro in pista mi devo aggrappare al bordo per non scivolare. Non ho mai pattinato, ma mi piace l’idea, quindi si tenta. I ragazzi si appoggiano al bordo per osservarmi.
 
«Abbiamo trovato qualcosa che non sai fare allora» Raito mi prende in giro con un sorrisetto. Gli faccio una linguaccia e li osservo.
 
«Voi non venite?»  chiedo avvicinandomi un po’ a loro cautamente, afferro la mano che Ayato mi porge e mi aiuta a tenermi su. Il mio abito non è il massimo della comodità per questo sport.
 
«Scommetto che sarà più divertente vederti fare tentativi di pattinaggio» sogghigna il rosso aiutandomi a stare su, gli faccio il verso.
 
«Avrà bisogno di una mano» Raito si avvia verso l’interno della biglietteria e quando torna fuori ha ai piedi un paio di pattini simili ai miei, non appena poggia piede sulla pista intuisco immediatamente che lui sa pattinare. Si avvicina a me tranquillamente e mi porge le mani.
 
«Non t’azzardare ad allungare le mani, altrimenti giuro che oggi ti mordo io» chiarisco subito il concetto quando gli prendo le mani. Lascio andare il mio unico appiglio e mi affido alle sue braccia, Raito mi fa allontanare dal bordo conducendomi al centro della pista. Rischio di finire con il culo per terra almeno cinque volte in due minuti, se non ci fosse Raito che mi sostiene per le braccia.
 
«Pronta? Prova da sola» mi lascia andare allontanandosi veloce. Sussulto per un attimo, ma tento ugualmente di avanzare senza finire per terra, Raito non smette di osservarmi con quel sorrisetto. Scivolo veloce sul ghiaccio per qualche metro, sorrido divertita come una bambina , ma per un attimo perdo l’equilibrio. Chiudo gli occhi aspettando l’impatto con il suolo, ma non arriva. Sbatto contro un corpo e un paio di braccia mi sostengono.
 
«Grazie» dico ancora prima di girarmi, voltandomi indietro mi stupisco nel trovare il giovane Kanato che mi tiene per le spalle. Non ha in braccio il suo orsetto come al solito, ma l’ha lasciato sul bordo della pista con il bottone che gli fa da occhio puntato verso di noi.
 
«Sembrava divertente, quindi mi sono incuriosito, Teddy non sa pattinare, così preferisce restarne fuori» mi aiuta a riprendere l’equilibrio. Anche Ayato è entrato in pista, Subaru, Shu e Reiji sono rimasti fuori. Shu è seduto a terra con gli occhi chiusi e la solita musica nelle orecchie, Reiji ci osserva sempre freddo e composto, Subaru è appoggiato al muro e ogni tanto ci lancia delle occhiate indagatrici.
 
«Dai pigroni venite anche voi» attentamente mi avvicino a loro e mi siedo sul bordo facendo dondolare le gambe in aria. Subaru fa una smorfia annoiata.
 
«Non ci penso proprio a venire a fare cavolate sul ghiaccio insieme a voi bambini» il ragazzo dagli occhi rossi appoggia la testa alla parete. Roteo gli occhi, ma poi un’idea mi balena nella mente, faccio avvicinare i tre vampiri che pattinano con me.
 
«Cos’hai in mente?» Ayato si appoggia di fianco a me, io faccio un sorrisetto furbo. Appoggio i gomiti sulle ginocchia e li guardo uno ad uno.
 
«Io distraggo Subaru, voi prendetelo e mettetelo in pista, ho la mezza idea che non sappia pattinare» Ayato e Raito sembrano subito d’accordo, Kanato si limita a un sorriso. Rimetto i capelli a posto e li appoggio sulla spalla.
 
«Credo che però sappia pattinare, mi chiedo piuttosto come lo distrarrai» il sorriso malizioso di Raito mi fa subito capire che ha già intuito cosa intendo fare. Metto in mostra una delle mie espressioni innocenti evidentemente falsa.
 
«State a vedere» pattino verso l’uscita sotto gli occhi dei tre. Prendo un respiro profondo , raddrizzo le spalle ed esco dalla pista togliendomi i pattini, infilo di nuovo i miei sandali. Mi avvicino con un sorriso a Subaru e mi appoggio sensuale al muro accanto a lui, non sembra farci caso.
 
«Mi farebbe piacere pattinare con te» sussurro attorcigliandomi sulle dita il ciuffo finale della treccia. Lo intravedo abbassare lo sguardo su di me. «Perché non vieni? Ci divertiremo, fallo per me» continuo ammiccando e appoggiando la testa sulla sua spalla, lo sento irrigidirsi, questo mi fa sorridere inconsciamente.
 
«L’ho già detto, non sono interessato» i suoi occhi accarezzano tutto il mio corpo soffermandosi ogni tanto sulla curva del collo. Prendo il suo braccio e lo porto intorno alle mie spalle ranicchiandomi accanto a lui, il freddo della sua pelle passa attraverso la maglietta per sfiorare la mia guancia. In quell’attimo mi accorgo che non sto più recitando, mi sento così stranamente bene accanto a lui, così protetta e al sicuro. Sento che cerca di ritrarsi e allontanarmi da sé, ma io appoggio una mano sul suo petto stringendo piano la sua maglietta.
 
«Lasciami restare così ancora un attimo, te ne prego» chiudo gli occhi nel pronunciare quelle parole, parole che non mi sarei mai aspettata di sentir uscire dalle mie labbra. Mi abbandono
, appoggiata e sorretta da lui, la serenità che sento nel mio cuore mi è nuova. Di nuovo lo sento, distinto e solitario, un battito, un singolo battito proveniente dal suo petto. Dopo quello anche il mio cuore inizia a palpitare, veloce e deciso, sembra voler uscire dal petto e appoggiarsi contro il suo petto per essere più vicino al suo.
 
«Lilith, spostati» ordina deciso non guardandomi più ed io, incredibilmente, eseguo la sua richiesta senza controbattere. Sento gli occhi di qualcuno addosso, mi volto e su noi sono posati gli sguardi di tutti i presenti. Ayato, Raito e Kanato sono scesi dal ghiaccio. Il rosso è appoggiato al bordo della pista con le mani su di esso, Kanato stringe tra le braccia il suo orsetto con espressione vacua e Raito ci osserva serio con le braccia incrociate. Sposto lo sguardo sui due fratelli maggiori, Shu si è alzato in piedi e ci osserva poco lontano da Reiji.
 
«Andiamo a casa» dice quest’ultimo rompendo il silenzio creatosi. Annuisco lentamente dopo una veloce occhiata al ragazzo accanto a me, ripercorriamo il sentiero di luci senza dirci una parola. Il battito del suo cuore seguito dall’accelerazione quasi istantanea del mio mi ha scombussolato le idee. Cos’è stato quel pulsare? Davvero il suo cuore si è riattivato per un attimo? Perché gli ho detto quelle cose? Volevo davvero restare abbracciata a lui in quel modo o è stato solo un momento? No no no, è stato solo un attimo, ne sono certa, che altro potrebbe essere? Non facciamoci strane idee.
 
Non mi accorgo nemmeno della mezz’ora che ci mettiamo per raggiungere la villa. Scendo dalla limousine e con passo felpato e veloce vado nella mia stanza senza esitare o rivolgere sguardi a nessuno. Una volta varcata la soglia mi tolgo velocemente il vestito e lo lancio sulla poltrona non badandoci troppo, infilo la vestaglia e mi butto sul letto a faccia in giù.         Il mio viso sprofonda nel cuscino morbido, un mal di testa atroce non mi permette di pensare.
 
«Dannazione dannazione dannazione…» sussurro come una litania mentre i ricordi di poco tempo fa si affacciando alla mia mente. Sono una stupida! Che mi è saltato in mente? Dovevo distrarlo, non farmi distrarre da lui. Strattono le lenzuola stringendone i lembi nei pugni serrati. Mi alzo di scatto e mi avvio quasi correndo verso la stanza degli strumenti musicali.
 
«Dove vai?» incrocio Shu durante la mia marcia, ma non gli rispondo nemmeno e continuo a camminare. Spalanco la porta e subito la visione del pianoforte mi rilassa i sensi, mi siedo sullo sgabello e appoggio le mani sui tasti chiudendo gli occhi. Inizia la sinfonia e con essa anch’io inizio il mio canto.
 
«I linger in the doorway
of alarm clock streaming.
Monsters calling my name.
Let me stay
where the wind will me whisper to me,
where the raindrops as they’re falling tell a story»
 
Già non sono più sola in questa stanza. Il mio intuito mi mette in guardia sulla presenza di altre due persone. Raito e Shu. Sono loro, ne ho quasi la certezza. Io continuo facendo aumentare l’intensità della melodia.
 
«In my field of paper flowers
and candy clouds of lullaby,
i lied inside myself for hours
and watch my purple sky fly over me.
Don’t say i’m out of touch,
with this rampant chaos – your reality.
I know well what lies beyond my sleeping refuge.
The nightmare i built my own world to escape»
 
Altre tre presenze. Le sento alle mie spalle. Se non erro sono Kanato, Ayato e Reiji. Nessuno fiata, nessuno osa pronunciare anche solo un sussurro.
 
« In my field of paper flowers
and candy clouds of lullaby,
i lied inside myself for hours
and watch my purple sky fly over me.
Swallowed up in the sound of my screaming,
cannot cease for the fear of silent nights.
Oh how i long for deep sleep dreaming,
the goddess of imaginary light.
In my field of paper flowers
and candy clouds of lullaby,
i lied inside myself for hours
and watch my purple sky fly over me»
 
E così si conclude la sinfonia, con una forza e un’energia disarmanti. Così travolgente che il mio stesso corpo è attraversato da brividi gelidi, come se decine di dita scheletriche mi stessero sfiorando la schiena. Riapro finalmente gli occhi.  Ci sono tutti, a parte il minore, Subaru non è comparso insieme agli altri. La cosa strana è che ciò mi rattrista.


Angolo autrice:
La canzone è "Imaginary" degli Evanescence.
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto.
Alla prossima!
   
 
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